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La figura 4.7 (pag. 108) illustra questi legami.

Le BC degli Usa e il SEBC determinano le offerte di moneta statunitense ed europea, per la precisione dell'area euro. Dati i livelli di P e dei redditi nazionali dei due paesi, l'equilibrio sui mercati monetari interni conduce a tassi di interesse sui $ e sugli € pari a R$ e R€. Questi tassi si riflettono sul mercato dei cambi dove, date le aspettative sul tasso di cambio $/€ futuro, il tasso di cambio corrente viene determinato dalla condizione di parità dei tassi di interesse.

4.10 L'offerta di moneta USA e il tasso di cambio dollaro euro (E $/€).

Utilizzeremo il nostro modello, che illustra i legami tra i mercati delle attività, per capire come varia il E$/€ quando la Federal Reserve modifica l'offerta di moneta statunitense. Gli effetti di questa manovra sono riportati nella figura 4.8 (pag. 109).

Poniamo il caso che la FR, temendo una recessione, aumenta l'offerta di moneta da

M1 a M2. Quest'incremento scatena la seguente serie di eventi:

  1. Al tasso di interesse iniziale R1$ vi è un'eccesso dell'offerta di moneta nel mercato monetario statunitense e dunque il tasso di interesse sul dollaro diminuisce fino a R2$, dove il mercato monetario raggiunge il suo nuovo equilibrio (punto 2).
  2. Dato il tasso di cambio iniziale E1 $/€ e il nuovo, più basso, tasso di interesse sul dollaro R2$, il tasso di rendimento atteso sui depositi in € è maggiore di quello in $. I possessori dei depositi in $ cercano di venderli contro depositi in €, che sono momentaneamente più remunerativi.
  3. Il tasso di cambio si deprezza a E2 $/€, non appena i possessori di depositi in dollari cercano di scambiarli contro depositi in €. Il mercato dei cambi è di nuovo in equilibrio nel punto 2, poiché il deprezzamento del $ a E2 $/€ provoca una diminuzione delle aspettative sul futuro tasso di deprezzamento del dollaro a E2.
provoca una diminuzione delle aspettative sul futuro tasso di deprezzamento di tale valuta, sufficiente a controbilanciare la riduzione del tasso di interesse sul dollaro. Concludiamo che un incremento dell'offerta di moneta di un paese provoca un deprezzamento della sua valuta sul mercato dei cambi. Interpretando in senso opposto la figura 4.8 potete notare invece che una riduzione dell'offerta di moneta di un paese fa apprezzare la sua valuta sul mercato dei cambi.

4.11 Moneta, livello dei prezzi e tasso di cambio nel lungo periodo.

Per capire in che modo domanda e offerta di moneta influenzino il tasso di cambio, dobbiamo esaminare il modo in cui i fattori monetari influenzano il livello dei prezzi di un paese nel lungo periodo.

L'equilibrio di lungo periodo è la posizione che l'economia raggiungerebbe se non si verificassero shock durante il processo di aggiustamento verso il pieno impiego. Potete pensare a questo equilibrio come quello che viene mantenuto una

volta che tutti i salari e i prezzi hanno avuto il tempo sufficiente per raggiungere i rispettivi livelli di equilibrio o, in alternativa, a quello che si raggiungerebbe se i prezzi fossero perfettamente flessibili e si aggiustassero immediatamente per preservare la piena occupazione.

4.12 Moneta e livello dei prezzi.

Rimuoviamo la nostra ipotesi di "breve periodo" e consideriamo intervalli di tempo durante i quali anche P, Y, e R, possono muoversi. La condizione di equilibrio può essere quindi espressa come:

P = Ms / L (R, Y)

che mostra come il livello dei prezzi dipenda dal tasso di interesse, dalla produzione reale e dall'offerta di moneta interna. Il livello dei prezzi di lungo periodo è il valore di P che soddisfa la condizione 4.5) quando il tasso di interesse e la produzione sono al loro livello di lungo periodo, cioè al livello compatibile con il pieno impiego.

Una delle più importanti conseguenze dell'equazione sopra indicata riguarda

la relazione tra il livello dei prezzi di un paese e la sua offerta di moneta, Ms: a parità di altre condizioni, un aumento dell'offerta di moneta di un paese produce un incremento proporzionale del suo livello dei prezzi. Se, per esempio, l'offerta di moneta raddoppiasse (passando al livello 2Ms) ma la produzione e il tasso di interesse non variassero, anche il livello dei prezzi dovrebbe raddoppiare fino a 2P per mantenere l'equilibrio sul mercato monetario. Gli effetti di lungo periodo delle variazioni dell'offerta di moneta. Per sviluppare una teoria efficace in tal senso, dobbiamo determinare gli effetti di lungo periodo dell'offerta di moneta su tasso di interesse e produzione. Ciò è più facile di quanto si possa pensare. Dimostreremo infatti che variazioni dell'offerta non hanno effetti di lungo periodo sul tasso di interesse o sul reddito reale. Il modo migliore di determinare gli effetti di lungo periododell'offerta di moneta sul tasso di interesse e sulla produzione è pensare innanzitutto in termini di riforma monetaria, in cui il governo di un paese semplicemente ridefinisce l'unità monetaria nazionale. Per esempio, il 1° gennaio 2005 il governo turco emise una nuova "lira" pari a un milione di vecchie lire turche. La ridefinizione dell'unità monetaria non ebbe però alcun effetto su produzione reale, tassi di interesse e prezzi relativi dei beni: tutto ciò che accadde fu solo una variazione di tutti i valori misurati in lire. Un incremento della Ms di un paese ha lo stesso effetto sul lungo periodo. Questo perché la produzione reale non dipende dall'offerta di moneta: se tutti i prezzi raddoppiassero permanentemente, non risarebbe ragione perché gli agenti che prima volevano scambiare 1 $ oggi per 1.10 $ tra un anno non vogliano adesso scambiare due dollari oggi per 2.20 $ tra un anno: pertanto, il tassodi interesserimane il 10% annuo. Studiando gli effetti di un aumento dell'offerta di moneta nel lungo periodo, quindi, siamo giustificati nel concludere che R e Y non variano se si trovano inizialmente al loro livello di pieno impiego. Quindi, sulla base dell'equazione di cui sopra possiamo concludere che un incremento permanente dell'offerta di moneta provoca un incremento proporzionale del livello dei prezzi di lungo periodo. Più precisamente, se l'economia si trova inizialmente in una situazione di pieno impiego, un aumento permanente dell'offerta di moneta sarà seguito da un aumento proporzionale del livello dei prezzi. 4.14 L'evidenza empirica sulla relazione tra l'offerta di moneta e il livello dei prezzi. Guardando ai dati reali su moneta e prezzi non dobbiamo aspettarci di trovare un'esatta relazione di proporzionalità in archi temporali lunghi, perché produzione tasso di interesse e domanda reale aggregata di.moneta possono variare per ragioni che non hanno nulla a che fare con l'offerta di moneta. Per esempio, la produzione varia per effetto dell'accumulazione di capitale e del progresso tecnico, come per esempio l'utilizzo di computer più potenti; il comportamento della domanda di moneta può modificarsi in base a cambiamenti demografici e a innovazioni finanziarie come la moneta elettronica. Ciononostante, dobbiamo aspettarci che i dati mostrino una forte e chiara relazione positiva tra offerta di moneta e livello dei prezzi. Se così non fosse, l'utilità della teoria della domanda di moneta che abbiamo sviluppato sarebbe messa seriamente in discussione. Le ampie oscillazioni dei tassi di inflazione in America Latina in anni recenti fanno della regione un caso di studio ideale per analizzare la relazione fra offerta di moneta e livello dei prezzi. In Sud America, l'inflazione è stata alta e molto variabile per più di un decennio.valute estere. Questo fenomeno è noto come effetto Fisher internazionale. Nel lungo periodo, l'offerta di moneta di un paese determina il tasso di cambio della sua valuta rispetto alle valute estere. Se l'offerta di moneta aumenta, la valuta si deprezza, mentre se l'offerta di moneta diminuisce, la valuta si apprezza. Questo effetto è illustrato nella figura 4.15 (pag. 116), dove si può osservare come un aumento permanente dell'offerta di moneta provochi un deprezzamento proporzionale della valuta interna rispetto alle valute estere. In conclusione, nel lungo periodo, le variazioni dell'offerta di moneta influenzano i tassi di cambio e il valore della valuta interna rispetto alle valute estere.valute estere nel lungo periodo.

4.16 Inflazione dinamica del tasso di cambio.

Un'economia sperimenta una situazione di inflazione quando il suo livello dei prezzi cresce e una situazione di deflazione quando il livello dei prezzi diminuisce. La nostra analisi dell'inflazione ci fornirà una comprensione più profonda di come il tasso di cambio si aggiusti a fronte degli shock monetari dell'economia.

4.17 Rigidità dei prezzi nel breve periodo e flessibilità dei prezzi nel lungo periodo.

La nostra analisi degli effetti di breve periodo delle variazioni monetarie assumeva che il livello dei prezzi di un paese, a differenza del suo tasso di cambio, non si aggiustasse immediatamente. Quest'assunzione non è completamente corretta, poiché molti beni, come i prodotti agricoli, sono scambiati in mercati in cui i prezzi variano notevolmente ogni giorno a seconda delle variazioni di domanda e offerta. Tuttavia, molti prezzi nel sistema

Economico sono definiti attraverso contratti a lungo termine e non possono essere immediatamente cambiati in risposta a cambiamenti dell'offerta di moneta. I più importanti prezzi di questo tipo sono i salari dei lavoratori. Poiché il prezzo del prodotto dipende in modo determinante dai costi di produzione, l'andamento complessivo dell'livello dei prezzi è influenzato dalla parziale rigidità dei salari. Alla luce di questa e di altre evidenze empiriche, continueremo a considerare il livello dei prezzi come dato nel breve periodo e non influenzato in modo significativo da modificazioni di carattere monetario.

Anche se i prezzi dimostrano rigidità di breve periodo in molti paesi, una variazione dell'offerta di moneta crea pressioni sulla domanda e sui costi che portano a futuri incrementi nel livello dei prezzi. Queste pressioni provengono da tre fonti principali:

  1. Eccesso di domanda di beni e lavoro. Un incremento dell'offerta di moneta
re e risorse per aumentare la produzione. Questo può portare a un aumento dell'occupazione e dei salari, stimolando ulteriormente la domanda e creando un circolo virtuoso di crescita economica. Tuttavia, l'effetto espansionistico può anche portare a un aumento dell'inflazione, poiché la domanda supera l'offerta disponibile. Inoltre, se l'espansione economica non è sostenibile nel lungo termine, potrebbe verificarsi una recessione quando la domanda diminuisce. Per gestire l'effetto espansionistico, i governi possono adottare politiche monetarie e fiscali. Ad esempio, possono aumentare i tassi di interesse per frenare la spesa eccessiva o ridurre la spesa pubblica per bilanciare la domanda. Inoltre, possono implementare politiche di controllo dell'inflazione per evitare che i prezzi aumentino troppo rapidamente. In conclusione, l'effetto espansionistico sull'economia può portare a una crescita economica e all'aumento dell'occupazione, ma deve essere gestito attentamente per evitare problemi come l'inflazione e la recessione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
9 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Paternò Riccardo.