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L'INTEGRAZIONE DEL MERCATO INTERNAZIONALE DI CAPITALI

2.1. Introduzione

I flussi internazionali di capitale riguardano transazioni di credito e prestito tra nazioni diverse. L'afflusso di capitale è attratto da elevati rendimenti. L'apertura agli investitori stranieri migliora la concorrenza nel mercato finanziario e favorisce le imprese riducendo il rapporto tra debito e valore capitalizzato (leverage).

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D'altra parte, la mobilità del capitale rappresenta un vincolo per la politica fiscale dei governi nazionali. Per esempio, una diminuzione del tasso d'interesse può favorire la ripresa dell'economia ma anche causare la fuoriuscita di capitale e, quindi, la svalutazione della valuta con un conseguente incremento dei prezzi delle importazioni.

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2.2. Effetti economici della mobilità del capitale

Consideriamo due economie chiuse in cui vi è integrazione solo nel mercato del capitale. La perfetta

mobilità internazionale del capitale causa:
  • una convergenza dei rendimenti reali di capitale;
  • un aumento della produzione complessiva dei paesi interessati;
  • effetti redistributivi nei paesi di origine e destinazione: nel paese di destinazione, si abbassa il prezzo del capitale e dei fattori sostituti, mentre aumenta il prezzo dei fattori complementari. Effetti opposti si verificano nel paese di origine.

Per esempio, con la funzione di produzione F(K,L), misuriamo sull'asse orizzontale la disponibilità complessiva di K in due paesi, e supponiamo che IK sia l'ammontare di capitale investito nel paese A e IK sia il capitale investito nel paese B:

Grafico

La produttività del capitale K sarà maggiore nel paese B: F(K) > F(K). Il capitale si sposterà da A verso B.

La fuoriuscita di capitale da A verso B è pari a KA - KB.

L'area tratteggiata rappresenta la perdita di capitale per il paese A.

indica l'incremento di produzione complessivo (la produzione si riduce in A ma aumenta in misura maggiore in B).

8-10 aprile 2008 302.3. Prestiti internazionali

I prestiti internazionali possono essere considerati una forma specifica di commercio, il commercio intertemporale. - Consideriamo la frontiera intertemporale delle possibilità produttive di un paese: maggiore consumo presente implica minori risorse per la produzione ed il consumo futuro. consumo futuro -(1+r) r: tasso d'interesse reale consumo presente

8-10 aprile 2008 31 - Alcuni paesi avranno possibilità intertemporali di produzione sbilanciate verso il futuro ed altri verso il presente. In assenza di prestiti internazionali, nel primo gruppo di paesi il prezzo relativo del consumo futuro sarà più basso che nel secondo gruppo di paesi. - Il prezzo del consumo futuro, in termini di rinunzia al consumo presente, dipende dal tasso di interesse. Se un soggetto prende in prestito e

consuma oggi, egli dovrà restituire in futuro questa somma moltiplicata (1+r) dove r è il tasso d'interesse reale (tenendo conto dei cambiamenti di prezzo dei beni). Il prezzo relativo del consumo futuro è 1/(1+r). Quindi, - Un paese con possibilità di produzione intertemporali sbilanciate verso il futuro (chiamiamolo F) avrà una frontiera meno 'schiacciata' di un altro con possibilità di produzione intertemporali sbilanciate verso il presente (chiamiamolo P). In assenza di prestiti internazionali il prezzo relativo del consumo futuro è più basso in F (e quindi il tasso di interesse reale più alto) che in P. Quindi F ha un vantaggio comparato nel consumo futuro e P un vantaggio comparato nel consumo presente: presterà P esporterà consumo presente, cioè ad F in cambio di consumo futuro, restituzione della somma prestata cioè della aumentata dagli interessi. 8-10 aprile 2008 32 N.B. I paesi

Che prendono in prestito sono quelli con rendimenti più elevati. Esempio: l'incremento del prezzo del petrolio negli anni '70 generò un enorme flusso di denaro verso i paesi esportatori, i quali però non avevano adeguate opportunità interne di investimento e quindi prestarono a Paesi in via di sviluppo ed anche ai Paesi sviluppati.

8-10 aprile 2008 332.4. Mobilità del capitale e concorrenza fiscale

I flussi internazionali di capitale sono influenzati dalle differenze nei rendimenti. Pertanto, i flussi di capitale possono facilmente influenzare la politica fiscale, e viceversa.

Due tipi di imposte sul reddito da capitale:

  • Imposte basate sul criterio di residenza (residence tax): tutti i redditi dei residenti sono tassati allo stesso modo, indipendentemente da dove si originano.
  • Imposte basate sul criterio della fonte (source tax): tutti i redditi guadagnati in un paese sono tassati allo stesso modo, indipendentemente dalla residenza dei proprietari del capitale.

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Se ogni paese adotta una source based tax sul capitale allora in equilibrio, il rendimento lordo è eguagliato internazionalmente, implicando che le produttività marginali del capitale sono eguagliate: avremo la situazione di efficiente allocazione degli investimenti.

Se invece ogni paese adotta una residence based tax, in equilibrio vi sarà un'allocazione opposta, inefficiente degli investimenti. Tuttavia, se le aliquote d'imposta sono differenti, con il principio della residenza internazionale dei risparmi avremo un'allocazione inefficiente, perché il tasso intertemporale di sostituzione è uguale al rendimento netto del capitale (che differisce internazionalmente). Mentre, il principio della fonte causa un'efficiente allocazione dei risparmi.

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NB. La residence tax è difficile da implementare per problemi di informazione e cooperazione (free-riding). La cooperazione fiscale necessita la creazione

diregolamentazione sovranazionale in grado digarantirne l'implementazione (anche se laconcorrenza fiscale ha effetti positivi, in termini diefficienza e di disciplina politica).

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La mobilità del capitale ha incrementato il poteredelle multinazionali (imprese che operano in diversipaesi attraverso filiali e sussidiarie), poiché i governiche vogliono attrarre capitale devono migliorare iservizi al capitale (trasferendo risorse collettive).

La difficoltà a tassare il fattore mobile può indurre laconcentrazione delle imposte suo fattori immobili(terra e lavoro), ma questa può essere realizzatadifficilmente.

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3. GLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI

Possiamo distinguere due grandi categorie di flussi dicapitale:

- Gli investimenti di portafoglio; essi riguardano il 'capitalefinanziario' e non implicano proprietà o controllo (depositiesteri, acquisti di obbligazioni - non azioni!- emesse da

entipubblici o privati).– Gli investimenti diretti esteri; essi riguardano il ‘capitale reale’,implicano proprietà o controllo, e sono generalmente collegatiall’attività delle società multinazionali .

8-10 aprile 2008 38Le società multinazionali sono responsabili di un flussointernazionale di capitali, come nel caso in cui unaimpresa madre crea, oppure espande, proprie filialiall’estero, o concede ad esse prestiti o realizza altriinvestimenti all’estero (per esempio acquisizioni,fusioni,…).Questi movimenti internazionali di capitaliinvestimenti diretti esterirappresentano degli (IDE oFDI – Foreign Direct Investments).

8-10 aprile 2008 39Vi sono difficoltà nello stimare gli IDE in uscita edentrata poiché alcuni paesi non li registrano nella propriacontabilità nazionale.Non vi è neanche una definizione univoca di societàmultinazionale. Definiamo così le società che

Operano in diversi paesi, ma è importante anche la composizione della proprietà. A volte si considerano come multinazionali (o straniere) le società dove la percentuale della proprietà straniera supera un certo livello che dovrebbe indicare la quota di controllo (10%, negli USA; in casi come questo, nello stesso paese una stessa impresa potrebbe essere considerata una multinazionale e, allo stesso tempo, una sussidiaria di un'impresa straniera).

8-10 aprile 2008 40 Trend degli IDE

In questa decade, gli IDE hanno mostrato un andamento altalenante avuto diversi. Dopo il picco del 2000, c'è stata una riduzione di quasi il 40% l'anno seguente ed un'ulteriore riduzione nel 2002 e 2003. Da allora gli IDE sono cresciuti vigorosamente (anche del 20% annuo) fino al 2006; soprattutto quelli diretti verso i mercati emergenti. Infatti, gli IDE rappresentano la grande maggioranza dei flussi di capitali verso i Pvs, specialmente dopo il declino.

degli investimenti di portafoglio. Da notare che la Cina attrae IDE ma anche li genera: i suoi IDE sono passati da 1,8 mld. $, nel 2004, a 11,3 mld. $ nell'anno dopo. Si prevede una crescita continua, anche se ad un tasso più ridotto, anche nei restanti anni della decade. Alcune previsioni indicano il raggiungimento di un nuovo record (superiore al 2000) nel 2007.

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Teoria delle multinazionali

Le ragioni per l'esistenza di multinazionali sono diverse:

  • Localizzazione
    • sfruttamento di risorse locali (lavoro a basso costo, limitata regolamentazione...)
    • aggiramento di costi di trasporto o di barriere doganali
    • fornitura di servizi non facilmente esportabili (servizi di ristorazione, per es.)
    • presenza di un grande o crescente mercato per i prodotti della società.
  • Internalizzazione
    • trasferimento di tecnologia anche se, quando la tecnologia muta rapidamente, la concessione di licenze può

essere preferita allaproduzione all'esterointegrazione verticale (rapporti di agenzia, stabilità prezzi).8-10 aprile 2008 45Origine e destinazione degli IDEPoiché gli IDE sono motivati soprattutto da opportunità disviluppo del mercato nel medio-lungo periodo, questi flussi sononormalmente meno volatili degli investimenti di portafoglio (manon sempre resistono in periodi di forte crisi).Dopo la seconda guerra mondiale le multinazionali avevano sed

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
60 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Mazza Isidoro.