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Stima degli effetti del contingentamento dello zucchero negli Stati Uniti, nel 2002
Le importazioni sono ridotte di circa la metà rispetto al loro livello di libero scambio. La perdita di surplus dei consumatori è pari a quasi 2,5 mld. $. Di questi 1,8 mld. $ sono un trasferimento ai produttori, mentre la distorsione nella produzione (b) è pari a circa 0,25 mld. e quella nel consumo (d) è di 0,052 mld. $. Le rendite (che vanno all'estero) ammontano a quasi 0,4 mld. $. La perdita netta per gli Stati Uniti è di 662 milioni $ all'anno. La perdita annuale pro-capite per i consumatori è di 8 dollari.
Considerando che l'industria statunitense dello zucchero ha 38 mila occupati, il sussidio implicito è di 20 mila dollari per occupato. Stimando che circa 12 mila lavoratori sarebbero licenziati senza il contingentamento, risulta che ogni posto di lavoro salvato costa più di 200 mila dollari all'anno.
11-13 marzo 2008
P. R. Krugman
M. Obstfeld, Economia Internazionale, Hoepli, 2007, Volume 1 A parità d'incremento di prezzo, il contingentamento sulle importazioni procura generalmente una perdita di benessere maggiore di un dazio sulle importazioni. Le ragioni per la sua scelta possono essere diverse: - Incrementi di domanda creano incrementi di prezzo a vantaggio dei produttori locali; - mercato in monopolio: con il dazio, l'impresa subisce la concorrenza delle importazioni e deve scegliere quantità e prezzo uguali a quello che si avrebbero in concorrenza; con il contingentamento, la protezione per l'impresa è maggiore (le importazioni ammesse non possono aumentare al variare del prezzo interno) e questa seleziona un prezzo maggiore ed una produzione minore che in concorrenza; - evitare l'applicazione di barriere tariffarie (più visibili); - possibilità di selezionare la provenienza del prodotto; - trasferimento di rendita ad.importatori privati (più corruzione?).11-13 marzo 2008 8
Le quote d’importazioni, per le ragioni appena esaminate, sono viste come più restrittive dei dazi e,quindi, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio neha vietato l’utilizzo per proteggere le importazioni inmolti settori manifatturieri.
Tuttavia, quote sono ancora presenti. Per esempio, nel 2005, prima l’UE e poi gli Stati Uniti hanno introdotto,d’accordo con la Cina, limitazioni temporanee delleimportazioni di prodotti tessili provenienti dalla Cina.
Spesso il contingentamento delle importazioni è rate quotas):accoppiato a dazi (tariff una parte delleimportazioni, fino ad un certo limite, gode di un dazioridotto o nullo. 11-13 marzo 2008 92.4. Il sussidio alle esportazioni ad valorem.
Anche questo può essere specifico oConsideriamo il caso di sussidio specifico.Gli esportatori vendono il bene all’estero fino a quandoil prezzo interno eccede quello nazionale
dell'ammontare del sussidio. 11-13 marzo 2008
Un sussidio alle esportazioni fa aumentare il prezzo nel paese esportatore, mentre fa diminuire il prezzo nel paese importatore.
P. R. Krugman, M. Obstfeld, Economia Internazionale, Hoepli, 2003, Volume 1
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I prezzi dei prodotti sono fissati a un livello superiore
A quello vigente sui mercati mondiali. Ci si disfa del sovrappiù che ne scaturisce tramite un sussidio alle esportazioni. Il retangolo retinato misura il costo del sussidio.
P. R. Krugman, M. Obstfeld, Economia Internazionale, Hoepli, 2003, Volume 111-13 marzo 2008 13
Nel 2002, il costo complessivo della PAC ammontava a 50 miliardi di dollari, a cui si devono aggiungere i costi sociali indiretti per i consumatori di beni alimentari (causati dall'incremento dei prezzi).
I sussidi agli agricoltori erano pari a circa il 36% del valore della produzione agricola (Krugman-Obstfeld, Economia Internazionale Vol.I, 2007).
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Come per gli Stati Uniti, il sostegno ai produttori di zucchero della UE rappresenta un caso emblematico di politica commerciale.
Il sostegno alla produzione di zucchero costa ai paesi OCSE circa 6,5 miliardi di dollari all'anno ed ha ridotto quasi a zero le importazioni di questi paesi ed in alcuni casi li ha resi principali.
esportatori, danneggiando seriamente i principali esportatori in Africa, America Latina ed Asia.
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Negli anni 70, metà delle importazioni mondiali era localizzata negli Stati Uniti, Giappone e Comunità Europea.
Il sostegno ai produttori di zucchero nei tre paesi è stato, negli anni 90, pari a 4,4 mld. $. Mentre le esportazioni totali dai PVS nello stesso periodo ammontavano a circa 6,5r mld. $.
L’UE è passata da un’importazione di circa 2,5 milioni di tonnellate all’anno, negli anni 70, ad una esportazione annuale di circa 5 milioni di ton. negli ultimi anni.
Il Giappone, nello stesso periodo ha quasi dimezzato le sue importazioni.
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La UE protegge il mercato interno dalle importazioni e sostiene queste produzioni causando un eccesso di produzione. Questo eccesso è esportato per mezzo di sussidi.
Secondo stime recenti dell’Oxfam, la UE ha speso in sussidi fino a €3,30 per ogni euro di
Valore dellaproduzione. Alcuni modelli stimano riduzione del prezzo mondiale maggiore del 20%, in seguito alla politica di dumping delle esportazioni UE. Sulla base di questi dati, l'Oxfam stima che, nel 2003, il Brasile ha perso circa 494 milioni di dollari mentre la Tailandia ha perso circa 151 milioni.
11-13 marzo 2008 17- Stime riportate dalla World Bank indicano che una completa liberalizzazione del mercato internazionale dello zucchero produrrebbe un beneficio globale pari a 4,7 mld. $. Il prezzo mondiale dello zucchero aumenterebbe di circa il 40%. Il prezzo si ridurrebbe sostanzialmente nei paesi che più proteggono il loro mercato: del 65% in Giappone, del 40% nell'Europa Occidentale, del 25% negli Stati Uniti. Tra i principali esportatori, il Brasile avrebbe un guadagno di benessere netto pari a 1,6 mld. $.
11-13 marzo 2008 182.5. Limitazione volontaria delle esportazioni. Sono un contingentamento delle esportazioni stabilito.
Export
Restraint, dal paese esportatore (Voluntary o VER). Hanno, quindi, effetti nel mercato d'importazione equivalenti a quelli del al contingentamento con concessione gratuita di licenze. Essi, però, producono certamente un trasferimento di ricchezza dal paese importatore al paese esportatore (rendita). Tuttavia esse sono solitamente richieste dal paese esportatore, per evitare l'applicazione di dazi o quote.
Un esempio storico è la limitazione delle esportazioni di autogiapponesi negli USA negli 80: limite era di 1,68 milioni di unità nel 1981, poi aumentato a 1,85 milioni nel 1984. Nello stesso anno il costo stimato fu di 3,2 miliardi di dollari (in larga percentuale sotto forma di trasferimenti alle imprese giapponesi).
Un altro esempio è l'accordo multi-fibre che prevedeva limitazioni di esportazioni ed importazioni tessili soprattutto dall'Asia. L'accordo sul tessile ed abbigliamento del 1995 ha avviato un
Il processo di liberalizzazione si è concluso nel 2004 (anche se nel 2005 un sistema di quote d'importazione su alcuni prodotti cinesi è stato temporaneamente reinserito da Stati Uniti e UE).
11-13 marzo 2008 202.6. Dazi sulle esportazioni
Servono come fonte di gettito e causano una riduzione del prezzo nazionale, favorendo i consumatori a danno dei produttori.
L'effetto sociale netto è negativo. Tuttavia, quando l'industria nazionale è sufficientemente 'grande' a livello mondiale, tale che la riduzione di produzione influenza (positivamente) il livello mondiale dei prezzi, il paese può avere un beneficio sociale netto per il miglioramento della ragione di scambio.
Comunque, globalmente, vi è un costo sociale.
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Tabella degli effetti sociali delle politiche commerciali
Var. surplus Var. surplus Variazioni Variazione netta di consumatori produttori gettito benessere.
Negativo Positivo Positivo
Dazio P.
grande: ambiguoP. piccolo: negativoNegativo Positivo Negativo NegativoSussidio Es. Negativo Positivo InvariatoContingent. P. grande: ambiguoImportazio. (se licenze assegnate(se licenze all'interno)gratuite) P. piccolo: negativoNegativo Positivo Invariato NegativoRestr. Espo. Positivo Negativo PositivoImposta su P. grande: ambiguoesportaz. P. piccolo: negativo11-13 marzo 2008 22
N.B.L'analisi svolta non prende in considerazione le variazioni di benessere nei paesi che subiscono le misure protezionistiche.
In una prospettiva dinamica, gli effetti rilevati (e le distorsioni) sono prevedibilmente maggiori, per esempio a causa degli ostacoli alla concorrenza e per le possibili reazioni dei paesi che inizialmente subiscono dei danni per le misure protezionistiche.
Gli strumenti tariffari possono essere usati in combinazione con quelli non tariffari.
11-13 marzo 2008 232.7. Altre forme di barriere non tariffarie
Queste barriere assai frequenti sono spesso implicitamente
causate da forme di regolamentazione (spesso giustificate per motivi di sicurezza o salute).– Per esempio, l’introduzione di nuove regole sulla sicurezza delle auto come avvenne negli anni 70 negli USA hanno incrementato i costi della produzione destinata in quel mercato rendendo le esportazioni non convenienti per alcuni produttori.– L’UE nel 1989 impose un embargo sulle importazioni di carne contenente ormoni. Questo colpì specialmente le importazioni dagli Stati Uniti. Nel 1996 gli S.U. si appellarono alla WTO che giudicò in loro favore, ritenendo che le prove scientifiche non fossero sufficienti per giustificare l’embargo.