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Estratto del documento

POLITICA COMMERCIALE

3.1. Introduzione

La teoria del commercio internazionale dimostra come vi siano generalmente dei benefici netti per i paesi che si aprono al libero scambio.

  • Stime della World Bank indicano che una liberalizzazione completa del commercio internazionale causerebbe un beneficio complessivo di 1500 mld. $ per i PVS e di 1300 mld. $ per i paesi industrializzati, aiutando 300 milioni di persone a superare la soglia di povertà estrema.
  • Altre stime riportano un beneficio pari a più di ½ punto perc. di PIL per Stati Uniti, UE e Giappone e 1,4% di PIL per i PVS.

Nonostante vi sia stata una progressiva riduzione delle barriere protezionistiche (i dazi medi imposti dai paesi industrializzati sono passati dal 9,8% nel 1980 al 5,5% nel 2004, mentre nei PVS si è passati dal 27,6% nel 1980 all'11,8% nel 2004).

Tuttavia, il mondo è ancora lontano da una completa integrazione dei mercati. Nella tabella che segue...

Sono indicati livelli medi di dazi nel periodo 1998-2004.

18-19 marzo 2008 15

18-19 marzo 2008 16

Se consideriamo il dazio ad valorem equivalente uniforme che permette di mantenere le importazioni ai livelli attualmente osservati, possiamo costruire il Trade Restrectiveness Index l'Overall (OTRI).

Questo è particolarmente elevato nel settore agricolo dove, tra i pvs, spiccano l'India ed il Brasile con OTRI pari a 0,65 e 0,38 rispettivamente. Valori simili a quelli del Brasile sono registrati dalla UE e dal Giappone, tra le economie avanzate.

Proviamo, quindi, ad esaminare quali possono essere le giustificazioni per adottare politiche commerciali protezioniste.

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3.2. Stabilizzazione dell'economia

Crescita di produzione ed occupazione

Si ritiene che una riduzione delle importazioni possa essere rimpiazzata dalla produzione nazionale. In questo modo, i dazi potrebbero favorire la ripresa dell'economia in crisi.

Commenti - La sostituzione non

sarà equivalente: il consumo si riduce perché P↑.temporaneamente– Anche se il dazio potrebbe favorire la ripresa, tuttavia i dazi risultano ‘difficili’ da rimuovere.– Una barriera alle importazioni di un paese potrebbe scatenare una my neighbor policy).ritorsione da parte del paese esportatore (beggar18-19 marzo 2008 18– La protezione dei lavoratori in un settore hanno effetti sull’occupazione in altri settori.Esempiofor International EconomicsL’Institute ha calcolato che i dazi protettivi USA sulle importazioni di acciaio, i quali hanno causato un incremento del prezzo medio del 3,3%, con un beneficio per l’industria di 240 m. $ e circa 5000 posti di lavoro salvati, hanno allo stesso tempo provocato una perdita di profitto di 600 m. $ nelle industrie utilizzatrici e la perdita di 26000 posti di lavoro.– Vi sono altri strumenti più diretti per incrementare la produzione e l’occupazione, come la politica fiscale,

per esempio.– Con cambi flessibili, il protezionismo ha minori possibilità di incrementare produzione e occupazione (import cambio ).si apprezza export 18-19 marzo 2008 19Difesa del lavoro non specializzatoI pvs hanno un costo di manodopera molto più basso diquello nei paesi industrializzati, dove i salari sono rigidi versoil basso. I dazi proteggerebbero i lavoratori delle produzionisoggette alla concorrenza delle importazioni da quei paesi.Commenti– Il lavoro non è l’unico fattore di produzione. Esso può esseresostituito dal il capitale se questo è relativamente abbondante,(per es., i paesi industrializzati esportano prodotti tessili).– La produttività del lavoro è maggiore con abbondanza dicapitale e la competitività può essere mantenuta anche conelevati salari. 18-19 marzo 2008 203.3. Benefici sociali netti positivi.Abbiamo visto come le misure protezioniste riducano ilbenessere sociale,

in generale. Vediamo alcune eccezioni.

Ottimo dazio

Se il paese è 'grande', un dazio sulle importazioni migliora la sua ragione di scambio. Un risultato simile si ottiene con un'imposta sulle esportazioni.

Commenti

Questo risultato richiede che un paese sia adeguatamente 'grande'.

Bisogna considerare le possibilità di ritorsione.

Il prezzo nazionale elevato può attrarre concorrenti stranieri.

18-19 marzo 2008 21

Miglioramenti di efficienza

Questi si potrebbero registrare nei seguenti casi.

Fallimenti del mercato

  • Vi possono essere effetti esterni di determinate produzioni (economie di scala esterne, spillover tecnologici in settori ad alto tasso d'innovazione) oppure inefficienze nei mercati dei capitali o del lavoro che ostacolano la crescita di tali settori.
  • In questo caso, nel decidere se proteggere o meno queste produzione, bisognerebbe valutare il beneficio marginale sociale della produzione sociale aggiuntiva
(derivante dall'amisura protezionistica) che deve non essere inferiore al suo costo marginale sociale, comprensivo delle inefficienze second-best). causate dalla protezione (analisi di 18-19 marzo 2008 22 Industria nascente – Alcune industrie, che possono anche produrre effetti esterni positivi per altre industrie, richiedono tempo per investimenti per potersi sviluppare, sfruttando le economie di scala. – Pertanto, limitazioni temporanee delle importazioni favorirebbero l'abbattimento dei costi unitari (tramite le economie di scala). – Questi guadagni di efficienza potrebbero essere non solo nazionali ma anche globali. Una volta adeguatamente ridotti i costi unitari, l'industria non avrebbe più bisogno di protezione. – Questo argomento è stato spesso avanzato soprattutto per i pvs. Commenti – Non è chiaro come si possa individuare l'industria con concrete possibilità di sviluppo. Se si protegge l'industria

‘sbagliata’ i costisociali possono essere elevati.– Il protezionismo iniziale potrebbe ridurre gli incentivi ad abbattere18-19 marzo 2008 23i costi dell’industria.

3.4. Riduzione deficit commercialeLa riduzione delle importazioni potrebbe migliorare labilancia dei pagamenti.

Commenti– Le cause del deficit potrebbero essere macroeconomiche.– Gli aggiustamenti del cambio potrebbero vanificare gli effettisulla bilancia dei pagamenti.

18-19 marzo 2008 243.5. Ragioni di politica distributivaLe scelte di politica commerciale possono essere giustificate più facilmente in base agli effetti distributivicausati. Pertanto, vi possono essere ragioni ‘politiche’per la presenza di barriere al libero commercio.

Va notato, tuttavia, che la redistribuzione di ricchezza attraverso politiche protezioniste può essere altamenteinefficiente. Cioè, un trasferimento equivalente diricchezza potrebbe essere spesso realizzato con unminor

costo sociale. 18-19 marzo 2008 25

Esempi– Abbiamo già discusso del sostegno fornito dalla PAC allaproduzione di zucchero– Abbiamo anche considerato diversi casi di protezionismo negliStati Uniti e del costo per il contribuente della creazione di nuoviposti di lavoro in quei settori attraverso tale politica.– Un’ulteriore esempio è la produzione di riso negli Stati Uniti dove,nel 2003, furono pagati circa 1,3 miliardi $ per sussidiare unaproduzione di riso che sarebbe costata circa 1,8 miliardi $ (pari adun rimborso di circa il 72% dei costi di produzione; dati Oxfam).

18-19 marzo 2008 26– Possiamo ipotizzare che le politiche protezionistiche possanoessere preferite da una maggioranza? In realtà i benefici dellepolitiche commerciali sembrano essere concentrati mentre i costisono diffusi.– Forse possiamo ritenere che il protezionismo difenda gli interessidelle classi più deboli?In realtà, non sembra proprio così,

almeno ad osservare il settore agricolo, che è quello maggiormente protetto a livello mondiale.– Negli ultimi anni, negli Stati Uniti, il 25% delle aziende agricole più grandi ha ricevuto circa il 90% del sostegno pubblico; gli agricoltori con un reddito medio di 275000$ hanno ricevuto in media 32000$ di sostegno, mentre tutti gli altri agricoltori con redditi in media di 13000$ ne hanno ricevuti solo 2200.– Un programma simile si osserva nella UE, dove il 25% delle aziende più grandi, che producono poco più del 70% del totale, hanno ricevuto il 70% del sostegno pubblico. Valori simili si osservano in Canada e Giappone.

18-19 marzo 2008 2718-19 marzo 2008 28logic ofLa teoria dei gruppi d'interesse di Olson (The collective action, 1965) è spesso utilizzata come spiegazione per la presenza di barriere doganali che avvantaggiano pochi arrecando un costo ad un'ampia maggioranza di soggetti.Questo argomento si basa su una asimmetria

Informativa tra la maggioranza degli elettori e gli agenti pubblici (eletti e non). 18-19 marzo 2008 29

Se un individuo investe tempo e risorse per acquisire informazioni sull'attività politica potrà fare una scelta più oculata, premiando solo i rappresentanti che si sono effettivamente impegnati per il suo benessere e quello della collettività. Tuttavia, questa informazione sarà utile se resa nota a tutti gli individui, poiché il voto di uno solo non influenza il risultato elettorale. La caratteristica di non escludibilità dell'informazione, tuttavia, induce ciascun individuo a non contribuire volontariamente per l'acquisizione di informazione, ma a 'scaricare' sugli altri l'onere dell'acquisizione di informazione (free riding).

In conclusione, gli individui saranno in merito all'attività politica. 18-19 marzo 2008 30

difendere il benessere collettivo, perché i costi organizzativi, decisionali e di monitoraggio (quest'ultimo diretto a discriminare chi non adotta un comportamento cooperativo) sono elevati nei gruppi più grandi, favorendo la free riding. Inoltre, se i benefici collettivi sono divisibili (per es. rendite dovute a regolamentazioni), il beneficio pro capite derivante dall'azione collettiva è prevedibilmente piuttosto ridotto. La disinformazione e l'inattività dell'elettorato sono particolarmente spiccate nel caso della politica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
41 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Mazza Isidoro.