vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
(TVET)
3. Al contrario, gli apprendistati (istruzione non formale) ignorano totalmente gli aspetti
teorici. Il limite dunque risiede nella qualità di questi training, spesso inadeguata sia per la
portata che per la rilevanza dei bisogni del mercato del lavoro.
4. ONG hanno provato a implementare programmi che sviluppassero delle abilità e
competenze specifiche, alcuni dei quali hanno avuto successo, ma rimasti su piccola scala.
Per esempio in Cambogia, uno dei quattro Paesi presi in esame, l’organizzazione Don Bosco
Techincal School, ha offerto corsi specializzanti in elettronica, meccanica, amministrazione.
Un limite risiedeva nella scarsa preparazione degli insegnanti, così come nella mancanza
degli strumenti e delle tecnologie utilizzate, spesso obsoleti.
Prospettiva di lungo periodo Average size of informal/shadow
economy weighted by total GDP of 2005 [IEA]
Se da una parte la consapevolezza del fatto che il settore informale sia difficilmente sradicabile, è
bene pensare di investirvi con strategie di breve periodo per tentare di arginare il fenomeno
nell’immediato, è però necessario pensare e scegliere come e su quali aspetti intervenire anche in
un’ottica di lungo periodo.
Considerando le stime sul valore del settore informale in rapporto al GDP, se ne può
dedurre sia il valore economico a livello mondiale che le potenzialità in esso racchiuse.
Allo stesso tempo, infatti, non si tratta solo di dati economici, bensì anche di un enorme
patrimonio di capitale umano, una ricchezza e varietà di capacità da sviluppare e su cui
investire:
capacità imprenditoriali:
organizzazione, “fare affari”, ecc.
creatività e capacità di innovazione
abilità comunicative, relazionali e sociali:
negoziazione, consiglio, persuasione, collaborazione, mantenere relazioni con i
clienti,
fare pubblicità attraverso le raccomandazioni di amici o conoscenti, ecc.
La direzione da prendere, in questo senso, è dunque quella di un’uscita progressiva
dall’economia informale per far sì che il settore formale possa assorbirne e inglobarne
tutte le potenzialità, sia a livello di produttività che di competenze, in un’ottica di crescita
economica e sviluppo.
Economia informale e il ruolo dell’istruzione nel lungo periodo
La situazione attuale nel settore informale
Il settore informale oggi, oltre a categorie di lavoratori come quelli che lavorano da casa
piuttosto che i lavoratori occasionali, coinvolge per lo più marginalized people, come ad
esempio disoccupati, donne senza impiego o sfruttate, bambini lavoratori, ecc. E spesso
tale condizione è dovuta al fatto che queste persone, per diverse ragioni, hanno accesso a
meno opportunità e a meno diritti di chi, invece, riesce a godere più o meno pienamente
dei benefit statali, laddove siano presenti, ed è ben inserito nella società o in un contesto
lavorativo formale.
Tra le condizioni socio-economiche principali che alimentano l’economia informale si
possono individuare:
Povertà e sussistenza
Disoccupazione e/o mercato del lavoro
Crisi economiche
Grado di istruzione e preparazione professionale/tecnica
Il ruolo dell’istruzione e della formazione
Livelli di istruzione bassi, che arrivano a stento e non sempre alla scuola secondaria, o
l’aver ricevuto una formazione carente o inadeguata, che limita a lungo andare la capacità
degli individui di sviluppare pienamente le proprie potenzialità, è spesso un elemento
comune e caratterizzante dei lavoratori del settore informale. Ma a sua volta, questa
inadeguatezza a livello di istruzione può anche essere una conseguenza dell’assenza o
dell’insufficienza di incentivi e sussidi statali, come anche della situazione sociale ed
economica che magari costringe a abbandonare la scuola prematuramente e a cercare
modi alternativi e più facilmente accessibili per poter guadagnare per la propria
sussistenza.
Altro elemento importante per capire il ruolo di istruzione e formazione nell’economia
informale sono i processi di apprendimento. Il sistema scolastico ufficiale offre un tipo di
istruzione che viene detto “apprendimento formale”, che consiste in un processo
organizzato e strutturato, con obiettivi precisi e raggiungimento di un riconoscimento
ufficiale. Ma dove il sistema scolastico non arriva, intervengono altri due modi di
apprendere, che sono l’“apprendimento informale”, che non è mai organizzato, non ha
obiettivi prestabiliti e consiste nel fare esperienza attraverso l’esposizione diretta a una
situazione, e l’“apprendimento non formale”, che si presenta come mediamente
organizzato e può avere alcuni obiettivi, anche se non esplicitati. In questo settore
solitamente gli aspiranti lavoratori vengono inseriti in un’attività attraverso questi ultimi due
modelli di insegnamento, in particolare attraverso l’apprendistato tradizionale, ovvero
attraverso un training durante il quale il processo di apprendimento avviene a partire
dall’osservazione e dall’imitazione e ripetizione di ciò che si è visto, un “learning by doing”.
Se da una parte questi metodi di apprendimento risultano fortemente limitanti, poiché
l’imitazione è selettiva di una serie di aioni e quindi affrontare ciò che non si è mai
sperimentato o visto prima diventa molto più difficile da gestire, è anche vero che vi
risiedono anche degli aspetti positivi, come ad esempio, l’idea del tramandare
conoscenza, tradizioni e cultura in modo diretto ed esperienziale. A tale proposito, diversi
paesi in via di sviluppo hanno sperimentato una perdita in questo senso, proprio a seguito
all’imposizione coloniale di sistemi di istruzione standardizzati e non del tutto inefficaci dal
momento che non sempre tenevano conto delle tradizioni e della cultura locali che
tenevano il loro sistema socio-economico e culturale in vita.
A partire da questa osservazione, emerge quindi la necessità di rivedere il sistema
dell’istruzione e ripensare il ruolo dei diversi attori nel contribuire a creare una rete efficace
di intervento su questo fronte.
Innanzitutto, però, è importante stabilire una direzione e alcune finalità e chiedersi in
particolare quali devono essere gli obiettivi principali dell’istruzione e della formazione
tecnica e professionale.
Se infatti in un’ottica di breve periodo l’istruzione e i training professionali, soprattutto quelli
legati alle imprese, possono offrire un’opportunità per provvedere in futuro alla propria
sussistenza, in un’ottica di lungo periodo bisogna interrogarsi sulla possibilità per questi
lavoratori o futuri lavoratori di poter anche guadagnare o riguadagnare rispetto di se stessi,
realizzare il loro potenziale come esseri umani e di partecipare attivamente allo sviluppo
socio-economico della loro comunità e, di conseguenza, del mondo.
Modifiche nel sistema dell’istruzione
Bisogna quindi rivedere nel concreto alcuni aspetti dell’istruzione e della formazione
professionale e tecnica in particolare lavorando sul dialogo tra economia, Stato e scuola.
Integrare teoria e pratica nell’istruzione e nella formazione
a) • Rispetto a quanto detto in precedenza, risulta sempre più evidente la necessità di
combinare, integrare teoria e metodo con training sul posto di lavoro e con diversi
metodi di apprendimento (non formale e informale) per ottenere un sistema di
istruzione e training più flessibile e diversificato.
Da un lato, per sviluppare competenze professionali specializzate è fondamentale
l’istruzione di base. Dall’altro è bene tenere anche un occhio sulla realtà, poiché il
successo dell’istruzione e del training c’è nella misura in cui essi comportino la nozione
di applicazione e utilizzo di skill e di apprendisti come futuri lavoratori. È
necessaria quindi una formazione a tutto tondo: per lo sviluppo delle risorse umane le
loro competenze professionali devono comprendere componenti generali, tecniche e
sociali.
Bisogna però ripensare anche alla formazione dei formatori.
Non sempre gli insegnanti sono preparati a sufficienza per portare gli studenti a
determinati livelli di preparazione, sia che essi siano parte del sistema scolastico, sia
che si tratti di imprenditori stessi che svolgano questo ruolo in modo non formale o
informale. È importante lavorare sulla formazione dei formatori stessi, per metterli in
grado di superare le resistenze e influenze anche extra-scolastiche che possono
impedire un’acquisizione delle competenze lineare (es. training per persone provenienti
da famiglie con un basso reddito), ma soprattutto per orientare il processo di
apprendimento verso determinati obiettivi. Oggi l’istruzione e la formazione si devono
porre obiettivi più ampi: oltre a training work-oriented e alla produttività, puntare alla
partecipazione agli affari della comunità e allo sviluppo economico locale.
In particolare secondo l’UNDP, pensare a istruzione e training volte a far vivere
esistenze sostenibili deve comprendere anche l’educare al concetto di vulnerabilità e
gestione del rischio, attraverso:
- La literacy, per avere più accesso a informazioni sui diritti umani, partecipare
più attivamente al dialogo politico e poter accedere a ricorsi legali e
difendersi meglio.
- Le nuove tecnologie, che permettono di abbattere le barriere linguistiche e di
istruzione per connettere innovatori e imprenditori e investitori potenziali tra
le regioni.
- Le skill di business management, per migliorare l’abilità di piccole imprese di
far fronte alle crisi.
Partnership
b) Per garantire questa combinazione di teoria e pratica e la sua efficacia, sia nel
momento in cui si progetta la formazione che quando la si realizza, bisognerebbe unire
esperienze e conoscenze di diversi settori e diverse figure, in particolare: gli insegnanti,
imprenditori sia di micro- che di macro-imprese, provenienti sia dal settore formale che
da quello informale, e infine lo Stato, le istituzioni.
Si potrebbe ad esempio pensare ad una formazione professionale e tecnica come
attività decentralizzata, di cui associazioni di imprese locali e la comunità stessa si
fanno promotrici, al fine di estendere la partecipazione di più persone possibile alla
formazione e utilizzo efficace delle competenze.
Ruolo:
c) Sicuramente, dunque, sul piano dell’istruzione giocano un ruolo importante anche i
privati e lo Stato.
Privati
Se bisogna migliorare il sistema di formazione professionale e