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Tre condizioni fondamentali dipendono da altre ipotesi aggiuntive:
- Libertà di entrata: determinare il numero di venditori e l'assenza di vincoli di capacità
- Comportamento razionale ma non interazione strategica (se i venditori sono tanti non ci sono meccanismi di azione-relazione)
- Rendimenti di scala decrescenti o costanti (no forti economie di scala)
- Informazione perfetta e simmetria riguardo alla natura dei beni e della tecnologia (imprese accesso a impianti simili e consumatori informati)
I risultati della concorrenza perfetta:
- Il prezzo è uguale al costo marginale (p=c')
- Vi è un numero di imprese efficiente
- Extraprofitto nulli
- Fuori dall'equilibrio si osserva solo entrata o solo uscita (shock positivi vedremo solo entrata; shock negativi solo uscita)
- L'accesso all'informazione implica che gli impianti nel lungo periodo siano della stessa dimensione (non vengono osservati nella realtà)
- Vuol dire evidenza
EMPIRICA:- proitti positivi e persistenti nel tempo
- simultanei di entrata e di uscita
- dinamica industriale complessa: un nucleo di imprese grandi, ampia popolazione di imprese piccole di cui alcune crescono, altre escono, altre rimangono uguali (difficoltà spiegare concorrenza ed eterogeneità fra le imprese)
BISOGNA RIDISCUTERE LE IPOTESI DEL MODELLO, QUALI?
OLIGOPOLIO:
L'economia industriale cerca di capire i contesti diversi dalla concorrenza perfetta e come quantificare i proitti. È possibile osservare i risultati nella realtà tramite:
- Una costruzione rigorosa degli aspetti della realtà;
- Determinare delle ipotesi partendo da situazioni che nella realtà non ci sono (modello sbagliato).
Il modello preso di base è quello della concorrenza perfetta, nella realtà i suoi risultati non si verificano mai (è difficile trovare che le imprese facciano sistematicamente proitti=0; quando il P aumenta sopra il livello minimo di
costi medi ci sono livelli minimi di proitti positivi diimprese che entrano nel mercato; se P sotto il livello minimo di costi medi le imprese esconodal mercato).In concorrenza perfetta le imprese sono piccole e hanno rendimenti di scala decrescenti (lecurve di costi medi sono a U). Tale ipotesi non è vera quando:- Rendimenti di scala decrescenti: in economie di scala, monopolio naturale, analisidella difusione delle tecnologie, esternalità di rete settori con alta concentrazioneindustriale.
- Omogeneità del prodotto: più i prodotti sono omogenei più sarà la concorrenza e iprofiti saranno più bassi perché il consumatore sceglierà quello con il prezzo più basso.Le imprese per sfuggire all'omogeneità del prodotto utilizzano strategie didiferenziazione.
- Informazione perfetta e simmetrica: riguardo la natura dei beni e della tecnologia.Quindi informazione imperfetta e asimmetrica.
- Non interazione
strategica: imprese troppo piccole per inluenzarsi nelle loro scelte. L'oligopolio si trova tra la concorrenza perfetta e il monopolio perché presume il cambio di un'ipotesi fondamentale della concorrenza perfetta. In concorrenza perfetta le imprese non hanno la possibilità di fare il prezzo che è dato dal mercato (price takers), ma scelgono la quantità. In oligopolio le imprese sono un numero finito e le loro scelte si inluenzano reciprocamente.
Oligopolio → interazione strategica (no interazione strategica in concorrenza perfetta e potere di mercato)
Modelli oligopolio:
- Teoria dei giochi;
- Oligopolio;
- Cartelli;
- Collusione;
- Deterrenza;
- Ecc.
Le imprese cercano di costruire barriere all'entrata (deterrenza) per tenere fuori i concorrenti, non libertà di entrata.
L'economia industriale moderna si basa sulla teoria dei giochi, con lo sviluppo di una strumentazione matematica soisticata per afrontare i problemi legati
alla teoria dei giochi eteorizzare l'interazione strategica. (Principi base equilibrio di Nash, cos'è una strategia dominante; gioco in forma normale; gioco dinamico e rappresentazione; equilibrio nei sotto-giochi) La teoria dei giochi consente di comprendere cosa succede quando c'è interazione strategica, tramite la costruzione di ipotesi e, in base a queste, vedere se i risultati sono veri o falsi (falso: ridiscutere l'ipotesi introdotta). Prima ipotesi → due situazioni possibili: scelta strategica delle imprese è il prezzo o la capacità produttiva.Il costo maggiore. Ma il bene utilitario è più standardizzato e più vicino al bene omogeneo il cliente guarderà di più il prezzo, che diventa la variabile strategica fondamentale. Per le auto di lusso è più basata sulla differenziazione.
Energia: modula un prezzo su un prezzo di mercato controllato tramite un meccanismo di price cap, regolamentato il prezzo dell'energia anche a valle. Può essere che il prezzo di mercato dipende dalla quantità che viene prodotta. È un caso atipico, messo in mezzo tra prezzo e quantità.
Esempio Acciaio, è costoso produrre acciaio. Aggiungendo l'acciaio nel mercato modifica il prezzo perché aumenta l'offerta. Se devo decidere di fare o no una nuova acciaieria devo considerare la capacità produttiva per farlo e della scelta di quanto acciaio producono gli altri. La somma dell'acciaio prodotto farà il prezzo sul mercato che determinerà il costo maggiore.
zero(situazione simile alla concorrenza perfetta); nella realtà i proitti non sono uguali a zero, motivo per cui il modello di concorrenza è sbagliato. Allora bisogna spiegare come le imprese fanno proitto cercando di stare fuori dalla concorrenza perfetta e da situazioni alla Bertrand. Proitti positivi (diversi da zero) discutendo le ipotesi di Bertrand:
- la variabile strategica fondamentale non è il prezzo (ci possono essere vincoli di capacità produttiva);
- costi marginali diversi (costi asimmetrici);
- prodotto non omogeneo (modelli di diferenziazione).
Graico foglio: la strategia dominante è fare un prezzo più basso del concorrente il cui limite è non scendere sotto il costo marginale. P1=P2 l’equilibrio della quantità prodotta è di concorrenza (caso software o app con P=0 e c’=0, viene venduta gratuitamente perché le imprese hanno incentivo a fare un prezzo inferiore a quello del concorrente, il costo
marginale è zero allora il costo è zero). Primo modello di oligopolio: il modello di Bertrand base descrive situazioni in cui non ci sono limiti di capacità (prezzo) e vi sono basse barriere all'entrata. In un mondo con beni omogenei e c'è bassa capacità produttiva comporta che le imprese non faranno profitti sulla produzione di quel bene (P<P conc).
Paradosso di Bertrand: equilibrio B-N → profitti= 0 perché P= c', ma nella realtà i profitti sono positivi.
Ipotesi per superare il modello di Bertrand:
C'1= C'2= C' allora P= c'1.
Grafico: C'1 è diverso da C'2 (c'1 > c'2)
Equilibrio di Nash tale che l'impresa 2 farà un P2= c'1 – e, ovvero farà un prezzo inferiore all'1 che l'impresa 1 non si può permettere, prendendosi tutto il mercato (area rossa=profitti). I profitti sono positivi, un'impresa è più
1. Modello di Bertrand: si assume che le imprese competano sul prezzo e che i consumatori scelgano il prodotto con il prezzo più basso. In questo modello, le imprese cercano di fare un prezzo inferiore all'altro per attirare più clienti.
Le caratteristiche principali del modello di Bertrand sono:
- Competizione sul prezzo: le imprese cercano di fare un prezzo inferiore all'altra, mercato più concentrato e c'è una sola impresa per mercato.
- Bene omogeneo: le imprese cercano di differenziare il bene per farlo pagare di più.
- Rimuove l'ipotesi di libertà d'entrata: se ci sono barriere all'entrata il modello di Bertrand non vale più. Prezzo limite, modelli di deterrenza, caso prezzo predatorio, ecc.
- Non ci sono limiti alla capacità produttiva: la strategia dominante di fare un prezzo inferiore al concorrente funziona sempre e l'impresa non ha limiti alla capacità produttiva.
Se ci sono limiti di capacità produttiva?
Modello di Bertrand con limiti alla capacità produttiva:
- C'1 = C'2 = 0
- Bene omogeneo
- Due imprese
- Limiti alla capacità produttiva q1 <= K1; q2 <= K2
- I limiti alla capacità produttiva sono K1 e K2, le imprese producono al massimo della loro capacità produttiva allora K1 + K2
Per capire qual è
la strategia dominante e qual è l'equilibrio di Nash immaginiamo P* e Q*. Per essere una situazione di equilibrio dobbiamo dimostrare che le imprese non hanno incentivo a migliorare. Impresa 2: l'impresa 2 ha convenienza a cambiare il P? Possibilità: 1. P2 < P* non conviene perché non riuscirebbe a far aumentare la produzione essendo già al massimo K2, abbassando il prezzo il ricavo diminuisce e continuerebbe a produrre K2 e tutto il ricavo dell'impresa 2 originario è l'area rossa. 2. P'2 > P* non conviene perché se il prezzo aumenta la domanda diminuisce più che proporzionalmente. I beni sono omogenei e i consumatori compreranno quelli dell'impresa 1 finché saranno disponibili dato che ha comunque un vincolo della capacità produttiva. Rimane una domanda residuale all'im