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TEORIE DELLE FASI DI SVILUPPO

Le teorie delle fasi di sviluppo sono state considerate una camicia di forza da

indossare, ma gli studiosi sia della prima che della seconda teoria, non hanno potuto

fare a meno di descrivere i percorsi di sviluppo che le imprese minori seguono

alternando diverse fasi. In generale gli autori delle teorie delle fasi di sviluppo, si

focalizzano sui movimenti di passaggio vissuti dall’azienda. In quasi tutti i modelli

prevale una visione del processo evolutivo dell’impresa come sequenza temporale di

periodi di evoluzione e rivoluzione, con necessità diverse in termini di imprenditorialità

o di managment professionale in ciascuna fase.

Una delle teorie + importanti è quella d Kroeger (+ importante) ricostruisce la curva del

ciclo di vita di una piccola impresa e descrive per ogni stadio i + tipici ruoli imprenditoriali:

fase di avvio, ruolo: fondatore/inventore dotato di una forte immaginazione e

propensione al rischio, sviluppa idee innovative, creative ed è disposto ad assumere rischi

fase di sviluppo, ruolo dell’imprenditore: pianificatore/organizzatore che deve

trasformare l’idea di realtà e deve essere in grado di sviluppare un’adeguata struttura

organizzativa e acquisire capacità di programmazione e valutazione di lungo periodo.

Capacità di analisi e relazioni esterne.

fase di espansione, ruolo dell’imprenditore: stimolatore dello sviluppo/organizzatore

capacità di delega e controllo su un numero crescente di persone. Il realizzatore deve

divenire un esperto nelle relazioni intergruppo e nei rapporti con l’esterno

fase di maturità, ruoli dell’imprenditore: amministratore/operatore, cioè una persona

legata alle tradizioni a tende a opporsi a ogni richiesta di cambiamento. Problemi di

questa fase sono quelli di sopravvivenza dell’azienda e della necessità di rinnovare il

vertice direttivo

fase di declino, ruoli dell’imprenditore: successore/riorganizzatore. L’imprenditore deve

evitare il fallimento dell’azienda trovando un successore/riorganizzatore capace di

sostituirlo nella direzione e conduzione generale.

Se le imprese devono cresce, il limite vero alla crescita è l’imprenditore perché rimane

ancorato a determinati ruoli mentre l’impresa ha bisogno di altri

LIMITI DELLE TEORIE DELLE FASI DI SVILUPPO E LINEE DI TENDENZA

I modelli delle fasi di sviluppo si scontrano con evidenti limiti concettuali e di applicabilità.

Sviluppo come successione di fasi predefinite vs. sviluppo come scelta tra

un’ampia gamma di strategie alternative nella realtà le imprese minori possono

anche decidere di non crescere e di perseguire uno sviluppo che si configura come l’esito

di un’ampia gamma di strategie alternative, difficilmente riconducibile ad un percorso

naturale predefinito. In questo quadro, le modalità di sviluppo delle PMI possono utilizzare

sono i diversi tipi di accordi interaziendali: franchising, joint venture, consorzi. Gli esperti

del managment enfatizzano l’importanza della capacità di attivare relazioni cooperative

con altre imprese, in particolare fornitori e distributori, in quanto fattore critico di

acquisizione di competenze e risorse necessarie per il successo competitivo. Le relazioni

sono quindi un input per ridurre i cosi di adattamento in business già consolidati e per

contenere i costi di avvio e diffusione di nuovi processi e prodotti.

Impresa individuale vs impresa a gestione familiare molte imprese di piccole

dimensioni sono gestite non dal solo imprenditore ma da + persone legate tra loro da

vincoli di parentela; la famiglia rappresenta quindi un fattore di equilibrio che permetta

all’impresa di mantenersi come genus stabile. L’analisi dei dati dimostra che le imprese

familiare nascono come imprese individuali aggregando risorse intorno a un leader,

l’imprenditore fondatore; successivamente, però, diventa incapace di rispondere in prima

persona alle crescenti necessità dell’impresa e si vede costretto a chiedere l’aiuto di altre

persone. Tendenza dell’imprenditore ad optare per il legame di fiducia dei familiari. In altri

termini, la velocità con cui le imprese si sviluppano è determinato non tanto dalla capacità

dell’imprenditore di modificare il proprio ruolo, ma dalle vicende interne alla famiglia

proprietaria (dimensioni del patrimonio, numerosità dei membri di famiglia, disponibilità e

desiderio delle generazioni successive di entrare in azienda)

Crescita dimensionale vs crescita qualitativa/relazionale la crescita e il successo di

numerose imprese sono strettamente imputabili alla capacità di formulare e attuare

strategie che consentono di liberare le potenzialità di sviluppo dell’impresa, senza

l’attivazione di un parallelo processo di espansione incrementale. Tuttavia tale processo,

sebbene diffuso, non va sopravvalutato: nella maggioranza dei casi è il risultato di una

strategia implicita e occasionale, dettata dalle opportunità e solo raramente si configura

come scelta esplicita, consapevole e intenzionale.

L’insieme delle considerazioni appena effettuate evidenziano l’opportunità di formulare

una nuova ipotesi interpretativa delle modalità di crescita delle PMI, in grado di coglierne

due tratti principali:

- innovatività: tendenza ad inseguire percorsi di sviluppo che coniugano, a seconda

delle situazioni, modalità di crescita per le linee interne e/o per le linee esterne

- discontinuità: percorsi di sviluppo caratterizzati da momenti di rottura non

prevedibili o non pianificabili a priori.

Un possibile contributo in tale direzione può essere fornito dal modello di Boldizzoni e

Serio: il modello rappresenta un tentativo di integrare la teoria del ciclo di vita del’impresa

con il variegato quadro teorico delle relazioni collaborative tra imprese. Cerca di superare

il limite che la possibilità di una crescita discontinua venga fatta derivare esclusivamente

dall’assunzione di forme di crescita differenti analizzando le principali forme che possono

assumere le discriminanti principali della vita di un’impresa minore.

- il profilo imprenditoriale

- la tipologia dell’organizzazione

- le modalità di crescita

e le correla in termini di coerenza/incoerenza.

PROFILO IMPRENDITORIALE

2 profili di archetipi imprenditoriali che si differenziano da differenti tratti di personalità e

sindromi di comportamenti comuni: l’artigiano e l’opportunista. Il primo si caratterizza per

la cultura del fare: istruzione formale è scarsa, svolge compiti fondamentalmente tecnici,

accentra su di se tutte le funzioni che può svolgere (no delega ne autonomia ne

responsabilità), si contorna di collaboratori di cui ha la massima fiducia (per la

maggioranza familiari), dimostra una bassa sensibilità e un impegno sociale insufficiente,

raggiunge la clientela attraverso dei contatti personali ed è tendenzialmente orientato al

suo business diretto; la seconda tipologia è invece quella del “cogliere le opportunità” che

l’ambiente esterno riesce a offrire: la sua istruzione è + elevata, svolge anche funzioni

manageriali impegnandosi ad applicare modelli appresi altrove, riesce a delegare i compiti

+ esecutivi e a circondarsi di collaboratori che non siano semplicemente legati a lui da un

rapporto fiduciario di parentela, ma che abbiano competenze spiccate, il suo impegno

sociale è alto e il suo orientamento verso il futuro è lungimirante, delega solo quelle attività

che ritiene routinarie o poco rilevanti.

Significa che il processo di azienda è diverso ma non che un modello è migliore dell’altro.

L’impresa artigiana è un’impresa che si focalizza su piccole dimensioni e questo è anche

uno dei motivi per il quale le imprese italiane non crescono. Quella opportunista è invece

orientata all’aumento delle dimensioni.

TIPOLOGIE DI ORGANIZZAZIONE

Due tipi di impresa:

- Rigida: si distingue per una resistenza al cambiamento e per un adattamento

piuttosto passivo all’ambiente esterno ad essa. Limite dell’aggiunta di prodotti al

proprio portafoglio, limitati cambiamenti e cmq non tali da consentire di superare il

limite di 1 solo tipo di lavorazione; strategie competitive basate sul prezzo, qualità o

immagine dell’azienda, mercato regionale. La maggior parte nel fatturata nell’attività

iniziale, orientati verso la crescita a condizione che non ponga in discussione

l’indipendenza finanziaria (progetti di breve termine).

- Flessibile: sperimenta nuove strategie competitive e si pone in chiave proattiva nei

confronti dell’ambiente esterno, numerose aggiunte di prodotti, cambiamenti tale da

consentire la produzione sia per magazzino che per commessa sia standard che

non; strategie competitive di nuovi prodotti , canali, mktg mix, mercato nazionale ed

estero, obiettivo di favorire la crescita, scarsa parte del fatturato nell’attività iniziale.

Incrociando tipologie di organizzazione con i profili imprenditoriali, risulta che profili

imprenditoriali artigiani tendono a creare organizzazioni rigide, mentre profili imprenditoriali

opportunistici tendono a ricostruire organizzazioni flessibili.

Rigida

Equilibrio ------------------------- criticità (cambiamento di

Visione)

I

Artigiano I opportunista

I

Equilibrio

Flessibile

Collegamento tra impresa e famiglia la questione è che noi mettiamo insieme 2

portatori di istanze completamente diverse che hanno un impatto significativo. Impresa è

un luogo di razionalità, mentre la famiglia del sentimento (logiche che condizionano);

impresa basata su un finanziamento, mentre l’impresa sul risparmio (autofinanziamento);

impresa sul merito, famiglia sull’appartenenza; impresa delega, famiglia controllo; impresa

obiettivo/risultati, famiglia valori; impresa competitività, famiglia clima; impresa

cambiamento, famiglia tradizione.

L’azienda vincente è quella di un mix tra famiglia e impresa che non gli interessa della

finanza, che hanno una storia, dei legami con il territorio, valore da raccontare. Le imprese

familiare hanno un processo lento di crescita ma costante nel tempo, perché la

propensione al rischio è molto + bassa perché insieme alle logiche di impresa, si

mischiano quelle della famiglia che le attenuano: se predomina la famiglia non si riesce ad

andare oltre e il suo obiettivo unico è la sopravvivenza collegata al fatto che lavora la

famiglia dentro.

MODALITA’ DI CRESCITA

- crescita per linee interne, è un modello di sviluppo fondato su

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
75 pagine
11 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher theonizuka di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Crespi Roberta.