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ECONOMIA INDUSTRIALE
ECONOMIA significa gestione della casa. È la disciplina che allora cercava di individuare le leggi, regole, norme di buona amministrazione della casa, degli affari domestici e della famiglia.
Nel momento in cui l'economia diventa economia politica si riferisce invece alla polis, al tempo la città greca, ma ciò che ci interessa in questo caso è che l'economia diventa politica nel momento in cui esce dall'interessarsi semplicemente dell'economia di una casa, della famiglia, esce dalla dimensione della buona gestione di affari domestici, e diventa invece disciplina che cerca le regole, le norme, che permettano la buona amministrazione della società nel suo complesso di una comunità.
In questa prospettiva, l'economia politica è la buona amministrazione di una comunità nell'interesse collettivo.
La prima volta che compare il termine economia politica è nel 1615 in Francia; la prima
cattedra di economia politica al mondo è di Antonio Genovesi a Napoli nel 1754. Questi sono i due momenti in cui l'economia politica assume questo significato moderno di disciplina che si occupa della buona amministrazione di una comunità nell'interesse collettivo. L'economia industriale è la disciplina che studia la buona amministrazione dell'industria, in una prospettiva di economia politica. Si noti che cosa poi sia una buona amministrazione di una comunità, o ancora prima che cosa sia la buona amministrazione di una casa, e cosa sia buona amministrazione degli affari domestici, ma quello che ci interessa di più è cos'è la buona amministrazione della comunità, può assumere tantissimi significati, più o meno complessi, ambiziosi; posso immaginare che la mia buona amministrazione sia tenere i conti in ordine, utilizzando una terminologia molto usata nel linguaggio corrente, che possa rendere laMia casa più accogliente, più confortevole, come rendere la qualità della vita della mia casa sempre migliore, ecc.; questo vale tutte le volte in cui immagino l'economia politica sia "buona amministrazione di una comunità nell'interesse collettivo", posso sicuramente adottare una lettura di questa prospettiva che può essere diversa e ambiziosa laddove che cos'è la buona amministrazione di una comunità e cos'è la buona amministrazione nell'interesse collettivo a predibattiti sicuramente molto importanti e complessi.
Nel nostro caso ci occupiamo di un sottoinsieme di questa prospettiva; cercheremo di affrontare il tema dell'economia industriale immaginando che la buona amministrazione dell'industria abbia a che fare con l'interesse collettivo. Essendo l'industria il nostro tema, questa materia ha molto a che fare con i temi della gestione, organizzazione.
La politica economica è una disciplina che si occupa dell'impresa, della produzione e ha una chiara relazione anche con le discipline aziendali come il management, il business, l'organizzazione e l'amministrazione aziendale, ecc.
Adotta anche una prospettiva di politica economica, studiando il buon governo e i problemi relativi all'indirizzo dei sistemi economici in relazione a diversi obiettivi considerati meritevoli di essere perseguite, proponendo obiettivi e strumenti di intervento. È la scienza del "dover essere", complementare all'economia politica che invece studia "ciò che è". (Francesco Forte, 1970)
Quindi è una disciplina che offre anche suggerimenti su ciò che potrebbe dover essere.
Lionel Robbins: "la politica economica è il corpo di principi dell'azione e dell'inazione del Governo rispetto all'attività economica". "Azione e inazione" sostanzialmente non esiste mai una posizione.
neutrale; agire nelle attività economiche (ad esempio nella produzione dello scambio) è sicuramente una scelta che i governi possono esercitare nell'interesse collettivo, ma anche il non agire è a sua volta una scelta di politica economica. Federico Caffè: "la politica economica è quella disciplina che cerca le regole di condotta tendenti a influire sui fenomeni economici in vista di orientarli in un senso desiderato." Vediamo qui che c'è un riferimento rispetto ai valori che colui che conduce l'analisi può proporre di particolare rilievo. Noi quindi studiamo l'industria adottando una prospettiva di politica economica, di politica industriale, discute gli obiettivi desiderabili nell'interesse generale, gli strumenti di raggiungimento di tali fini, e la scelta tra l'azione e l'inazione del governo su target nel nostro caso industriali. A parità di oggetto di analisi (il nostro)è l'industria) studiamo l'industria con una prospettiva di politica economica. Ci occupiamo degli obiettivi, degli strumenti e dei target di politica industriale. Affrontiamo una prima definizione di politica industriale: è quel complesso di azioni e interventi decisi e promossi, organizzati da un soggetto di interesse pubblico. Dietro il termine "politica" c'è l'idea di polis, di comunità e di interesse collettivo; sostanzialmente quindi quando parliamo di politica industriale parliamo di azioni promosse da un soggetto di interesse pubblico, sia questo un governo nazionale, sia locale, o in alcuni casi anche sovranazionale. Queste azioni devono essere azioni aventi la capacità coercitiva, ma anche di indirizzo, di suggerimento, di tentativo di modifica degli incentivi degli attori economici; devono essere azioni miranti ad influenzare il sistema industriale di riferimento (o sue parti; settori ad esempio), secondoDirezioni diverse da quanto sarebbe avvenuto in assenza degli interventi stessi. Quindi la politica industriale interviene influenzando il sistema industriale o sue parti (settori o filiere). Tutto questo lo fa perché persegue finalità che il soggetto di interesse pubblico ritiene rilevanti.
POLITICA INDUSTRIALE: COSA NON È
Non è strumento che promuove solo efficienza, competitività,.. Perché va definita come un'azione che si riferisce anche ad obiettivi più ampi per la società nel suo complesso, quindi l'insieme degli interventi di un governo sull'industria volti a perseguire anche obiettivi di carattere più generale, che possono andare al di là dell'efficienza e della competitività; ad esempio si interviene sull'industria per supportare l'occupazione: non è detto che supportare l'occupazione vada nella direzione di una maggiore efficienza e competitività, ma un
sia importante anche il servizio di assistenza post-vendita). Inoltre, l'intervento per supportare l'occupazione nazionale può avvenire attraverso diverse modalità. Ad esempio, il governo può promuovere politiche industriali che favoriscano la crescita delle imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro. Può anche incentivare la formazione professionale e l'innovazione tecnologica per aumentare la competitività delle aziende e favorire l'occupazione. È importante sottolineare che l'intervento per supportare l'occupazione nazionale non deve essere inteso come una forma di protezionismo o di chiusura verso l'esterno. Al contrario, è fondamentale promuovere politiche che favoriscano la partecipazione delle imprese al mercato globale, incentivando l'export e la collaborazione internazionale. In conclusione, l'intervento per supportare l'occupazione nazionale è un tema di grande rilevanza e complessità. Richiede una visione ampia e integrata che tenga conto dei diversi settori dell'economia e delle sfide globali. Solo attraverso politiche efficaci e sostenibili sarà possibile favorire la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.siaassociato all'offerta di schemi finanziari, assicurazioni, incentivi all'acquisto, ecc.; e quindi in realtà stiamo comprando un bene (ma anche un servizio). Secondo punto è ancora più rilevante: la produzione è ancorata alle attività tipiche dell'impresa, ma più in generale è ancorata all'attività di reti di attori che insieme partecipano alle dinamiche della produzione (università, centri di ricerca, laboratori, istituzioni,..) quanto rilevante sia l'attività di questi soggetti nella produzione contemporanea. Quindi si riferisce al settore manifatturiero ma non solo; si riferisce alle imprese, ma non solo; probabilmente si riferisce a reti di attori rilevanti per la produzione. NON SIGNIFICA DARE SOLDI ALLE IMPRESE... La politica industriale definisce strumenti complessi che spesso e volentieri devono andare oltre l'offerta di incentivi di natura finanziaria; il punto è cheLo strumento di politica industriale deve riuscire a modificare l'incentivo del soggetto rilevante per la produzione. Concentriamoci sull'economia industriale.
L'economia industriale banalmente studia l'industria. Qui abbiamo diverse prospettive con cui si può tradurre con qualche maggiore dettaglio questa definizione. Sostanzialmente per industria si intende il settore produttivo secondario, in qualche maniera in contrapposizione all'agricoltura da una parte (settore primario) e ai servizi dall'altro.
Spesso e volentieri (vedi foto) si tende ad utilizzare questo termine come sinonimo della manifattura. Questo è un modo per descrivere l'oggetto centrale della nostra attenzione.
L'economia industriale che studia l'industria, in una prima interpretazione può significare sicuramente questo. Si tratta anche di un modo di studiare la struttura produttiva di un paese, il modo più generale con cui si può offrire.
Una lettura della struttura produttiva del paese è quella che evidenzia le percentuali di prodotto interno lordo, che vanno riferite all'agricoltura, all'industria e ai servizi. Questi sono due concetti interessanti su cui ritorneremo; questa è una modalità con cui parlare della struttura produttiva di un paese in termini statici. In termini dinamici il cambiamento strutturale di un'economia altro non è che una lettura di come la struttura produttiva di un paese cambia nel tempo, quindi adotto un'analisi dinamica, e quindi come le 3 percentuali di agricoltura, industria e servizi (vedi slide) variano nel tempo. Attraverso una lettura per macro-settori possiamo svolgere una lettura per macro-settori (vedi grafico a torta slide): l'industria è circa il 20% del valore aggiunto che viene prodotto in Italia (vediamo che rispetto all'agricoltura è sicuramente un settore di grande rilievo); vediamo però anche
che la maggior parte del valore aggiunto in Italia viene prodotto dai servizi. In realtà, questi sono i valori medi di un paese, ma se entriamo nel dettaglio, i nostri territori (soprattutto in un paese vario come il nostro) si caratterizzano per una presenza del settore secondario in alcuni luoghi.