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A B
A 15,15 10,10
① B 5,5 0,0
A (15,15)
②
Sia che scelgono A a prescindere dall’altro giocatore e a prescindere dal comportamento
① ②
dell’altro.
Bisogna quindi immedesimarsi nel comportamento dell’altro!
Gioco a somma non nulla con profitti:
②
A B
A 15,15 0,10
① B 10,5 5,10
A e B non ha strategia dominante;
①
A ha una strategia dominante.
②
A,A è la strategia migliore perché ha una strategia dominante mentre no e inoltre sa che però
② ①
userà di sicuro una strategia dominante e quindi sceglierà A.
② 36
A,A è un equilibrio di Nash, cioè la posizione che non abbandona nessun giocatore, e non ce ne
sono altri perché gli altri non comportano una scelta razionale.
Con p che sta per prezzo:
②
pA pB
pA 15,15 0,10
① pB 10,5 5,10
a nessuno delle 2 conviene farsi una guerra di prezzo in A,A (15,15)perché è una situazione di
equilibrio di Nash.
Non serve fare una guerra di prezzo perché una soluzione basata sulla strategia dominante può
portare ad una buona situazione per entrambi.
Con p che sta per perdite:
sparisce l’equilibrio di Nash; anche se non ha ancora una strategia, mentre ha la strategia
① ②
dominante che è B e stanno facendo una guerra di prezzo e l’unica soluzione si potrà
① ②
vedere solo nel mercato nel lungo periodo.
②
A B
A 15,15 5,0
① B 0,5 10,10
A e B non ha strategia
①
A e B non ha strategia
②
Non c’è nessuna strategia dominante per entrambi.
In A,A sia per che per non c’è interesse a spostarsi quindi è considerabile equilibrio di
① ②
Nash; 37
in B,B sia per che per non c’è interesse a spostarsi quindi è considerabile equilibrio di
① ②
Nash.
Le posizioni che nessuno dei due vuole mantenere nel tempo sono (0,5 e 5,0) perché sono
situazioni che si abbandonano ed è per questo che non sono equilibri di Nash; non c’è nessuna
strategia dominante, ma si arriva all’equilibrio di Nash perché l’altro giocatore se scelgo A,A o B,B
mi segue perché gli conviene anche a lui.
②
A B
A 5,5 99,0
① B 0,99 96,96
-Questa è una matrice di gioco a somma non nulla;
- A,A strategia dominante A
①
- A,A strategia dominante A
②
-è una matrice simmetrica quindi se ha la strategia vuol dire che anche ce l’ha questa
① ②
è proprio quella situazione definita: il dilemma del prigioniero quindi qua l’equilibrio di Nash è in
A,A (5,5) il quale risulta essere la realtà perché ognuno guarda singolarmente e non
collettivamente, che si verificasse solo se si fosse in B,B (96,96). Perciò strategia B,B (96,96)
risulta essere la migliore situazione possibile ottenibile senza peggiorare la condizione dell’altro =
ottimo paretiano irraggiungibile perché ogni scelta viene fatta singolarmente.
------------------------------------------------------------------------------
30.03.2011
Normalmente le decisioni dell’imprese vengono prese nel continuo, cioè sono decisioni variabili e
messe in continua discussione. 38
La FUZIONE DI REAZIONE è una funzione che spiega come reagisce una singola impresa a
prescindere della reazione dell’altra impresa la parola reazione non deve ingannare perché
comunque le scelte sono fatta in un tempo simultaneo.
Quando entrambe le imprese hanno una strategia dominante non risulta importante sapere che
cosa fa l’altra.
La Q indica la quantità che l’impresa si propone di vendere sul mercato. La funzione di reazione
dell’impresa rispetto alla quantità dell’impresa ; la stessa cosa può fare l’impresa a
① ② ②
prescindere dalla scelta dell’impresa .
①
Il punto di incontro delle 2 funzioni viene definito equilibrio di Nash e risulterà anche un PARETO
OTTIMO la scelta di ogni impresa è fatta a prescindere dall’altra. è una situazione difficile
che accada realmente. 39
È sempre un equilibrio di Nash, ma non è un Pareto Ottimo perché lascia quote di mercato aperte
poiché non si riesce a coprire l’intero campo di mercato. (es: mercato automobilistico).
In genere però le funzioni di reazione non si rappresentano cosi:
Se nessuna delle 2 funzioni ha una strategia dominante, la funzione di reazione:
- È una funzione decrescente;
- Il punto di incontro tra le 2 funzioni di reazione delle 40
2 imprese è un equilibrio di Nash;
- I punti diversi che si trovano lungo le funzioni, ma:
di sotto del punto di Nash rappresentano
il prezzo P che è troppo basso e quindi si
ha il rischio che i profitti siano nulli o quasi
nulli;
di sopra del punto di Nash rappresentano invece i punti che bisogno accettare
di abbassare il prezzo P per mantenere quote di mercato + elevate e giungere
all’equilibrio.
Come per i marginalisti c’è la massimizzazione del profitto, ma ad esso si affiancano altri obiettivi:
- mantenere le quote di mercato;
- trovare un equilibrio di Nash.
La TEORIA MANAGERIALE dell’impresa
Si suppone che nell’impresa ci sia una netta separazione tra:
1. Proprietà
2. Controllo
i quali risultano avere obiettivi diversi:
1. Massimizzazione del profitto max π;
2. Mantenere o allargare le quote di mercato dell’impresa oppure massimizzazione delle
vendite, cioè del ricavo totale (TR) maxTR.
La massimizzazione del profitto: π=TR-TC. Il ricavo totale afferma che il consumo
aumenta in modo crescente a tassi decrescenti e l’utilità totale (ut) si annulla nel suo punto
di massimo.
Il tratto che va oltre l’asse delle ascisse non si calcola perché nessun imprenditore richiederà mai
un profitto negativo o + basso del TR. 41
Per ogni quantità Q di Q0 e Q2 mi vado a calcolare il profitto unitario;
Q0 π=0 (10-10=0)
Q’0 TR e TC sono diversi π=15-10,5=4,5.
Dove la distanza tra TC e TR è totale ho una situazione diversamente massima.
L’imprenditore è felice quando è massimo il suo profitto; il manager è felice quando è massimo il
ricavo totale questo conflitto di interesse tra proprietà e controllo:
Nel breve può succedere che il manager riesce a convincere l’imprenditore ad ottenere una
massima quota di mercato possibile massimizzando le vendite cosi poi da poter ottenere nel
lungo periodo una massimizzazione del profitto.
Se si ha un VINCOLO NON OPERATIVO il vincolo per il raggiungimento del profitto dato
dall’imprenditore, il manager lo ottiene con la vendita già prevista per la massimizzazione del
ricavo totale
Se si ha un VINCOLO OPERATIVO l’imprenditore vuole alla fine di un periodo un preciso
profitto (5,9) e in + da al manager carta bianca per come raggiungere tale obiettivo; il manager
si trova in una situazione in cui non può massimizzare il suo obiettivo perciò lo deve modificare
e per fare ciò deve agire sulla variabile indipendente che per i consumi risulta essere il
prezzo P; quest’ultimo viene alzato e cosi varierà la pendenza della funzione del ricavo totale
(TR) [vuol dire ce la distanza tra le 2 braccia della funzione si stringe].
TEORIA DEL PREZZO LIMITE
È un’altra forma di mercato dei post marginalisti; elaborata da Bain nel 1956.
Secondo Bain, l’obiettivo del breve periodo di un’impresa è di non consentire l’ingresso di nuove
imprese e di mantenere le quote di mercato per mostrare ciò Bain analizza la curva di domanda
D dell’impresa che alla fine corrisponde alla funzione di domanda D del mercato.
AC’ è il costo medio di un impresa che vuole entrare nel mercato.
42
Secondo Bain le 2 imprese (quella già presente nel mercato e quella che vuole entrare) hanno
struttura dei costi uguali, ma con quella che gioca nel mercato che ha dei vantaggi;
P0 da all’impresa “vecchia” un π=0 perché TR=TTC, ma questa impresa si accorge che la
nuova impresa ha la stessa strutta, ma non può applicare un P<P1 perché altrimenti ha delle
perdite.
P1 risulta essere un prezzo limite, ma non lo vuole raggiungere perché l’impresa nuova vuole
ottenere quote di mercato perciò essa mette un prezzo P qualsiasi che è compreso tra P0 e
P1, P2>P0 e P2<PP1 quindi P2= P1-n.
P1 è per Bain un prezzo limite (Pl) poiché non lo vuole raggiungere;
P0 è il prezzo di concorrenza perfetta (Pcp) poiché mi da un π=0.
Il tratto da P0 a P1 è chiamato GAP di entrata, cioè la condizione di entrata nel mercato, e si
calcola:
GAP= (Pl - Pcp)/Pcp. ------------------------------------------------------------------------------
06.04.2011
Duopolio di Cournot
Cournot stabilisce un equilibrio all’interno di un duopolio, senza + basarsi sul prezzo ma solo sule
quantità prodotte; secondo lui le 2 imprese, A e B, giocano tra loro simultaneamente le loro
quantità prodotte.
[Essendo sugli assi P e Q vuol dire che ciascuna impresa sta valutando il mercato].
OB è la quantità prodotta da B secondo l’impresa A quanto resta all’impresa A da produrre?
A per la quantità restante in questa situazione si sente un monopolista poiché è a sua disposizione
come fa A a stabilire quale sia la quantità che deve produrre? Guardando il punto di incontro tra
MC e MR si vede che non verrà accontentata l’intera domanda di mercato (perché dovrebbe
mettere un prezzo pari a zero), perciò come si comporta l’impresa A? Bisogna tracciare la funzione
di ricavo medio AR che parte dal punto A (da quest’ultimo punto perché per l’impresa B B’A è la 43
funzione di ricavo medio) dalla sua funzione di ricavo medio A deve prendere un punto qualsiasi
su essa e lo proietto su AB e nel punto medio del tratto al centro passerà il ricavo marginale MR di
A la curva dei costi marginali MC la farò cosi passare per le 2 funzioni, MR e AR. (A
probabilmente non conosce la struttura dei costi di B pe). Il punto di incontro del MR(A) e MC(A)
afferma qual è la quantità prodotta da A, cioè BE. Il restante della quantità, dopo E, è un tratto che
nn interessa a nessuna delle 2 imprese e la la lasciano quindi vuota, cosi da probabilmente