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SPOSTAMENTI DELLA RETTA DI DOMANDA

Reddito, beni sostituti e preferenze provocano un altro tipo di spostamenti, e il prezzo rimane

invariato.

Es. ho aumentato il mio reddito e quindi posso permettermi una quantità maggiore del prodotto.

Quindi genero un’altra retta parallela, non mi sposto lungo la retta della domanda.

Per i beni sostituti, ho comunque uno spostamento della retta, dovuto in questo caso al fatto che

ho trovato un bene che reputo sostituto, quindi posso decidere di comprare il sostituto. Quindi

compro meno bene A, e compro il sostituto B (magari uno e uno). (il grafico si riferisce a un bene

alla volta, per disegnare il bene A e il bene B, faccio 2 grafici analoghi).

© Laila Pansera - 7

Se invece cambio le mie preferenze, come sta succedendo in questo periodo storico, cambia la

domanda. In molti casi la domanda è anche più forte del reddito, ci sono consumatori che scelgono

solo in base alla preferenza. Quindi a parità di prezzo, posso avere un aumento o una diminuzione

della domanda di un bene, quindi devo spostare la retta di domanda.

Le politiche di intervento vengono attuate per risolvere un problema. Ce ne sono di diversi tipi, come

quelle che informano il consumatore per fargli fare una scelta consapevole, es. mettere le immagini

sui pacchetti delle sigarette, oppure l’educazione nelle scuole. Ci sono invece politiche più mirate, es.

tassazioni sulle sigarette. Tutti questi interventi vengono fatti per ripristinare il mercato e riportarlo

a una situazione di efficienza. Quindi se io es. tasso le sigarette, il consumo si riduce.

In tutto questo esiste una willingness to pay da parte del consumatore, ossia una disponibilità a

pagare un certo prezzo per un determinato prodotto da parte del consumatore. Solo quando un

prezzo incontra quel prodotto, è lì che avviene lo scambio.

Quello che è successo nel caso dell’etichetta nutrizionale, è stato fornire degli strumenti importanti

per capire le caratteristiche descrittive del prodotto, che serve al consumatore per farsi un quadro

del prodotto e stabilire la willingness to pay del prodotto.

La possibilità di afferire un valore al prodotto in questo caso è data dal fatto che tale prodotto viene

presentato. Il problema economico è dato dal fatto che non posso afferire un prezzo al prodotto.

La disponibilità a pagare deve incontrarsi con la disponibilità a vendere, per fare avvenire lo scambio.

ELASTICITÀ

L’elasticità misura la reattività della domanda alla variazione del prezzo, quindi ad una determinata

variazione del prezzo, di quanto varia la domanda?

In alcuni casi si parla di rigidità della domanda, in altri di domanda elastica.

© Laila Pansera - 8

Questo concetto vale sia per una riduzione che per un aumento del prezzo, es. ad un incremento del

prezzo del 30% possiamo avere una riduzione della domanda del 30%, del 70% o del 10%, a seconda

del tipo di bene.

All’interno dei prodotti alimentari però possiamo fare delle distinzioni.

Quando si parla di beni alimentari in genere la domanda è rigida, perché siamo in una situazione in

cui i prodotti alimentari sono beni di prima necessità, e ad una variazione del prezzo, essendo un

bene essenziale, non possiamo avere una grande variazione della domanda. La stessa cosa vale per

la benzina, perché questi esempi sono beni unici: ci sono pochi beni sostituti, quindi non posso né

sostituirli, né farne a meno.

Domanda rigida: ad una variazione del prezzo, la variazione della domanda è meno che

o proporzionale. La variazione percentuale della quantità è minore della variazione percentuale del

prezzo per una piccola variazione del prezzo, c’è una lieve reattività della quantità domandata.

Il mandarino però, es. viene considerato come un bene che ha diversi sostituti, quindi io posso

facilmente optare per un altro prodotto. La reattività della domanda non è data dal fatto che posso

avere un aumento del prezzo, ma dalla possibilità che posso scegliere dei sostituti. Si parla di

domanda elastica.

Domanda elastica: ad una variazione del prezzo, la variazione della domanda è più che

o proporzionale. La variazione percentuale della quantità è maggiore della variazione percentuale

del prezzo per una piccola variazione di prezzo, c’è una grande variazione di quantità

domandata.

Quando si parla di elasticità ci si riferisce ad una variazione della domanda rispetto SOLO alla

variazione del prezzo del prodotto y = f(P).

D

Possiamo avere:

DOMANDA PERFETTAMENTE ANELASTICA: sto parlando di un bene insostituibile, perché qualsiasi

oscillazione del prezzo non determina nessuno spostamento della quantità domandata.

© Laila Pansera - 9

DOMANDA ELASTICA: un aumento del prezzo del 20% corrisponde una riduzione della quantità

domandata di più del 20% (siamo al 67%). Questo è un esempio di domanda tanto elastica: a un

piccolo aumento del prezzo, corrisponde una riduzione elevata della quantità domandata. Se

l’elasticità (E ) è >1, ad un aumento del prezzo non corrisponde una riduzione della quantità

D

domandata proporzionale, ma è maggiore.

DOMANDA ANELASTICA: ad una variazione del prezzo corrisponde una piccola variazione della

quantità E <1

→ D © Laila Pansera - 10

Riassumendo:

E=0, la domanda non reagisce; es. Trenitalia prima che ci fosse Italo: se devo viaggiare, devo per

o forza comprare anche a un prezzo maggiore

E=1: la domanda si riduce della stessa percentuale di cui aumenta il prezzo

o E<1, es. aumenta il prezzo della benzina, o prodotti alimentari: riduco il consumo ad un aumento

o del prezzo, ma non ho ridotto della stessa percentuale per cui è avvenuto l’aumento di prezzo

E>1, ho tanti beni sostituti (es. mandarino come facilmente sostituibile): ho un prezzo che

o aumenta, e una riduzione della quantità domandata in una percentuale maggiore rispetto

all’aumento del prezzo.

L’elasticità è di quanto reagisce il mercato ad una variazione del prezzo, infatti la misuriamo come

variazione percentuale, e come rapporto tra la domanda e il prezzo.

In funzione del prodotto, delineiamo un comportamento diverso, quindi ci sono casi in cui reagiamo

meno, e altri in cui reagiamo di più, in altri reagiamo allo stesso modo di come ha fatto il mercato

aumentando il prezzo.

ELASTICITÀ AL REDDITO

In questo caso quello che varia non è più il mercato, ma il nostro potere d’acquisto.

All’aumentare del reddito, c’è un aumento della quantità domandata di un bene.

Questo concetto è spiegato dalla CURVA DI ENGEL: anche se il reddito aumenta, esistono dei beni,

come quelli alimentari, per cui non andrò ad aumentare il consumo in maniera proporzionale

all’aumento del reddito, perché a un certo punto ho una sorta di saturazione, che genera un plateau

sulla curva, es. pane.

Quello che posso fare è però destinare il mio reddito per l’acquisto di un altro bene, quindi introduco

nel paniere di beni un bene B, cosa che non potevo permettermi quando avevo un reddito troppo

basso. © Laila Pansera - 11

Per i prodotti alimentari, all’aumento del reddito, la quantità domandata aumenta in maniera meno

che proporzionale.

All’aumento del reddito cresce la domanda di beni non alimentari, ossia si riduce l’incidenza

percentuale dei consumi alimentari sui consumi complessivi. Dagli anni ’70 abbiamo una stasi dei

consumi alimentari, perché ad un aumento del reddito non è corrisposto un aumento di beni

alimentari. Però occorre fare distinzione tra consumi domestici ed extradomestici. L’andamento dei

consumi domestici è diverso rispetto all’andamento di consumi extradomestici. Un aumento del

reddito non induce un aumento dei consumi domestici. Quello che varia è l’incidenza del consumo

domestico sul totale della spesa. Se considero un paniere di beni nel 1970 e uno nel 2016. In questi

anni il consumo di prodotti alimentari è perlopiù stabile: quello che viene consumato nel 1970 è lo

stesso (in termini di qualità) di quello che viene consumato nel 2016. Il reddito nel 1970 era 100, ad

oggi siamo arrivati a 1000. Se io vedo l’incidenza percentuale della spesa per prodotti alimentari nel

1970, era del 50%, ossia il consumatore spendeva il 50% di quello che aveva in prodotti alimentari.

Nel 2016 quello che noi spendiamo per i prodotti alimentari è il 20%. Questo non significa che nel

1970 spendevo di più, e ora di meno, ma ho aumentato il punto di riferimento, ossia quello che

posso spendere, riduco l’incidenza di consumo degli alimenti e uso quello che mi resta per altre

spese. Quindi non è una riduzione di consumi.

RETTA DI BILANCIO

Nelle immagini, l’area sottesa alla retta, corrisponde a quello che posso acquistare con il mio reddito

e la retta rappresenta le infinte combinazioni di beni A e B che posso acquistare con il mio reddito.

© Laila Pansera - 12

VARIAZIONE DEL REDDITO

Quindi con un certo reddito, posso comprare una combinazione

dei 2 beni. A parità di prezzo, un aumento del reddito, determina

un aumento della quantità domandata, quindi posso permettermi

una quantità maggiore dei beni A e B.

VARIAZIONE DEL PREZZO

A reddito costante, aumentando il prezzo di un bene, posso

acquistare una quantità inferiore di prodotto, quindi ho ridotto

la retta di bilancio, ossia del mio potere di acquisto. È un po’ la

stessa cosa dell’inflazione: aumento generale dei prezzi che

determina una riduzione del potere d’acquisto.

DOMANDA AGGREGATA

In questo caso non faccio riferimento al singolo individuo, ma considero una sommatoria di

domande individuali, per poter parlare di popolazione, o quantomeno di segmenti della

popolazione. Questo è importante per fare delle considerazioni commerciali, in quanto le aziende

mettono in commercio i loro prodotti in funzione di segmentazioni del mercato che selezionano.

Esistono anche delle nicchie di consumo per alcuni prodotti, es. quelli artigianali, che costano molto,

in cui l’attributo qualità è quello maggiormente considerato. In generale un prodotto non viene

messo sul mercato se non è sicuro, però la qualità determina il prezzo e quindi determina anche il

fatto che il prodotto sia di nicchia. Es. insalata di IV gamma appena è stata messa sul mercato aveva

come target le persone che lavoravano, con una fascia di reddito medio-alta, e l’attributo tempo era

quello per cui il consumatore doveva essere disposto a pagare tanto. Poi con gli anni si è ampliato il

consumo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
46 pagine
7 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/01 Economia ed estimo rurale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher panseralaila di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e psicologia dei consumi alimentari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Banterle Alessandro.