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ECONOMIA E GESTIONE DELLE

IMPRESE

Si tratta di collegare il governo delle imprese con i mutamenti del contesto economico, questo è il compito

che si prefigge questa materia.

Nuovi modelli di business e International Entrepreneurship

Come performare in un ambiente globale? Un'azienda come Grom è stata in grado di garantire la stessa

qualità del prodotto in ogni angolo del mondo in cui è presente, ha mercato ed è tecnologicamente

interessante in quanto per evitare di avere un mastro gelataio in ogni parte del mondo è stata inventata una

base che consente di montare solamente in loco il gelato.

Abbiamo dunque mercati che hanno una loro identità propria, non bisogna ritenersi superiori in quanto

italiani ed europei ma capirli e sviluppare una predisposizione mentale che consenta di competere in modo

adeguato nel mercato globale. I paesi che noi riteniamo in via di sviluppo ed emergenti hanno avuto nel

corso degli ultimi 20 anni un aumento della loro incidenza sul pil mondiale di quasi venti punti percentuali, la

situazione all'anno 2011 è quasi di parità tra le due "fazioni".

La logica del "focus paese" va proprio in questa direzione, ad esempio in questo periodo il paese che è

oggetto di maggiore attenzione da parte delle imprese globalizzate italiane è l'Iran grazie alla ricchezza

presente in esso data dalla vendita del petrolio, dalla popolazione giovane ed istruita e dalla popolarità,

dovuta al periodo della dittatura della Scià, del made in Italy. La stessa concezione di azienda è passata da

essere la fabbrica fisica con i suoi edifici e i confini ben delimitati ad essere quasi immateriale: esempio

molto pregnante è quello della banca la quale prima era un luogo di aggregazione e con sportelli molto

presenti sul territorio mentre ora di fatto sta diventando sempre meno "fisica" a causa della tecnologia.

I business del futuro avranno il servizio come mezzo attraverso il quale girare il cliente ad altre imprese,

Google sta già cavalcando tale modello ma anche Ryanair può essere presa come esempio: i ricavi sono

composti dal 58% dai ricavi dei biglietti, dal 22% dei servizi accessori e dal 20% dagli scali che vogliono

averla, per esempio il volo Bergamo-Londra-Bergamo costa pochissimo per i passeggeri in quanto vi è un

accordo tra Oriocenter e Ryanair per quei passeggeri che arrivano in Italia a fare shopping passando

direttamente dall'aeroporto all'ipermercato; Rolls Royce, un altro esempio, sta passando da vendere motori

aerei a ore di volo garantite dai suoi prodotti.

La responsabilità sociale dell'impresa è passata da essere un qualcosa che possa pulire la coscienza delle

imprese ad un qualcosa che sia costitutivo dell'impresa; Barilla è passata da essere un mero venditore di

generi alimentari ad essere un'impresa che si preoccupa della tematica della nutrizione mondiale con una

prospettiva di lunghissimo termine, i processi organizzativi e strategici sono stati assai influenzati da questa

nuova mission aziendale.

Internazionalizzazione delle economie e delle imprese

Attuare una strategia internazionale consente di sfruttare le opportunità presenti sul mercato globale,

ovviamente per fare ciò occorre essere un'impresa internazionale cioè un'impresa le cui attività hanno una

connotazione internazionale lungo tutta la sua catena del valore. La dimensione internazionale è diventata

nel corso del tempo sempre più importante, ad esempio un'azienda abruzzese che produce e vende il

proprio vino ha il 97% del proprio fatturato proveniente dal mercato estero, e sempre nell'ambito vinicolo

irrompono ora mercati come quello argentino che fino a 20 anni fa non esistevano nemmeno. Oltre ad

individuare delle opportunità internazionali, il fatto di rivolgere le proprie attenzioni al mercato estero

consente di controllare meglio la competizione globale.

La globalizzazione si può definire come la tendenza mondiale delle attività economiche ad espandersi al di

fuori dei confini domestici in un contesto in cui il mercato tende ad omogeneizzarsi; che cosa ha determinato

la nascita di questo fenomeno? Solitamente si individuano 7 fattori scatenanti. 1 di 23

La caduta delle frontiere doganali

Si tratta di una tendenza alla riduzione progressiva dei dazi che prima era stata una tendenza assai marcata

nel secondo dopoguerra da parte dei paesi industrializzati e che la World Trade Organization con il suo

operato ha contribuito in modo assai decisivo a renderla realtà. Questa organizzazione subito dopo la sua

fondazione assunse il ruolo di tavolo di coordinamento e risoluzione di controversie a livello di commercio

internazionale, ad oggi sussistono ancora oltre 200 accordi commerciali regionali: si tratta di accordi che

coinvolgono più paesi appartenenti ad una determinata area geografica. Nel 1957 qualunque azienda che

voleva esportare il proprio prodotto in un paese industrializzato doveva pagare in media il 40% del valore del

prodotto sotto forma di dazi doganali, ad oggi tale cifra si attesta intorno al 4% in seguito al cosiddetto

"Uruguay Round" mentre per quanto riguarda i cosiddetti "paesi in via di sviluppo" si è arrivati ad una

riduzione dei dazi intorno al 14%. Ad oggi sussistono ancora tre aree di libero scambio (Eu, Nafta e Apec) le

quali operano tutte sotto l'egida della Wto. Non in tutti i business, tuttavia, abbiamo dazi doganali uguali:

infatti nel settore calzaturiero assistiamo a paesi come il Brasile e il Vietnam che applicano dazi

estremamente elevati per proteggere la produzione locale oppure a paesi come gli Emirati Arabi che

applicano tassi molto bassi per favorire l'arrivo di prodotti di lusso. Possono anche esserci delle limitazioni

alle esportazioni: in tal modo il costo per le imprese trasformatrici si eleva (vedi l'operato dei paesi dell'Opec)

e si riduce l'impatto ambientale (può essere il caso di imprese operanti nel settore della lavorazione del

pellame).

In seguito alla crisi dei mutui subprime per la prima volta si è assistito ad una diminuzione degli investimenti

verso le economie estere, in particolare verso le cosiddette economie emergenti; tale fenomeno è stato

definito de-globalizzazione. La Wto è diventata un luogo nel quale le economie emergenti, sulle cui spalle si

trovano economie come quella argentina ed iraniana, affrontano le economie europee e statunitensi.

L'aumento del commercio e degli investimenti cross-border

Molte imprese in molte economie vedono negli scambi internazionali una sempre più grande opportunità, a

tutto ciò si aggiunge la quota sempre maggiore di investimenti operati al di fuori dal proprio paese di

appartenenza e che spesso consistono in investimenti verso paesi adatti a riceverli: un esempio di ciò è

l'Irlanda la quale, con le aliquote estremamente basse, ha attirato gli investimenti delle maggiori imprese

statunitensi nel campo dell'elettronica e ha dunque creato molti posti di lavoro.

Tra il 1990 e il 2000 il mercato mondiale è cresciuto ad un tasso annuo del 8.5%, esso era composto per la

maggior parte dagli scambi tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Successivamente entrano in gioco i paesi in

via di sviluppo per i quali si stima un'incidenza del 60% all'anno 2020.

Il rapporto che misura il livello di liberalizzazione dei commerci globali è quello tra i flussi di capitale e il pil; il

grado di diversificazione dei portafogli degli investitori è assai elevato.

Gli investimenti diretti esteri sono quelle operazioni che si registrano quando un soggetto effettua delle

acquisizioni di immobilizzazioni in un paese diverso da quello in cui risiede, il rapporto con il pil è in crescita

sia nei paesi industrializzati che nei paesi in via di sviluppo i quali rappresentano nel 25% dei casi la

destinazione di tale tipologia di investimento, accade comunque che vi siano flussi provenienti dai paesi in

via di sviluppo verso i paesi industrializzati. Ma che cosa c'è dietro tutti questi dati? Una trasformazione delle

catene dei valori di ogni singola impresa e con attività che sono sempre più tributarie di scambi definiti a

livello globale.

Le imprese con le maggiori immobilizzazioni estere hanno catene del valore e presenza globali, la loro

nazionalità di riferimento ha ormai poca importanza (vedi Fiat la quale con la nuova denominazione in Fca e

il trasferimento della sua sede legale in Olanda si fa fatica ad associare primariamente con il nostro paese),

devono sempre stare attente in quale paese investire in quanto a ciascuno di esso è associato un certo

livello di rischio.

La diffusione dei prodotti globali per clienti globali

Sempre più soggetti tendono a convergere su modelli simili come ad esempio la struttura degli outlet e degli

ipermercati, permangono comunque delle differenze a livello di ogni singolo mercato: anche le politiche di

marketing, come ad esempio le campagne pubblicitarie, hanno conosciuto uno sviluppo globale analogo (si

pensi, ad esempio, alle pubblicità natalizie di Coca Cola). 2 di 23

Il reddito pro capite, così come gli stili di vita, sta andando via via livellandosi sia tra i paesi industrializzati

che tra i paesi in via di sviluppo; i marchi possono nascere nazionali per poi diventare globali oppure nascere

immediatamente globali.

Le politiche di privatizzazione

Nascono a partire dalla meta degli anni Ottanta con Reagan e Thatcher per poi diffondersi in tutti i paesi

industrializzati. Spesso le imprese che operano nei nuovi mercati che si rendono disponibili sono di

nazionalità straniera, si pensi ad esempio al settore delle telecomunicazioni il quale, una volta liberalizzato,

ha visto l'ingresso di imprese globali quali Vodafone.

Un altro motivo per il quale queste politiche sono state attuate è l'apertura ai mercati internazionali di stati

nazionali nei quali prima non era possibile operare, un paese come la Russia dopo la caduta del regime

sovietico ha visto l'entrata nei propri mercati di nuovi concorrenti esteri per gli oligarchi locali.

Un'impresa deciderà di investire in un determinato paese in base alle sue caratteristiche fondamentali, come

le infrastrutture e le reti di telecomunicazioni, e agli accordi che può raggiungere con i governi locali i quali

possono portare a vantaggi di natura fiscale.

L'ingresso di nuovi concorrenti sul mercato mondiale

Per la maggior parte sono imprese di nazionalità cinese ma possiamo trovare anche imprese messicane,

coreane oppure sudafricane: si tratta, comunque, di attori diversi da quelli riconducibili ai paesi

industrializzati. Tutta questa concorrenza ha fatto sì che le imprese globali si siano dovute concentrare su

quei business nei quali possano essere davvero competitivi nei confronti di questi nuovi attori, le imprese

non possono più sostenersi per mezzo del credito bancario e

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A.A. 2016-2017
23 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matteolimpia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese avanzato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Baroncelli Alessandro.