Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 48
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 1 Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese - Appunti Primo parziale Pag. 41
1 su 48
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LE TEORIE SUI RAPPORTI CON L’AMBIENTE

DIPENDENZA

ISTITUZIONALE

➢ Dipendenza dalle risorse

TEORIE DI ➢ Ecologia delle

DIPENDENZA popolazioni

DALL’AMBIENTE DIPENDENZA

SETTORIALE

➢ Economia industriale

➢ Scuola di Harvard TEORIE Teorie sui La visione per

SISTEMICHE sistemi aperti stakeholder

INFLUENZA

TEORIE DI MANAGERIALE

INFLUENZA Visible hand

SULL’AMBIENTE Strategia e leadership

INFLUENZA

IMPRENDITORIALE

➢ Evoluzionistiche

➢ Scuola austriaca

➢ Dinamica competitiva

Perché le imprese sono diverse?

L’obiettivo dell’impresa è la massimizzazione del profitto di lungo periodo, dunque le imprese

dovrebbero avere comportamenti simili. Tuttavia l’impresa si qualifica e si differenzia in

funzione del contesto nel quale opera.

TEORIE DI DIPENDENZA DALL’AMBIENTE

L’impresa viene vista come il prodotto di forze che la portano ad andare in una certa

direzione. Si considera l’impresa di piccole-medie dimensioni che subisce l’ambiente.

DIPENDENZA SETTORIALE

ECONOMIA INDUSTRIALE: disciplina a sé stante, a cavallo tra l’economia politica (studia

oggettivamente i fenomeni) e l’economia manageriale. L’economia industriale studia il sistema

in cui opera l’impresa (forme di mercato) ed è fondamentale per definire una

strategia d’impresa.

Negli anni ’40 e ’50 si diffonde il paradigma Struttura – Condotta –Performance (SCP), che

stabilisce un nesso di causalità tra la struttura di settore (concentrazione, diversificazione del

prodotto, barriere all’entrata, economie di scala, integrazione verticale), le scelte

aziendali (comportamenti di concorrenza, di oligopolio o di monopolio) e i risultati delle

imprese.

Settore= arena competitiva nel quale le imprese si scontrano.

Industria= insieme di operatori, di imprese che hanno qualcosa in comune che le porta a

competere tra di loro (es. Tipologia di prodotti, tecnologia utilizzata, settore in cui operano,

tipo di funzionalità del prodotto, tipo di materie prime utilizzate, ambito concorrenziale,

elasticità incrociata della domanda=modo con cui gli economisti mettono in correlazione un

fenomeno con un altro: confronto tra prodotti diversi..)

1. Condizioni di base: variabili esogene (es. Panettone=stagionale)

2. Elementi strutturali: in base alle caratteristiche strutturali si hanno certe performance e

diversi comportamenti. Dipende dalla forma di mercato (concorrenza perfetta=polipolio;

concorrenza monopolistica= ci sono alcuni elementi di differenza tra un produttore e

l’altro; oligopolio= poche imprese di grandi dimensioni, la competizione si sposta

dall’attuazione sul prezzo al comportamento dei concorrenti; monopolio).

Elementi della struttura di settore:

a. Concentrazione= numerosità delle imprese che operano in quel settore

b. Barriere= ostacoli ala concorrenza dinamica delle imprese. Es. Esame di stato, brevetto.

In un mercato di concorrenza perfetta le imprese entrano ed escono dal settore senza

sostenere dei costi.

c. Integrazione verticale =Quando i mercati di approvvigionamento e di sbocco diventano

poco efficienti, l’impresa è costretta a integrarsi verticalmente (risposta a una

disfunzione del mercato).

3. Condotte= politiche che l’impresa vuole mettere in atto

4. Performance

Lo studio del contesto è condizione necessaria.

SCUOLA DI HARVARD= una delle prime e più importanti scuole di management

Negli anni ’70 si sviluppano: il modello delle 5 forze di Porter, il concetto

di gruppo strategico , l’analisi SWOT= modo di analizzare un’impresa per capire quali sono i

punti di forza e di debolezza e le opportunità di sviluppo che si creano .

Sullo sfondo della scuola di Harvard troviamo l’impostazione generale dell’economia

industriale. La scuola di Harvard afferma che per comprendere i comportamenti e le strategie

d’impresa bisogna classificare meglio il settore in quanto la situazione attorno agli anni ’60

inizia a farsi più complessa rispetto agli anni precedenti. All’interno della scuola di Harvard

troviamo:

1. LA SWOT ANALISI (in inglese le iniziali dei termini: opportunità, minacce, punti di

debolezza e punti di forza). All’interno della SWOT analisi troviamo il termine settore

come ambiente, contesto nel quale opera l’impresa. Il settore può produrre delle

opportunità, ovvero condizioni che possono generare un vantaggio per l’impresa, oppure

delle minacce, situazioni che possono generare effetti negativi per l’impresa.

Le opportunità sono:

a. Mercati in sviluppo: magari sono anche dei mercati di piccole dimensioni ma con grandi

tassi di crescita di anno in anno. I mercati in sviluppo permettono importanti

guadagni/opportunità anche per chi non gestisce l’impresa in modo opportuno:

puniscono gli errori ma non così tanto come lo fanno i mercati statici o maturi

b. I bisogni insoddisfatti dei consumatori

c. La riduzione delle barriere e dei vincoli amministrativi.

Questi sono solamente degli esempi di opportunità in quanto quest’ultime cambiano

anche a seconda delle caratteristiche del settore (nel settore farmaceutico ad esempio una

grande minaccia sarebbe non poter più brevettare e perciò una grande opportunità è poter

brevettare).

Se questi aspetti che conducono a situazioni di opportunità cambiano, nascono le

minacce. (È l’esempio della scelta di Trump di imporre dei dazi doganali e cioè di

aumentare le barriere ed i vincoli amministrativi).

Esempi di minacce possono essere:

a. L’aumento dei costi delle materie prime, soprattutto se il mercato che le fornisce è

oligopolista. Per rendere tale situazione una minaccia deve avvenire che l’aumento dei

prezzi delle materie prime non può essere accompagnato dall’aumento del prezzo del

prodotto finito in quanto la domanda di vendita è molto elastica. Tali relazioni

vengono definite relazioni di scambio commerciale.

b. Il cambiamento dei gusti di produzione: se cambiano i gusti cambia anche la domanda

c. La presenza di prodotti sostitutivi, legati al contesto.

All’interno della SWOT analisi l’impresa può essere vista come un insieme stratificato di

investimenti in diversi ambiti: beni strumentali, finanziari e immateriali.

L’impresa ha dei punti di forza:

a. Marchi e brevetti che fanno parte della categoria degli intangibles (beni immateriali), i

quali spesso non sono iscritti in bilancio o perché non sono frutto di un’operazione di

scambio o perché sono soggetti a scadenza (questo mostra come i bilanci siano sempre

meno espressivi dell’effettiva sostanza/valore dell’impresa)

b. Bassi costi: una tipica strategia è appunto quella della leadership di costo cioè quando si

riesce ad ottenere una combinazioni di costi fissi e variabili migliore rispetto a quella

dei concorrenti

Punti di debolezza:

a. Assenza di immagine: mancanza di un marchio, di una notorietà conosciuta dal mercato,

le relazioni dell’impresa sono poco sviluppate

b. Poca innovazione: si producono commodities, il contrario di speciality, ovvero beni tutti

uguali che non hanno caratteri distintivi se non il prezzo

c. Elevati costi

La SWOT analisi pone però più attenzione ai temi di opportunità e minacce piuttosto che

alle caratteristiche dell’impresa, coerentemente con la famiglia di teorie dalla quale

proviene.

2. IL MODELLO DELLE 5 FORZE DI PORTER, fondamentale e largamente utilizzato.

Porter afferma che ci sono queste 5 forze, esterne all’impresa e relative all’ambiente, che

influenzano le forze strategiche dell’impresa. Tali forze sono:

a. I fornitori: quando i mercati sono efficienti e non c’è potere da parte dei fornitori non

avviene nessun fenomeno di integrazione verticale altrimenti sì. Più alto è il potere di

mercato dei fornitori tanto più sarà necessaria l’integrazione verticale e bisogna perciò

tenere conto di questo nelle strategie.

b. I clienti: lo strumento più semplice per esprimere il potere dei clienti è l’elasticità della

domanda, infatti, se la domanda è anelastica ovvero rigida, i prezzi possono essere alzati

in quanto la domanda rimarrà quella

c. I concorrenti diretti

d. I produttori di beni sostitutivi: elemento legato alle condizioni di base per esempio la

produzione di fax che è stata ormai completamente sostituita da nuovi prodotti.

e. I concorrenti potenziali: sono dei concorrenti che hanno delle caratteristiche che gli

potrebbero permettere di entrare nel settore. L’ingresso in un settore è reso più o meno

possibile dalle barriere d’entrata ovvero da quelle diseconomie che rendono poco

conveniente entrare in un certo settore. Uno dei settori che ha le barriere d’entrata più

alte è quello della moda e dei superalcolici. Coloro che sanno che per il loro settore le

barriere d’entrata sono alte possono stare tranquilli e alzare i prezzi. Ovviamente questo

non avviene nei settori caratterizzati da commodities perché le barriere sono basse.

3. GRUPPO STRATEGICO: produce un ulteriore affinamento del concetto di settore che

nasce dal fatto che col passare del tempo ci si è resi conto che la domanda e la struttura si

sono sempre più evolute. La concorrenza si esercita all’interno dei gruppi ma più

difficilmente fra gruppi. Il concetto di gruppo strategico mette in evidenza la possibilità di

una struttura nelle industrie e non solo delle industrie.

DIPENDENZA ISTITUZIONALE

La differenza sostanziale tra teorie settoriali e teorie istituzionali sta nel fatto che le prime

hanno come riferimento il settore, l’industria, il mercato mentre le seconde prendono come

riferimento l’ambiente inteso nella sua complessità in cui si considera anche l’efficienza del

sistema paese, della burocrazia, della giustizia, del sistema sanitario, dell’istruzione.

DIPENDENZA DALLE RISORSE

La teoria della dipendenza dalle risorse afferma che per sopravvivere l’impresa ha bisogno di

acquistare una serie di risorse dall’ambiente economico, sociale e politico. L’impresa deve

controllare le risorse critiche per ridurre la propria dipendenza dall’esterno e allo stesso tempo

aumentare quella dei terzi nei propri confronti.

ECOLOGIA DELLE POPOLAZIONI

L’ecologia delle popolazioni (ha un’impostazione alla Darwin) afferma invece che il contesto

cambia e nel cambiamento ci sono delle imprese che riescono ad adattarsi mentre altre che,

non cogliendo il mutamento che sta avvenendo, scompaiono. Perciò solo quelle imprese che

riescono

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
48 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Renoldi Angelo.