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Perché possano esistere i segnali
È necessaria la presenza di un trasmittente T, di un mezzo per la trasmissione MT e di un ricevente R; il passaggio dei segnali da T a R avviene in un tempo t, che è la somma dei tempi unitari tu.
Un sistema di trasmissione può reputarsi efficace se la quantità di segnali da inviare è inferiore o uguale alla capacità del T, che, a sua volta, è inferiore o uguale alla capacità del R.
In simboli si deve verificare la seguente condizione, nella quale la quantità di segnali si indica con Mq, riferibile tanto a ciascun tu quanto alla sommatoria dei tu:
Mq ≤ T ≤ R (minore-uguale)
Nella figura 2 si presenta uno schema elementare di trasmissione nella quale T è il trasmittente, R è il ricevente e la freccia simboleggia il passaggio dell'informazione, compreso il mezzo utilizzato.
Figura 2 - Trasmissione lineare pag 55
Peraltro, in non pochi casi può esistere
l'esigenza che il trasmittente non si limiti ad inviare il segnale, bensì, a sua volta, riceva un segnale di ritorno che gli consenta di accertare se il ricevente ha percepito il segnale inviatogli nei termini qualitativi e quantitativi voluti. In tal modo si ha una trasmissione circolare che viene rappresentata nella figura 3.
oaltro elemento), di un rumore rilevabile con gli organi dell'udito, di un movimento, comunque percepibile, di un impulso meccanico, elettrico, o di altro tipo, ecc.
L'insieme preordinato di segnali costituisce, a sua volta, un messaggio, che è l'unità elementare del processo più ampio e complesso che si denomina comunicazione.
3.4.2. Comunicazione
I due importanti teorici dell'informazione C.E. Shannon e W. Weaver descrivono la comunicazione in modo tale da includervi "tutti i procedimenti attraverso i quali un pensiero può influenzarne un altro. Questi, naturalmente, comprendono non solo il linguaggio scritto e parlato, ma anche la musica, le arti figurative, il teatro, la danza e, di fatto, qualunque comportamento umano".
Questa attività implica evidentemente l'esistenza di una pluralità di soggetti (almeno due), oltre agli altri elementi indicati nello schema di trasmissione dei segnali.
Occorre riflettere sulle
due seguenti circostanze:
- il linguaggio usato dal T può non essere compreso direttamente dal R;
- per l'invio di messaggi può essere necessario utilizzare "l'intermediazione" di apparecchiature che impongono la trasformazione del linguaggio usato dal T in linguaggio intelligibile per le apparecchiature e la trasformazione del linguaggio utilizzato nelle apparecchiature nel linguaggio intelligibile per il R.
In tal modo si ha l'esigenza della codifica del linguaggio del T nel linguaggio del R (nel caso di cui alla lettera a) e la codifica del linguaggio del T in linguaggio per le apparecchiature e di questo nel linguaggio intelligibile per il R (nel caso di cui alla lettera b).
Si tratta di fare in modo che i segnali trasmessi vengano recepiti con il significato attribuito loro dal trasmittente e sulla base di regole convenute col ricevente e di dare efficacia al segnale e alla comunicazione, nel senso che essa sia in grado di influenzare la condotta.
del ricevente nel modo voluto dal trasmittente e viceversa. Da quanto notato si comprende come nel campo della comunicazione oltre che a problemi tecnici, si pongono anche problemi semantici, cioè relativi alla ricerca dell'identità tra simbolo trasmesso e significato attribuito allo stesso e problemi di efficacia connessi con l'ottenimento di comportamenti voluti. La comunicazione risulta influenzata anche dalle caratteristiche psico-sociologiche del T e del R e dalle caratteristiche culturali del contesto in cui avviene la comunicazione.
Un approccio complesso alla comunicazione richiede di definire con precisione le caratteristiche dei vari elementi che ne influenzano il risultato. Questi elementi possono elencarsi nel modo seguente:
- trasmittente;
- mezzo tecnico;
- contenuto (semantica) e regole (sintassi);
- ricevente;
- effetti.
La situazione complessiva in cui avviene la comunicazione può pertanto essere rappresentata nello schema di cui alla figura.

La comunicazione è certamente importante per i sistemi in generale in quanto è per il suo tramite che si realizza l'interdipendenza tra le unità parziali e quindi si crea la sinergia. Ma essa è particolarmente rilevante per i sistemi umani nei quali è comunque presente, indipendentemente dalla volontà dei soggetti, e determina effetti voluti o non voluti di notevole rilievo. In questi sistemi in definitiva esiste il "problema della comunicazione" la cui congrua soluzione è fondamentale.
3.5. Cibernetica
La comunicazione assume rilevanza fondamentale anche per un'altra scienza moderna ovvero per la Cibernetica, indicata anche come Scienza del controllo e delle comunicazioni. Già negli anni '40 le teorie tendenti ad analizzare il controllo e le comunicazioni risultavano decisamente approfondite e articolate e impegnavano alcune centinaia di studiosi, ma
venivano considerate quali parti discienze tradizionali e, in particolare, della matematica e della fisica. A partire dal 1947, per impulso di Norbert Wiener e dei suoi collaboratori, tali teorie furono riordinate in unostesso campo di studi, al quale si attribuì il nome di "cibernetica", derivato dal greco Kibernetes ossia pilota, nocchiero, timoniere. La teoria di comune interesse degli studiosi di Cibernetica è quella della "regolazione", che studia le proprietà in base alle quali i sistemi risultano dotati di capacità di permanere in equilibrio per il tramite dell'esistenza in essi di forze che siano capaci di contrastare le cause di deviazione. L'approccio metodologico al quale si ispira la Cibernetica, sulla base della tendenza scientifica tradizionale, è di tipo meccanicistico, poiché suppone che lo stato finale di un fenomeno possa essere raggiunto in un solo modo e che esso derivi da un preciso e univoco.stato iniziale. Un sistema si definisce cibernetico se ha la possibilità di "regolare" automaticamente il proprio modo d'essere e di divenire in base ad un modello prestabilito. In tal caso se intervengono fattori devianti, fattori che tendono a far assumere al sistema caratteristiche o comportamenti differenti da quelli programmati, intervengono automaticamente forze di contrasto che impediscono a tali fattori di esercitare nel sistema l'azione deviante. La forza che contrasta i fattori devianti e consente la condizione di omeostasi si denomina feedback, o retroazione, o controreazione e si può schematicamente rappresentare come risulta dalla figura 5.
4. Le organizzazioni
4.1. Una introduzione
Le organizzazioni esistono per realizzare attività e raggiungere obiettivi che i singoli non sarebbero in grado di perseguire da soli. Infatti, le organizzazioni sono entità nelle quali molte persone combinano i loro sforzi e operano insieme per un risultato superiore a quello ottenibile dalle singole persone.
4.2. Prospettive di analisi
Le organizzazioni hanno costituito oggetto di interesse di importanti studi scientifici che hanno dato vita, nel secolo scorso, a rilevanti scuole di pensiero. Un importante lavoro di sistematizzazione dei vari contributi scientifici è
tema empirico sistema simbolico. Nel sistema razionale, Scott ha analizzato e classificato i vari studi in base a principi logici e razionali. Ha cercato di individuare le relazioni tra le diverse teorie e di creare un quadro coerente e sistematico. Nel sistema empirico, Scott ha esaminato i dati empirici e le evidenze empiriche raccolte da diversi studi. Ha cercato di identificare i modelli e le tendenze che emergono dai dati e di trarre conclusioni basate sull'evidenza empirica. Nel sistema simbolico, Scott ha esplorato il significato simbolico e le rappresentazioni simboliche presenti negli studi. Ha cercato di comprendere come i simboli e i significati influenzano la nostra comprensione e interpretazione dei fenomeni. Attraverso l'analisi di questi tre sistemi, Scott ha contribuito a sviluppare una visione più completa e approfondita degli studi nel campo. Ha evidenziato l'importanza di considerare diverse prospettive e approcci per ottenere una comprensione più completa e accurata dei fenomeni studiati.