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AUTONOMIA DAI FORNITORI CAPITOLO II

Le decisioni imprenditoriali relative al sistema operativo possono essere distinte in tre fondamentali categorie:

  1. Decisioni organizzative, che incidono sul modo di essere della struttura, intesa come modello organizzativo prescelto dell'intera impresa. Si distingue la struttura multifunzionale, multidivisionale, amatrice.
  2. Decisioni strategiche in senso stretto, ossia le decisioni imprenditoriali che riguardano la funzione strategica.
  3. Decisioni funzionali, ovvero tipicamente relative alle singole aree funzionali del sistema operativo (finanza, marketing, produzione, approvvigionamento, ricerca e sviluppo, finanziarie). Sono quelle decisioni che l'imprenditore può delegare ai vari direttori generali delle singole aree quando si tratta di imprese di grandi dimensioni, altrimenti se ne occupa l'imprenditore stesso.

I CONTENUTI ESSENZIALI DELLE DECISIONI

STRATEGICHE

L'insieme delle decisioni che il vertice imprenditoriale assume in ambito strategico possono articolarsi in tre fondamentali gruppi:

  1. La scelta del settore e definizione dell'area di attività (business), si concretizza nello stabilire cosa l'impresa vuole fare, come lo vuole fare e a chi si vuole rivolgere. Si tratta di decisioni da assumere non solo nel momento della sua nascita, ma anche quando decide di intraprendere processi di sviluppo. Definire il mercato significa individuare l'insieme dei soggetti portatori di un certo bisogno che si intende soddisfare, o meglio tutti i soggetti che in un determinato momento acquistano beni tra loro diversi, ma in qualche modo sostituibili.
  2. La scelta del settore fa riferimento all'insieme delle imprese che "competono" tra loro sullo stesso mercato, ovvero producono beni e/o servizi finalizzati a soddisfare lo stesso bisogno, e che quindi i soggetti ritengono sostituibili.

Tuttavia, è

meglio considerare appartenenti allo stesso settore tutte le imprese che producono e vendono, e/o che potrebbero produrre e vendere (competitor potenziali), beni che competono sullo stesso mercato. L'area di attività, detta anche business, viene tipicamente definita in termini di: - specifiche sotto-funzioni che si intende espletare, ossia tutte quelle funzioni aggiuntive che ogni impresa decide di incorporare nel proprio prodotto rispetto alla sua funzione di base. Scegliere la specifica sotto-funzione significa scegliere uno o più bisogni che si intende soddisfare. Se si sceglie un'unica sotto-funzione, si parla di strategia concentrata rispetto alle sotto-funzioni, se si scelgono più sotto-funzioni si parla di strategia ampia rispetto alle sotto-funzioni. In quest'ultimo caso si distingue tra strategia indifferenziata, se le diverse sotto-funzioni sono svolte tutte attraverso un unico prodotto, strategia differenziata, se ciascuna sotto-funzione

È svolta attraverso prodotti-diversi.- specifiche classi di utenza alle quali ci si vuole rivolgere, il che significa porre in essere una segmentazione del mercato. Se si sceglie un’unica classe di utenza si parla di strategia concentrata rispetto alle classi di utenza, se si scelgono più classi di utenza si parla di strategia ampia rispetto alle classi di utenza. In quest’ultimo caso si distingue tra strategia indifferenziata, se il prodotto realizzato non viene adattato in funzione delle specifiche esigenze espressa da ciascuna classe di utenza, viceversa si parla di strategia differenziata.- tecnologia, intesa come tecnologia di prodotto, cioè come funziona il prodotto, e di processo, cioè come viene realizzato;- prodotto o gamma di prodotti che si intende realizzare, nonché gli elementi essenziali che lo caratterizzano in termini di qualità tecnica, qualità immagine e prezzo;- ampiezza geografica del mercato che si intende

Servire: la definizione delle direttrici strategiche di sviluppo, ossia le linee strategiche che orientano l'impresa nella realizzazione del suo sviluppo. Tali direttrici possono essere in prima battuta articolate in funzione del numero di settori nei quali l'impresa intende svilupparsi. Si avranno così direttrici:

  • Monosettoriali, che permettono all'impresa di svilupparsi nell'ambito di un solo settore. All'interno di un definito settore di attività, l'impresa può svilupparsi attraverso la copertura del segmento di mercato (forzatura del segmento di mercato), quando esiste una domanda ancora non pienamente soddisfatta, e può farlo ricercando un aumento delle quantità vendute o un aumento del numero di clienti. Se invece la potenziale classe di utenza risulta già interamente soddisfatta si può operare una crescita attraverso la sottrazione ai concorrenti di quote di mercato. Ciò può avvenire
migliorando le caratteristiche del prodotto in termini di qualità tecnica, immagine, prezzo, o ampliando le sotto-funzioni svolte. Infine, non si può operare una forzatura del segmento di mercato, e risulta sconveniente sottrarre quote di mercato ai concorrenti, per l'impresa ha senso cercare di entrare in nuovi segmenti di mercato. - plurisettoriali, che permettono all'impresa di svilupparsi entrando in nuovi settori, tipicamente rappresentate da: - l'integrazione verticale, che possiamo definire come l'internalizzazione di fasi della filiera produttiva caratteristica dell'impresa prima svolte all'esterno dell'impresa stessa. Strettamente connesso al concetto di integrazione verticale è quello di filiera produttiva, ossia l'insieme delle lavorazioni che devono essere effettuate per passare da certe materie prima ad un certo prodotto finito. Si distinguono tre tipologie diverse di filiere produttive: le filiere produttive implosive,quandopiù filiere produttive convergono in una sola, le filiere produttive esplosive, quando a partire da unafiliera se ne diramano diverse, infine le filiere produttive lineari, quando il prodotto viene realizzatonell’ambito di un’unica filiera produttiva. Nell’ambito dell’integrazione verticale si distingue tra: integrazione verticale a monte, quando siinternalizzano fasi della filiera produttiva antecedenti rispetto a quella svolta dall’impresa anteintegrazione, e integrazione verticale a valle, quando si internalizzano fasi della filiera produttivasuccessive rispetto a quella svolta dall’impresa ante integrazione. Da un punto di vista economico,entrambe le fattispecie determinano un aumento dei costi fissi, così come una crescita del valoreaggiunto realizzato dall’impresa. Nel caso dell’integrazione a monte il valore aggiunto deriva da unariduzione del costo di beni e servizi, nel caso dell’integrazione a valle

Deriva da un aumento del prezzo di vendita dei beni. Per grado di integrazione verticale si intende l'ampiezza con la quale le varie fasi di una certa filiera produttiva sono svolte all'interno di una stessa impresa. La sua misurazione può essere realizzata sulla base del criterio del numero delle fasi elementari della filiera produttiva svolte all'interno dell'impresa. Si tratta di un criterio logico, ma non di facile applicazione in quanto è assai difficile definire il concetto di "fase elementare", e soprattutto ben difficilmente tutte le fasi elementari hanno la stessa rilevanza economica. Un criterio più significativo è quello basato sul rapporto tra Valore aggiunto e Valore della produzione. Si tratta di un rapporto che tende a 1 nel caso di impresa totalmente verticalizzata e a 0 nel caso di impresa totalmente deverticalizzata. Oltre a quelle già viste, si distinguono altre forme di integrazione verticale:

L'integrazione verticale completa. Si parla di integrazione verticale a monte completa quando un'impresa internalizza una fase a monte producendo al suo interno un input, prima acquistato sul mercato, in quantità da soddisfare al 100% il fabbisogno di quell'input. Si parla di integrazione verticale a valle completa quando un'impresa internalizza una fase a valle in misura da permetterle di lavorare al suo interno tutto l'output.

L'integrazione verticale parziale. Si parla di integrazione verticale a monte parziale quando, a seguito del processo di internalizzazione della fase di produzione di un certo input, una parte rilevante di quell'input continua ad essere acquistata sul mercato. Si parla di integrazione verticale a valle parziale quando un'impresa internalizza una fase a valle lavorando al suo interno solo una parte dell'output prima interamente venduto sul mercato. L'integrazione parziale permette di ottenere vantaggi.

in termini di minor rigidità a fronte della variabilità della domanda, vantaggi in termini di know-how e competenze acquisite, di contrastare il potere contrattuale dei propri fornitori e ridurre così la propria dipendenza. L'integrazione verticale eccedente si verifica quando si internalizzano capacità produttive sovradimensionate rispetto alle esigenze di lavorazione dell'input o dell'output. Tali processi consentono di entrare in nuovi business con quantità talmente elevate da sfruttare le economie di scala della fase produttiva internalizzata. I processi di integrazione verticale vengono tipicamente attuati in due modi: - per vie interne, ovvero attraverso investimenti finalizzati alla creazione di propri nuovi impianti o stabilimenti da utilizzare per internalizzare la fase produttiva della filiera; - per vie esterne, ovvero attraverso acquisizioni di altre imprese o di rami d'azienda preesistenti. Entrambe le modalità comportano tuttavia fabbisogni di.

Risorse spesso ingenti. Ecco allora che le imprese ricercano talvolta vie alternative. Ci riferiamo alle cosidette vie contrattuali, che consistono nell'attivazione di contratti di fornitura stipulati con altre imprese operanti "a monte" o "a valle". Si distinguono due modalità diverse:

  • La quasi-integrazione (mancanza di equilibrio nel rapporto cliente-fornitore), che consiste nell'attivazione di stabili rapporti di fornitura con altre imprese che permettono all'impresa che li attiva di assumere il controllo non giuridico ma di fatto su certi suoi fornitori o clienti. Tali forme di integrazione si fondano tipicamente sulla stipula di accordi di esclusiva in base ai quali clienti e fornitori si impegnano ad avere rapporti di fornitura esclusivamente o prevalentemente con l'impresa che ha attivato il processo di integrazione. Attraverso la quasi-integrazione non cresce dimensionalmente, ma riesce ad assicurarsi nel caso della
quasi-integrazione a monte, stabilità negli approvvigionamenti di determinate materie prime o componenti per quanto riguarda la qualità, le quantità, i prezzi e i tempi di consegna, nel caso della quasi-integrazione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marci09marci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Ciampi Francesco.