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A A B B
strumento già acquisito ad un contesto operativo diverso!
Facciamo un passo in più: nell’ipotetico caso in cui la quantità prodotta e
venduta di A pesasse per il 60% delle vendite totali e la quantità prodotta e
venduta di B pesasse per il 40% sul totale del venduto avremmo allora questa
formula:
Q * 0.6 * MCU + Q * 0.4 * MCU = CF
TOT A TOT B
= Q * (0.6 * MCU + 0.4 * MCU ) = CF
TOT A B
E allora la quantità di pareggio (la nostra Q ) da cosa sarà data? Molto
TOT
semplice: sarà data dal rapporto fra costi fissi e quello che c’è tra parentesi qui
sopra (perché in realtà noi non abbiamo detto ancora che cos’è, non gli
abbiamo dato ancora un nome) e quindi intanto:
Q = CF / (0.6 * MCU + 0.4 * MCU ) .
TOT A B
Il denominatore di questa frazione si chiama “margine di contribuzione del
prodotto equivalente” ed è dato dalla media ponderata dei vari margini di
contribuzione unitari pesati con il mix di vendite!!!!!!! Che cos’è il mix di
vendite? Da che cosa è dato il mix di vendite?? E’ dato dalla “distribuzione” che
viene definita attraverso tutta una serie di considerazioni di politiche
strategiche/operative/commerciali/di marketing (e così via) che fa l’azienda e in
cui l’azienda deve avere una certa abilità perché se sbaglia un mix di vendita
molto probabilmente si mette un po’ nei guai!! Quindi memorizziamo bene
quelli che sono i nostri “alleati principali” all’interno di questa nuova
formulazione; cioè, quello che stiamo facendo adesso non è altro che la
costruzione della declinazione operativa di un concetto che in realtà noi
abbiamo già visto (ossia il calcolo del punto di Break Eaven per l’impresa che
realizza un solo prodotto). Noi dobbiamo abituarci a quella che è la complessità
operativa reale e quindi dobbiamo approssimare in maniera più reale possibile
86
la nostra analisi che facciamo qui per poi applicare l’analisi che facciamo qui
alla realtà lì fuori e quindi andiamo a declinare questi strumenti in realtà
sempre più complesse (sempre tenendo a mente quelle che sono le relazioni
fondamentali da cui siamo partiti). Detto questo, ora vediamo un esempio su
una realtà più complessa:
ESERCIZIO: L’impresa Legnosi S.r.l. è una impresa che opera nel distretto del
mobile pordenonese. Durante l’ultima crisi economica, l’impresa, che un tempo
presentava una diversificazione produttiva molto ampia, è stata acquisita da un
gruppo internazionale.
La nuova proprietà ha incaricato il management di razionalizzare la produzione
per far riacquisire competitività all’impresa. Dopo un lungo periodo di inattività,
sono quindi state riattivate 3 linee produttive:
▪ Tavoli;
▪ Sedie;
▪ Armadi a muro.
In previsione del riavvio dell’attività, il management presenta alla proprietà il
seguente prospetto previsionale:
Tavoli Sedie Armadi a Totali
muro
Quantità vendute 2.000 6.000 12.000 20.000
e prodotte
Mix delle vendite 10 30 60
%
Prezzo di vendita 80 50 20
unitario (€)
Costo variabile 50 30 15
unitario (€)
Margine di 30 20 5
contrib. unitario
(€)
Costi fissi diretti 65.000 35.000 40.000 140.000
di prodotto (€)
Costi fissi comuni 25.000
Domanda: quale sarà la quantità di pareggio in questo caso?? 87
La grandezza caratterizzante questo contesto multi prodotto è Q = CF / MC Equiv
(margine di contribuzione del prodotto equivalente). E quindi il nostro
denominatore (in generale) è:
(Mix di vendita * MCU + Mix di vendita * MCU ) . E allora, coi dati del nostro
A A B B
esercizio avremo:
MCU = (0.10 * 30 + 0.30 * 20 + 0.60 * 5) = 12 .
Equiv
Adesso dal livello particolare torniamo al livello generale e quindi
fondamentalmente quello che andremo a fare sarà calcolarci il nostro MCT
(margine di contribuzione totale), che è un margine di contribuzione il cui
significato fondamentalmente è lo stesso relativamente rispetto ad un’azienda
mono prodotto, solo che anche qui il computo è leggermente diverso; questo
perché se da una parte abbiamo 20.000 pezzi totali (senza sapere quanto di
cosa, ma alla fine della fiera quello che conta è che bisogna vendere 20.000
pezzi), quello che ci servirà in questo caso saranno i 20.000 pezzi che
prevediamo di vendere e moltiplicarli per 12 (che è il margine di contribuzione
unitario del prodotto equivalente):
MCT = 12 * 20.000 = 240.000 .
A questo punto allora andiamo a calcolare il punto di pareggio in termini di
quantità in questo modo:
Q = (140.000 + 25.000) / 12 = 13.750 . Quindi essendo in un’impresa multi
BEP
prodotto devo sommare i costi fissi diretti di prodotto e i costi fissi comuni
(generali, sono costi di struttura; sono costi che, indipendentemente dai
prodotti che realizzo, io devo pagare) diviso il margine di contribuzione del
prodotto equivalente.
Potrebbe accadere però che noi ci troviamo nella condizione per cui la quantità
di pareggio è comunque una quantità che è rappresentativa, ma che non mi
serve più di tanto per quello che devo fare. E allora fondamentalmente noi
facciamo mente locale e facendo mente locale andiamo a recuperare ancora lo
strumento concettuale di base; lo strumento concettuale di base è quello con
cui in realtà la quantità di pareggio che abbiamo appena calcolato (che nella
condizione di pareggio è pari ai costi fissi diviso il margine di contribuzione
unitario). E ormai questo è noto. Allora, la quantità l’abbiamo prima calcolata
(Quantità di pareggio, o Q , = CF / MCU) e siamo apposto. Però a noi adesso
BEP
interessa il fatturato! E quindi in realtà dobbiamo fare la stessa cosa che
abbiamo fatto prima per le imprese multi prodotto commerciali; e anzi, forse in
questo caso è anche più semplice. E allora per avere il fatturato l’equazione
sarà: 88
Fatturato di pareggio = p * Q = CF / (MCU / p) .
In realtà noi questa quantità al denominatore (MCU / p) l’avevamo già vista
prima, però prima l’abbiamo data così perché non ci interessava più di tanto la
quantità, ma ci interessava fondamentalmente arrivare al prezzo di pareggio
(alla sostituzione con la percentuale di ricarico). Questa quantità (MCU / p) in
realtà è la media ponderata per le percentuali del mix di vendita (e quindi
torniamo al discorso del mix di vendita) dei margini di contribuzione unitari
rapportati ai prezzi di vendita (anche in questo caso più difficile a dirsi che a
farsi). E allora vediamo un esempio di un’impresa manifatturiera (a tal
proposito, dobbiamo ricordarci la differenza fondamentale tra impresa
commerciale e impresa manifatturiera: l’impresa manifatturiera produce
qualcosa, l’impresa commerciale invece non ha strutture produttive; l’impresa
commerciale vende, o meglio, rivende. Magari compra all’ingrosso dai
produttori/dall’impresa manifatturiera e dopo procede con la rivendita. E
perché stiamo separando le imprese commerciali dalle imprese di
produzione/manifatturiere?? Perché fanno due cose diverse, sono due mondi a
parte!!):
ESERCIZIO: L’impresa Sparkle S.r.l. commercializza acque minerali.
L’impresa ha deciso di lanciarsi sul mercato delle bibite zuccherate, ed intende
proporre sul mercato i seguenti prodotti:
▪ Succo ace;
▪ Cola;
▪ Aranciata;
▪ Pompelmo;
▪ Gassosa.
L’ufficio controllo e gestione predispone uno schema previsionale, che riporta il
seguente mix di vendita, risultato di una lunga analisi del mercato di
riferimento: Succo Cola Aranciat Pompel Gazzosa Totali
ace a mo
Volumi di 90.000 60.000 80.000 100.000 150.000 480.000
vendita
Prezzo 1,30 1,45 1,25 1,00 1,10
unitario (€)
Costi 0.80 0.90 0.75 0.65 0.65
variabili 89
unitari
MCU 0.50 0.55 0.50 0.35 0.45
Costi fissi 21.000 18.000 19.000 18.000 15.000 91.000
specifici
Costi fissi 100.000
comuni
Mix di 19% 13% 17% 20% 31%
vendita
Quale sarà il fatturato di pareggio??
Allora: adesso definiamo il rapporto tra il margine di contribuzione unitario
diviso il prezzo di vendita all’interno di un’impresa multi prodotto non
commerciale (e quindi manifatturiera) e quindi abbiamo la sommatoria dei vari
rapporti MCU / p per gli “n” prodotti che produce l’impresa, moltiplicati per la
percentuale del mix di vendita. E quindi:
MCU / p = MCU / p * % mix di vendita
i i
= [(0.50 / 1,30) * 0.19 + … + (0.45 / 1,10) * 0.31] = 0.388 .
Una volta che abbiamo questo siamo apposto perché basterà calcolare il
fatturato di pareggio in questo modo:
Fatturato di pareggio = (91.000 + 100.000) / 0.388 = 492.268,04 . Quindi
devo sempre sommare i costi fissi e poi diviso 0.388.
Se volessimo conoscere il fatturato di pareggio per ciascun prodotto sarebbe
necessario moltiplicare il fatturato di pareggio totale per le singole percentuali
del mix di vendita. Quindi:
▪ Succo ace: 492.268,04 ∗ 0.19 = 93.530,92
▪ Cola: 492.268,04 ∗ 0.13 = 63.994,84
▪ Aranciata: 492.268,04 ∗ 0.17 = 83.685,56
▪ Pompelmo: 492.268,04 ∗ 0.2 = 98.453,60
▪ Gazzosa: 492.268,04 ∗ 0.31 = 152.603,09
Poi è chiaro che la somma di tutte queste singole quantità deve tornare
492.268,04.
Dopodiché poi possiamo anche calcolare il volume di pareggio (la quantità/il
volume produttivo che devo vendere per arrivare al pareggio) per ciascun 90
prodotto, dividendo il fatturato di pareggio del singolo prodotto per il suo
prezzo di vendita. Quindi:
▪ Succo ace: 93.530,92 / 1.30 = 72.946,86
▪ Cola: 63.994,84 / 1.45 = 44.134,37
▪ Aranciata: 83.685,56 / 1.25 = 66.948,45
▪ Pompelmo: 98.453,60 / 1.00 = 98.453,60
▪ Gazzosa: 152.603,09 / 1.10 = 138.730,08
LE ECONOMIE DI SCALA
Dal punto di vista manageriale le economie di scala sono una variabile molto
importante per analisi gestionali interne di strategie di investimento e sono
molto importanti anche dal punto di vista dell’analisi settoriale!! Quindi, in
buona sostanza, conoscere le economie di scala significa in buona
sostanza anche una leva importante per 2 sostanziali motivi: riportare
all’analisi del settore per capire le minacce provenienti da potenziali
entranti del settore (“potenziali entranti del settore” significa in
buona sostanza potenziali concorrenti all’interno della mia a