Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 53
Economia e gestione delle imprese Pag. 1 Economia e gestione delle imprese Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia e gestione delle imprese Pag. 51
1 su 53
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I COSTI DELLE SCORTE

Il peso dei costi impugnabili alle scorte incide in modo significativo sui conti economici delle

imprese ed è generato da una pluralità di voci relative all’acquisto, gestione, movimentazione e

deperimento delle scorte. Una prima classificazione riconduce i costi a tre categorie fondamentali:

a) costi di approvvigionamento, che hanno una componente fissa, legata al solo persi in essere di

un ordine ed una componente di costi variabile legata alle quantità.

b) costi di mantenimento, che sono direttamente proporzionali al volume, al valore al periodo di

tempo di giacenza delle scorte. Si distinguono:

a) costi di immagazzinaggio, relativi allo spazio fisico necessario

b) costi di obsolescenza o deprezzamento, in quanto i beni sono soggetti ad invecchiamento

fisico od economico

c) costo del capitale investito o costo-opportunità di investimento alternativi

c) costi di soci-out, che sono i costi che l’impresa sostiene per la propria incapacità di soddisfare

la domanda interna o esterna

METODOLOGIE DI GESTIONE MATERIALI: PULL O PUSH

I tradizionali sistemi di gestione delle scorte non sono pensati cercato l’ottimizzazione dei volumi,

ma semplicemente come risposta alle esigenze di una singola entità di rispondere alle due

domande fondamentali:

- Quando ordinare

- Quanto ordinare

In questo ambito possiamo individuare due ottiche gestionali:

METODO PULL: Lotto economico e Punto di riordino

La prima logica è la logica definita Pull, in cui l’attività produttiva e, conseguentemente, il flusso di

materiali e di informazioni prendono avvio dalla richiesta di periodo precedenti, secondo una logica

di look back. L’ordine per un certo materiale in questo caso è rilasciato perchè la sua scorta è stata

consumata e non è più sufficiente a far fronte alle future richieste. All’interno della logica pull è

possibile sottolineare l’esistenza di due differenti criteri: il primo dominato gestione a tempo fisso,

che si preoccupa di reintegrare periodicamente i magazzini portandoli ai livelli massimi previsti. Il

secondo metodo è chiamato a quantità fissa, che richiede un controllo costante delle giacenza e

un reintegro sempre della medesima entità quando le scorte toccano un determinato livello

minimo. Uno tra gli approcci più noti tra le tecniche di gestione delle scorte basate sulla logica full è

costituito dal modello OP-EOQ.

Il modello EOQ è una tecnica a quantità costante che si pone come primo obiettivo di stabilire la

dimensione del lotto affinché questo possa considerarsi economico. I motivi che possono rendere

conveniente acquistare un’insieme omogeneo di bei, cioè un lotto, in quantità superiori a quelle

immediatamente necessarie al processo produttivo hanno origini differenti. In un periodo, che è

solitamente di un anno, i costi importanti per la definizione del lotto di riordino sono:

1) CM: costo del mantenimento delle scorte, direttamente proporzione alle giacenza media

detenuta pari a Q/2, e rappresentabile con una retta passate per l’origine.

2) CE: costi di emissione degli ordini proporzionale al numero di ordini emessi, cui n=D/Q, con D

pari al fabbisogno totale di periodo. È rappresentabile graficamente come un’iperbole

equilatera decrescente all’aumentare della quantità del lotto.

Ne consegue un costo totale, CT, determinato dalla somma dei due costi:

CT = CM +CE

Sapendo che:

CM = cm Q/2 (cm= costo unitario di mantenimento)

CE = ce Q/2 (ce = costo unitario di ordinazione)

CT = cm Q/2 + ce D/Q

Per determinare il lotto economico sarà necessario identificare il punto di minimo della funzione di

costo totale, calcolando la derivata prima e ponendola uguale a zero, ottenendo:

Q = (2ceD)/cm

Pagina 36

Graficamente: CM

CE

Q* Q

Risolto il problema della determinazione della qualità da ordinare, occorre stabilire quanto

ordinare, ossia individuare il punto di riordino che coincide con la quantità minima, o meglio il limite

minimo di scorta che segnala la necessità di procedere ad una nuova ordinazione.

Il turno di riordino OP, è calcolato in base a due parametri: il tempo medio di approvvigionamento

della scorta (Ta) ed il tasso di consumo medio per unità di tempo (Tc), ne consegue che:

OP= Ta x Tc

Graficamente: Q*

OP Tempo

ta

METODO PUSH: MRP

Il secondo metodo prevede invece che i materiali siano attribuiti ai processi produttivi in relazione

alle scelte di programmazione della produzione effettuate su base previsionale. L’ordine per un

certo materiale è rilasciato perchè si prevede un utilizzo di quel bene in un periodo futuro.

Tra le modalità push di gestione delle scorte è indubbiamente ricompresi la pianificazione dei

fabbisogni dei materiali, meglio nota come Matirial Requirements Planning. La logica di

funzionamento di un sistema MRP consiste nel calcolare i fabbisogni di materiali e componenti per

tutti i livelli di assemblaggio, partendo da livello iniziale, 0, fino a quello finale, ennesimo. Il punto di

partenza è costituito dal Programma di Produzione dove sono indicate le quantità di prodotti finali

necessari ed i tempo in cui tali beni devono risultare disponibili. Definito cos’ l’obiettivo produttivi in

termini quantitativi e temporali tramite la stipulazione delle distinte base, si calcolano i fabbisogni

netti, tendendo conto delle giacenze degli ordini aperti e dei coefficienti d’impiego dei singoli beni.

Dopo aver determinato le quantità necessarie si pianificano gli ordini avendo cura di anticipali in

funzione di rispettivi lead time.

Pagina 37

L’ANALISI ABC

L’analisi ABC serve a mettere in luce la concentrazione di un certo carattere in un universo

composto da più elementi, permettendo agli addetti agli ordini ed alla gestione della produzione di

non prendere troppo tempo per articoli che costituiscono una parte irrilevante della totalità delle

scorte trascurandone altri, invece di importanza maggiore.

A riguardo Juaran, partendo dall’osservazione di Pareto, arriva a formulare negli anni 40 la legge

80/20 secondo la quale, come verificato anche da indagini empiriche, la maggior pare degli effetti

(80%) sono imputabili a poche cause (20%). Le analisi svolte su differenti categorie o su diverse

caratteristiche di una collettività hanno evidenziato come spesso la concentrazione degli elementi

nelle classi non sia omogenea, ma consenta di suddividere l’universo analizzato in tre classi

definite appunto ABC.

- Nella prima classe A si concentra l’80% del carattere analizzato, determinato però soltanto dal

20% degli elementi considerato. In tal caso le scorte di classe A che riguarderanno l’80% del

valore al consumo totale dell’impresa, ma che saranno composte solo del 20% degli elementi

approvvigionati. Su questo 20% i controlli dovranno essere accurati e frequenti ed il livello di

sicurezza maggiore.

- La seconda classe B è composta da un altro 10% del carattere determinato dal 10-20% degli

elementi. Gli elementi della classe B rappresentano il 10% del valore al consumo, m essendo in

numero limitato sui può procedere ad un controllo definibile normale del loro quantitativo

- Nella terza classe C è infine compresso un ulteriore 10% del carattere al quale contribuisce il

restante 60-70% degli elementi. Data la loro importanza relativa, 10%, a fronte di una

numerosità altissima, 60-70&%, i controlli dovranno essere sporadici e quindi si possono gestire

ad inventario.

Pagina 38

LE RETI DI IMPRESA

Le imprese hanno iniziato ad attuare strategie strategie attraverso legami e forme relazionali più o

meno stabili, al fine di continuare e perseguire i propri obiettivi e di mantenere un profilo

sostenibile, migliorando allo stesso tempo la propria capacità competitiva e innovativa. Non vi è

una definizione unica E condivisa di rete d'impresa ma nessuno di diverse.

È possibile concordare sul fatto che il sistema della rete d'impresa rappresenta l'alternativa alle

tradizionali forme organizzative di mercato e gerarchia teorizzate da Williamson. Una classica

scelta effettuata dall'impresa è nell'alternativa tra produrre al suo interno in una logica gerarchica,

o acquistare sul mercato esterno in una logica di mercato.

Il concetto di rete d'impresa è apparso piuttosto recentemente nella letteratura manageriale, ma la

tematica dei rapporti tra un'organizzazione e il suo ambiente, affonda le sue radici negli studi

organizzativi molti tra gli anni 60 e gli anni 80.

Sono stati in linea generale due filoni di studio che rendono il concetto di rete sempre più presente:

- la teoria della contingenza strutturale, per cui gli stimoli e i vincoli strutturali plasmano le

decisioni manageriali e, conseguentemente, le diverse forme di organizzazione.

- La teoria della dipendenza delle risorse, secondo la quale l'organizzazione dispone di risorse

limitate, perciò ha bisogno di intrattenere rapporti di scambio con le organizzazioni che la

circondano.

Queste linee servono a rendere noto al mondo del management che un'organizzazione non può

considerarsi un'entità completa in se stessa, ma che ha bisogno anche dell'ambiente circostante,

ossia di altre organizzazioni per poter divenire tale.

CLASSIFICAZIONE DELLE RETI D’IMPRESA

La prima classificazione che ripercorre l’iter evolutivo del sistema a rete è delineata da Lorenzoni.

Egli riconosce forme di aggregazione di imprese che si differenziano per grado di progettualità,

equilibrio interno e leadership:

1) Le costellazioni informali, nel quale convergono imprese diverse che svolgono attività in aree

differenti. Una peculiarità di questa forma di aggregazione è sicuramente la sua informalità:

L'aggregazione si realizza nei fatti, senza una progettazione preventiva, collegando modalità di

coordinamento elementari e essenziali. All'interno della costellazione è possibile riconoscere

un attore capofila, che sarà anche l'elemento di spicco. Il rapporto tra impresa centrale imprese

terze è univoco e lineare.

2) La rete preordinata, evoluzione della costellazione informale, rappresenta qualcosa di più di

una struttura occasionale. La rete preordinata si ricerca in una stabilità di rapporti che permetta

di raggiungere l'obiettivo di una crescita comune, piuttosto che del soddisfacimento dei bisogni

contingenti. Vi è una nuova concezione delle imprese terze a livello culturale e progettuale, da

parte di quella centrale.

3) La rete pianificata è la forma più evoluta degli aggregati tra imprese formulata su un'intuizione

originale di progettazione. Rispetto le due forme preced

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
53 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlokauf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Serio Luigi.