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B
Vendite
Livello di servizio 100%
80 85 90 93 95 100 Livello di Servizio 100%
Costi
93% 95%
P Contributo al Profitto
Costi, Ricavi e contributo al profitto
Livello di Servizio 100%
Costi
Ricavi
55
Il modello costruito sul grafico è valido in una situazione statica mentre la realtà è in continuo
cambiamento. Nei settori n cui la conoscenza si basa sui fattori di non price competition, il servizio alla
clientela va inquadrato nell’ambito di un’attenta segmentazione del mercato, che porti a valutare le
conseguenze di mancate vendite. In tali circostanze si può rilevare utile il ricorso al “bench-marking”, cioè
ad un’analisi competitiva, basata sul confronto tra il posizionamento del o dei prodotti aziendali con quello
dei leaders presenti sul mercato. La scelta del “benchmark” per il confronto è importante, anche per
definire l’attività da valutare, analizzare i dati e le informazioni per un’indagine accurata e appropriata ed
evitare errori e superficialità. Questa attività deve essere continuativa perché possa contribuire a migliorare
e a fissare obiettivi realistici, stimolando il cambiamento.
La contabilità impostata in maniera classica non è in grado di individuare i singoli componenti di costo
implicati nel sistema logistico, in particolare nella distribuzione fisica si pone il problema di generare una
procedura ad hoc per tale area. Si può rappresentare il costo totale della distribuzione fisica: CDf = T + CfD +
CvD + V in cui: CDf = costo totale di distribuzione fisica; T = costo totale dei mezzi di trasporto; CfD = costo
totale fisso dei depositi; CvD = costo totale variabile dei depositi; V = costo delle mancate vendite
Nelle aziende in cui la funzione logistica è smembrata, diventa più ardua l’identificazione dei vari
componenti di costo; tale ricerca viene comunque facilitata ricorrendo all’individuazione dei centri di costo
interessati alla funzione in questione. I maggiori centri di costo possono verosimilmente essere individuati
nei seguenti: 1. trattamento degli ordini; 2. movimentazione dei prodotti; 3. confezionamento e imballo; 4.
magazzinaggio; 5. mantenimento delle scorte; 6. trasporti; 7. altri costi amministrativi. Tale approccio è
impostato sul metodo dell’“Activity based costing” (ABC) che fonda il calcolo dei costi sull’analisi delle
attività effettive e delle risorse impiegate nell’ottica della catena di valore. I centri di costo sono molto ampi
per cui alcuni di essi vanno inseriti in più punti del sistema logistico. Diventa opportuno, perciò, nei casi di
maggiore complessità dell’attività logistica, analizzare ulteriormente la classificazione originaria dei centri di
costo. Particolarmente complesso risulta il calcolo del costo delle mancate vendite imputabili
all’esaurimento delle scorte o ai ritardi nelle consegne che non sono stimabili facilmente. È necessaria,
quindi, un ulteriore analisi che ci può consentire di esaminare i costi per prodotto e per mercato: la
mancanza di redditività può essere individuata nella distribuzione di un singolo prodotto anziché di tutti i
prodotti in quel segmento di mercato. È auspicabile che l’allocazione dei costi avvenga non solo con
riferimento a specifici centri di costo funzionali ma anche per prodotto e per segmento di mercato.
56
Si pone ora il problema del metodo da utilizzare per allocare i costi ai centri specifici. È opportuno, in primo
luogo, distinguere i costi diretti, attribuiti ad una specifica attività assunta come centro di costo, dai costi
indiretti, come ad es. le spese di amministrazione. È necessario, però, introdurre un ulteriore distinzione
tra: • costi fissi, dal punto dell’individuazione del rendimento dei fattori a cui ineriscono, i costi fissi creano
delle inefficienze, degli sprechi. I costi fissi, come quelli variabili, sono connessi al volume del prodotto
trattato. Essi non variano al variare del volume e possono essere assegnati a un centro di costo; • costi
variabili, che sono direttamente connessi al volume di prodotto trattato perciò sono facilmente riferibili ai
centri di costo. I fattori a costo variabile offrono un rendimento costante. Variano rispetto alla produzione
(tutti i costi variabili sono diretti ma non vale il contrario).
A questi punto si può discutere circa le procedure di determinazione dei costi riferibili al compito di
pianificare le attività logistiche: 1. metodo del costo di copertura: addossa ai centri di costo tutti i costi
indiretti, siano essi stati sostenuti dagli stessi; 2. metodo del direct costing: addossa ai centri di costo, tutti i
costi variabili e fissi diretti. Tuttavia anche la tecnica del direct costing è stata sottoposta a critiche, proprio
per il fatto di ignorare i costi indiretti. Infatti, secondo la citata concezione dell’Activity Based Costing – ABC,
i costi indiretti vanno trattati alla stregua dei costi diretti, non addossandoli in base al volume di beni
trattato, bensì con un analisi che misuri l’effettivo consumo di risorse anche delle attività di supporto.
Nell’analisi del sistema logistico, è utile valutare e allocare risorse e sforzi nel modo più efficiente; anche
l’individuazione dei centri di costo non va assunta in una visione limitata ma in collegamento con le altre
attività aziendali. Pertanto, i costi non solo vanno analizzati in funzione del sistema logistico totale, ma
anche misurando il loro impatto sulle vendite. Si può applicare nel sistema logistico il concetto di “trade
off” per un certo numero di livelli: 1. trade off interfunzionale: vi è un’iterazione tra le principali funzioni
aziendali per ottimizzare il sistema aziendale.
Il grafico identifica il volume di produzione che minimizza il costo totale di produzione e distribuzione. 2.
Trade off interattività: implica un equilibrio dei costi tra i maggiori centri di attività nel sistema logistico.
Totale
Produzione
Distribuzione
Costo unitario
Volume
TRADE-OFF INTERFUNZIONALE (Produzione-Distribuzione)
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L’esempio nel grafico è quello classico fondato sulla determinazione del numero ottimo di magazzini in una
rete basata unicamente sui costi. All’aumentare del numero dei magazzini cresce la richiesta di
movimentazione e di carico delle merci mentre corrispondentemente diminuiscono i costi di consegna
locali man mano che i depositi sono dislocati più vicino ai punti di consegna finale. Il costo totale è la
funzione da minimizzare. 3. Trade off intermodale: trova la più appropriata applicazione nell’area dei
trasporti. L’esempio riporta l’alternativa tra trasporto ferroviario e stradale. Il primo cresce in misura meno
che proporzionale rispetto al volume trasportato, mentre nel caso di trasporto stradale con un parco di
mezzi propri, la funzione di costo riflette gli incrementi di costi fissi allorché vengono aggiunti nuovi veicoli
in corrispondenza del volume crescente da trasportare.
4. Trade off intertipo: considera i costi impliciti in operazioni quali: uso di magazzini generali e di terzi o di
propri depositi. Poiché i magazzini in proprietà includono anche i costi fissi, l’uso dei magazzini esterni si
configura come una funzione di costo che aumenta in misura tendenzialmente decrescente con il crescere
del volume operativo.
N. dei depositi
Costo totale
Totale
Trasporto stabilimento-deposito e magazzinaggio
Trasporto locale
TRADE-OFF INTERATTIVITÀ (Magazzinaggio-Trasporti)
TRADE-OFF INTERMODALE (Trasporto stradale-ferroviario)
Ferrovie Parco propri mezzi
Ferrovie
Parco propri mezzi
Volume
Costi di Trasporto
58
In tale metodologia bisogna considerare che: 1. i costi sono stati considerati sulla base di un dato volume
operativo, ossia da un punto di vista statico e non dinamico; 2. bisogna introdurre la considerazione dei
ricavi; 3. bisogna considerare anche gli investimenti di capitale richiesti per attuare i vari sistemi alternativi.
L’analisi dinamica dei dati consente di scegliere un tipo o l’altro di sistema logistico in funzione del volume
in modo da mantenere al livello minimo il costo totale, tenendo conto di alcuni fattori limitativi. È difficile
passare da un sistema con costi fissi elevati ad uno a costi fissi molto bassi in breve periodo di tempo; ne è
possibile convertire agevolmente un sistema basato sui depositi propri in uno che affidi a strutture esterne
lo stoccaggio senza incorrere in costi pesanti connessi con un siffatto radicale mutamento. Si può affermare
che un sistema logistico basato su costi fissi ed elevati costi variabili si dimostra più vantaggioso a bassi
volumi operativi trattati; il contrario avviene naturalmente con un sistema ad elevati costi fissi e bassi costi
variabili che diventa più competitivo con grandi quantità trattate. Nel pianificare un sistema logistico è
bene conferirgli il massimo grado di flessibilità possibile. È opportuno tenere presente che vi è un grado di
incertezza e di approssimazione implicito nel calcolo dei costi sviluppo; nel decidere un investimento nel
sistema logistico va rammentato che un sistema impostato in modo rigido può offrire la massima
convenienza a breve che potrebbe, però, scontare nel medio-lungo termine. Si può incorrere in tali
circostanze all’applicazione dell’analisi di sensitività che permette di determinare i punti di sostituzione dei
sistemi logistici. Un approccio alternativo per determinare i punti di sostituzione dei sistemi logistici
consiste nell’uso di una semplice formula algebrica. Denotando con P1-2, P2-3, P3-4 i punti di cambiamento
, si avrà che: P1-2 = Cv2Cv1 Cf1Cf2 − − P2-3 = Cv3Cv2 Cf2Cf3 − − P3-4 = Cv4Cv3 Cf3Cf4 − −
TRADE-OFF INTERTIPO (Depositi propri e di terzi)
Volume
Depositi propri
Depositi di terzi
Depositi di terzi
Depositi propri
Costi di magazzinaggio
59
dove Cf = costi fissi e Cv = costi variabili.
Nell’analisi effettuata sinora, va tenuto presente che ci si è limitati a considerare i costi operativi generati
da ciascun sistema alternativo, trascurando l’investimento di capitale richiesto per l’attuazione di ciascun
sistema. Quindi, l’analisi del sistema deve tener conto: • dell’entità degli investimenti; • della durata degli
stessi; • dei flussi di cassa che generano; • del valore attuale dei risparmi realizzabili con l’attuazione di
ciascuno di essi. Per ciascun sistema ipotizzato, un aumento del reddito netto può scaturire come il
risultato di un risparmio nei costi di distribuzione, oltre che di un incremento delle vendite a seguito del
miglioramento del s