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Divisione del Lavoro (Smith)
DIVISIONE SOCIALE: specializzazione delle funzioni tra diverse componenti della società
DIVISIONE TECNICA: divisione delle mansioni in una unità produttiva
La divisione del lavoro è la base dello sviluppo economico perché:
- Accresce la specializzazione
- Accelera le operazioni (riduce i tempi morti)
- Accresce la propensione ad innovare
Riguardo a quest'ultimo aspetto si parla anche di innovazioni dal basso: se, infatti, poniamo un operaio a fare sempre e sistematicamente la stessa operazione, è molto probabile che l'operaio tenderà ad escogitare dei sistemi per rendere meno noioso il suo lavoro.
Per Smith la divisione del lavoro genera anche effetti negativi, in particolare la disaffezione al lavoro. Il rimedio che egli individua è l'istruzione dei lavoratori.
La divisione del lavoro è limitata dall'ampiezza del mercato (ovvero dalla domanda dei consumatori verso le imprese). La domanda non è...
Un dato ma è suscettibile di variazioni dovute a 2 fattori:
- urbanizzazione
- sviluppo dei trasporti
Per descrivere il meccanismo dello sviluppo poniamo due ipotesi:
- si produce un solo bene che è input e output.
- la quantità di lavoratori occupati (N) è data dal rapporto tra il prodotto del bene esistente precedentemente e i salari: N = Q / wt-1
Se aumenta la domanda (D) aumenta la divisione tecnica del lavoro (dl) cresce la produttività (π) e aumenta la quantità di prodotto (Q) a parità di occupati.
L'aumento di Q in un'economia chiusa viene ridistribuito tra i fattori produttivi. Nel momento in cui questa economia sta crescendo, sta aumentando anche la quota di reddito che spetta ai lavoratori salariati. Q wSmith configura un circolo virtuoso di crescita nel quale, in assenza di interferenze esterne, un'economia genera il massimo livello di crescita possibile. πSmith riconosce anche che la
La produttività è una funzione diretta dei salari: P = f(w). Questa tesi è nota anche come teoria degli alti salari.
Introduciamo questa ipotesi: standard nutrizionale. L'aumento di w determina un incremento di produttività che determina un aumento della quantità prodotta ancora maggiore: P = f(w)Q.
La controtendenza è nella possibilità che i capitalisti non trovino più sbocchi sufficienti per gli investimenti. 1DI P.
Considerazioni: gli economisti classici suddividono i lavoratori in due categorie:
- LAVORATORI PRODUTTIVI (L.P.)
- LAVORATORI IMPRODUTTIVI (L.I.) ( inutili) (La differenza tra lavoratori produttivi e improduttivi è scomparsa con i neoclassici).
I lavoratori produttivi consentono l'accumulazione di beni ed il loro salario è pagato dal capitale. Quelli improduttivi hanno il salario pagato dal reddito del capitalista e producono qualcosa che perisce nel momento stesso in cui.
è prodotta. (es. professori e tutti iservizi)
Stando a questa ipotesi si può stabilire che il tasso di crescita è tanto maggiore quanto maggiore è la quota di lavoratori produttivi sul totale della forza-lavoro.
L.P./ N Q 2
LA TEORIA CLASSICA DELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO(Ricardo)
Distribuzione del reddito = ripartizione del prodotto fra i fattori produttivi
Le quote distributive sono: RENDITA, PROFITTO ed INTERESSE, SALARIO
RENDITA = retribuzione accordata ai proprietari terrieri per l’utilizzo di una risorsa scarsa (ricordiamo che per i classici l’unica risorsa scarsa è la terra).
Più in generale, oggi, mantiene lo stesso significato se riferita al valore di un terreno o di un immobile (rendita urbana). Infatti il valore di un immobile, a parità di qualità, è influenzato dalla sua posizione nello spazio. Quindi i proprietari di un appartamento in centro possono affittarlo ad un valore molto più elevato.
dello standard in periferia. Riferita ad altre attività o risorse, è il maggior valore (reddito) garantito rispetto ad una situazione di mercato concorrenziale. Come viene trattata la rendita nell'economia politica classica: Malthus e Ricardo. Ricardo assume che le terre siano o di diversa fertilità oppure collocate geograficamente in luoghi diversi dai mercati di sbocco. Inoltre se 100mila abitanti consumano una quantità di cereali data dalla terra 1, quando la popolazione cresce bisognerà ricorrere alle terre 2, 3, 4... meno fertili della 1. Assumiamo: Q = prodotto della terra 1, 2, 3, 4 le terre messe a coltura w/p = salario reale; P = profitto; R = rendita rendita Q profitti. w/p Ao T1 2 3 4 Essendo inoltre Q/T = produttività media (APt) Questo valore sarà decrescente col crescere del numero di terre messe a coltura. Inoltre se decresce la produttività media tende a decrescere anche la produttività marginale. Da cui: iI rendimenti marginali della terra sono decrescenti. Per determinare l'ammontare assoluto della rendita, si può utilizzare la seguente formula: Rendita = Prezzo del prodotto - Costo di produzione Secondo la teoria di Ricardo, il salario in termini reali è fissato sulla sussistenza. Pertanto, se il salario è fisso, i lavoratori si appropriano dell'area data da A w/p 4 (vedi grafico).