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Con la stesura di Business cycles,
• riconobbe la necessità di analizzare forme di mercato diverse dalla concorrenza perfetta,
l’esistenza di capacità produttiva
individuando inutilizzata
• riconobbe la presenza di molti cicli simultanei nel processo economico, ricercando pertanto
regolarità empiriche attraverso lo studio di dati. Per fare ciò impiegò uno schema a tre cicli:
o ciclo di breve periodo, Kitchin
o medio periodo, Juglar
periodo (o “dei cinquant’anni”), Kondratiev →
o lunghissimo interesse per innovazioni
avevano fatto epoca, ferrovie, elettricità…
che
• Capitalismo, socialismo e democrazia; il crollo del capitalismo
Nel 1942 Schumpeter pubblicò quest’opera; scritto nello stesso periodo in cui gli USA si stavano per
alleare con i sovietici, il testo si incentra sulla tesi per cui il capitalismo è destinato a crollare e ad
essere soppiantato da un sistema denominabile “socialismo”. Differentemente da Marx, tuttavia,
considerava questo cambiamento una vittoria per l’umanità, bensì un passo sulla
Schumpeter non
strada di un profondo decadimento; si nota dunque la natura provocatoria del testo, con la quale volle
stimolare un’azione a sostegno del capitalismo, e la centralità del tema dell’economia.
A detta di Schumpeter, il motivo della decadenza sarebbe da riscontrare nel cambiamento delle forme
di mercato prevalenti nell’economia.
L’autore evidenziò una contraddizione tra la componente economica e la componente politica dello
sviluppo capitalistico, in quanto la stabilità economica del capitalismo richiederebbe uno sviluppo
incessante, che tuttavia creerebbe difficoltà crescenti alla sua stabilità politica; superata una certa
soglia, queste difficoltà renderebbero inevitabile il crollo del medesimo sistema.
Accanto a ciò venne evidenziata la crescita di un’opposizione interna al capitalismo, dovuta al
diffondersi di una mentalità che potremmo definire “anticapitalistica”, e l’indebolimento degli
imprenditori di fronte all’avanzare burocratizzazione dell’economia,
delle grandi imprese e alla che
ne ostacola l’azione di innovazione e ostacola la distruzione creatrice, ossia il fallimento delle imprese
ritardatarie che liberano risorse per le nuove imprese.
La burocratizzazione è il risultato del cambiamento delle forme dominanti di mercato tramite
concentrazione industriale. Di conseguenza il processo di concentrazione industriale è in grado di
modificare l’assetto sociale, nello specifico erodendo l’importanza della figura dell’imprenditore; non
solo, questo cambiamento viene accompagnato da altrettante trasformazioni nell’ideologia e nella
cultura, ovvero nell’atmosfera sociale del capitalismo. Assumono un ruolo negativo anche quegli
intellettuali che favoriscono il diffondersi di un atteggiamento sempre più critico nei confronti del
sistema e che demonizzano il ruolo dell’imprenditore. 15/3
è un’opera monumentale del 1954 suddivisa in 3 volumi nella quale
History of economical analysis
Schumpeter ripercorse il cammino della scienza economica da Aristotele fino ai suoi giorni; ciò gli
permise di fare una storia della scienza in generale, interpretando i pezzi più progressivi e quelli meno
sviluppati. In particolare il vero motivo di interesse per Schumpeter fu il processo di filiazione delle
idee scientifiche, fondamentale per far progredire la scienza in quanto permette di imparare dalla
storia e di non ripercorrere le medesime strade, ma di provare vie alternative.
John Maynard Keynes
Nacque a Cambridge nel 1883; suo padre fu allievo di Marshall, ed era rimasto come amministrativo
in università, dove sua madre fu una delle prime donne laureate.
Dopo la laurea in matematica, provò un concorso per entrare in una istituzione governativa (voleva
fare un civil service all’interno del Ministero del Tesoro), ma entrò in un altro ufficio, e durante questo
periodo scrisse un saggio sul sistema monetario indiano. Nel 1911 Marshall lo fece diventare direttore
dell’Economic Journal, e due anni dopo divenne segretario della Royal Economic Society. Nel 1919
presenziò nella delegazione inglese a Versailles, dove assunse una posizione di opposizione al tema
delle riparazioni (= insostenibili per la Germania; avrebbe portato al possibile emergere di una
dittatura). La sua proposta rimase lettera morta, si dimise, tornò a Cambridge e pubblicò un libro
‘19. Nel ‘21 pubblicò il
vendutissimo: Le conseguenze economiche della pace, Trattato sulla
probabilità, e cominciò A Tract on Monetary Reform, 1923, con cui ebbe inizio il suo focus sulla
moneta, sulla quantità e sulla sua circolazione (+ Treatise on money, 1930). Nel 1926 scrisse The end
of laissez faire, riconoscendo la necessità di porre fine al liberalismo in quanto incapace di rispondere
ai cambiamenti sociali. Fino al 1930 non si pose come autore di rottura, finché nel 1936 pubblicò
Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, nel quale sosteneva la necessità di
un sostegno esterno da parte dello Stato al sistema in crisi: questa è la rivoluzione keynesiana.
L’impegno di fondo fu con l’impegno civile; Keynes
quello di un economista il cui mestiere si fuse
volle contribuire allo sviluppo e all’affermazione di un nuovo sistema capitalistico riformato, ove vi
fossero libertà, equità ed efficienza. 21/3
Il lavoro di ricerca di Keynes si ripartisce in tre stadi:
1. primi studi fino al crollo della borsa di Wall Street
dalla crisi del ’29 allo scoppio della WWII →
2. il focus principale è rivolto a questa fase,
sebbene il suo contributo alla teoria della probabilità (primo stadio) fu una premessa
essenziale per sviluppare i contributi sulla moneta e l’occupazione
dal 1940 al 1941, problemi dell’assetto post bellico
3.
Nel 1930 Keynes, recependo i dibattiti che animavano la vita intellettuale a Cambridge, scrisse
del ’23) nel quale analizzò il
Treatise on money (opera legata al Trattato sulla riforma monetaria ruolo
della moneta nel sistema economico. Keynes non criticò frontalmente la tradizione marginalista, né
l’idea di equilibrio di lungo periodo, ma recuperò la critica marshalliana della teoria quantitativa della
moneta, in base alla quale si stabilisce una relazione meccanica tra offerta di moneta e livello generale
dei prezzi. interpretare il funzionamento di un’economia monetaria in perenne
Il suo obiettivo fu quello di
movimento, ricercando le cause che, nel breve periodo, fanno divergere i prezzi dal loro livello di
equilibrio (distinzione tra i settori che producono beni di investimento e beni di consumo).
Al centro della sua analisi vi era la distinzione tra investimenti e i risparmi, i quali sono effetto delle
decisioni di due diversi gruppi di soggetti economici, rispettivamente gli imprenditori e le famiglie.
Il fatto che si tratti di soggetti economici diversi può determinare squilibri tra domanda e offerta nei
due settori, con movimenti dei prezzi che generano guadagni o perdite, ai quali gli imprenditori
reagiscono con cambiamenti nei livelli di produzione e di occupazione. I risparmi sono considerati
legati alla ricchezza, e quindi sono relativamente stabili di fronte alle variazioni di breve periodo del
reddito; gli investimenti invece sono un fattore più variabile che dipende dalle aspettative degli
→
imprenditori e dalla loro reazione di fronte ai cambiamenti per riequilibrare il sistema economico
bisogna fare attenzione proprio agli investimenti, e non ai risparmi (di conseguenza bisogna anche
elaborare una teoria dei tassi di interesse, da cui dipende il ritmo di effettuazione degli stessi).
Così facendo Keynes spiegò come la dinamica ciclica dipenda dalla variabilità degli investimenti,
sostenendo la possibilità dell’esistenza di squilibri temporanei 2 nel sistema economico che possano
risolversi nel lungo periodo, riportando a un equilibrio dove tutti i fattori produttivi siano pienamente
impiegati.
Molto importanti furono in questo periodo i contatti con altri studiosi, tra cui Richard Kahn, da cui
(da Kahn impiegato rispetto all’occupazione, da Keynes
riprenderà il moltiplicatore keynesiano
rispetto al reddito). 3
Con il passaggio dal Treatise alla GT fu necessario pensare a una nuova teoria degli investimenti e
– siamo entrati nella “teoria keynesiana”. Ciò che lo fece
a una nuova teoria dei tassi di interesse
diventare un rivoluzionario fu che le decisioni imprenditoriali sui livelli di produzione non sono
necessariamente coerenti con una situazione di equilibrio caratterizzata dalla piena occupazione delle
risorse disponibili. Queste decisioni possono non essere compensate da automatismi nei meccanismi
attiva dell’economia che nel Treatise è soprattutto
di mercato, per questo è importante una gestione
relativa alla leva monetaria, nella General Theory alla leva fiscale.
• La teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta
Pubblicata nel 1936, ebbe molta presa nel mondo anglosassone e tra i giovani economisti.
Il retroterra di quest’opera è legato soprattutto alla distinzione tra aspettative di breve e di lungo
periodo, dove le prime riguardano le scelte sulla produzione corrente e si aggiustano velocemente in
relazione ai risultati, le seconde implicano investimenti più importanti e quindi si esercita su di esse
2 Così sono definiti nel Treatise; nella General Theory si parlerà invece di “equilibri di sottoccupazione”.
3 A detta di Keynes vi è una naturale evoluzione, e non un cambiamento di opinione.
l’impatto dell’incertezza. Questa fu per Keynes l’occasione di dire che esistono certe decisioni che,
in contesti incerti, gli imprenditori non prendono.
L’obiettivo di fondo del testo fu quello di difendere un sistema politico ed economico liberale, fondato
sulla libertà di iniziativa individuale. Keynes sottolineò la necessità di riconoscere i limiti di un
nell’economia, non solo
sistema puro di laissez faire, e la necessità di un intervento attivo dello Stato
per fini di equità ma anche di efficienza complessiva.
Nell’opera è anche contenuta la visione keynesiana della teoria monetaria (condizioni di incertezza
per gli agenti economici, rifiuto dei modelli deterministici, ruolo dei mercati finanziari, ruolo delle
→
aspettative di breve e lungo termine ruolo centrale della teoria degli investimenti).
A questo punto analizziamo i pilastri fondamentali della General Theory: –
1. domanda effettiva; (riferimento a Malthus