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Disavanzo primario: differenza negativa fra le entrate e le spese pubbliche (al netto degli interessi sui titoli
di Stato) in un determinato periodo di tmepo. Il disavanzo primario rappresenta, quindi, in realtà la
situaizone del deficit pubblico qualora non vi fossero debiti pregressi.
Avanzo primario: quando il saldo fra entrate e spese pubbliche è positivo (sempre al netto delle spese per
interessi sui titoli del debito pubblico).
Disavanzo primario: viene finanziato dagli stati attraverso l’emissione di titoli di debito pubblico sui quali si
paga un interesse.
L’interesse sui debiti pubblici si chiama spesa per interesse:
Spesa per gli interessi sul debito pubblico: se un paese ha un disavanzo, dovrà finanziarlo
(indebitarsi) quindi metterà titoli del debito pubblico che sono un prestito che i cittadini fanno allo
stato.
È il costo per finanziare il debito, gli interessi da versare sulla somma richiesta sotto forma di debito
(sono gli interessi che si pagano sul debito pubblico) pagare il debito pubblico.
Tale costo si va a sommare al risultato dell’operazione “entrate – uscite” dello stato.
Disavanzo totale= disavanzo primario + spesa per interessi.
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l’Italia ha tendenzialmente un avanzo primario.
Spread: differenza tra 2 tassi d’interesse: è la differenza tra rendimento titoli debito pubblico tedeschi e titoli
della stessa durata (10 anni) italiani.
Mercato secondario: è dove vengono scambiati i titoli di stato. Ivi si calcola lo spread. Se il differenziale
spread aumenta, vuol dire che è meno sicuro investire su un determinato paese.
Ma perché allo stato interessa lo spread visto che si calcola su un mercato secondario? Interessa perché serve
per misurare la rischiosità d’investimento in un Paese. L’aumento dello spread determina ila necessità di
dover offrire un maggior tasso d’interesse per far venire investitori.
Es. Ipotesi: bilancio statale in pareggio, il Governo decide di ridurre le imposte generando un
disavanzo di bilancio (differenza tra entrate e uscite correnti).
Avanzo/Disavanzo primario= spesa pubblica (G) – imposte (T).
Avanzo/Disavanzo totale: disavanzo primario + spesa per interessi.
Il disavanzo va a cumularsi al debito pregresso.
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Avanzo totale: il debito diminuisce.
Per quietare i mercati, si deve dimostrare di saper gestire il che equivale a stabilizzarlo: far in modo che non
cresca in rapporto al PIL. Essendo un rapporto, si può:
Diminuire il debito.
Aumentare il PIL.
Ambedue le precedenti.
Bt = (1+r)Bt-1 + Gt – Tt
Il debito alla fine dell’anno t è uguale a (1+r) [il tasso d’interesse sul debito] per il debito alla fine dell’anno
t-1 più il disavanzo primario, che è uguale a Gt – Tt.
Stabilizzare il debito significa rendere il debito dell’anno 1 uguale a quello dell’anno 0.
Il governo deve conseguire un avanzo primario pari agli interessi reali sul debito esistente (e deve fare lo
stesso anche negli anni successivi).
La produzione cresce nel tempo, consideriamo quindi il rapporto tra debito pubblico e PIL (ci aiuta a capire
se il debito pubblico è “troppo” elevato. Dove “troppo” è inteso in relazione all’abilità del governo di
ripagare il debito).
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Andamento del rapporto debito/PIL
4 scenari:
g> r = Qualunque sia il valore del debito ereditato dal passato e pur in presenza di disavanzi primari, il
rapporto debito/PIL converge al suo valore di stato stazionario.
g< r = in presenza di un debito e di disavanzi primari, il rapporto debito/PIL cresce all’allontanandosi
gradualmente dal valore di equilibrio.
Il valore assoluto del debito aumenta ma in rapporto al prodotto interno lordo prima stava scendendo.
Il disavanzo aumentava ma i tassi d’interesse scendevano molto al di sotto del tasso di crescita del PIL,
favorendo la stabilizzazione del rapporto Debito/PIL.
Finanziamento monetario dei disavanzi.
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1981 Divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro. La legge stabilì che la Banca Centrale non era più obbligata a
sottoscrivere la quota dei titoli pubblici non collocati sul mercato. Prima di allora i titoli di stato non
comprati venivano acquisiti dalla Banca centrale la quale in cambio emetteva moneta.
La svolta del 1992: governi Amato (1992-93) e Ciampi (1993-94)- perla prima volta si realizza un avanzo
primario 1992.
Come si può far fronte a un disavanzo?
1) Lo stato ricorre al finanziamento della Banca Centrale (cioè vendendo titoli pubblici alla banca
Centrale). Si chiama monetizzazione del debito; significa creare moneta. Si immette moneta. Il
problema è la sostenibilità nel lungo periodo di questa politica.
2) Collocando titoli del debito pubblico presso investitori privati.
Lo stato può finanziare il debito creando moneta: emette titoli e chiede alla Banca centrale di acquistarli.
Monetizzazione del debito
Variazione di M = disavanzo.
Se lo stock di debito in rapporto al PIL raggiunge livelli troppo elevati la situazione può degenerare e
sfociare in una crisi finanziaria.
Perché i responsabili della politica economica non imboccano immediatamente la via del risanamento?
1. Le crisi tendono a scatenarsi per eventi imprevedibili. I governi tendono ad essere miopi; finché non
c’è la crisi non ammettono la possibilità che emerga.
2. Le stabilizzazioni fiscali sono spesso il risultato di una lotta politica tra diversi gruppi di interesse, e
tra i loro rappresentanti politici. Ciascun gruppo economico è colpito da alcuni provvedimenti, e , se
organizzati, eserciteranno una pressione politica per cercare di spostare su altri l’onere
dell’aggiustamento. Per evitare il perdere il consenso politico, e di sollevare conflitti sociali, il
governo tende quindi a ritardare la correzione fiscale, lasciando che il debito si accumuli fino al
punto in cui si innesca una crisi finanziaria.
Come ridurre un debito elevato?
1) Generare avanzi primari sufficientemente ampi (tagliare le spese e/o aumentare le imposte).
2) Ricorrere al finanziamento monetario della banca centrale.
3) Ripudiare il debito pubblico (interamente o parzialmente).
Come se ne esce?
1) Avanzi primari:
Strada più virtuosa, ma anche la più ardua: è politicamente costoso e a volte non è
socialmente proponibile.
2) Finanziamento monetario:
Aumentare l’offerta di moneta genera inflazione e riduce il valore reale del debito nominale
in essere. L’inflazione agisce come una imposta e soprattutto il ricorso all’emissione di
moneta non è una fonte di finanziamento illimitata (iperinflazione).
3) Ripudio del debito:
Si rompe il rapporto di fiducia tra governo e cittadini, i quali potrebbero non essere più
disposti a sottoscrivere ulteriore debito pubblico.
Queste tre sono forme di tassazione che gravano su gruppi economici distinti
Ripudio: imposta sulla ricchezza che colpisce chi detiene titoli di stato.
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Tassa da inflazione: colpisce chi detiene attività nominali non protette da inflazione.
Situazione politica stabile: controllo delle decisioni di politica economica – una parte ha sufficiente potere
per avviare una azione di risanamento: è in grado di imporre ad altri l’onere dell’aggiustamento.
Situazione politica instabile: ogni gruppo
Tre gruppi:
1) Rentiers: detengono ricchezza sotto forma di titoli di stato. Potrebbero esser favorevole all’aumento
delle imposte; sfavorevoli al ripudio.
2) Imprenditori: detengono ricchezza sotto forma di capitale fisico che produce profitti. Si opporranno
alle imposte del capitale, favorevoli al ripudio del debito.
3) Lavoratori: possiedono ricchezza umana che produce i loro salari. Privilegeranno le imposte su
ricchezza e il ripudio del debito.
23/10/2018
Grafico di Pugel secondo cui in alcune situazioni un tasso di cambio fisso può generare un maggiore
benessere.
In autunno/inverno il Canada esporta molto. In primavera/esterno il flusso si inverte.
L’apprezzamento in autunno/inverno avviene poiché c’è una maggiore domanda di dollari canadesi. Nelle
altre stagioni vi è un’inversione, poiché gli operatori necessiteranno di sterlina per pagare le merci inglesi.
Pugel asserisce che se il governo riesce a capire qual è il tasso di cambio fisso da fissare, questo può
generare un aumento di benessere.
Se non avessi fissato il tasso di cambio a 1.60; nella stagione primavera estate, chi deve pagare le
importazioni dall’UK dovrà pagare la sterlina 1.8; ne verranno comprati circa 45 miliardi (spendendo quindi
81 miliardi di $); se il tasso di cambio fosse fisso a 1.60 comprerebbe 50 miliardi con un prezzo di 80; la
differenza è quindi di 1; risparmia di 1. Facendo l’area del triangolo CAD viene fuori 1 che è il risparmio
ottenuto.
Lo stesso ragionamento lo si può fare per la stagione autunno inverno. Gli esportatori hanno sterline; col
tasso flessibile le vendono a 1.4; col tasso fisso a 1.60.
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I triangoli esprimono la variazioni di benessere. In autunno/inverno possono vendere le sterline ad un
cambio più alto; nell’altro caso riesco a comprare sterline a prezzo più basso.
Questo sistema vale quando lo squilibrio è temporaneo.
Nel caso di disequilibrio strutturale queste politiche non sarebbero sostenibili.
Questa situazione non è sostenibile: gli investitori vedono che lo stato sta difendendo il tasso di cambio
cercando di evitare il deprezzamento. Questi cercano in tutti i modi che la moneta si deprezzi.
Caso opposto: continuo accumulo di riserve. Non è comunque una situazione sostenibile.
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Capitolo XV Aree valutarie ottimali – “Optimum currency areas”
Area di libero scambio: eliminazione barriere visibili (dazi).
Unione doganale: politica commerciale comune; decidono una determinata protezione dalle merci
provenienti dall’esterno.
Mercato interno: eliminazione barriere invisibili (barriere tecniche)
Mercato comune: mobilità dei fattori di produzione (capitale e lavoro).
Unione monetaria: alcuni paesi decidono di adottare una moneta comune.
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Unione Monetaria
Integrazione economica: eliminazione delle frontiere economiche fra due o più economie.
Frontiera economica: qualsiasi elemento di separazione che rende lenta o difficile la mobilità dei beni, dei
servizi o dei fattori della produzione.
Processo di integrazione: graduale eliminazione delle frontiere economiche.
Se i prezzi nella stessa valuta la comparazione tra le aree economiche è più semplice.
L’Unione monetaria europea è un area valutaria ottimale?
Quali sono i costi e benefici che derivano dalla partecipazione all’unione monetaria?
Benefici:
Compa