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TASSO DI DISOCCUPAZIONE
2010 2011 2012 2013 2014
Francia 9,7 9,2 9,8 10,3 10,3
Germania 7,1 5,9 5,5 5,3 5
Italia 8,4 8,4 10,7 12,2 12,7
UK 7,8 - - - -
UE 9,6 9,6 10,4 10,8 10,2
USA 9,6 - - - -
Giappone 5,1 - - - -
Spagna 19,9 21,4 24,8 26,1 24,5
SPESA PUBBLICA
196 197 198 198 199 199 200 200
0 4 0 5 0 6 0 6
Francia 34,6 39,3 46,1 52,2 49,8 54,9 51,6 53,5
Alessia Di Leo – Prof. Colangelo – A.A. 2017-2018 22
German 32,4 44,6 47,9 47 45,1 49 45,1 45,7
ia
Italia 30,1 37,9 41,7 50,9 53,2 53,9 46,2 50,1
UK 32,2 44,8 43 44 39,9 42,9 39,1 44,1
UE 31,8 40,7 45,9 49,7 47,7 - 46,3 47,4
USA 27 32,2 31,8 32,2 33,3 -
Giappo 17,5 24,5 32 31,6 31,7 -
ne 2009 2012 2014 2015 2016
Francia 55,6 56,7
German 47,6 46,7
ia
Italia 51,9 50,6 51,2 50,5 49,5
UK 51,7 48,1
UE 50,7 49,3
USA
Giappo
ne
La questione degli anni Settanta
1. La crisi petrolifera: 1973-1980: i paesi petroliferi, che avevano già istituito
l'OPEC nel 1960, decisero di ricorrere al petrolio come arma di ricatto
comportandosi come un cartello: il prezzo del petrolio crebbe da 1$ al barile fino
a 10$ al barile. L'inflazione che si creò fu anche generata dai diversi
orientamenti di politica monetaria tenuti da paesi come la Francia e l'Italia (qui
c'era anche la “scala mobile” a complicare la faccenda). In quegli anni, sempre
per la crisi petrolifera, si parlò di un nuovo fenomeno che fu quello della
stagnazione economica, e in quegli si conio la nuova parola “stagflazione” (ci si
imbatté per la prima volta nella presenza congiunta di questi due fenomeni
economici). Il prezzo del petrolio raggiunse il suo picco nel 1979 in
concomitanza con la crisi iraniana e l'allontanamento dello scià di Persia, con
cui il petrolio si attesterà poco sotto i 40$ al barile.
2. La questione inglese e il primo allargamento della CEE: questo problema
si pone dal ’70 al 73. Nel ’69 si era dimesso De Gaulle, il che ebbe un effetto
positivo soprattutto per la Gran Bretagna che poteva rientrare all’interno della
CEE. Erano cambiate le situazioni politiche, il forte asso franco-tedesco era
venuto meno per il cambio del cancelliere, per cui la Germania rafforzò i
rapporti con l’Unione Sovietica (Ostpolitik). Si creò, quindi, la situazione politica
ideale per l’entrata dell’UK nella CEE. La Gran Bretagna rinuncia a chiedere
modifiche della politica agricola, mentre la CEE propone lo sviluppo di una forte
politica regionale. Le abbiamo già scritte queste cose
Alessia Di Leo – Prof. Colangelo – A.A. 2017-2018 23
3. L'aumento delle risorse proprie della CEE (venne stabilito il primo
contributo obbligatorio a carico dei paesi membri); dopo il suo ingresso ci
furono però polemiche anche in seno alla UK. Innanzitutto nello stesso 1973, per
aumentare le risorse proprie della Comunità, si era deciso di introdurre un
contributo obbligatorio a carico dei paesi membri (pari all'1% dell'IVA), inoltre ci
fu insoddisfazione per la politica agricola imposta, per cui si chiese una
“compensazione” per l'accettazione della PAC richiedendo un ampliamento della
politica regionale (nel 1975 venne aggiunto al Fondo Sociale Europeo del 1957 il
FESR).
4. La fine del sistema di Bretton Woods e la ricerca di nuovi accordi per i
cambi fissi (il “serpente monetario europeo”); se gli USA vollero passare a un
sistema di cambi flessibili, i paesi europei erano invece favorevoli a mantenere i
cambi fissi (in virtù anche dei prezzi agricoli, che era molto più difficile
quantificare con cambi flessibili). Nel 1972 venne concepito il nuovo sistema
monetario noto come “serpente monetario nel tunnel” in quanto composto da
una doppia banda di oscillazione (una prima banda più ampia fa riferimento al
cambio tra dollari americani e monete europee, con un'oscillazione pari al +/-
4.5%; una banda di oscillazione più stretta si richiama invece ai cambi tra paesi
europei, che è la metà rispetto all'oscillazione con il dollaro, +/- 2.25%). Tra il
1972 e il 1973 buona parte dei paesi che vi avevano aderito lasciarono il
serpente, e solo le valute più simili al marco tedesco rimasero in questo
sistema; nel 1979 si costituì poi un nuovo sistema monetario europeo.
5. L'elezione diretta del Parlamento europeo (1979)
6. La fine delle dittature nei paesi del Sud Europa (fine anni Settanta)
29/11/17
Il Sistema Monetario Europeo (SME) venne istituito nel 1979. La ripresa
dell’alleanza franco-tedesca è alla base della nascita dell’SME. Vi erano delle certezze,
soprattutto per quanto riguarda l’Italia, che aveva il problema del recupero della
competitività perché vi era molta inflazione. Date queste incertezze, furono solamente
6 dei 9 paesi membri che parteciparono e firmarono l’intesa di istituzione del SME. Ci
fu però insistenza da parte dei 6 paesi CEE, perché sarebbe stato meglio se il sistema
fosse stato il più largo possibile per cui l’accordo che si ebbe fu quello di rendere l’SME
più flessibile rispetto al sistema di Bretton Woods, così che Italia e Irlanda
acconsentirono ad entrare a far parte dell’SME, la Gran Bretagna però non entrò a
farne parte, così che i paesi furono 8 su 9.
Non c’era più nessuna moneta convertibile in oro, mentre nel sistema di Bretton
Woods il dollaro americano lo era. All’inizio del ‘900 si aveva l’idea che tutte le monete
dovessero essere convertibili in oro, a metà del ‘900 solo il dollaro era convertibile in
oro, alla fine del Secolo nessuna moneta era convertibile.
Le 8 monete partecipanti all’SME dal punto di vista giuridico erano tutte uguali. Il
sistema monetario di cambio era ancora un sistema di scambi fissi aggiustabili.
I capisaldi di questo meccanismo erano: vi era una parità centrale per ogni coppia di
monete partecipanti. All’interno della CEE vi erano cambi fissi, all’esterno cambi
flessibili (?).
Vi era, come nel sistema di Bretton Woods, una banda di oscillazione attorno al valore
centrale, ovvero il valore che si avvicinava di più all’equilibrio di lungo periodo negli
scambi tra le monete. Vi era una banda di oscillazione al cui centro vi era la parità
centrale. Rispetto a Bretton Woods la banda di oscillazione viene più che raddoppiata
Alessia Di Leo – Prof. Colangelo – A.A. 2017-2018 24
(in Bretton Woods era solo + o -1%, adesso diventa + o – 2,25%, e viene prevista
anche una banda straordinaria più alta del + o – 6,5%).
Vi erano, quindi, 3 principali elementi di flessibilità del nuovo sistema (cercarli che non
li ho capiti bene ma sono scritti sopra)
L’ulteriore novità era la maggiore collaborazione tra banche centrali. Mentre prima
operavano in modo indipendente l’una nei confronti dell’altra, con lo SME viene
attuata una maggiore collaborazione attraverso lo strumento del Fondo Europeo di
Cooperazione Monetaria (FECOM). Tutti i paesi partecipanti versavano nel fondo il
20% delle proprie riserve bancarie, per cui il fondo aveva la funzione di strumento
attraverso cui poter operare congiuntamente sul mercato. Il FECOM può intervenire a
favore di una valuta in crisi se tutte le banche centrali sono d’accordo e, inoltre, può
fare dei prestiti alle banche centrali dei paesi in crisi.
Oltre al meccanismo di cambio appena descritto, si istituisce per la prima volta una
moneta comune che non entrerà in vigore, sarà soltanto una moneta virtuale,
(European Currency Unit).
un’unità di conto comune chiamata ECU Non verranno
mai stampate monete in ECU, ma sarà utilizzata come unità di conto comune. I paesi
membri del SME potevano emettere titoli in ECU.
Il valore dell’ECU era calcolato come media ponderata di tutte le monete degli 8 paesi
del Sistema Monetario Europeo. Le monete più forti erano ovviamente più influenti
rispetto a quelle più deboli nel calcolo della media ponderata.
Gli investitori internazionali tendevano a non comprare titoli del debito pubblico italiani
se valutati in lire italiane perché sapevano che la lira era debole e si sarebbe
svalutata. Un modo che l’Italia, come altri paesi deboli, aveva per invogliare investitori
internazionali era quello di emettere titoli in ECU per garantire una certa stabilità.
13/12/17
L’UNIONE MONETARIA EUROPEA
Nel consiglio europeo di Hannover nel giugno 1988 si decide di inserire l’obiettivo
dell’unione monetaria nell’agenda politica della commissione europea. Si decide di
costituire un comitato ad hoc: COMITATO DELORS, perché viene chiamato alla
presidenza lo stesso Jacque Delors.
Compito del comitato è individuare le condizioni entro cui realizzare l’unione
monetaria. Chi partecipa? Governatori delle banche centrali dei paesi membri, non
sono politici, sono tecnici.
Il comitato riprende il vecchio studio che era stato effettuato tra il 1979 e il 1980 dalla
commissione Werner. Si mette in evidenza che questo è un obiettivo ambizioso di
lungo periodo.
Vengono individuate tre fasi fondamentali per la realizzazione:
Non si può realizzare un ‘unica moneta senza un nuovo trattato
Almeno una decina di anni necessari per un cambio di moneta
Progetto molto ambizioso: non si erano mai uniti popoli diversi in un’unica
moneta.
Questo studio viene approvato nel giugno del 1989 nel consiglio europeo di Madrid.
Alessia Di Leo – Prof. Colangelo – A.A. 2017-2018 25
1 luglio 1990 data individuata per l’inizio di questo progetto.
Cos’è l’unione monetaria?
Unione monetaria vs sistema monetario.
Un insieme di paesi decide di dotarsi di una moneta comune e quindi anche una banca
centrale comune e quindi anche una politica monetaria comune.
Sistema monetario europeo ogni paese aveva la propria valuta nazionale e aveva
anche una politica nazionale propria e quindi vi erano 15 politiche monetarie diverse
una dall’altra. Con l’unione monetaria ci sarà anche una politica economica comune.
Quindi non sarà più possibile svalutare la propria moneta nei confronti delle altre
monete dei partner europei per recuperare competitività. Questo sarà dunque
un’importante conseguenza.
Tutti i paesi partecipanti potranno concorrere alla BCE nelle decisioni di politica
monetaria comune.
La politica monetaria viene spostata al primo livello politica sovranazionale
Le 5 fasi della realizzazione dell’unione monetaria europea:
1. Da Luglio 1990 al 1993: liberalizzazione dei mercati dei capitali (rendere
operativo in