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LE DECISIONI SULL’ACQUISIZIONE E L’IMPIEGO DELLE RISORSE PUBBLICHE
LE PRINCIPALI DECISIONI NELL’ACQUISIZIONE E NELL’IMPIEGO DELLE RISORSE
PUBBLICHE I vari livelli di governo presentano delle criticità
decisionali per quanto riguarda la PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA. Le decisioni
di programmazione economico-finanziaria possono riguardare: -IL LIVELLO DI
ESTENSIONE DELL’INTERVENTO PUBBLICO
Ogni livello di governo deve valutare quale deve essere il livello di pressione fiscale e tributaria da
adottare per l’erogazione dei servizi. Un esempio è il modello scandinavo che prevede un elevata
pressione tariffaria e tributaria comportando un ampio welfare e sostegno e sviluppo socio-
economico. Oppure se consideriamo il modello Cina avremo una minore pressione tributaria con
un conseguente calo dei servizi pubblici.
-IL MIX DELLE ENTRATE
Una volta definita l’estensione dell’intervento pubblico è necessario stabilire i mix di finanziamento
che provengono dalle entrate che derivano da: (FONTI) –trasferimenti da enti sovraordinati; i fondi
UE per Stati e Regioni sono utilizzati per riequilibrare gli enti che operano in contesti economico-
sociali svantaggiati e per premiare gli enti che utilizzano in modo più efficace le risorse; -tributi che
sono divisi in: °IMPOSTE che costituiscono un prelievo (solidalistico) non correlato al consumo
diretto del singolo contribuente; °TASSE che vengono pagate dagli utilizzatori del servizio,
indipendentemente dal volume; -tariffe e prezzi sono pagati dagli utilizzatori delle aziende
pubbliche in funzione dei loro consumi; -i redditi che sono prodotti dalla gestione di attività
economiche d’imprese pubbliche o dalla gestione del patrimonio.
La singola amministrazione, in base ai propri poteri istituzionali e al tipo di servizi che eroga, va a
definifre il mix tra le diverse fonti di entrata.
Se la P.A. privilegia la quota proveniente dalle imposte andrà a promuovere maggiormente un
modello redistributivo della ricchezza e dello sviluppo; invece se va a previlegiare prezzi e tariffe
andrà a responsabilizzare i consumatori.
Obiettivo delle singole amministrazioni è di creare un bilanciamento tra le diverse entrate.
–IL MIX TRA SERVIZI A REDDITIVITA’ POSITIVA E NEGATIVA
La P.A. può stabilire quali servizi hanno l’obiettivo di produrre reddito e quali possono essere
erogati accettando eventuali perdite o disavanzi. Nel primo caso si fa riferimento ad attività che
appunto producono reddito più servizi aggiuntivi (come il book-shop); nel secondo caso invece si
fa riferimento ad attività riguardanti servizi di natura sociale che possono, appunto, comportare
delle perdite o dei disavanzi. In ogni caso, ogni ricavo che proviene da iniziative che producono
reddito sarà comunque ricollocato in altri settori.
–LE ALLOCAZIONI DELLE RISORSE CORRENTI
La P.A. deve decidere quale allocazione dare alle risorse correnti. Nelle istituzioni le risorse sono
insufficienti rispetto a quelli che sono i bisogni pubblici e le spese fine. Uno dei problemi che
possiamo riscontare riguarda il decidere la priorità allocativa nel dibattito tra le forme politiche.
–IL LIVELLO D’INDEBITAMENTO DA SOSTENERE
L’indebitamento è utilizzato per:
1-finanziare disavanzi primari, cioè deficit della gestione corrente al netto degli interessi sul debito.
Di norma questo è vietato agli anti locali e consentito allo Stato;
2-pagare gli interessi sui debiti pregressi riducendo così la disponibilità per l’erogazione dei servizi;
3-finanziare nuovi investimenti che contribuiscono ad aumentare il capitale fisico (per esempio
grandi infrastrutture) e il capitale umano (per esempio investimento in istruzione, ricerca,
integrazione sociale). L’indebitamento sarà equo se i benefici prodotti dagli
investimenti sono equivalenti ai costi di rimborso dei prestiti e al pagamento degli interessi.
–LA MODALITA’ PER GESTIRE IL PATRIMONIO PUBBLICO
Le P.A. sono dotate d’importanti patrimoni come infrastrutture pubbliche (ponti e strade), cespiti del
demanio (spiagge), edifici pubblici (scuole), beni storico-artistici (monumenti e musei). Fatto salvo
dei beni demaniali o, quelli definiti per legge “patrimonio disponibile”, che sono indisponibili, ogni
altro bene patrimoniale è alienabile. In passato c’era la logica dell’accumulo e del mantenimento
del patrimonio ma oggi si è affermata una logica di gestione attiva e dinamica del patrimonio
attraverso: -le dismissioni patrimoniali, massimizzando l’utilità sociale e risanando i debiti
pregressi; -le acquisizioni; -gli investimenti. –GLI INVESTIMENTI DA
PRIVILEGIARE
Anche per gli investimenti esiste un importante gap tra bisogni e risorse che impone di definire le
priorità socio-economiche e ambientali. I nuovi investimenti determinano ulteriori costi di gestione
che aumentano la componente fissa nel bilancio. Quindi sarà necessario definire il mix di entrate
sommando tutte le risorse disponibili: tributi, dismissioni patrimoniali, indebitamenti, investimenti.
–I POSSIBILI CARATTERI DECISIONALI
Le decisioni di bilancio sono condizionate da: -EVENTI ESOGENI, come per esempio disastri
naturali; -VINCOLI SOVRANAZIONALI, come per esempio i vincoli dell’UE per l’adesione all’euro;
-SCELTE DETTATE DALLA POLITICA.
Le principali alternative delle decisioni pubbliche sono: assumere una prospettiva di breve periodo
che privilegia il consenso elettorale ad alta visibilità; politiche di bilancio con effetti nel lungo
periodo ad impatto strategico; aggiustamento delle allocazioni storiche anche se questo potrebbe
comportare una caduta del consenso.
Non esiste una soluzione ottimale ma si deve almeno cercare un equilibrio tra equità ed
economicità, tutelando però gli effetti sui gruppi “perdenti”.
–STRUMENTI DI FINANZIAMENTO DELLE P.A.
ENTRATE ORDINARIE: imposte; trasferimenti; ricavi per cessione di servizi; rendite da cespiti o
concessioni. ENTRATE STRAORDINARIE: avanzi di amministrazione; indebitamento;
cessione di patrimonio. –PROCESSO DI BILANCIO E
RENDICONTAZIONE
Il processo di bilancio è costituito da diverse fasi, che sono:
1-PROPOSTA TECNICA, costituita sulla base di: -dati consuntivi; - trend futuri; -fabbisogno
dell’azienda; -indirizzi politici.
2-PROPOSTA DI GOVERNO, cioè un atto pubblico che permette che le informazioni possano
circolare tra i vari gruppi d’interesse.
3-APPROVAZIONE DELL’ORGANO ELETTIVO che approva il bilancio previsionale ex ante e
stabiliscele priorità politiche e l’allocazione delle risorse.
4-MODIFICHE DEL BILANCIO, durante l’esercizio per aumentare o diminuire le entrate o le uscite.
5-PROSPETTI CONSUNTIVI, cioè rendicontazione alla chiusura dell’esercizio per verificare spese
ed entrate ex ante e il riscontro ex post.
Quindi tecnicamente si parla di: -APPROVAZIONE DEL BILANCIO PREVENTIVO; -GESTIONE
DEL BILANCIO; -RENDICONTAZIONE. Le principali caratteristiche di tale processo sono la
durata, la complessità negoziale e la possibile conflittuale, la centralità della fase ex ante.
–L’INFLUENZA DEGLI STAKEHOLDERS NEL PROCESSO DI BILANCIO
Nel processo di bilancio c’è la possibilità di raccogliere quelle che sono le richieste degli
stakeholders organizzati e non. Gli STAKEHOLDERS ORGANIZZATI (definiti lobby) cercano
d’influenzare direttamente, attraverso i mass media e i politici di fiducia, le decisioni degli organi di
governo della P.A.. Questi chiedono di tutelare gli interessi generali e gli
interessi settoriali, territoriali, sindacali o di determinati gruppi sociali. La P.A. deve ascoltare le
diverse richieste e il consenso potrà essere ottenuto con: -la priorità a determinate categorie
sociali; -il sostegno diffuso a tutti gli stakeholders. –
L’INTERDIPENDENZA TRA LE P.A. NEL PROCESSO DI BILANCIO
Le scelte di bilancio possono essere correlate alle scelte di bilancio di altre istituzioni pubbliche.
Nello specifico queste (cioè le scelte di bilancio) dipendono dall’andamento dell’economia andando
poi ad influenzarla.
IL SISTEMA DI PUBBLICO IMPIEGO
Il pubblico impiego è l’insieme delle persone che lavorano nella P.A. e delle regole e dei
meccanismi operativi che definiscono il rapporto del personale dipendente con le amministrazioni
pubbliche. In alcuni paesi, come l’Italia, ci sono delle differenze tra PUBBLICO IMPIEGO e
IMPRESE PRIVATE. Tale differenza discende da tre fattori principali: -origine storica -ruolo svolto
nella società -ruolo svolto nel sistema economico.
Storicamente il PUBBLICO UFFICIALE è quel soggetto che ricopre un pubblico ufficio, inteso
come una serie di poteri sovraordinati, esercitati in nome e per conto della comunità. Per poter
esercitare la sua funzione in maniera imparziale e trasparente deve:
-godere di alcune tutele (la non licenziabilità, l’inamovibilità, una remunerazione fissa, la carriera
legata a criteri oggettivi come l’anzianità) e questo per evitare dei condizionamenti esterni;
-attenersi a regole di comportamento (segreto d’ufficio, imparzialità nell’utilizzo dei poteri);
-essere selezionato sulla base di un concorso pubblico;
essere messo in condizione di esercitare i poteri conferitogli con piena autonomia di giudizio,
indipendenza e neutralità nei confronti di tutti i membri della comunità;
-essere soggetto a forme di controllo sociale.
In Italia la maggior parte dei lavoratori, e cioè il 32% appartiene al comparto scuola, invece, il 22%
a quello sanitario e solo il 19% a quello delle regioni e delle autonomie locali. Nel nostro Paese, le
P.A. hanno avuto un ruolo fondamentale dal punto di vista occupazionale, nel settore pubblico,
soprattutto nelle aree depresse dal punto di vista economico.
RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO
Nel corso del tempo, ai diritti-doveri tipici del pubblico ufficiale sono state aggiunte e/o sostituite
responsabilità riguardanti l’erogazione dei servizi e la soddisfazione dell’utente. Tale cambiamento,
insieme ad alcune definizioni del modello burocratico, ha spinto verso una riforma complessiva del
sistema di pubblico impiego. Ed infatti con il D. Lgs. n.29 del ’93 le basi della riforma del pubblico
impiego sono: °avvicinamento delle regole del sistema del pubblico
impiego al sistema di imprese. In questo caso abbiamo la cosiddetta PRIVATIZZAZIONE DEL
PUBBLICO IMPIEGO, nello specifico il dirigente pubblico ha gli stessi poteri dei dirigenti delle
imprese sulla base di un’unica disciplina: quella del codice civile. Così facendo si riconosce a
quest’ultimo la possibilità concreta di assumersi la responsabilità che tali poteri comport