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Il Common Equity nel Tier 1

La componente prevalente del TIER1 è il Common Equity, composto da:

  • strumenti di capitale (es. azioni ordinarie al netto delle azioni proprie),
  • riserve di utili,
  • riserve da valutazione,
  • utili (- perdite d'esercizio),
  • elementi in deduzione.

Gli strumenti di capitale emessi, per essere computati nel Common Equity devono garantire l'assorbimento delle perdite "on going concern", attraverso il rispetto delle seguenti caratteristiche:

  • massimo livello di subordinazione;
  • possibilità di sospensione del riconoscimento di dividendi/cedole a totale discrezione dell'ente emittente e in modo non cumulativo;
  • irredimibilità;
  • assenza di incentivi al rimborso.

DEDUZIONI: Dal Tier 2 vanno dedotti investimenti significativi e non significativi in strumenti di TIER2 emessi da società del settore finanziario (secondo le indicazioni di vigilanza). Quando è scoppiata la crisi lo Stato si è impegnato

in operazioni di bail-out usando fondi pubblici: con la nuova direttiva queste non sono più permesse poiché sostituite dalle operazioni di bail-in. Tramite la clausola di bail-in, l'autorità di vigilanza ha la facoltà di ridurre il valore degli strumenti di capitale (Tier 1/2) a copertura delle perdite o di convertirle in common equity al fine di assorbire le perdite nel caso in cui la banca sia oggetto di salvataggio pubblico, saranno i possessori di titoli (riconosciuti come capitale regolamentare) che sopporteranno i costi della ristrutturazione della banca in cui hanno investito, e non più lo Stato.

Basilea 3 e i nuovi requisiti patrimoniali: Se si vuole rappresentare la gerarchia dell'assorbimento delle perdite si ha:

  1. CET, Common Equity Tier 1
  2. poi l'AT, Additional Tier 1
  3. e infine, in via residuale il Tier 2.

Inoltre Basilea 3 ha inserito dei nuovi buffer di capitale ("cuscinetti") con l'obiettivo di preservare

risorse patrimoniali durante le fasi di espansione, in contesti favorevoli, per poi attingervi nelle fasi di tensione: sono quindi misure volte a fronteggiare il problema della prociclicità. Questi sono il buffer di conservazione del capitale e quello anticiclico. RIPASSO ULTIMA LEZIONE: Abbiamo analizzato la nozione di patrimonio di vigilanza, cioè un concetto ibrido di patrimonio perché al suo interno incorpora strumenti che assomigliano a strumenti azionari, anche se non lo sono, e questi strumenti vengono anche chiamati strumenti di quasi equity. TIER 1 (patrimonio di primo livello): nel caso di common equity è composto da riserve, utili, equity e da quel capitale che consente ai suoi portatori (azionisti ordinari) di esercitare i diritti di carattere amministrativo che ad essi competono, partecipando a decisioni ordinarie dell'azienda, ma anche di carattere straordinario (fusioni, acquisizioni, aumenti di capitale). L'additional tier 1 incorpora

strumenti che non sono azioni, ma molto simili al capitale di rischio, quindi sono privi di scadenza. Questi un modo per aumentare il patrimonio di vigilanza è rappresentato dal patrimonio di vigilanza e con strumenti di debito che però, permangono a disposizione della banca, ma attribuiscono, come per le azioni, anche discrezionalità all'emittente, soprattutto in termine di remunerazione periodica.

Alcuni di questi strumenti possono essere di tipo CONTINGENT CONVERTIBLE BONDS, o obbligazioni cococo, queste sono obbligazioni convertibili in azioni però in modo contingente al verificarsi du un evento, quindi è in automatico l'emittente che converte l'obbligazione in azione. Vengono convertiti al verificarsi di eventi quali gravi perdite che possono aver intaccato il capitale di rischio.

Nell' Atier 1 troviamo tanti strumenti di quasi equity e tutti subordinati e taluni anche convertibili in azioni al verificarsi di eventi.

Calcolato il tier1

Abbiamo il TIER 2: in questa troviamo titoli di debito, quindi strumenti di debito che però devono avere la caratteristica della subordinazione (o junior), nella misura in cui in caso di perdita della banca, subito dopo il capitale di rischio, vengono intaccati. Sono quindi influenzati dal BAIL-IN. Devono avere una durata minima di almeno 5 anni e come gli altri strumenti del capitale di livello 1, possono essere rimborsati non prima dei 5 anni, se autorizzati da Autorità di Vigilanza. Per poter essere incorporati dentro il TIER 2 devono essere soggetti al bail-in: non devono essere obbligazioni ordinarie o senior. Una volta che abbiamo definito il Tier 1 e tier 2 dobbiamo fare delle deduzioni da ciascuna delle componenti: le più importanti riguardano il CET 1 (perché deduciamo l'avviamento, le altre immobilizzazioni immateriali, le perdite di esercizio, le azioni proprie), poi da CET 1 a AT1 deduciamo strumenti come azioni ordinarie, non ordinarie, titoli.

di debito in cui la anca abbia investito e che siano stati emessi da altri intermediari. (Gl investimenti devono essere significativi e quindi rilevati secondo i criteri di Banca di Italia).

Il vero rilevo di patrimonio di vigilanza (patrimonio regolamentare o fondi propri) è la somma del Common equity Tier 1 (CET 1), additional tier 1 e tier 2.

Basilea 3 introduce anche dei nuovi requisiti patrimoniali:

  • Buffers di conservazione del capitale: (ritenzione degli utili) è costituito da capitale sotto forma di azioni ordinarie (common equity) in misura pari al 2,5% delle attività ponderate, cioè RWA (risk weighted assets), portando il requisito totale del Common Equity al 7% (minimo 4,5%+2,5%). Non è obbligatorio detenerlo ma, in caso contrario, la banca è soggetta a limitazioni nella distribuzione dei dividendi o al riacquisto di azioni proprie. In questo modo si vuole impedire che le banche distribuiscano gli utili che potrebbero essere utilizzati per

coprire eventuali perdite.

Buffer anti-ciclico: costituito in forma di capitale CET. Questo buffer viene imposto perché le banche nel credito tendono ad avere un approccio pro-ciclico (cioè seguono il ciclo economico, si tende a offrire credito nei periodi espansivi e riducono il credito nei periodi recessivi). Quindi le banche nei momenti espansivi dell'economia devono creare un buffer anticiclico per non diventare troppo generosi in termini di credito. Al contrario ci sono momenti in cui il rapporto tra prestiti e più al di sotto del dato medio, devono usare il buffer per fare più prestiti. Questo buffer dovrebbe essere apri al 2.5%. Per l'Italia è pari a 0.

Serve per frenare la ciclicità del comportamento creditizio delle banche e per evitare che le banche facciano troppo credito nei momenti favorevoli poiché questo genera eccessivi rischi nei periodi recessive.

Questi due buffers prevedono che le banche debbano detenere

1 Capital + Additional Tier 1 Capital = 14.990.000 + 1.500.000 = 16.490.000Total Capital = Tier 1 Capital + Tier 2 Capital = 16.490.000 + 3.900.000 = 20.390.000 Requisiti di patrimonio di vigilanza: - Common Equity Tier 1: 4.5% = 0.045 * 20.390.000 = 917.550 - Tier 1 (CET + Additional): minimo 6% = 0.06 * 20.390.000 = 1.223.400 - Patrimonio di base di primo livello: minimo 8% = 0.08 * 20.390.000 = 1.631.200 - Patrimonio totale: minimo 10.5% = 0.105 * 20.390.000 = 2.140.950 (UniCredit paga 1% in più perché è globalmente importante, quindi avrebbe un patrimonio totale dell'11.5%) Esempio per ESAME: Patrimonio netto: - Capitale Sociale (interamente versato): 7.500.000 - Riserva sovrapprezzo di emissione: 3.000.000 - Riserva legale: 4.000.000 - Riserva di rivalutazione: 200.000 - Utile (perdita) di periodo: 290.000 - Strumenti di Tier 2 capital: 3.900.000 - Strumenti di Additional Tier 1: 1.500.000 Common Equity Tier 1 Capital = 7.500.000 + 3.000.000 + 4.000.000 + 200.000 + 290.000 = 14.990.000 Tier 1 Capital = Common Equity Tier 1 Capital + Additional Tier 1 Capital = 14.990.000 + 1.500.000 = 16.490.000 Total Capital = Tier 1 Capital + Tier 2 Capital = 16.490.000 + 3.900.000 = 20.390.0001. Capital + Strumenti di Additional Tier 1 1149000+3900000= 20390000 Patrimonio di vigilanza (numeratore che concorre al requisito minimo di patrimonio) = 16.490.000 + 3.900.000 = 20.390.000 Cet1 / ? >= 4.5% CET1 >= 4.5% (RWA)) questo se usassimo il metodo standardizzato Con il metodo basato sui rating interni: CET1>= 4,5% (PI) Risk Weighted Assets vengono usati e calcolati secondo il metodo standardizzato che ha introdotto Basilea 2 rivisitando Basilea 1. Se invece di usare il metodo standardizzato, si usasse il metodo basato sui Rating Interni allora quel 4.5% etc andrebbe para entrato risorto al valore delle perdite inattese. I REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA PRUDENZIALE: Basilea 2 ha introdotto due approcci per il calcolo del rischio di credito che hanno in comune il rispetto del principio di proporzionalità. 1. Standard approach. L'approccio standardizzato è basato sui rating esterni, ovvero su giudizi sintetici riguardo allasolvibilità rilasciati da agenzie di rating validate dall'autorità di vigilanza (dipartimento dell'ESMA). I giudizi vanno dalla tripla AAA (massima solvibilità, probabilità di insolvenza pari a zero) fino a C. A mano a mano che diminuisce il rating aumenta il coefficiente di ponderazione: si va dal 0% al 150%. Sotto il milione di euro il credito viene detto retail, altrimenti è considerato corporate. L'ultima colonna è "senza rating" poiché ci possono essere delle imprese che non lo hanno richiesto. In questo caso il coefficiente di ponderazione da applicare è sempre 100%: si reputa che il non aver chiesto rating sia per problemi di costi e non di solvenza (problema spesso delle piccole e medie imprese). I mutui che vengono concessi alle famiglie possono essere residenziali (se collegati ad un immobile come prima casa) o non residenziale (altre case). Queste due ultime classi non hanno rating e quindi si applica un.

coefficiente fisso. IRWA sono pari al valore del prestito/credito per il coefficiente di ponderazione relativo. Per esempio se una banca vuole calcolare i RWA relativi ai mutui residenziali prende il totale del portafoglio (1000) e lo moltiplica per il coefficiente di ponderazione (35%). Il RWA sarà quindi 350 (1000x0,35). Per le imprese sarà 750 (1000x0,75). Per i prestiti concessi ad altre banche con rating tripla AAA, il RWA sarà 200 (1000x0,20). La somma dei RWA dei vari portafogli sarà 1300 (350+200+750).

Per vedere se la banca è patrimonializzata, si prendono i suoi fondi propri e li si dividono per il totale dei RWA. Il risultato deve essere maggiore o uguale all'8% (senza contare il buffer di conservazione e quello anticiclico, altrimenti pari al 10,5% a regime). Se ipotizziamo che la banca ha un CET 1 pari a 65, con un RWA pari

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
89 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fra_unicatt_5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di credito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Poli Federica.