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LA BANCA VISTA ATTRAVERSO IL BILANCIO

Il bilancio di una banca è importante perché consente di conoscere l’impatto dell’operatività in termini contabili.

Le banche sono attive su diversi fronti e questo genera una serie di conti di attivi, passivi, ricavi, costi. La finalità principale del

bilancio è quella di fornire una rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda, utile a fini

conoscitivi e decisionali. Di conseguenza tale rappresentazione deve possedere i requisiti della chiarezza, della verità e della

correttezza.

Il bilancio delle banche è stato oggetto di importanti innovazioni normative. L’ultima è quella che riguarda l’attuale struttura che

risulta differente rispetto a quella stabilita dal decreto legislativo del 1992, che ha rappresentato il primo atto normativo in tema di

disciplina del bilancio degli enti creditizi. Il decreto stabiliva, infatti, la struttura obbligatoria del bilancio bancario precisando quali

fossero i documenti costitutivi. Questi ultimi venivano identificati come segue:

Stato patrimoniale;

• Conto economico;

• Nota integrativa;

Corredato dalla Relazione degli amministratori sulla gestione. Accompagnato dalla Relazione del collegio sindacale e dalla Relazione

della società di revisione

Nel 2005 profonda trasformazione. Sono cambiati:

stato patrimoniale

1. conto economico

2. nota integrativa

3. relazione degli amministratori sulla gestione

4. prospetto della redditività complessiva, nasce perché la questione dei principi contabili internazionali introduce concetto di

5. valutazione al fair value, dove ci sono anche variazioni di valore che fanno parte della redditività e non presenti nel CE. In

questo prospetto è presente tutta la redditività della banca

prospetto delle variazioni del PN, riporta tutte le componenti per mostrare come la banca possa far aumentare il proprio valore

6. economico

rendiconto finanziario, principi di flusso di cassa

7.

A partire dal 2005 le banche italiane sono tenute a redigere il bilancio consolidato secondo i principi contabili internazionali (IAS/

IFRS). Dal 2006 l’obbligo è esteso anche alla redazione del bilancio individuale.

Tutto ciò è frutto di un processo di armonizzazione a livello comunitario:

- Direttiva 2001/65/CE: introduce nella normativa contabile comunitaria sia a fini valutativi sia a fini di informativa di bilancio il

principio del fair value (che cerca di dare un valore che non è necessariamente quello di mercato, ma quello “ideale” se le

condizioni fossero di tipo normale, senza ad esempio nessuna costrizione). Tale criterio sostituisce il criterio al costo storico.

- Direttiva 2003/51/CE: completamento dell’armonizzazione con i principi contabili internazionali.

In Italia la normativa è stata recepita dal decreto del 28 febbraio del 2005 (noto come decreto IAS).

Con specifico riferimento alle aziende bancarie occorre richiamare la Circolare Bankitalia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Bilancio

bancario: schemi e regole di compilazione” (aggiornata nel novembre 2009) e i documenti congiunti di Banca d’Italia, Consob e

Isvap per l’applicazione degli IAS/IFRS.

Gli IAS modificano tutto l’impianto delle informazioni di bilancio con effetti particolarmente significativi sulla configurazione dello

stato patrimoniale e del conto economico. Con riferimento agli strumenti finanziari, gli IAS impattano sui criteri di:

- Classificazione per portafogli omogenei di attività a seconda della finalità di detenzione

- Contabilizzazione;

- Valutazione.

Alcune innovazioni:

- Classificazione degli strumenti finanziari in funzione della finalità per cui sono detenuti (negoziazione, detenzione fino a scadenza,

disponibili per la vendita)

- Introduzione del concetto di fair value (prezzo quotato o altro valore determinato attraverso specifiche tecniche di valutazione).

Ciò significa valorizzare le voci al valore di mercato corrente delle stesse.

- Investimenti in titoli di capitale inseriti nelle partecipazioni solo se detenute per finalità di controllo o di interesse nella gestione

della partecipata

- Si rinnova il concetto di partecipazione laddove il concetto di partecipazione non riguarda solo quelle di controllo, ma anche quelle

minoritarie, purché strategiche.

- Gli accantonamenti ai fondi rischi non possono essere generici ma il risultato di una stima attendibile di un esborso collegato a un

preciso evento

- Gli strumenti derivati devono essere rilevati sopra la riga indipendentemente dalla loro finalità di utilizzo (speculazione/copertura)

- Divieto di modificare da un esercizio all’altro i criteri di redazione del bilancio

La rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria deve possedere i requisiti di chiarezza, veridicità e

correttezza.

Devono essere rispettati i principi della continuità aziendale e della competenza economica.

Altri principi: significatività, comprensibilità, attendibilità e comparabilità, divieto di compensazione tra attività e passività / costi e

ricavi, il mantenimento dei criteri negli anni.

Fair value

Il criterio prioritario di valutazione delle poste del bilancio è quello del fair value (corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere

scambiata, o una passività estinta, in una libera transazione tra parti consapevoli e indipendenti).

L’introduzione del fair value rappresenta uno dei più significativi cambiamenti prodotti dall’adozione degli IAS nella predisposizione

del bilancio, nella contabilizzazione delle attività finanziarie e in quella dei derivati.

Tale metodologia di valutazione ha sostituito il criterio del costo quale principale misura per un numero crescente di poste

finanziarie, ovvero il valore nozionale utilizzato per la rilevazione dei derivati.

- La determinazione del fair value può avvenire secondo diverse modalità: è facile intuire che l’esistenza di un mercato attivo su cui

sono rilevabili dei prezzi rappresenta la via più diretta di determinazione del fair value di una attività finanziaria.

- Se non vi è un mercato attivo, il fair value è determinato utilizzando una “tecnica di valutazione”, con l’obiettivo di stabilire quale

sarebbe stato il prezzo dell’operazione alla data di valutazione in una libera transazione a normali condizioni commerciali.

- Le tecniche di valutazione includono l’utilizzo di recenti operazioni di mercato normali tra parti consapevoli e disponibili, se a

disposizione, il riferimento al fair value corrente di un altro strumento che è sostanzialmente lo stesso, analisi tramite flussi

finanziari attualizzati e modelli di prezzo delle opzioni

La gerarchia del fair value

È prevista una scala gerarchica valutativa suddivisa in 3 livelli:

se lo strumento finanziario è quotato in un mercato attivo (liquido, con un numero elevato di operazioni)

1. se il fair value è misurato sulla base di tecniche valutative diverse dalle quotazioni con parametri osservabili sul mercato. La

2. tecnica di valutazione, ha l’obiettivo di stabilire quale sarebbe stato il prezzo dell’operazione alla data di valutazione in una libera

transazione a normali condizioni commerciali

se il fair value è misurato sulla base di tecniche valutative diverse dalle quotazioni con parametri non osservabili sul mercato

3. (senza aggiustamenti) rilevato su un mercato attivo (livello 1);

Lo stato patrimoniale Lo stato patrimoniale attivo

L’attivo nello stato patrimoniale è diviso

nella sezione delle attività fruttifere (quelle

che generano o interessi attivi, o guadagni

in conto capitale, oppure dividendi) che

vanno dalla voce 10 alla 100 e delle attività

non fruttifere (attività immateriali e attività

materiali) che vanno dalla 110 alla 140. Poi

c’è la voce altre attività dove ci sono ad es.

gli investimenti che la banca ha fatto in

oro, pietre preziose.

Le voci sono esposte secondo un ordine di

liquidità (per l’attivo) e di esigibilità (per il

passivo e netto) decrescente.

La somma delle voci aggregate costituisce

il totale delle attività.

Attività e passività sono esposte per

portafogli IAS

Voci aggiuntive/ raggruppamento sottovoci

10) Cassa e liquidità disponibili

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce:

- le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere

- i depositi liberi (conti di deposito non legati all’obbligo di riserva obbligatoria che le singole banche cercano di aprire presso la

banca centrale del paese, in cui immette un po' di liquidità)

20) Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Questo portafoglio è un raggruppamento di strumenti finanziari o attività finanziare che hanno in comune quello di essere destinati

alla negoziazione. La banca le detiene per fare trading, per speculare e per guadagnare. Possono essere titoli, azioni, o strumenti

finanziari. Comprende i titoli di debito e di capitale ed il valore positivo dei contratti derivati detenuti con finalità di negoziazione.

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e di capitale ed alla data di

sottoscrizione per i contratti derivati.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value, senza considerare i

costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività e passività finanziarie (voce 40 del passivo) detenute per la negoziazione sono

valorizzate al fair value. Gli effetti dell’applicazione di tale criterio di valutazione sono imputati nel conto economico (voce 80).

30) Attività finanziarie valutate al fair value

La voce “Attività finanziarie valutate al fair value” (voce 30 dell’Attivo) include gli strumenti finanziari designati a tale categoria in

applicazione della Fair Value Option (FVO).

Le attività son valutate al fair value a seconda che gli strumenti siano quotati o meno. Più è elevata la complessità, meno ci saranno

mercati di riferimento è dunque maggiore sarà il processo di negoziazione. Quanto più una banca è attiva con strumenti finanziari e

portafogli valutati al fair value, più la sua redditività sarà legata all andamento del mercato.

L’inclusione di attività finanziarie in questa classe è volta ad eliminare distorsioni causate da altre classificazioni (migliore

informativa) o/e rendere possibili allocazioni più coerenti con specifiche politiche aziendali (gruppi di attività/p

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A.A. 2017-2018
37 pagine
8 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LeleAlbo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di credito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Oriani Marco.