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E
quella quantità Q - l'unità marginale determina il prezzo
E
con cui tutte le unità vengono scambiate.
Se ribaltiamo il prezzo sull'impresa, siamo di fronte ad un
prezzo che è superiore al prezzo medio minimo.
In questa circostanza, l'impresa è soddisfatta della sua produzione poiché il prezzo ripaga interamente i costi.
Questo garantisce che nell'unità temporale successiva l'impresa ci sia ancora (non produce in perdita). Quale
quantità conviene produrre all'impresa, X o Y? Se l'impresa producesse più di Y, il costo medio supera il pezzo e
quindi non è ragionevole spingersi oltre. La quantità ottimale che conviene all'impresa non è spingersi fino ad
Y. Questo perché è vero che si è aumentata la produzione ed il prezzo ripaga ancora i costi di produzione
(anche il profitto dell'impresa). Però oltre questo non ottiene. La produzione deve fermarsi ad X alla differenza
tra il prezzo ed il costo medio di produzione chiamato anche profitto unitario.
Dato il prezzo P , e date le curve dei costi, l'area tratteggiata nel grafico è il profitto che l'impresa in quell'unità
E
di tempo, guadagna attraverso la produzione. Tale area, sia se ci muoviamo verso destra o sinistra si riduce. Sia
se si riduce di più o di meno di Q* fa si che si riduca il profitto unitario.
L'impresa ferma la produzione ad X, tuttavia accade che l'impresa ottiene un profitto superiore al normale
(quello normale è già incluso nel costo medio). Il profitto si comporta come un segnale sul mercato verso altre
imprese, che a questo punto potranno cercare di entrare nel mercato per ottenere lo stesso profitto. Se chi
produce il bene ottiene determinato profitti, prima o poi altre imprese vorranno entrare in quel mercato,
attratte da quei profitti.
Un maggior numero di imprese all'intero di quel mercato, si traduce in uno spostamento della curva di offerta
verso destra S'. A questo punto, per ogni unità di tempo, ci sono più imprese, sono aumentate le quantità
prodotte. Per ogni livello di prezzo vi è un quantitativo maggiore di unità prodotte messe sul mercato dalle
imprese.
Se la domanda dei consumatori non cambia, la curva D rimane invariata ed il nuovo punto di incontro tra S' e D
determina Q e P l'offerta è aumentata, ma la domanda è rimasta inalterata. A questo punto si può
E' E'
confrontare nuovamente il prezzo con l'impresa. E' coincide con il punto di minimo della curva del costo medio.
Accade che l'impresa continua a vendere la produzione Q* ad un prezzo tale da ripagare i costi di produzione,
più il profitto normale. A questo punto non c'è più l'extra profitto (area tratteggiata). Non c'è più quel segnale
che portava all'ingresso di nuove imprese. Al tempo '' non dovrebbe esserci più un ulteriore spostamento verso
destra della curva di offerta. Se non cambia la D, il mercato determina sempre lo stesso P. Il P cambia se
cambia S, D o entrambe. S cambia in ragione del numero di imprese presenti:
- se aumentano le imprese, la curva D si sposta verso destra;
- se diminuiscono le imprese sul mercato, la curva D si sposta verso sinistra.
–
Economia delle attività terziarie Primo semestre (12CFU)
Anche D può cambiare:
- se aumenta, lo spostamento è verso destra;
- se diminuisce, lo spostamento è verso sinistra.
La D può cambiare se:
- è aumentato dimensionalmente il mercato, ma questo non avviene da un momento all'altro;
- i consumatori assegnano a quel bene, un maggior valore. Questo si legge come uno spostamento della curva
verso l'alto D''. A parità di quantità acquistate, la singola vale più di prima
Si parla di punto di equilibrio, nel senso che non vi è nessun
incentivo che nasca da caratteristiche interne al mercato che
porti a modificare tale posizione. Se si arriva ad E per trovare
un nuovo equilibrio, occorre o che cambi S o D. S non può
cambiare (dal punto di vista di numero di imprese perché non
ci sono profitti) potrebbe cambiare solo in presenza di un
cambio tecnologico (cambio di tecniche utilizzate, tecnologie
usate dalle imprese...) oppure cambia perché cambia la D
(aumenta/si riduce il numero dei consumatori, aumenta il
valore che il consumatore assegna al bene..).
Quello che può accadere è che Q può essere tale da non
E
generare extra profitto, bensì solo il profitto normale; è
possibile che nella realtà sia solo un punto ideale. E' possibile
che i mercati si trovino ad attuare percorsi di progressivo
avvicinamento verso il punto di equilibrio.
Questo perché:
- solitamente si immaginano tali curve come delle parabole, ma molte volte è probabile che non lo siano ed è
possibile che tali curve siano fatte:
non esiste un punto di minimo "unico". Per questa impresa c'è un
range di produzione ottimo, non uno in particolare.
- in un mercato che ha tali caratteristiche (di D ed S) si ipotizza che
siano imprese abbastanza piccole. Questo implica che non basta
un'impresa sola per spostare la curva d'offerta.
- se l'impresa fallisce, il mercato non dovrebbe risentirne.
- vi è libertà d'ingresso ed uscita dal mercato - non è difficile;
- vi è perfetta informazione - se ci si vuole dedicarsi a quella
determinata attività si può capire come farlo al meglio (quali,
dove prendere materie prime, macchinari, manutenzione...)
Tutte queste caratteristiche che definiscono un mercato di
concorrenza perfetta, non sono aspetti facili da trovare. Molte attività produttive presuppongono complessi
aziendali sufficientemente grandi (impresa automobilistica).
Dal punto di vista della domanda, anche i consumatori non possono incidere sul prezzo in base alle singole
quantità acquistate. E' il mercato in cui si incontrano S e D a determinare il prezzo.
Se la curva S si sposta in S'' e che quindi il prezzo scende tanto da essere più basso del costo medio minimo. In
questo caso all'impresa conviene non produrre più. Se non produce, avrà costi quasi mai =0, avrà costi ma
quanto meno non dovrà sostenere i costi variabili.
Modello di concorrenza perfetta è quello più quotato, poiché se valgono le ipotesi alla base, questo è il
mercato in grado di autoregolarsi e di individuare le imprese più efficienti. Quelle che hanno costo medio
minimo maggiore del prezzo, smetteranno di produrre e probabilmente usciranno dal mercato - falliranno.
Chi resta nel mercato sono coloro che hanno costi di produzioni più bassi o al limite pari al prezzo di mercato.
La concorrenza perfetta garantisce che sul mercato siano presenti le impresi migliori dal punto di vista
dell'efficienza. –
Economia delle attività terziarie Primo semestre (12CFU)
A qualunque impresa interessa produrre a costo medio minimo, poiché tale ricerca è garanzia del fatto che al
limite sarà l'ultima ad uscire dal mercato nel caso in cui il bene non interesserà più a nessuno.
In tale ricerca del costo medio minimo, vi sono comunque dei limiti (vincoli normativi, contrattuali...), i quali
possono far sorgere problemi in termini internazionali. Ad esempio può far sorgere problemi di dumbling: se la
competizione avviene tra imprese che producono in posti diversi del mondo con regole differenti, tali regole
possono incidere sui costi di produzione (questo può dar luogo a fenomeni di delocalizzazione produttiva - fare
come i concorrenti ed andare alla ricerca di aree con meno vincoli, ad esempio).
Per quanto riguarda il monopolio, l'impresa fissa il prezzo ed ha interesse a limitare la produzione nel tentativo
di rendere massimo il profitto. Quello che manca è l'incentivo ad entrare, non è perché manchi, ma poiché
spesso è protetto e quindi non può esserci concorrenza.
La domanda di beni rivali
La curva di domanda complessiva di mercato si forma come somma orizzontale delle curve di domanda
individuali (singoli soggetti o categorie, che esprimono disponibilità a pagare per quantitativi crescenti del
bene). La curva indicata in rosso è la D. Il mercato è l'insieme dei gruppi Q Q . La domanda si svolte sommando
1 2
quello che pagherebbero. Abbiamo due curve di domanda; per ciascun livello di prezzo, si guarda la
quantità che sono disposti ad acquistare il gruppo 1 e 2 per il medesimo prezzo.
In questo specifico caso X è la quantità che complessivamente sono disposti ad
acquistare.
Se aumentano i consumatori la curva si sposta a destra.
La domanda di beni non rivali
La curva di domanda complessiva di mercato si forma come somma verticale delle curve di domanda
individuali. Si guardi per ogni quantità il valore assegnato dal gruppo Q e Q . Il valore è la
1 2
somma delle due ordinate. Si va a vedere qual è il valore assegnato per ogni
quantità da entrambi i gruppi che compongono il mercato. Vi è un tratto in qui la
curva D corrisponde alla curva Q perché per quel prezzo specifico, il gruppo non
2
era disposto a pagare quella cifra Q ; il gruppo 1 non è più interessato
1
all'acquisto e rimane il gruppo 2.
Nel caso specifico di beni non rivali, la disponibilità a pagare dei soggetti è
piuttosto bassa. Al di là della possibilità che si verifichino comportamento di
free-rider (non si dichiara la reale disponibilità a pagare) o meno, il valore è fatto
di curve tutte molto vicine all'origine degli assi. Se per il singolo la disponibilità è
bassa la somma verticale rende la produzione del servizio economicamente
conveniente. L'utilità assegnata complessivamente a quel servizio è maggiore del costo di produzione di quel
servizio. Se quella produzione si offrisse come una produzione normale (come se non ci fosse un problema di
non rivalità nel consumo), chiedendo ai singoli di pagare, il prezzo richiesto ai singoli sarebbe più alto della loro
disponibilità a pagare. Complessivamente è conveniente che vi sia questa produzione, ma il prezzo che ognuno
sarebbe disposto a pagare non sarebbe in grado di ripagare il costo di produzione.
In queste situazioni, in genere la riposto era la produzione attraverso
- il settore pubblico;
- oggi si preferisce dire che tali servizi vengono offerti dalla fiscalità generale.
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Economia delle attività terziarie Primo semestre (12CFU)
Lezione del 3/11/2017
1. BENI DI MERITO
Beni pubblici e beni di merito
• Beni pubblici --