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C R R CR e la propensione al consumo
C R R CR si riferisce al reddito, ed è uguale a un rapporto di rapporti, variazione percentuale del consumo e variazione percentuale del reddito. Come il consumo reagisce all'avariazione del reddito. Dal secondo uguale è perché la formula può essere scritta in un altro modo. Delta c su delta r è la propensione marginale al consumo, mentre r su c è la propensione media al consumo (quota di reddito destinata al consumo). Il reddito disponibile può essere usato soltanto in due modi dalle persone: per acquistare beni di consumo o per risparmiare, cioè rimandare il consumo per una spesa successiva. R = C + S (save = risparmio, che viene letto come la scelta di rimandare ad un successivo momento il consumo). La propensione marginale al consumo è come varia il consumo al variare del reddito. Per comprendere il significato di elasticità: l'elasticità è una misura adimensionale, molto utilizzata in economia.
Perché permette facili confronti sia all'interno di uno stesso mercato sia in mercati diversi, ed è ad unità di misura adimensionale. In genere si applica a domanda e offerta, e mostra come una variabile risponde alle variazioni dell'altra. Si immagina una variazione causale tra due variabili e attraverso la misura di elasticità possiamo capire come risponde una variabile al variare dell'altra. Di fatto misura la variazione percentuale di una variabile derivata dalla variazione percentuale di un'altra variabile. Nella curva reddito consumo possiamo trovare valori di elasticità maggiori di uno che stanno ad indicare un bene di lusso, tra 0 e 1 e qui siamo di fronte a un bene normale, minore di 0 sta a indicare la presenza di beni inferiori.
Ulteriore classificazione di beni e servizi: Nelson distingue le produzioni in base alla capacità del consumatore di comprendere il reale valore di ciò che acquista. In economia assumiamo che gli
Gli agenti sono perfettamente razionali, cioè attuano sempre un comportamento ottimizzante. Nel caso specifico parliamo di consumatori: un consumatore acquista un bene a patto che la soddisfazione che trae da quel bene sia maggiore o pari al prezzo che gli viene chiesto di pagare. Se il consumatore è perfettamente razionale non accetterà mai di comprare un bene per il quale otterrà una soddisfazione inferiore al prezzo che dovrà pagare per acquistarlo. Se la disponibilità a pagare è minore del prezzo non deve acquistare - comportamento irrazionale. Partendo da questa assunzione generale di agenti economici razionali, possiamo distinguere i beni come beni ricerca, beni per i quali è sufficiente il confronto perché il consumatore si faccia un'idea buona del valore di questi beni, quindi qual è l'utilità che può trarre da questi beni; beni experience, cioè beni/servizi che vengono
Apprezzati realmente solo dopo aver effettuato l'acquisto, prima del consumo o prima di fare esperienza di quel bene il consumatore può farsi un'idea che però è soggetta ad un'incertezza (es. cinema, musica); beni credence per i quali nemmeno l'esperienza permette di apprezzare totalmente il valore di quei beni, solo nel lungo periodo si capisce se quel bene è valso il prezzo che è stato pagato oppure no (es. istruzione), qui è presente una forte asimmetria informativa tra chi acquista il bene e chi lo produce. I servizi rientrano molto di più nella seconda e terza categoria di beni piuttosto che nella prima. Quindi abbiamo a che fare con produzioni che hanno un'asimmetria informativa, perché il consumatore non è mai certo su quello che vorrebbe acquistare. Quando un consumatore si trova in una situazione di asimmetria informativa per cautelarsi abbassa il proprio prezzo di riserva.
(la7disponibilità a pagare per l’acquisto di quel bene). Se l’asimmetria informativa è moltoforte possiamo anche trovarci con nessun consumatore disposto a pagare per un certoservizio. Ci può quindi essere una selezione nel mercato di beni/servizi di qualitàinferiore. Si può ovviare, per ridurre sull’asimmetria informativa occorre lavorare sullafiducia, perché è proprio la fiducia, la conoscenza tra chi offre la domanda e chi lariceve che permette l’acquisto anche in condizioni di asimmetria informativa. Quandoparliamo di produzione o servizi il consumatore non è quasi mai in grado di valutare exante il valore di questi servizi.
Beni pubblici e beni di merito
Bene privato: si intende un bene con rivalità nel consumo, cioè un soggetto consumaun’unità di un bene generico, quell’unità non è più disponibile per un altro soggetto,quindi i consumatori sono
rivali nel consumo. Un'altra caratteristica del bene privato è l'escludibilità dal consumo che implica il fatto che il prezzo permette l'acquisto soltanto a coloro che sono disposti a pagare quel prezzo. Se disposti a pagare un prezzo inferiore non si può acquistare quel bene, quindi il prezzo esclude tutti coloro che hanno una disponibilità a pagare inferiore al prezzo. Non tutti i beni presentano queste caratteristiche, Hume individua una serie di beni la cui produzione non è vantaggiosa per il singolo individuo ma per la società nel complesso, e quindi questa categoria di beni può essere offerta solo tramite un'azione collettiva. Il singolo non ha incentivo a realizzare quel tipo di attività e di beni. Occorre attendere la metà del 900 per definire i beni pubblici puri: beni consumati collettivamente, se viene meno la caratteristica dell'escludibilità è possibile mettere in atto dei.comportamenti di free riding, soggetti che utilizzano comunque il bene ma non manifestano alcuna disponibilità a pagare, e si può fare in quanto non è un bene escludibile. Tipico esempio: illuminazione pubblica.
Una parte dei servizi finanziati dalla fiscalità generale presentano queste due caratteristiche di non escludibilità e non rivalità nel consumo. Il costo marginale è pari a 0. Inoltre, si considerano beni di merito tutti i servizi offerti dalla collettività ma che non hanno le due caratteristiche contemporaneamente.
Incrociando le due caratteristiche di non escludibilità e non rivalità si ottengono quattro tipi di beni:
- Beni privati
- Beni pubblici
- Beni tariffabili (beni di club, per i quali non vale la caratteristica di rivalità e c'è la possibilità di escludere dal consumo, la tariffa garantisce l'escludibilità, tuttavia non vi è rivalità nel consumo)
Domanda di mercato nel caso di beni rivali
Ascisse quantità scambiate e ordinate i prezzi. Sono presenti due curve Q1 e Q2, sono due soggetti interessati all'acquisto di uno stesso bene. Hanno disponibilità diverse a pagare e quindi ci sono due curve di mercato. L'acquisto di una o più unità da parte di un soggetto toglie la disponibilità di acquisto di un altro soggetto. Il soggetto 1 e 2 competono per accaparrarsi il bene. La curva di domanda di mercato è data dalla relazione prezzo quantità che somma in senso orizzontale le domande dei singoli individui (curva di colore rosso).
Ogni livello di prezzo si sommano le quantità domandate dal soggetto 1 e 2, questa somma sarà la domanda di mercato per quel livello di prezzo. Questo è il motivo per cui c'è un tratto di questa curva che coincide con la domanda del soggetto 2, perché per quel livello di prezzo il soggetto 1 non acquista. Qui è come si forma la domanda per i beni rivali.
Se non vi è rivalità di consumo vuol dire che la stessa quantità può essere fruita sia da uno che dall'altro. È sempre la somma della domanda 1 e 2, ma è una somma verticale perché la stessa quantità può essere fruita da entrambi i soggetti, quindi si somma il valore assegnato. Questo fa sì che la curva presenti un tratto coincidente con quella di uno dei due soggetti. Quando siamo di fronte a beni non rivali, il valore della singola unità del bene è dato dal valore che tutti assegnano a quell'unità.
Seabbiamo tantissimi soggetti sposterà la curva di domanda di mercato molto in alto nelnostro grafico.Beni di merito
Nel '59 introducono un'ulteriore specificazione: distinzione tra beni sociali e beni dimerito, cioè i beni che possono essere offerti dal mercato ma che i consumatori acquistano in misura inferiore in quanto più interessati ad altri tipi di acquisto. I beni dimerito sono divisibili. Questi diventano beni pubblici se vengono ritenuti così meritevoli che loro soddisfazione si provvede con la finanza pubblica. E vengono offerti in misura superiore rispetto a quanto farebbe il marcato. Rendendoli pubblici i soggetti potrebbero acquistarli in maggior misura. Un esempio è l'istruzione: non c'è la necessità di produrre il servizio come bene pubblico, ma ci sono delle preferenze dei consumatori che porterebbe i singoli a usufruire del servizio in maniera inferiore rispetto a quello che sarebbe utile. Un altro
esempio è il sistema pensionistico. Si impone una modifica delle scelte individuali perché si ritiene che il singolo non