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INTERAZIONE TRA IMPRESE

ICF: interazione cliente - fornitore.

Il rapporto tra l’impresa e il proprio cliente deve essere considerato come un vantaggio, una

delle più importanti risorse informative per l’ideazione di innovazioni o anche di semplici

modifiche; tanto più poi il task environment è dinamico ed incerto, tanto più i rapporti stabili e

duraturi instaurati con i clienti e con i fornitori, riduce i costi di transazioni, di asimmetrie

informative, di selezione avversa (ex ante), di moral hazard (ex post) o ancora di comportamenti

opportunistici.

Interazioni verticali e orizzontali.

Per verticali intendiamo quelle relazioni tese all’innovazione attraverso l’interazione per fasi

di due o più imprese per la realizzazione dell’attività innovativa (eventualmente

successive

favorita anche da una vicinanza geografica e soprattutto culturale che riduce gli attriti durante il

dialogo); da intendersi come cooperazione lineare e sequenziale.

Quelle orizzontali invece sono le cooperazioni che avvengono in maniera integrata e

simultanea, dove è presente maggiore fiducia, stabilità e meccanismi di competizione che

stimolano la crescita e l’innovazione.

Le istituzioni di ricerca scientifica e il sistema educativo

Settori innovativi a technology-push: elettricità, radio e televisione che hanno risentito delle

scoperte nei campi science-based.

Settori innovativi a demand-pull: settore chimico e aeronautico; le innovazioni nel settore

produzione hanno trainato e attratto la scienza verso nuovi campi da esplorare.

Il settore delle transfer sciences (chimica, ingegneria, elettrica, ottica, scienze informatiche, etc

etc) invece, riveste un ruolo più particolare, poichè viene finanziato direttamente dalle grosse

industrie del settore le quali hanno dei forti interessi economici per l’innovazione e il loro

sfruttamento commerciale. E’ nelle università e nel sistema educativo in generale in cui le

industrie investono per il miglioramento delle competenze tecnico-scientifiche, e nei centri di

ricerca privati e pubblici in cui si tenta di allargare la frontiera della conoscenza. Si è sviluppato

negli ultimi periodi infatti il cosiddetto third stream: ovvero il trasferimento tecnologico delle

competenze tecnico-scientifiche e della cultura, dalle università e i centri di ricerca, allo

sfruttamento economico delle nuove idee che lì nascono.

Sistema finanziario

La possibilità di non finanziamento di progetti validi di ReS, a causa di fallimenti di mercato

(asimmetria informativa, moral hazard o selezione avversa) è la falla a cui il sistema finanziario

cerca di porre rimedio; questo fa si che un finanziatore si veda ridotto il rischio dell’investimento

a lungo termine in un progetto di ReS. Abbiamo però anche casi opposti, ovvero la

speculazione nei mercati borsistici, che influenzano le decisioni di breve e medio periodo, e

inevitabilmente anche tutte le altre con un effetto domino. Molto spesso, per gli investimenti nel

lungo periodo, le garanzie chieste in cambio sono l’ autonomia da parte del management

dell’impresa finanziata in modo da determinare un controllo maggiore sull’utilizzazione dei fondi

appena stanziati; qui come detto prima, nel rapporto con clienti e fornitori, la fiducia, la stabilità

e la longevità del rapporto, può non bastare e agli investitori interessa ridurre o diversificare il

rischio: un caso è quello delle venture capital che preferiscono un portafoglio di investimenti in

molte e diverse startup, piuttosto che grossi investimenti in imprese consolidate.

Il governo e la politica tecnologica

Le politiche tecnologiche perseguite dai vari governi, sono quelle tese alla creazione e sviluppo

di tecnologie specifiche, come nel caso del sostegno a specifiche imprese oppure di

infrastrutture specifiche che promuovono il cambiamento tecnico (banda larga). Generalmente,

più di un terzo degli investimenti in progetti ReS è finanziato dal governo per scopi

dell’elettronica è avvenuta dopo molte

prevalentemente militari: infatti la diffusione commerciale

innovazioni elettroniche per usi prettamente bellici (soprattutto nei paesi occidentali, meno in

Giappone dove si è puntato sullo sviluppo dell’industria nazionale; il MITI infatti - min. del

e dell’industria

commercio internazionale - ha orientato le politiche di investimento sul lungo

periodo quali la creazione di elevate competenze e tecnologie avanzate). Oltre a questi, gli

investimenti nel sistema educativo sono quelli più frequenti per influire sulla competizione tra

imprese innovatrici.

Politiche anti-trust e della proprietà intellettuale

Leggi sulla difesa delle proprietà intellettuali (brevetti e licenze) incentivano le imprese a

intraprendere nuovi sentieri innovativi - purchè non sia troppo stringente; politiche anti-trust

negli USA hanno favorito l’entrata nel mercato di numerose imprese in settori ad alta

opportunità tecnologica come la micro elettronica e ha scoraggiato dall’altra parte la creazione

di monopoli con dipartimenti ReS staganti.

Il paradosso europeo

L’europa mostra una performance scientifica migliore della propria performance tecnologica

rispetto agli USA, con la presenza di una debolezza relativa nelle discipline scientifiche nuove ,

scarsi investimenti in ReS e un basso un numero di ricercatori e ingegneri. Un circolo vizioso

che scoraggia sempre di più la ricerca dell’’innovazione. Vantaggi ci sono nel settore dei

macchinari industriali, auto, chimica e aeronautica; svantaggi invece in elettronica e

biotecnologie.

Sistemi Regionali Di Innovazione

I “milieux innovateurs”. Ambienti innovativi.

L’approccio innovativo del GREMI (Groupe de recherche europeen sur le milieux innovateurs) è

l’attenzione sul processo innovativo: lo sviluppo di una regione sarebbe causato dalla capacità di

stimolare le iniziative locali e di incentivare la creazione di nuove imprese, tutto questo al fine di creare

un’atmosfera dinamica ed innovativa a livello locale.

Questo scenario è caratterizzato dalla presenza di un insieme di attori locali che, avendo un know-how

molto simile o a volte complementare, convergono quasi sugli stessi obiettivi sviluppando business molto

simili , sfruttando simili opportunità.

Le logiche prevalenti nel milieu sono infatti quelle di interazione (creazione di innovation networks, di

cooperazioni esplicite non fondate sulle classiche logiche di convenienza commerciale) e di

apprendimento dinamico (una capacità di interiorizzare i cambiamenti del task environment, di adattarsi e

sfruttare il piu possibile le tendenze e il cambiamento come vantaggio competitivo).

Il territorio non deve essere considerato come un dato, ma come il frutto di costruzioni del passato, dove

si nascondono opportunità potenziali molto grosse, dove i network, se sfruttati possono creare la rete che

permette all’azienda di crescere e affermarsi. I confini non esistono, esiste solo la posizione fisica,

anzichè geografica; esiste la coerenza territoriale e locale e una cultura tecnica di regole e valori legati ad

una attività economica, ma non un gruppo di imprese geograficamente vicine ma chiuse nelle loro

relazioni.

RIS. Sistemi regionali di innovazione.

Secondo Cooke e Morgan le imprese dipendono in modo crescente dalle diverse istituzioni presenti nel

loro ambiente per la loro innovatività e competitività; o, detto con parole diverse, il RIS è un sistema nel

quale le imprese sono impegnate in un apprendimento interattivo tramite le istituzioni radicate localmente.

L’innovazione in questi sistemi avviene infatti a un livello sempre più stretto e interconnesso, di processo

e a livello sistemico, con tutta la pluralità di attori di quello stesso sistema in un ambiente in cui il conflitto

più che “taciuto” viene “evitato” sul nascere; il concetto definito dalla parola cluster ( grappolo - mazzo )

rende bene l’idea: mentre il coordinamento economico diventa sempre più globale, le imprese e le loro

relazioni, si riducono a un livello ottimale “regionale”.

Abbiamo diversi tipi di RIS:

- localist ris: per es. la Toscana. Poche imprese di grandi dimensioni sia di origine locale che esterna, dal

basso spettro di ricerca, ma dall’alto livello di associazionismo degli imprenditori, e tra questi e altre

organizzazioni e istituzioni.

- interactive ris: per es. Catalogna e il Baden Wuerttenberg. Equilibrio tra piccole e grandi imprese con

strutture di collaborazioni di open innovation sia locali che estere; una ricerca discretamente sviluppata e

un associazionismo maggiore e piu forte anche di quello dell’esempio toscano.

- globalized ris: California, Nord Rhein Westfalia, Midi Pyrénées: prevalenza di grosse multinazionali con

supply-chain locali e PMI dipendenti da queste. La ricerca è prevalentemente di proprietà, poco pubblica,

influenzata, cosi come le associazioni, dagli interessi delle grosse aziende.

L’approccio della “dinamica di prossimità”

E’ una teoria (provata da ulteriori ricerche) che contraddice la tendenza, dovuta alla mondializzazione del

mercato, della perdita di interesse verso le relazioni locali; la prossimità infatti deve essere intesa sia

come sia da intendersi come “appartenenza” ovvero la

- prossimità organizzativa: prossimità di agenti che

appartengono allo stesso spazio/insieme di rapporti; sia da intendersi come “somiglianza” ovvero che

hanno lo stesso spazio di riferimento dovuto quindi a somiglianza di pensiero.

include oltre il concetto di lontananza fisica e di confine, anche l’ “attrito”

- la prossimità geografica:

dell’infrastruttura del trasporto. La vicinanza geografica aiuta molto le startup, piu che le aziende avviate,

e le prime ne godono e la sfruttano in maniera molto più produttiva delle seconde. Tutto questo sistema

evita l’isolamento di imprese per es. altamente differenziate e ad alto rischio perchè attraverso il network,

la competitività tiene vivo il business.

Le “learning regions”

Il concetto di Morgan del 1997 è strettamente connesso a quello del RIS. Lo sviluppo di una economia

del distretto, molto locale, fondata sulle realzioni sociali oltre che di impresa, basate su una mera

convenienza economica ha fatto si che si valorizzasse sempre di più quello che oggi è diventato uno dei

fattori produttivi ad alto ritorno sul fronte del vantaggio competitivo e: stiamo parlando della conoscenza.

Fondamentale diventa quindi una learning culture: saper capire, nel senso di leggere, analizzare,

interiorizzare e reagire a tutti i fattori esogeni che vengono in contatto con l’impresa. Questo riesce meglio

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Publisher
A.A. 2012-2013
31 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale315 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'innovazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Cappellin Riccardo.