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FC L'utilità marginale dei consumatori (Umg) è superiore al costo marginale di produzione (Cmg)

perciò hanno un guadagno (area ABE). Quando i costi di transazione sono sufficientemente elevati il bene può essere offerto in modo efficiente dal settore pubblico più che dal mercato privato.

ABE = Cmg = Umg

Se i consumatori, espandendo il loro consumo (Q Q ), consumano il bene fino al punto che il suo valore marginale è zero la disponibilità a pagare sarà nulla, quindi inferiore al costo di produzione (consumo eccessivo). In ogni caso è molto probabile che un bene privato se fornito gratuitamente sia consumato in maniera eccessiva. Perdita di benessere derivante dal consumo eccessivo. È possibile misurarla in base alla differenza che l'individuo è disposto a pagare per l'aumento della quantità (Q Q ) e il costo per questo aumento (Cmg).

E*p Cmg0 Q Qe

QmSistemi di razionamento per i beni privati forniti dal settore pubblicoche sorgono dall'eccesso di consumo, quando non si richiede ai consumatoriDate le inefficienzealcun pagamento per un bene privato fornito dal settore pubblico, i governi spesso tentano di limitarein qualche modo il consumo attraverso i SISTEMI DI RAZIONAMENTO:
- TARIFFE: si possono utilizzare i prezzi, coloro che ne beneficiano sopportano i costi maquesto può portare anche a degli svantaggi come il sottoconsumo e i costi di gestione delsistema dei prezzi si sommano ai costi di transazione. Le tariffe, infatti, devono essereriscosse, ciò ha un costo che si aggiunge a quello della fornitura del servizio e ciò porterà adun'ulteriore diminuzione della quantità scambiata. Le tariffe, di conseguenza, non sonoapplicabili ai beni non escludibili.
- FORNITURA UNIFORME: si fornisce a tutti la stessa quantità di bene, si risparmia in terminidi costi di transazione ma

Possono esserci effetti di sottoconsumo o sovraconsumo (ad esempio l'istruzione). Questo è il principale svantaggio della produzione pubblica di beni privati: essa, diversamente dal mercato privato, non consente l'adattamento ai diversi bisogni e desideri dei singoli individui. Nel grafico sono disegnate due curve di domanda P (1 e 2) relative a due individui diversi. Se il bene in questione fosse fornito dal settore privato, l'individuo 1, che ne chiede di più, consumerebbe, mentre l'individuo 2, che ne la quantità Q1 domanda di meno consumerebbe una quantità minore (Q2). Lo Stato sceglie un livello di produzione intermedio (Q*). A questo livello l'individuo 1 consumerà di meno di quanto avrebbe desiderato mentre l'individuo 2 consumerà di più.

Piuttosto che chiedere un pagamento in denaro per l'accesso ai beni o ai servizi forniti su base pubblica, si impone di sopportare un costo.

In termini di attesa. Lo svantaggio è che si offre il servizio a chi ha più tempo, ovvero per coloro i quali questo ha minor valore, come i disoccupati e gli anziani.

Quale quantità di beni va prodotta?

Per determinare la quantità (Q) di beni PRIVATI da produrre basta SOMMARE LE CURVE DI DOMANDA INDIVIDUALI. La somma è ORIZZONTALE, si sommano le quantità richieste. Per determinare la quantità di beni PUBBLICI da produrre basta SOMMARE VERTICALMENTE LE DOMANDE INDIVIDUALI.

Un livello efficiente di offerta di beni pubblici P corrispondente al punto di intersezione tra la curva di domanda collettiva e la curva di offerta. La CURVA DI DOMANDA COLLETTIVA DEI BENI PUBBLICI corrisponde alla SOMMA DEI BENI PRIVATI A CUI GLI INDIVIDUI SONO DISPOSTI A RINUNCIARE PER AVERE UN'UNITÀ ADDIZIONALE DI BENE PUBBLICO.

Grafico domanda collettiva di beni pubblici

Capitolo 6: Le scelte pubbliche

Le preferenze individuali per i beni pubblici

decisioni collettive sono difficili da prendere perché individui diversi hanno punti di vista diversi. Gli individui più ricchi hanno redditi più alti e tendono a spendere di più per tutti i beni, anche per quelli pubblici. Quando lo Stato spende più in beni pubblici i più ricchi devono pagare una quota relativamente elevata del costo addizionale. Ma ciò non sempre accade. L'imposta da pagare è uguale per tutti gli individui, sia con redditi bassi che alti. Il carico dell'imposta diminuisce al crescere del reddito. È inefficiente. ESEMPIO: Y = reddito t = imposta a somma fissa = 3 Immaginiamo tre individui differenti, con tre redditi differenti, dal più povero al più ricco. Vogliamo sapere la percentuale del reddito che essi spendono per pagare l'imposta a somma fissa. Si procede quindi dividendo l'imposta per il reddito e si moltiplica (x100), calcolando quindi la

percentuale.= 30% il più povero paga "di più" Y = 10 Y = 3/10 = 0,3 (x100) t1 1 1Y = 20 Y = 3/20 = 0,15 (x100) t = 15%2 2 2 = 10% il più ricco paga "di meno" Y = 30 Y = 3/30 = 0,1 (x100) t3 3 3

IMPOSTA PROPORZIONALE: (flat tax) gli individui pagano un prezzo diverso e ricevono tutti lo stesso servizio ma Questo però porta a un'inefficienza: il costo deve essere uguale al beneficio marginale (Bmg) ma vi è un disallineamento tra i due. I poveri ne traggono un beneficio maggiore rispetto a quanto spendono e quindi sono indotti a chiedere più servizi, le persone più ricche invece ne chiederanno di meno perché ne traggono meno beneficio in rapporto alla tassazione 15% al costo marginale.

Grafico flat tax

0 Y

TASSAZIONE PROGRESSIVA: vengono introdotti degli scaglioni, ad ogni scaglione di reddito si paga una certa percentuale di questo.

ESEMPIO (con distribuzione simmetrica del

reddito): immaginiamo questa distribuzione inscaglioni: ≤ Y ≤ 10 => t = 0%

Quindi in base a questa divisione in scaglioni, 0 ≤ Y ≤ 10 => t = 0%

riprendendo l’esempio precedente, avremmo: 10 < Y < 20 => t = 20%

Y > 21 => t = 50% (ricordiamo sempre che Y = reddito e t = aliquota)

Y = 10 => 10 x 0 = 0 => t = 0%

1Y = 20 => (10 x 0) + (10 x 2) => t = 20%

Spesa pubblica totale (G) = 90%

2Y = 30 => (10 x 0) + (10 x 2) + (10 x 5) => t = 70%

ESEMPIO (con asimmetria nella distribuzione del reddito):

Y = 10 t = 0%

Reddito medio = Y = 30

1Y = 20 t = 10%

Reddito mediano = Y = 20

2 mY = 60 t = 33%

3In questo caso il reddito mediano (Y ) è inferiore al reddito medio (Y), ne segue che la spesa mediana (G ) è maggiore della spesa pubblica ideale (G*). Se si considera il reddito distribuito in maniera asimmetrica si ha lo stesso risultato di spesa pubblica fatta attraverso la tassazione progressiva. Si raggiunge l’efficienza se e solo se il reddito è

distribuito in maniera simmetrica.

Il voto a maggioranza e il paradosso del voto

Immaginiamo che ci siano tre scelte A; B e C. Si procede alle votazioni, i risultati sono:

I) A > B > C => A > C A vs B A vs C C vs B

II) C > A > B => C > B 2 - 1 1 - 2 1 - 2

III) B > C > A => B > A

Non si riesce a trovare un accordo.

Potremmo attribuire dei punteggi alle scelte: 3 punti alla prima scelta, 2 punti alla seconda scelta, 1 punto alla terza. La scelta vincente è quella che ottiene meno punti, ma anche in questo caso…

3 2 1

I) A > B > C => A > C A = 6 punti

II) C > A > B => C > B B = 6 punti

III) B > C > A => B > A C = 6 punti

può essere manomesso cambiando l’ordine delle votazioni, così facendo si

Questo sistema CICLICO

può cambiare il risultato finale.

Il teorema dell’impossibilità di Arrow

Un meccanismo politico ideale dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

TRANSITIVITÀ:

se A > B e B > C ne segue che A > C;

per far sì che si eviti l’adattamento ciclico

o SCELTA NON DITTATORIALE: del voto unapossibile soluzione è dare tutti i poteri decisionali ad un dittatore, se le sue preferenze sonocoerenti non si verificherà mai un andamento ciclico. Questo però non è compatibile con unsistema democratico;

o INDIPENDENZA DAL ALTERNATIVE IRRILEVANTI: il risultato non dovrebbedipendere dalla presenza o meno di una terza alternativa;

o DOMINIO NON RISTRETTO: il meccanismo deve funzionare indipendentemente dallepreferenze e dalla gamma di alternative tra cui si deve scegliere;

o EFFICIENZA PARETIANA.

Arrow ha dimostrato che non esiste una regola che soddisfi tutte le proprietà desiderate.

L’elettore medianoa maggioranza emerge l’ELETTORE

Nei sistemi di scelta MEDIANO, colui che si trova esattamentea metà dell’ordinamento, perciò IL VOTO A MAGGIORANZA CORRISPONDE AL VOTODELL’ELETTORE MEDIANO.

In tal modo emergerà come dittatore poiché la collettività subirà le sue scelte. – Dilemma di Hotelling il paradosso dei due gelatai

Il PARADOSSO DEI DUE GELATAI è un quesito spesso usato come critica ai SISTEMI ELETTORALI BIPOLARI. Su una spiaggia lunga 1 km ci sono due gelatai. Per non farsi concorrenza dividono la spiaggia in due zone e ciascuno si pone al centro della sua, risultando così a 500 m, di distanza l’uno dall’altro. In questo modo ogni bagnante non deve percorrere più di 250 m per prendere il gelato. A questo punto un gelataio decide di avvicinarsi un po' al centro della spiaggia allo scopo di sottrarre al concorrente una parte dei clienti che si trovano a metà strada tra i due. Conseguentemente i bagnanti agli estremi della spiaggia saranno costretti a fare più di 250 m. L’altro gelataio se ne accorge e si sposta di pari distanza.

spiaggia non è eccessiva, ossia se i “costi di

Se la distanza dagli estremi dell'“ascoraggiano i bagnanti a recarsi a prendere il gelato, il processo si ripete finché i due gelatai si trovano nello stesso punto in mezzo alla spiaggia.

Questo paradosso identifica i COMPORTAMENTI POLITICI dei partiti durante le elezioni, i due gelatai rappresentano le coalizioni di destra e di sinistra che, per avere più voti (vendere più gelati), tendono a spostarsi verso il centro. I gelatai, pur di guadagnare consensi al centro, tendono a correre il rischio che i bagnanti agli estremi della spiaggia rinuncino al gelato, scoraggiati dalla distanza.

CAPITOLO 7

PRODU

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
28 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antithesis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia pubblica e politiche pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rossi Mario.