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∂L/∂W ∂L/∂W ∂L/∂Y
= + (T L) ·
u cost max
dove: ∂L/∂W è l’effetto sostituzione e ha segno negativo
∂L/∂Y è l’effetto reddito e ha segno positivo.
A seconda di quale effetto prevarrà, un aumento del salario farà aumentare o diminuire le ore
di lavoro, come si è visto graficamente.
Sulla base della teoria economica, non si può stabilire l’effetto prevalente di un aumento del
saggio di salario (W per ora lavorata, con prezzi costanti).
Tuttavia, a livello empirico si osserva:
- a bassi livelli di W, tende a prevalere l’effetto di sostituzione, quindi la curva di offerta
individuale di lavoro sarà inclinata positivamente
tende a prevalere l’effetto reddito, quindi la curva di offerta individuale
- ad alti livelli di W,
di lavoro sarà inclinata negativamente (ovvero inclinata all’indietro, backward bending)
V. Borjas: Fig. 1-11b (p. 23)
Date le informazioni sull’offerta di lavoro individuale (quindi la relazione tra H e W), è
l
possibile costruire la funzione di offerta aggregata (data dalla sommatoria dell’offerta di
lavoro di ciascun individuo).
2. La curva di offerta di lavoro individuale e la curva di offerta di lavoro del mercato
La curva di offerta di lavoro individuale descrive la relazione tra ore di lavoro (H ) e salario
l
Ŵ
(W), dato V (reddito non da lavoro), P e (salario di riserva).
Ŵ)
Si (W; V, P,
Per rappresentare graficamente la funzione di offerta di lavoro individuale si considerano date
Ŵ) e si
alcune variabili (il reddito non da lavoro, V; il livello dei prezzi, P; il salario di riserva
mostra come variano le ore lavorate (variabile dipendente) al variare del salario orario
3
(variabile indipendente). La rappresentazione grafica della funzione di offerta di lavoro
individuale è data indicando sull’asse orizzontale le ore di lavoro e sull’asse verticale il tasso
Ŵ.
di salario (orario). La curva parte, necessariamente, da W = Al livello salariale uguale al
salario di riserva il lavoratore è indifferente tra lavorare o non lavorare. A livelli salariali W >
Ŵ la scelta ottima implica una quantità positiva di ore di lavoro.
Domanda: come varieranno le ore di lavoro offerte da un individuo al variare di W (per livelli
salariali superiori al salario di riserva)?
- livelli bassi: prevarrà l’effetto di sostituzione, quindi la curva di offerta sarà inclinata
positivamente
- livello elevati: prevarrà l’effetto reddito, quindi la curva di offerta sarà inclinata
all’indietro
Per la costruzione grafica della curva di offerta individuale v. Borjas: Fig. 1.11 (p. 23).
La curva di offerta di lavoro di mercato, S, è data dalla somma delle curve individuali:
Ŵ)
(W; V, P, (offerta di lavoro individuale)
S i Σ
S (W) = S (offerta di lavoro aggregata)
i
Per la costruzione grafica della curva di offerta di mercato, partendo dalle curve di offerta
individuale, v. Borjas: Fig. 1.12 (p. 24).
Evidenza empirica
Nella pagina che segue sono qui riportate due figure relative alla funzione di offerta aggregata
negli Usa (dati 1991), separatamente per maschi e femmine.
Variabili: salario orario (wage rate)
numero di ore lavorate (nell’anno)
CPS = Current Population Survey (indagine utilizzata per la rilevazione dei dati)
I dati CSP sono stati utilizzati per calcolare: il numero medio di ore lavorate (H ) nell’anno
l
dalle persone che guadagnano un dato saggio di salario (W).
4
5
3. Trasferimenti e offerta di lavoro
Consideriamo la figura 2 dove è rappresentato il problema della scelta di quante ore lavorare
per due individui: Gianni e Elena. Le linee tratteggiate (vincolo di bilancio e curve di
indifferenza) rappresentato Gianni, le linee continue (vincolo di bilancio e curve di
indifferenza) rappresentano Elena.
Si supponga che né Elena né Gianni abbiano alcun reddito al di fuori del proprio lavoro (si ha
quindi: V = 0) e si offrano per lavori diversi. Il salario di mercato sia W’ per Gianni e W° per
Elena, con W’ > W°. Elena offre h° ore (in corrispondenza del punto di equilibrio E) e Gianni
’
h (in corrispondenza del punto di equilibrio G). (Fig. 2)
G’
B G E’
E Entità del trasferimento = V’
h’ h° Tmax tempo libero
Una nuova normativa introduce un sussidio per chi non lavora, pari a V’. Il vincolo di
bilancio iniziale (sia quello di Gianni sia quello di Elena) si sposta in alto (con uno
spostamento parallelo in quanto non cambia il salario orario). Grazie al sussidio Elena può
raggiungere un livello di utilità superiore (U’), rinunciando a lavorare. Ciò non è vero per
Gianni: qualsiasi livello di utilità superiore a quello goduto nel punto G comporta comunque
una scelta di ore di lavoro positiva (H > 0), questo non gli permetterebbe di godere del
l
sussidio. Quindi il sussidio ha maggiore probabilità di scoraggiare la partecipazione di chi ha
prospettive di salario inferiori.
Domanda: ci sono sussidi che incoraggiano invece di scoraggiare la partecipazione?
Supponiamo che lavorare abbia costi aggiuntivi, ad esempio di impiego di una baby-sitter nel
caso di donne con figli. Se viene concesso un sussidio proporzionale alle ore di lavoro (s) ciò
equivale ad un aumento del salario e un aumento del salario non può indurre la scelta di non
partecipazione al mercato del lavoro (eventualmente può aumentare le ore offerte).
6 (Fig. 3)
B’ W’ dove:
W’ = (W° + s)
E’ W’ > W°
B W° E U A
T tempo libero
max
Il salario iniziale è pari a W°. Il sussidio s (proporzionale alle ore lavorate) equivale ad
aumentare il salario a W’ e ad espandere il set di opportunità, poiché il nuovo vincolo di
bilancio diventa TAB’ che contiene TAB.
Al salario W° l’individuo partecipa poiché si colloca nel punto E. Dunque E è preferito ad A,
poiché sul raggio AB l’individuo ha scelto E. Il raggio AB’ permette all’individuo di
collocarsi su una curva di indifferenza superiore ad U. Dunque, verrà scelto un altro punto,
diciamo E’ preferito ad E. Per la proprietà transitiva E’ sarà a sua volta preferito ad A quindi
l’aumento di salario non induce la scelta di uscita dal mercato del lavoro (non partecipazione).
4. Offerta di lavoro e tassazione
L’offerta di lavoro dipende dal livello di reddito complessivo (netto) di cui l’individuo
dispone. L’offerta di lavoro è pertanto è molto influenzata dalla tassazione, sul reddito da
lavoro o sul patrimonio. Del resto, la tassazione del reddito (da lavoro) è una delle fonti di
entrate fiscali più importanti. Ci sono due implicazioni importanti della tassazione: la prima in
termini di policy, la seconda in termini di analisi.
L’implicazione di policy è che le tasse possono essere un disincentivo a lavorare; forma e
intensità del disincentivo variano a seconda del regime di tassazione, da una parte, elasticità
della curva di offerta dei lavoratori dall’altra. Più precisamente, le imposte sul reddito
modificano gli incentivi al lavoro, ma gli effetti possono essere sia positivi che negativi:
- le imposte riducono il salario netto, quindi riducono l’offerta di lavoro attraverso
l’effetto di sostituzione
- le imposte riducono anche il livello del reddito, quindi l’individuo riduce il consumo
di tutti i beni (incluso il tempo libero), quindi l’offerta di lavoro aumenta attraverso
l’effetto reddito
L’implicazione a livello di analisi, sia teorica che empirica, è che la tassazione modifica il
vincolo di bilancio, rendendolo generalmente non lineare. A sua volta, la non linearità del
7
vincolo di bilancio rende difficile identificare gli effetti di una data politica sull’offerta di
lavoro. Vediamo queste due implicazioni in sequenza.
Iniziamo con un sistema di tassazione semplice: viene esentata una soglia di reddito che
denotiamo con Y e sui redditi da lavoro superiori a Y viene prelevata un’unica aliquota pari
t t
τ.
a Supponiamo che l’individuo in esame non disponga di redditi non da lavoro. La
tassazione modifica il vincolo originario di bilancio a partire dal punto in corrispondenza del
quale il reddito da lavoro (Y = W·H ) coincide con il livello non soggetto a tassazione (Y ). Il
l t
nuovo vincolo di bilancio può essere rappresentato da una spezzata: la prima parte ha
inclinazione pari a W, la seconda parte ha un’inclinazione inferiore pari a W(1-τ).
Il nuovo punto di equilibrio per l’individuo dipende dall’interazione fra effetto reddito ed
effetto sostituzione. Se prevale l’effetto sostituzione, all’abbassamento del salario dovuto alle
tasse fa seguito una diminuzione delle ore lavorate. Se prevale l’effetto reddito,
all’abbassamento del salario dovuto alle tasse fa seguito un aumento delle ore lavorate.
In presenza di più di una aliquota e di un sistema di imposizione progressivo, in cui le
aliquote aumentano all’aumentare della fascia di reddito il vincolo di bilancio diventa una
spezzata, con inclinazione decrescente da destra a sinistra. (Fig. 4)
E A
D C O
La figura 4 presenta il vincolo di bilancio per un individuo in presenza di un sistema di
tassazione con tre aliquote progressive. Il vincolo di bilancio originario è dato dalla linea OA,
il vincolo di bilancio con le tre aliquote progressive è dato dalla spezzata OCDE.
Nel caso in cui le aliquote siano molte, la retta iniziale di bilancio approssima una curva. Per
esempio, fino a circa 15 anni fa vigeva in Italia un sistema di imposizione progressivo con
ben 32 aliquote che andavano da un minimo del 10% ad un massimo del 72%. La tendenza
ora è verso la semplificazione, con un numero limitato di aliquote. Nelle economie
industrializzate c’è anche una pressione politica crescente per la riduzione delle aliquote sui
redditi più alti. In Italia la recente riforma fiscale ha ridefinito la struttura delle aliquote (v.
tab. 1). 8
Tab. 1 – La struttura delle aliquote IRPEF in Italia (2008)
Scaglione di reddito annuale Aliquota IRPEF 2008
Fino a 15 mila € 23%
da a 15-28 mila € 27%
da 28 a 55 mila € 38%
Da 55 a 75 mila € 41%
Oltre 75 mila € 43%
Sono esenti persone che guadagnano meno di un ammontare minimo, definito in maniera
diversa per diversi sottogruppi. Ad esempio un soggetto che percepisce un imponibile
inferiore ad 8000 € l’anno (e il cui periodo di lavoro coincida con l’anno) è esente.
Che cosa dice l’analisi