Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Economia del lavoro - evidenza empirica e offerta lavoro Pag. 1 Economia del lavoro - evidenza empirica e offerta lavoro Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del lavoro - evidenza empirica e offerta lavoro Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

E’ importante capire la definizione (statistica) dei seguenti concetti:

occupato = persona in età lavorativa che nella settimana di riferimento ha svolto almeno 1 ora

di lavoro retribuito (di qualsiasi tipo)

disoccupato = persona che dichiara di essere alla ricerca di lavoro e di aver volto nell’ultimo

mese almeno una azione di ricerca attiva (es. colloquio di lavoro, invio del proprio

curriculum, iscrizione all’ufficio di collocamento, ecc.).

Nel 2004 l’Istat ha modificato il sistema di Rilevazione sulle forze di lavoro (sistema di

campionamento, struttura del questionario, definizioni statistiche). I primi dati rilevati con le

nuove metodologie si riferiscono al primo trimestre del 2004. Insieme ai dati rilevati con la

nuova metodologia l’Istat ha provveduto alla ricostruzione delle serie storiche relative alle

principali variabili per il periodo 1977-2003 (e per altre variabili per il periodo 1993-2003).

Le serie ricostruite segnalano per tutto il periodo 1993-2003 livelli più elevati sia della

partecipazione (numero di persone nelle forze di lavoro), sia dell’occupazione (numero di

persone occupate), con ripercussioni sui tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione.

Gli ultimi dati disponibili (in termini di media annuale) pubblicati dall’Istat fanno riferimento

al 2012. Il tasso di occupazione complessivo (calcolato con riferimento al totale della

popolazione di 15-64 anni) per l’Italia è: 56,8% (nel 2008 era 58,7%).

Se si disaggrega in base al sesso si osserva: ERm 66,5% (70,3% nel 2008)

ERf 47,1% (47,2% nel 2008)

Domande:

- quale indicatore è meglio utilizzare?

- quale è l’andamento di questi indicatori nel medio-lungo periodo?

- come si posiziona l’Italia nel confronto internazionale?

I tre indicatori (tasso di attività, tasso di occupazione e tasso di disoccupazione) rilevano

aspetti diversi. L’indicatore più semplice da interpretare (vedremo in seguito perché) è il tasso

di occupazione: misura la quota di popolazione che lavora, quindi contribuisce alla

produzione del reddito nazionale e percepisce un reddito da lavoro.

I fatti principali sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione (misurato in termini

di tasso di occupazione e di disoccupazione) nell’UE, e messi a confronto con i dati per gli

Usa e il Giappone, sono presentati nelle figure 1 e 2. Rispetto al tasso di occupazione

complessivo l’Europa (UE15) ha registrato un miglioramento a partire dalla fine degli anni

’90, anche se ancora lontana dai valori di Usa e Giappone (v. fig. 1). La situazione è speculare

per il tasso di disoccupazione (v. fig. 2). 2

5ad2ce61780be8f2366cc6a5b3f06e83.office

Fig. 1 – Il tasso di occupazione totale (15-64) nell’UE15, USA e Giappone. Anni 1992-2012 (%)

Fonte: Eurostat database, LFS [codice on line: lfsi_emp_a].

Fig. 2 – Il tasso di disoccupazione totale nell’UE15, USA e Giappone. Anni 2012-2012 (%)

12

10

8 EU15

6 USA

Japan

4

2

0 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012

Fonte: Eurostat database, LFS [codice on line: une_rt_a].

Nel 1997, la Commissione Europea propose ai paesi membri dell’UE un insieme di

raccomandazioni per migliorare la situazione dei mercati del lavoro, con l’obiettivo di ridurre

la disoccupazione “strutturale” e innalzare il tasso di occupazione. Queste linee guida sono

note con il termine Strategia Europea dell’Occupazione (SEO, in inglese European

Employment Strategy, EES). Le raccomandazioni consistono in “linee guida” su come

intervenire per migliorare la regolamentazione del mercato del lavoro

3

5ad2ce61780be8f2366cc6a5b3f06e83.office

Nel 2000, la SEO (Strategia Europea per l’Occupazione) è stata incorporata all’interno della

cosiddetta Strategia di Lisbona, e nel 2010 nella linea strategia per il nuovo decennio (fino al

2020), denominata Europa 2020.

Nel 2000, il Consiglio Europeo tenutosi a Lisbona fissò degli obiettivi quantitativi (‘Lisbona

targets’) da raggiungere (in media per l’UE) entro il 2010:

- tasso di occupazione complessivo (MF 15-64): 70%

- tasso di occupazione femminile (F 15-64): 60%

- tasso di occupazione dei senior (MF 55-64): 50%

Alcuni progressi sono stati fatti, ma gli obiettivi fissati per il 2010 non sono stati raggiunti,

anche per il sopraggiungere della crisi economica e finanziaria del 2008-2009, seguita dalla

crisi dei debiti sovrani e dalle politiche di consolidamento fiscale (la cosiddetta “austerità”).

Nel 2010, la SEO è stata rivista ed integrata in un processo più ampio, che incorpora obiettivi

di crescita, di sostenibilità ambientale e di inclusione sociale.

La nuova strategia, denominata Europa 2020 (concordata a livello comunitario per il

prossimo decennio, 2010-2020), ha ridefinito l’obiettivo da raggiungere per il 2020: il tasso di

occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrà essere pari al 75% (per la

media dei paesi dell’UE27, ora UE28).

Domande:

- perché l’obiettivo è definito in termini di tasso di occupazione?

- come si posiziona attualmente l’Italia rispetto a questo obiettivo?

- quali sono i principali aspetti problematici?

Le tre figure qui riportate (fig. 3, 4 e 5) mostrano il tasso di occupazione maschile, il tasso di

occupazione femminile e il tasso di occupazione dei lavoratori maturi nei 28 paesi dell’UE nel

2012. FIG. 3 - Tasso di occupazione maschile (20-64) nei paesi

dell'UE28. Anno 2012 (%)

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0 S

IE F

IT

E R C

P C

S

E E

S

K

S E U N

V

T

P

G D

Y

E

B

O D A

L L

H

R U

T F Z

M E

L

R K T

L K

B U

H L L

I I T

U U

E E

8

2 5

1

Fonte: Eurostat database (codice online: lfsi_emp_a). 4

5ad2ce61780be8f2366cc6a5b3f06e83.office

Fonte: Eurostat database (codice online: lfsi_emp_a).

Fonte: Eurostat database (codice online: lfsi_emp_a).

Riquadro 2.1

I dati sui tassi di occupazione (maschili, femminili e totale) sono disponibili nel sito dell’Eurostat:

http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database.

I dati fanno riferimento alla rilevazione sulle forze di lavoro (LFS = Labour Force Survey).

Le definizioni statistiche utilizzate (occupato, disoccupato, inattivo, ecc.) sono omogenee per tutti i

paesi dell’Unione Europea (sono definite e concordate a livello internazionale).

Le disparità tra i paesi dell’UE sono forti. L’Italia, nel 2012, si colloca per tutti e tre gli

indicatori al di sotto della media (EU28, EU15): all’undicesimo posto (dal basso) in termini di

tasso di occupazione maschile, al quartultimo posto rispetto al tasso di occupazione femminile

e all’ottavo posto rispetto al tasso di occupazione dei lavoratori maturi.

5

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Zaba91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Villa Paolo.