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----------------CAPITOLO TERZO: TITOLI DI DEBITO---------------
Titoli di debito: strumenti finanziari emessi sa soggetti in deficit al fine di soddisfare i propri bisogni di
finanziamento e sottoscritti da soggetti in surplus finanziario che, impiegando il temporaneo potere di
acquisto, soddisfano le esigenze di finanziamento dei soggetti in deficit in cambio di una remunerazione.
strumenti rappresentativi di debito che l’emittente ha nei confronti del sottoscrittore
Sono rappresentati da: titoli di Stato, titoli garantiti dallo Stato ed equiparati, obbligazioni emesse dalle
imprese, dalle banche dagli enti territoriali e dagli organismi sovranazionali, certificati di deposito e altri.
Con diversi elementi distintivi:
-durata fissa al momento dell’emissione: è già definita la data di rimborso.
-diritto al rimborso del capitale: alla pari e in misura integrale o pro-quota alle date previste dal
piano di rimborso.
-diritto al pagamento degli interessi
Il diritto ad essere rimborsati e remunerati non dipende dall’entità dei risultati reddituali del debitore. I
numerosi titoli possono essere raggruppati secondo diverse classificazioni:
-natura dell’emittente: concorre a definire il rischio di inadempienza delle obbligazioni assunte
dalla controparte debitrice. La capacità di far fronte ai debiti assunti è espressa dal rating esterno (giudizio
assegnato da istituzioni specializzate. In funzione della natura dell’emittente si distinguono le obbligazioni
societarie (titoli emessi dalle imprese e dalle banche) e i titoli di Stato o governativi (emessi da stati sovrani)
-periodicità dei flussi di cassa corrisposti: vengono distinti i titoli caratterizzati da un unico flusso di
cassa in uscita (prezzo pagato) e un singolo flusso in entrata (capitale rimborsato alla scadenza) (zero
coupon bond) e i titoli che presentano una successione di flussi di cassa distribuiti lungo l’arco della vita del
titolo (coupon bond)
-tipologia dei flussi di cassa periodici: possono distinguersi titoli di debito a cedola fissa e titoli di
debito a tasso variabile (titoli indicizzati) che si differenziano dai primi perché prevedono la presenza di un
qualche elemento di variabilità (o per il rimborso o per le cedole o per entrambi). L’indicizzazione può
essere:
Reale: l’indice di riferimento è un indicatore di variazione di prezzi di beni e servizi. Serve per
garantire una remunerazione intermini reali tenendo conto dei rischi connessi all’inflazione.
Finanziaria: per adeguare il rendimento dell’obbligazione ai tassi di mercato, gli indici utilizzati sono
i tassi di interesse di mercato. Possono essere tassi a breve, a medio o lungo termine o una media
di questi. Come risultato ha una minore sensibilità del costo dei titoli come conseguenza alla
variazioni dei tassi di mercato.
Valutaria: utilizza indici che rappresentano rapporti di cambio fra la valuta interna e quella esterna
o un paniere di monete.
I titoli strutturati sono titoli con caratteristiche contrattuali di rischio e rendimento innovative rispetto alle
più tipiche consolidate fattispecie di titolo obbligazionario, e sono:
-obbligazioni costruite attraverso strumenti derivati sui tassi di interesse (Reverse Floater) sono titoli a
indicizzazione inversa il sui tasso cedolare è inversamente legato all’andamento di un parametro di mercato
-obbligazioni costruite attraverso strumenti derivati di natura azionaria (Equity-Index Linked) il cui
rendimento è collegato all’andamento di determinati prodotti finanziari o reali quali panieri di azioni, indici,
tassi di cambio, merci, fondi comuni di investimento o una combinazione.
-obbligazioni in cui profilo finanziario è soggetto ad andamenti crescenti/decrescenti o risulta modificabile a
seguito di determinati eventi. Le step up/step down sono caratterizzate da una struttura cedolare
predeterminata e variabile nel tempo (step up = cedole finali > cedole iniziali; step down = cedole finali <
cedole iniziali). Mentre la cedola a tasso trasformabile ha un’opzione, di solito in mano all’emittente, che
può modificare la natura della cedola.
-la durata contrattuale del titoli: titolo a breve termine = scadenza entro 1 anno; titolo a medio
termine = da 1 a 5 anni; a lungo termine = oltre i 5 anni.
-valuta di denominazione: degli strumenti = si distinguono in titoli in moneta e titoli in valuta; per
quanto riguarda la residenza del soggetto emittente si può parlare di titoli domestici e titoli esterni. I
soggetti residenti possono quindi emettere nel proprio paese di residenza strumenti finanziari in valuta
diversa dall’euro.
I titoli domestici sono titoli emessi da un residente nel proprio paese e denominati nella propria
valuta. I titoli obbligazionari esteri sono invece titoli emessi in un certo mercato, nella valuta di quel
paese da un soggetto non residente.
Le euro-obbligazioni sono invece obbligazioni emesse nel mercati finanziario di uno stato diverso
dal paese d’origine dell’emittente, in una valuta diversa da quella di tale piazza
-mercato di quotazione: inquadra la liquidità/negoziabilità dello strumento. Differenziai titoli
regolarmente quotati da quelli non quotati.
Gli elementi distintivi:
-il tasso nominale di interesse: rapporto in percentuale tra l’interesse annuo ed il valore nominale,
rappresenta il flusso di interessi che remunerano il prestito del capitale. Può essere fisso o indicizzato
(valori definiti ex ante)
-valore di rimborso: valore al quale viene rimborsato il titolo
-durata del prestito: periodo che intercorre tra il momento dell’emissione e dell’ultimo rimborso
-piano di ammortamento: modalità secondo le quali il prestito verrà rimborsato nel tempo
-trattamento fiscale: titoli di stato hanno ritenuta alla fonte del 12.50%, le obbligazioni di altri emittenti
l’aliquota sale al 26%.
VALORE NOMINALE: (100) l’importo del capitale che l’emittente si è obbligato a restituire a scadenza. Il
prezzo a cui l’investitore compra il titolo può essere una quotazione sopra la pari (P>VN),una quotazione
alla pari (P=VN) o una quotazione sotto la pari (P<VN). BoT e CTz sono emessi sempre sotto la pari. Se P<VN
= disaggio o scarto di emissione
MOALITA’ DI QUOTAZIONE DEI TITOLI: quando si effettuano transazioni su titoli sul mercato secondario,
oltre a pagare il prezzo del titolo bisogna anche pagare l’eventuale rateo (interesse maturato non ancora
incassato), perché le cedole non vengono incorporate nella quotazione espressa sul mercato. Il rateo deve
essere pagato da chi acquista il titolo: interessi maturati dallo stacco dell’ultima cedola incassata fino al
momento delle transazione. i prezzi di mercato sono:
-se il titolo è quotato al corso secco, il prezzo esprime il puro capitale e non tiene conto
dell’eventuale cedola già maturata nel periodo che intercorre tra la data di stacco della cedola precedente
e il momento di acquisto del titoloprezzo riferito al solo valore capitale del titolo
-il corso tel-quel comprende oltre al valore del capitale anche gli interessi maturati a partire dal
giorno di scadenza dell’ultima cedola fino al giorno di regolamento corrispondente alla rilevazione e
include
quotazione del titolo. Il giorno di valuta è il secondo giorno lavorativo anche gli interessi maturati
e non ancora incassati TQ = CS + rateo cedolare
-i titoli senza cedola quotano al prezzo tel quel (zero coupon) mentre quelli con la cedola al corso
secco.
Il rateo cedolare e quello di disaggio vengono cedolari con la convenzione giorni effettivi/giorno effettivi,
convenzione che prevede il calcolo di due distanze temporali, entrambe calcolate il giorni di calendario
civile, una distanza è quella tra le due date successive di pagamento delle cedole (date di godimento) ,
l’altra è quella delimitata tra la data di decorrenza della cedola (o degli interessi) in corso di maturazione
(data in cui è stata pagata la cedola precedente) e la data in cui avviene la successiva compravendita
IL CONTROVALORE DI NEGOZIAZIONE: si ottiene prendendo la quotazione e il prezzo tel quel del titolo e
moltiplicandola per il valore nominale dello strumento quotato e dividendo tutto per 100
Due valori mobiliari emessi dal
tesoro, rappresentano i prezzi medi.
I prezzi essendo tutto superiori a 100
sono tutti sopra la pari, e
comportano quindi una perdita se
l’investimento viene portato fino alla
sua scadenza naturale quando il
rimborso è 100. Sono tutti corsi
secchi perché il certificato di crediti
del tesoro e i buoni del tesoro poliennale sono titoli dotati di cedola. Se in data 16 novembre voglio
compravendere uno di questi titoli con cedola devo andare ad aggiungere a questo prezzo (ultima colonna
– prezzo = corso secco) un ulteriore componente che è il rateo (quinta colonna). Prezzo tel quel = colonna
prezzo + colonna rateo. L’imposta è quella dovuta alla data di regolamento della compravendita effettuata
in data di mercato 16/11 quindi è il 18/16 (due giorni lavorativi dopo la data di compravendita).
la colonna cedola contiene il tasso nominale annuo, non contiene la cedola futura perche il BOT è a cedola
costante quindi la cedola futura è uguale alla cedola in corso. I certificati di credito del tesoro sono invece
indicizzato al tasso Euribor quindi è possibile calcolare la cedola futura (sono in grassetto perché indica che
il dato è stimato). Lo spread (Divario tra rendimenti o tra quotazioni di più titoli o di uno stesso titolo
nell'arco di una giornata; divario tra tassi d'interesse.) è il numerino aggiunto dopo il + della seconda
colonna va aggiunto al tasso di riferimento Euribor. Possiamo vedere le future variazioni delle cedole. I BTP
potrebbero risultare maggiori perché sono presenti sul mercato da molti anni, mentre i certificati credito
tesoro sono stati emessi più recentemente, ma in questo caso non è così, sono inferiori perché sono mezze
cedole, per i titoli pubblici a tasso indicizzato non si applica la convenzione che i tassi devono essere annui,
in questo caso la cedola è già semestrale, non occorre frazionare ulteriormente questo importo. Il codice
ISIN è un codice identificativo che identifica in maniera univoca quello strumento finanziario. IT = Italia
(titoli di stato domestici). Se esiste la cedola ci sono le date di godimento o di pagamento degli interessi ,
qui ne viene rappresentata solo una ed è nella prima colonna, ma accanto si trova una lettera che indica (s-
semestrale) che non è la sola data di godimento perché ce ne sono altre distanziate da quelle riportate
nella tabella distanziate da un tot. Nella colonna affianco c’è la data di scadenza del titolo.
Esempio di BTP con scadenza 15/04/16. Confrontando i calcoli con quell