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AF AR

chiamato “conto patrimoniale”: all’attivo ha le voci “attività finanziarie” ed “attività reali” ; al

PF PN AR

passivo ha le voci “passività finanziarie” e “patrimonio netto” . Le sono rappresentate

AF

da beni tangibili; le sono solitamente diritti di credito (titoli obbligazionari, prestiti), quote parti di

patrimoni collettivi (quote di OIRC), diritti patrimoniali ed amministrativi (azioni). L’attivo patrimoniale può

AF PF

avere natura sia reale che finanziaria, il passivo solo natura finanziaria, le e possono

AR PN

apparire nei bilanci di più operatori; le no. Come già detto il costituisce la ricchezza netta

disponibile ad una certa data, misurata dalla differenza tra attività e passività. Il conto economico invece

viene denominato “conto del reddito”, considerando tale conto in un’ottica finanziaria e semplificata, esso

assumerà i soli pagamenti effettuati e ricevuti; quindi le uniche voci all’attivo saranno le “uscite correnti”

U S

(es. acquisto materie prime) e il “risparmio” (che può essere sia negativo che positivo in

c u

S E

=E −U ¿

quanto: , mentre al passivo ci sarà la sola voce “entrate correnti” (es. ricavi per

u c c c

vendita prodotti). Ma i movimenti monetari che fanno capo ad un singolo agente economico non si

esauriscono con le operazioni correnti, ma comprendono anche le transazioni realizzate in funzione

dell’accumulazione di capitale: sono operazioni dirette a produrre modificazioni nelle consistenze patrimoniali

e possono interessare sia elementi finanziari che reali. Tali operazioni sono tipicamente rappresentate da

I S

investimenti in attività reali ; mentre la fonte di finanziamento è data proprio dal risparmio .

u u

Questi movimenti trovano rilevazione contabile nel conto del risparmio e dell’investimento:

S I SF

La differenza tra e è il famoso saldo finanziario , che può essere sia positivo che

u u u

SF

negativo. Al corrisponde una variazione degli altri elementi dello stato patrimoniale, in particolare

u SF >0

degli elementi di natura finanziaria: se si avrà accumulazione netta di attività finanziarie verso

u

SF <0

altre unità economiche, se si avrà accumulazione netta di passività finanziarie verso le altre unità

u

economiche. In base a quanto detto si possono definire le unità in surplus come quelle che rappresentano

un risparmio superiore all’investimento in attività reali, ovvero il cui reddito disponibile è superiore alla spesa

per beni di consumo e beni d’investimento, viceversa le unità in deficit. Considerando quindi che gli operatori

∆ AF>0

in surplus hanno un e che gli operatori in deficit per finanziarsi devono necessariamente avere

∆ PF> 0

un possiamo rappresentare anche un conto finanziario:

S AF PF

−I =SF =∆ −∆

Per ogni singola unità economica vale la seguente relazione: .

u u u u u

Il sistema finanziario quindi rende possibile il riaggiustamento dello squilibrio tra fonti e impieghi di risorse,

conciliando le diverse intenzioni di risparmio e di investimento dei diversi agenti economici. L’intervento del

sistema può avvenire secondo modalità diverse. Le modalità di collegamento tra risparmio ed investimento

sono riconducibili a due tipologie principali: canale diretto e canale indiretto. La differenza sta nelle

interrelazioni di bilancio che si instaurano tra gli operatori; cioè nel canale di finanziamento diretto le unità in

surplus detengono direttamente nel proprio bilancio le passività finanziarie emesse dalle unità in deficit,

mentre nel canale di intermediazione indiretto tra gli operatori finali si inserisce un intermediario finanziario

che crea separati e distinti rapporti, di investimento per le unità in surplus e di finanziamento per le unità in

deficit. Inoltre nell’ambito del canale di finanziamento diretto il trasferimento di fondi può realizzarsi o meno

attraverso l’intervento di istituzioni finanziarie e/o organismi specializzati, in tal senso potremmo avere circuiti

autonomi e circuiti intermediati. Nei circuiti autonomi, l’incontro diretto tra unità in surplus e unità in deficit si

realizza in modo informale, in assenza di un intervento da parte di intermediari finanziari, e si svolge sui

mercati c.d. a ricerca autonoma. Nei circuiti intermediati il passaggio tra operatori finali è assicurato da

mercati organizzati, in cui le unità in deficit emettono e collocano strumenti finanziari negoziabili avvalendosi

di istituzioni finanziarie e, in particolare, di intermediari finanziari mobiliari. Nel caso di canale indiretto c’è

sempre l’intervento di un intermediario finanziario ovviamente. Nel canale di finanziamento diretto sono

sempre gli operatori finali a farsi carico dei rischi, poiché generalmente l’intervento degli intermediari

finanziari si limita a favorire l’incontro tra domanda ed offerta, anche se gli intermediari mobiliari possono

farsi carico di alcuni rischi, operando con preventiva sottoscrizione o garanzia. Nel canale di finanziamento

indiretto il trasferimento delle risorse è spezzato in due transazioni distinte, di segno opposto, accentrate

presso un’unica controparte, cioè l’intermediario finanziario (che di solito è creditizio). L’intermediario quindi

si assume tutti i rischi del buon esito dell’operazione.

1.2. Funzione monetaria.

La seconda funzione assolta dal Sistema finanziario è rappresentata dalla funzione monetaria, alla quale è

preposta una specifica categoria di operatori (il Sistema bancario, cioè la Banca centrale e le banche), i quali

presentano una caratteristica particolare: quella di avere passività a vista che vengono universalmente

accettate come mezzo di pagamento. In particolare, per quanto attiene la tipologia dei mezzi e degli

strumenti di pagamento attraverso i quali viene ad essere svolta la funzione monetaria, deve effettuarsi un

debito distinguo a seconda dell’intermediario che, nel concreto, procede nell’emissione delle passività a tal

fine utilizzate: la Banca centrale (o Istituto di emissione), che emette la moneta legale; le banche, i cui

depositi vengono accettati sulla base di un rapporto fiduciario per effettuare pagamenti. La definizione degli

strumenti di pagamento diversi dalla moneta legale rappresenta la prima fase di un processo assai

complesso attraverso il quale si viene a delineare il sistema dei pagamenti; un processo che prevede, in

secondo luogo, la definizione di una serie di procedure e servizi (attraverso i quali gli intermediari scambiano

i documenti e le informazioni contabili relativi ai pagamenti disposti dalla clientela); e che si conclude con la

terza ed ultima fase, quella del regolamento.

1.3. Funzione di trasmissione della politica monetaria.

Deve rilevarsi come la politica monetaria, assieme alla politica dei redditi ed alla politica di bilancio, si

inserisca nel più ampio ambito della politica economica, ovvero nell’insieme di strumenti di governo

dell’economia aventi, quali obiettivi finali, la crescita del reddito, l’occupazione, la stabilità interna della

moneta e, da ultimo, l’equilibrio della bilancia dei pagamenti.

Si potrebbe dire che la politica monetaria si riassume nella regolazione della quantità di moneta e del livello

dei tassi di interesse per raggiungere obiettivi di politica economica.

Nell’ambito della conduzione della politica monetaria, un ruolo di assoluto rilievo è ricoperto dalla Banca

centrale; un’istituzione in cui trovano evidenza:

o L’attività di emissione di moneta legale e controllo monetario e, di conseguenza, l’esercizio della

politica monetaria (a livello strategico fissa gli obiettivi di stabilità dei prezzi e stabilizzazione delle

fluttuazioni cicliche dell’economia; e a livello operativo fissa un livello-obiettivo per i tassi d’interesse

del mercato monetario, il tasso d’interesse interbancario. Per orientare i tassi d’interesse a breve

termine del mercato verso il livello-obiettivo la BCE dispone di: operazioni di mercato aperto, le

operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e la facoltà di imporre alle istituzioni creditizie di

detenere riserve obbligatorie sui conti accesi presso la BCE) e del cambio (a livello strategico

stabilisce se il tasso sia flessibile, fisso o situazioni intermedie; a livello operativo opera sul mercato

dei cambi per perseguire il suo obiettivo di cambio).

o L’attività di supervisione e gestione dei sistemi di pagamento.

o Il ruolo di Autorità di vigilanza del Sistema creditizio e degli intermediari e il ruolo di prestatore in

ultima istanza.

2. Mercati.

Trattasi di luoghi fisici in cui operatori specializzati svolgono la funzione di ricerca dell’incontro tra domanda e

offerta, ovvero circuiti telematici di collegamento in cui vengono fatti confluire, secondo determinate regole e

procedure, gli ordini di acquisto e di vendita di strumenti finanziari. Nel caso di mercati regolamentati, come i

mercati borsistici, il loro funzionamento avviene nel rispetto di regole stabilite dalle autorità di vigilanza e

delle società di gestione dei mercati (inerenti la quotazione, le negoziazioni, i meccanismi di formazione dei

prezzi, i ruoli degli intermediari, gli orari di operatività, ecc.); mentre ove ne manchi la regolamentazione, si è

in presenza di mercati over-the-counter (OTC), cioè mercati il cui funzionamento ha luogo senza che vi siano

regole stabilite da autorità di vigilanza ma che adottano modalità e prassi operative comunemente accettate.

I mercati OTC sono rappresentati dai sistemi multilaterali di negoziazione (MTF) e dagli internalizzatori

sistemici. Gli internalizzatori sistemici vengono definiti come piattaforme di negoziazione gestite da

intermediari abilitati, che compensano al loro interno gli ordini di acquisto e di vendita ricevuti: in altri termini,

a questi intermediari viene riconosciuta la possibilità di “internalizzare” gli ordini di compravendita della

clientela, eseguendoli in contropartita diretta, senza indirizzarli verso gli altri mercati in cui tali strumenti

finanziari sono negoziati. In tutti i mercati si è soliti distinguere tra: mercato primario e mercato secondario. Il

mercato primario è il luogo in cui avvengono le emissioni di strumenti finanziari (tali emissioni possono

assumere la veste tecnica dell’asta, del consorzio di collocamento o dell’aumento del capitale), mentre il

mercato secondario è il luogo in cui avviene la successiva negoziazione degli strumenti finanziari già in

circolazione e p

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Publisher
A.A. 2016-2017
18 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorycaprio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Santoboni Fabrizio.