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ROE = UTILE NETTO / PATRIMONIO NETTO

ROE* = (UTILE NETTO / TOT. ATTIVO) x (TOT. ATTIVO x PATRIMONIO NETTO)

La scomposizione consente all'analista di distinguere le situazioni aziendali nelle quali un elevato livello di ROE possa derivare da un elevato livello di utile netto o piuttosto da una riduzione del patrimonio netto rispetto al totale dei debiti.

Tuttavia il ROE singolarmente può non essere indicativo se non affiancato da indicatori che tengano presente sia il reddito prodotto dalla banca sia il rischio che la stessa ha assunto: tali rischi fanno parte della famiglia dei RAPM, Risk Adjusted Performance Measurement.

Analisi della produttività e dell'efficienza

La produttività, che esprime il rendimento dei fattori produttivi, è misurabile come rapporto tra il risultato ottenuto e la quantità dei fattori impiegati.

Essa si inquadra sotto un duplice profilo: la produttività fisica è il rapporto tra la quantità del fattore collocato

E quello impiegato (ad es. numero conti attivi/numero dipendenti) la produttività economica rapporta invece valori economico-finanziari alle quantità di fattori utilizzati (ad es. margine d'interesse/numero dipendenti).

La produttività è strettamente correlata con il concetto di efficienza, capacità della banca, date le caratteristiche operative, di ottimizzare i flussi di risorse, minimizzare i costi riducendo gli sprechi, svolgendo dunque la gestione in maniera economica.

Un tipico indicatore di efficienza operativa è considerato il cost income ratio:

COST INCOME = Costi operativi/Margine d'intermediazione

Per interpretare correttamente il cost income occorre puntualizzare alcuni aspetti:

  • Caratteristiche strutturali di una banca: banche con strutture organizzative più snelle (operative tramite canali elettronici ad esempio) presentano cost income più bassi rispetto a banche "commerciali" con normali
sportelli- programmi di investimento e sviluppo: non necessariamente un cost income molto basso è indice di elevata efficienza operativa; può anche indicare un'insufficienza di investimenti- scelte strategiche in materia di gestione dei fattori produttivi: occorre tenere conto delle scelte della banca in materia di a) outsourcing b) politiche di gestione del personaleAnalisi della patrimonializzazioneIl profilo patrimoniale prende in esame la dotazione patrimoniale della banca in quanto mezzo per fronteggiare, assieme alla redditività, la sostenibilità dei piani di sviluppo aziendali di medio-lungo periodo. Una dotazione patrimoniale superiore rispetto ai rischi da coprire da un lato consente alla banca autonomia nelle decisioni di crescita, dall'altro si traduce in una minore redditività prospettica (tengo i soldi in cassa invece di investirli e farli fruttare).I più importanti indici da prendere in considerazione per l'analisidella patrimonializzazione si differenziano per il fatto di essere ottenuti prendendo in esame un concetto di patrimonio di tipo contabile (patrimonio netto) o regolamentare (patrimonio di vigilanza).

Free capital = Patrimonio netto - Attività non fruttifere

Leverage = Totale attivo / Patrimonio netto = Leva finanziaria

Le banche, più di ogni altra attività, sono contraddistinte da un elevata leva finanziaria (leverage)

Coefficiente di solvibilità = Patrimonio di Vigilanza/Totale attività di rischio ponderate

La regolamentazione prudenziale impone che questo coefficiente sia superiore all'8%, rappresentando dunque anche un limite alla leva finanziaria stessa.

Analisi della rischiosità

Molto importante in un'impresa finanziaria è analizzare il concetto di rischio.

È importante che dall'analisi determini:

  • l'ammontare assoluto (o comparato ad aziende simili) dei rischi assunti e
  • la coerenza tra i rischi

assunti e la redditività

la coerenza tra i rischi e il patrimonio tenuto conto dei vincoli normativi

la coerenza tra l'ammontare dei rischi e la tipologia di attività svolta.

I rischi assunti da una banca sono numerosi, ma qui ci limitiamo ad analizzare il rischio di credito.

Nella Relazione e nella Nota Integrativa sono contenute informazioni relative al rating con cui sono state ripartite le esposizioni creditizie.

La rischiosità a fronte del portafogli impieghi, la componente di gran lunga più rilevante dell'attività delle banche, può essere analizzata attraverso una serie di indicatori:

  • indice di rischiosità lordo: crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore/crediti verso la clientela
  • indice di rischiosità netto: crediti deteriorati al netto delle rettifiche di valore/crediti verso la clientela
  • Esposizioni con rating < B- / Totale
  • Ecc

I primi indici consentono di analizzare:

  • lo stock di rischiosità
  • del portafoglio impieghi al lordo e al netto delle rettifiche di valore effettuate in modo da capire l'incidenza del rischio sui bilanci prospettici- le politiche di copertura effettuate in termini di impairment (rettifiche di valore) e l'efficacia delle garanzie acquisite- il flusso di rischiosità in entrata. Un elemento da monitorare con sovente attenzione è rappresentato dal rischio di concentrazione: l'attività di impiego dovrebbe infatti caratterizzarsi per un criterio di frazionamento del portafoglio impieghi in modo da evitare che eventuali perdite relative ad un numero limitato di debitori possano comprometterne la qualità dell'intero portafoglio e i risultati economici della banca. E' chiaro che, in generale, la banca che concentri il portafoglio crediti nelle classi di rating migliori vedrà migliorare il proprio profilo di rischiosità ma avrà un margine di interesse più basso. Principi generali per

    L'analisi di bilancio

    Nell'analisi del bilancio della banca bisogna prendere in considerazioni talune componenti:

    • la lunghezza della serie storica: affinché i dati siano significativi occorre prendere in esame più di un esercizio, così da evidenziare la presenza di eventuali trend nei dati.
    • confronti con banche omogenee per dimensioni e/o operatività: vengono confrontati i propri risultati con i concorrenti, soprattutto con quelli ritenuti punti di riferimento (benchmark), con lo scopo di capire il proprio posizionamento competitivo.
    • la valutazione di altre fonti informative: bisogna acquistare altre informazioni, oltre a quelle del bilancio, sull'andamento delle banche. Un tipico indice è l'andamento della quotazione in Borsa nel corso di un periodo di tempo sufficientemente esteso (ovviamente per le banche quotate in borsa).
    • analisi dei fenomeni sistemici che possono incidere positivamente o negativamente.
    sul mercato rispetto al rischio Per valutare l'andamento economico-finanziario delle banche, ad esempio in seguito a provvedimenti di liberalizzazione, si utilizzano diverse misure. Una di queste è la performance risk adjusted (RAPM), che tiene conto del rischio associato alle performance. Un'altra misura importante è la creazione di valore, espressa attraverso l'EVA (Economic Value Added). L'analisi del bilancio delle banche ci porta a considerare la performance risk adjusted (RAPM) e la creazione di valore come obiettivi della gestione. Il valore rappresenta una guida per le decisioni prese dai vertici aziendali. Tra le diverse varianti del RAPM, la più importante è il Return On Risk Adjusted Capital (RORAC), che si calcola dividendo l'utile netto per il capitale a rischio. L'azienda crea valore finché il RORAC è superiore al costo del capitale proprio (Ke). Il costo del capitale proprio si calcola come il tasso risk free (Rf) più il prodotto tra la sensibilità del titolo (b) e la differenza tra il tasso di rendimento del mercato (Rm) e il tasso risk free (Rf).all'andamento dell'indice di mercato (Rm - Rf): rappresenta il premio di rischio La metodologia EVA® esprime un concetto di risultato residuale, ovvero il rendimento conseguito al netto del costo del capitale impiegato per conseguirlo. EVA® = NOPAT - WACC x CI Con il NOPAT che esprime il profilo netto operativo dopo le tasse, il WACC che sta per Weighted Average Cost of Capital (costo medio ponderato del capitale di debito), e CI che è il capitale investito formato dalla somma del capitale proprio e del capitale di debito. Il rapporto tra NOPAT e CI esprime la redditività nell'attività caratteristica. Il metodo EVA® è utilizzato anche per determinare il valore di mercato di un'azienda: l'assunto sottostante è che tale valore sia pari alla somma del patrimonio netto contabile e del Market Value Added (MVA). Il MVA costituisce il maggior valore che il mercato riconosce al capitale investito. Una banca.creerà valore quando il proprio valore di mercato è superiore al patrimonio netto contabile (MVA > 0) e viceversa distruggerà valore quando il proprio valore di mercato è inferiore al capitale netto contabile (MVA < 0). Cap 9) Le concentrazioni bancarie Un insieme di fenomeni, tra cui la globalizzazione, il cambiamento tecnologico, la deregolamentazione, l'integrazione dei mercati finanziari, hanno contribuito negli ultimi vent'anni alla diffusione e all'incremento di fenomeni di concentrazione bancaria. A questi sono stati aggiunti provvedimenti normativi di carattere internazionale. Gli Stati Uniti sono stati protagonisti nello scenario internazionale per numerose operazioni di M&A (merger & acquisition: "fusione e acquisizione") fin dagli anni '80. In Europa le concentrazioni bancarie si sono intensificate, invece, a partire dagli anni '90. Le motivazioni di M&A hanno generalmente l'intento di: consolidare la

    quota di mercato, ampliare e migliorare qualitativamente il portafoglio prodotti/servizi offerti alla clientela, di diversificare i rischi e di incrementare l'efficienza produttiva mediante il conseguimento di economie di scala e di scopo.

    I processi di concentrazione bancaria, inoltre, modificano la struttura e la competizione dei sistemi bancari, producendo effetti sulla disponibilità di credito concesso ai risparmiatori e alle imprese e sui prezzi dei servizi offerti.

    Nelle operazioni di M&A alcuni annoverano diversi interventi sugli assetti proprietari (fusioni, conferimenti, scorpori, split up, offerte pubbliche di acquisto e di scambio, scambi di partecipazione, ecc.), altri considerano solo le fusioni e le acquisizioni. Queste due operazioni presentano differenze sostanziali sia sotto un profilo giuridico sia sotto un profilo economico-aziendale. In particolare: 1) le fusioni non comportano un indebolimento della base patrimoniale della nuova banca, contrariamente alle

    operazioni di acquisizione che riducono il cosiddetto free capital

    le fusioni alterano il legame con il territorio di insediamento e l'

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Publisher
A.A. 2012-2013
58 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Gai Lorenzo.