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Il caso più semplice di funzione di produzione

Il caso più semplice di funzione di produzione è quello in cui è possibile variare il consumo di un solo fattore, di solito il lavoro, mentre tutti gli altri fattori di produzione restano fissi. In questo caso è possibile rappresentare graficamente la funzione su un piano cartesiano, riportando sull'asse orizzontale la quantità di fattore variabile utilizzata e sull'asse verticale la quantità di output o prodotto totale. È possibile misurare il contributo che il lavoro fornisce al processo di produzione, ricorrendo ai concetti di prodotto totale, prodotto medio e prodotto marginale.

Il prodotto totale (o prodotto totale fisico) indica la quantità totale di output prodotto in unità fisiche.

Il prodotto medio è dato dall'output totale diviso per le unità totali di input.

Il prodotto marginale di un input è il prodotto aggiuntivo, o output aggiunto da una unità aggiuntiva di quel tipo di input.

mentre tutti gli altri input sono mantenuti costanti. Le forme delle curve del prodotto marginale e del prodotto medio sono in stretta relazione. Sia il prodotto medio che il prodotto marginale prima crescono e poi decrescono. Il prodotto marginale assume sempre un valore positivo quando la quantità prodotta totale cresce, negativo quando la quantità prodotta decresce. La curva che rappresenta il prodotto marginale attraversa l'asse orizzontale in corrispondenza della quantità di lavoro per cui la quantità di output è massima. Quando il prodotto marginale è più grande del prodotto medio, il prodotto medio cresce. Quando il prodotto marginale è più piccolo del prodotto medio, il prodotto medio è decrescente. Un prodotto marginale del lavoro decrescente rappresenta la situazione più frequente nei processi produttivi. Si dice pertanto che vale la legge dei rendimenti marginali decrescenti. La legge dei rendimenti marginali decrescenti afferma che, a parità di tutti gli altri fattori produttivi, l'aumento di un fattore produttivo (ad esempio il lavoro) porta a un aumento del prodotto totale, ma con un tasso di crescita sempre più basso.

marginali afferma che se cresce l'utilizzazione di un input mantenendo fissi gli altri, da un certo punto in poi il consumo di ulteriori unità dell'input farà diminuire la quantità prodotta (aggiungendo quantità addizionali di un input e mantenendo costanti tutti gli altri, si otterranno quantità aggiuntive di output sempre minori). La legge dei rendimenti marginali ha validità nel breve periodo, quando almeno uno degli input non varia. La legge si applica ad una data tecnologia. Con il passar del tempo, comunque, le invenzioni ed i miglioramenti nella tecnologia, possono spostare la funzione di produzione in alto. Nel caso in cui vi siano invece due fattori variabili (lavoro e capitale) - è il caso del lungo periodo - è possibile rappresentare la funzione di produzione utilizzando una mappa di isoquanti. Un isoquanto mostra le varie combinazioni di fattori di produzione che daranno una certa quantità di produzione. Generalmente,

gli isoquanti sono convessi verso l'origine degli assi poiché sia il capitale che il lavoro hanno prodotti marginali positivi. Se aumenta il consumo di uno dei fattori produttivi, aumenta la quantità prodotta. Anche nel caso di una funzione di produzione a due fattori variabili è possibile osservare ritorni marginali decrescenti (per ambedue o uno solo dei fattori), mantenendo uno dei fattori variabili. Il saggio marginale di sostituzione tecnica del lavoro per il capitale, indica la quantità di cui il consumo di capitale può essere ridotto quando viene utilizzata una unità in più di lavoro, in modo tale che l'output resti immutato. Il valore del saggio marginale di sostituzione tecnica come è stato definito, a meno del segno, è dato dalla pendenza dell'isoquanto corrispondente ad un particolare output. Nel caso in cui esiste perfetta sostituibilità tra i fattori il saggio marginale di sostituzione è.

costante lungo l'isoquanto. In questo caso estremo la stessa quantità di output può essere prodotta utilizzando solo uno dei fattori produttivi o una loro combinazione. Un altro caso interessante è quello in cui il rapporto tra gli input deve essere costante perché si possa avere un output. È questo il caso in cui i metodi di produzione disponibili per l'impresa sono limitati.

Nell'analisi della funzione di produzione nel lungo periodo, anziché esplorare come incide la variazione di un singolo fattore per volta sulla quantità prodotta, si cerca di capire che cosa succede quando l'impresa varia la dimensione dei propri impianti (e quindi la scala delle operazioni). In questo modo i manager dell'impresa possono prendere le loro decisioni relative al lungo periodo. I rendimenti di scala riflettono la reazione del prodotto totale quando tutti i fattori aumentano proporzionalmente. Se il consumo di tutti i fattori

Quando il consumo di tutti i fattori produttivi aumenta nella stessa proporzione, e la quantità prodotta aumenta nello stesso rapporto, si dice che vi sono rendimenti di scala costanti. Se il consumo di tutti i fattori produttivi aumenta nella stessa proporzione, e la quantità prodotta aumenta di un rapporto superiore (inferiore), si dice che vi sono rendimenti di scala crescenti (decrescenti). Utilizzando una rappresentazione grafica, si vede che quando esistono ritorni di scala crescenti, gli isoquanti che descrivono la funzione di produzione si addensano tra loro al crescere della quantità di input. Quando esistono ritorni di scala decrescenti, gli isoquanti man mano si diradano al crescere della quantità di input. Quando esistono ritorni di scala costanti, al crescere della quantità di input gli isoquanti sono tra loro ugualmente spaziati. Quando esistono ritorni di scala crescenti (decrescenti), si dice anche che esistono economie di scala (diseconomie di scala).

Analisi dei costi

dell'impresa. Gli economisti hanno una concezione diversa dei costi rispetto ai contabili. I contabili hanno una concezione retrospettiva dei costi. I costi contabili includono le spese effettivamente sostenute e le spese relative al deprezzamento dei beni (ossia l'ammortamento). Gli economisti (e così dovrebbe essere anche per i manager) considerano i costi in una prospettiva di gestione dell'impresa che guarda al futuro. Essi si preoccupano infatti di capire quali saranno i costi attesi e in che modo l'impresa sarà in grado di abbassare i suoi costi e migliorare la sua profittabilità nell'immediato futuro. In parole povere, gli economisti si preoccupano dei costi opportunità, ossia i costi che sono associati con le opportunità che l'impresa non coglie non utilizzando le sue risorse al loro valore d'utilizzo più elevato. I costi possono essere espliciti ed impliciti. I costi espliciti sono le spese effettive.

è direttamente proporzionale alla quantità del bene prodotta. In formule: CT = CF + CV Il costo fisso rappresenta le spese che l'impresa deve sostenere indipendentemente dalla quantità di output prodotta. Queste spese includono ad esempio l'affitto dei locali, i salari dei dipendenti fissi, le tasse fisse, ecc. Il costo variabile, invece, dipende direttamente dalla quantità di output prodotta. Queste spese includono ad esempio il costo delle materie prime, il costo della manodopera variabile, le spese per l'energia elettrica, ecc. È importante sottolineare che il costo totale può essere influenzato anche da altri fattori, come ad esempio l'efficienza produttiva, la tecnologia utilizzata, ecc. In conclusione, l'impresa sostiene diversi tipi di costi per utilizzare gli input nella produzione, tra cui i costi espliciti e i costi impliciti. I costi espliciti sono quelli che figurano esplicitamente nei libri contabili dell'impresa, mentre i costi impliciti sono quelli che devono essere stimati facendo riferimento al loro rendimento in un uso alternativo.varia appunto con il variare della quantità da produrre. I costi fissi generalmente includono le spese sostenute per l’acquisto delle macchine e dell’impianto (o il loro ammortamento), le spese sostenute per la manutenzione dell’impianto, la maggior parte dei premi di assicurazione, le retribuzioni che per contratto devono essere pagate, sia che l’impresa produca o meno, le imposte sulla proprietà. I costi variabili includono le spese per le materie prime, il combustibile, parte delle retribuzioni, le imposte sul prodotto, ecc. CT = CF + CV Il costo marginale CMa è l’aumento del costo che consegue alla produzione di una ulteriore unità di prodotto. Poiché il costo fisso non varia, esso rappresenta la variazione del costo variabile per la produzione di una unità aggiuntiva di prodotto. Il costo medio è il costo dell’unità di prodotto. Esistono tre tipi di costo medio: il costo medio fisso CMF, il costo

Il medio variabile CMV e il costo medio totale CMT.

CMF = CF/Q

CMV = CV/Q

CMT = CT/Q

La forma delle curve di costo unitario dipende dalla forma delle corrispondenti curve di costo totale.

In particolare, la curva CMF decresce continuativamente, mentre le curve CMV, CMT, e CMa hanno una forma a U.

La curva CMV decresce quando la curva del prodotto medio PM cresce e viceversa.

Analogamente, la curva CMa decresce quando la curva del prodotto marginale PMa cresce e viceversa.

Quando la curva del costo marginale si trova al di sotto della curva del costo medio, la curva del costo medio decresce.

Quando la curva del costo marginale si trova al di sopra della curva del costo medio, la curva del costo medio cresce.

Quando il costo medio raggiunge il valore minimo, il costo marginale uguaglia il costo medio.

Un problema che i manager di tutte le imprese si trovano a dover risolvere nel lungo periodo è quello di selezionare gli input, capitale e lavoro, per produrre un dato livello di output al minimo costo.

Nel lungo periodo tutti gli input di produzione sono variabili. Come conseguenza, la scelta degli input dipende sia dal costo relativo dei fattori di produzione, sia dal grado di sostituibilità tra loro dei fattori nel processo di produzione. Il problema è analogo a quello che deve risolvere un consumatore razionale quando deve massimizzare la propria soddisfazione scegliendo tra vari paniere di beni sotto il vincolo della limitazione di reddito disponibile. Si definisce linea di isocosto l'insieme di tutte le possibili combinazioni di capitale e lavoro che possono essere acquistati avendo una specifica limitazione di budget, ossia non dovendo superare un certo costo: CT = wL + rK dove r rappresenta il costo del capitale, w il costo del lavoro, L e K rispettivamente la quantità di lavoro e la quantità di capitale. Al variare del valore del costo totale CT, l'equazione descrive una linea di isocosto diversa. Anche nel lungo periodo le curve dei costi hanno

ei tassi di interesse è la politica monetaria adottata dalla banca centrale. Se la banca centrale decide di aumentare i tassi di interesse, ciò comporterà un aumento dei costi di finanziamento per le imprese e i consumatori, riducendo così la domanda di prestiti e di investimenti. Di conseguenza, la curva dei tassi di interesse si inclinerà verso l'alto, assumendo una forma a U. Un altro fattore che può influenzare la forma delle curve dei tassi di interesse è l'aspettativa di inflazione. Se gli operatori di mercato si aspettano un aumento dell'inflazione futura, potrebbero richiedere tassi di interesse più alti per compensare la perdita di potere d'acquisto del denaro. Questo comporterà un'ulteriore inclinazione verso l'alto della curva dei tassi di interesse. Infine, la forma delle curve dei tassi di interesse può essere influenzata anche dalla domanda e dall'offerta di titoli di debito. Se la domanda di titoli di debito è elevata rispetto all'offerta, i prezzi dei titoli aumenteranno e i rendimenti diminuiranno, portando ad una curva dei tassi di interesse più piatta. Al contrario, se l'offerta di titoli di debito supera la domanda, i prezzi dei titoli diminuiranno e i rendimenti aumenteranno, portando ad una curva dei tassi di interesse più ripida. In conclusione, la forma a U delle curve dei tassi di interesse può essere determinata da vari fattori economici, tra cui la politica monetaria, le aspettative di inflazione e l'equilibrio tra domanda e offerta di titoli di debito.
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
11 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Non --.