INPUT - OUTPUT+ ATTIVITA’+ PASSIVITA’-
Il bilancio di esercizio si compone di due sezioni complementari: la sezione del reddito di esercizio,
ossia il conto economico, e la sezione del capitale di funzionamento, ossia lo stato patrimoniale.
Ciascuna delle due sezioni è un sistema di valori, i due sistemi di valori sono rappresentati
mediante due tavole denominate rispettivamente tavola del reddito di esercizio o conto economico
e tavola del capitale di funzionamento o stato patrimoniale. La tavola del reddito di esercizio ci
presenta da un lato i valori degli input inseriti nella produzione (i costi e gli altri componenti
negativi del reddito) e, dell’altro lato, i valori degli output della produzione ( i ricavi e gli altri
componenti positivi di reddito); per differenza si ottiene il risultato reddituale, ossia l’utile o la
perdita di esercizio che è la rimunerazione(positiva o negativa) dell’input capitale di rischio. La
tavola del capitale di funzionamento, invece, da un lato rappresenta i valori delle attività 13
dell’impresa, ossia ciò che l’azienda possiede e, dall’altro lato, i valori della passività, ossia delle sue
obbligazioni (ciò che l’azienda deve. La differenza, denominata capitale netto esprime quanto è di
pertinenza dei conferenti di capitale di rischio.
L’impresa ha l’esigenza di misurare periodicamente la sua performance ad intervelli regolari non
troppo lunghi. Tutte le imprese stilano un bilancio almeno una volta l’anno. In questo modo la vita
continuativa dell’impresa viene spezzata, a fini conoscitivi, in sezioni annuali. Si dice che l’esercizio
generale dell’impresa, ossia l’insieme di tutte le operazioni messe in atto dall’impresa lungo tutta
la sua vita, viene scomposto in esercizi parziali, riferiti a certi periodi di tempo; l’esercizio generale
è dunque scomposto in più esercizi annuali.
L’arco temporale scelto per delimitare l’esercizio parziale si chiama periodo amministrativo, il
periodo amministrativo standard delle impresi è pari ad un anno che può coincidere o meno con
l’anno solare. L’esigenza pratica di rilevare il reddito di un esercizio annuale si scontra con la
sostanziale continuità dei processi economici aziendali; rilevare il reddito di esercizio significa
dunque spezzare il fluire continui della vita aziendale. La continuità dei processi economici
d’impresa fa sorgere molti valori che sono cumuni a due o più esercizi annuali e che devono essere
spezzati. Le operazioni di impresa si svolgono secondo cicli temporali di breve, medio e lungo
periodo. L’esigenza di spezzare i valori nasce per il fatto che molti cicli si pongono a cavallo dei
limiti temporali degli esercizi annuali. Due manifestazioni evidenti di questi fenomeni sono le
condizioni produttive pluriennali e le rimanenze di esercizio. Sono condizioni produttive pluriennali
gli impianti che un’impresa acquista in un certo periodo amministrativo e che produrranno la loro
utilità per un certo numero di esercizi annuali successivi. Per costruire correttamente le tavole del
reddito dei vari esercizi interessati occorre ripartire il costo complessivo sostenuto per l’impianto
tra tutti gli esercizi; le quote di costo così calcolate si denominano quote di ammortamento. Al
termine di ogni periodo amministrativo tutte le imprese si trovano con produzioni in corso che
rappresentano una parte del valore della produzione realizzata nell’anno dall’impresa, ma che, non
essendo ancora finite e vendute non appaiono tra i ricavi di vendita; queste produzioni in corso
alla fine di un periodo si denominano rimanenze finali. Le rimanenze finali sono, le produzioni in
corso con le quali si apre l’esercizio del periodo amministrativo successivo; in altri termini
nell’esercizio del periodo amministrativo successivo le rimanenze finali del’’esercizio precedente
entrano come input e in tale veste sono denominate rimanenze iniziali.
Principio di competenza
Si tratta di un principio di coerenza logica tra tutti i valori che compongono la tavola del reddito. La
tavola del reddito non è la tavola dei costi e dei ricavi dell’esercizio; la tavola del reddito è la tavola
dei componenti positivi e dei componenti negativi del reddito. Il principio di competenza richiede
che nella tavola del reddito di un certo esercizio siano rappresentati:
i valori di tutti e soltanto gli output prodotti dall’esercizio (componenti positivi)
- tutti e soltanto i valori degli input utilizzati e assorbiti per produrre tali risultati
- (componenti negativi)
tali valori positivi e negativi, sono i valori di competenza dell’esercizio.
Il costo di acquisto delle materie prime è un costo ed è un componente negativo del reddito. Il costo di
acquisto di un bene pluriennale è un costo, ma non è un componente negativo del reddito di un
singolo esercizio annuale; si attua il processo di ammortamento di competenza dell’esercizio. La quota
di ammortamento è un componente negativo di reddito, ma non è un costo; è una quota di un costo
pluriennale. Il valore delle rimanenze finali è un componente positivo di reddito, ma non è un ricavo. I
componenti positivi e negativi di reddito che non sono anche costi e ricavi 14
nascono dal fatto che per rappresentare il reddito di un esercizio rispettando il principio
di competenza, occorre ripartire i costi e i ricavi comuni a due o più esercizi.
Il reddito di esercizio
Il reddito di esercizio è l’insieme di tutti i valori della tavola del reddito. Il risultato reddituale è uno
di tali valori e a seconda del suo segno si denomina utile o perdita di esercizio. Il risultato
reddituale è la rimunerazione di una condizione di produzione e, in quanto tale, appartiene alla
classe dei componenti negativi di reddito. Non ha però natura di costo perché non è misurato da
un prezzo, e può essere sia un valore positivo (un utile) sia un valore negativo (perdita). Il reddito di
esercizio è l’insieme dei componenti positivi e negativi di reddito e del risultato reddituale.
La tavola del reddito di esercizio è uno schema costruito per mettere a confronto il valore degli input e
il valore degli output ottenuti dall’attività economica. L’analisi di tali valori consente di misurare il
risultato reddituale dell’impresa, ossia l’utile e la perdita. Dal punto di vista concettuale, la struttura
della tavola del reddito è piuttosto semplice. Si tratta di disporre in buon ordine:
l’elenco delle condizioni di produzione ricevute dai vari soggetti e il valore delle
- stesse attribuibile all’esercizio secondo il principio di competenza: i componenti
negativi del reddito
l’elenco degli output ottenuti dall’attività economica e il valore delle stesse attribuibile
- all’esercizio in base al principio di competenza: i componenti positivi del reddito
I tipici input di un’impresa di produzione (componenti negativi di reddito) sono:
- le materie prime e i servizi acquistati dai fornitori, ossia i costi di acquisto
- gli immobili, impianti, macchine, attrezzatore di proprietà cui corrispondono le quote di
ammortamento delle immobilizzazioni tecniche
- le immobilizzazioni di proprietà di terzi che originano i canoni di locazione o fitti passivi
- il lavoro fornito dai prestatori di lavoro, i relativi componenti negativi sono gli stipendi,
i contribuiti e le quote di trattamento di fine rapporto
- i beni pubblici messi a disposizione da parte dello Stato che si manifestano sotto forma di
tributi vari e imposte sul reddito
- i mezzi monetari apportati a titolo di capitale di prestito da terzi che originano i componenti
negativi di reddito denominati interessi passivi
- la copertura di rischi particolari a pronte di premi assicurativi
- le rimanenze iniziali della tavola precedente che diventano input del nuovo esercizio.
Rimanenze iniziali sono: materie prime che al termine del periodo precedente non erano entrate
nel processo di trasformazione fisica, i semilavorati ossia i prodotti in corso di trasformazione alla
fine del periodo precedente; e i prodotti finiti non venduti
- il capitale di rischio che è rimunerato con l’utile o la perdita
I tipici output (componenti positivi di reddito) di un’impresa di produzione possono essere
generati da due gestioni: la gestione caratteristica e la gestione patrimoniale..essi sono:
-i prodotti finiti e venduti che danno origine ai ricavi di vendita generati dalla gestione
caratteristica
-le produzioni in corso a fine esercizio, ossia le rimanenze finali di fine esercizio gestione
caratteristica
-gli interessi attivi della gestione patrimoniale, attuata sotto forma di conferimento di capitale
di prestito a terzi generati dalla gestione patrimoniale
- i dividendi e le plusvalenze della gestione patrimoniale sotto forma di sottoscrizione di quote
di capitale di rischio di altre imprese gestione patrimoniale 15
-i fitti attivi della gestione patrimoniale attuata acquistando e locando immobili gestione
patrimoniale
- i dividendi e le plusvalenze delle partecipazioni gestione patrimoniale
Il capitale di funzionamento
Il capitale di funzionamento è l’insieme dei valori delle attività, delle passività e del capitale netto
determinato al termine di ciascun periodo corrispondente all’esercizio e costruito in ipotesi di
continuità del funzionamento dell’impresa. Con la tavola patrimoniale si cerca di rispondere alla
domanda: “Che cosa ha l’azienda, e che cosa deve?”. La tavola del capitale di funzionamento è
uno schema costruito per ordinare da un lato l’insieme delle condizioni di produzione di proprietà
di un’impresa in un certo momento(attività) e dall’altro lato, l’insieme delle obbligazioni e degli
impegni nei confronti dei vari soggetti che hanno fornito contributi (passività). Molte di queste
obbligazioni sono veri e propri debiti, altri sono di natura differente; tra gli obblighi dell’impresa
appaiono anche quelli nei confronti dei conferenti di capitale di rischio. Gli obblighi nei confronti
dei conferenti di capitale di rischio sono denominati netto o capitale netto. Gli altri obblighi sono
chiamati passività. Il valore totale delle attività è sempre pari al valore delle passività.
Le tipiche attività sono divise nelle attività dedicate alla gestione caratteristica e le attività dedicate
alla gestione patrimoniale e sono:
disponibilità monetarie in cassa o sotto forma di c/c attivo gestione patrimoniale
- crediti di regolamento verso clienti
- rimanenze finali
- immobilizzazioni materiali
- immobilizzazioni immateriali
- crediti di prestito
- quote di capitale di rischio di altre imprese gestione pa
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