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OMPONENTI NEGATIVI DI REDDITO OMPONENTI POSITIVI DI REDDITO
(0) (2)
Rimanenze iniziali 370 Ricavi di vendita 2520
(1) (6)
Acquisti materie prime 1552 Interessi attivi 6
(3) (15)
Energia elettrica 60 Rimanenze finali 925
(9)
Affitti passivi 90
(10)
Oneri finanziari 45
(11)
Salari e stipendi 400
(14)
Risconto passivo 3
(16)
Ammortamento impianti 120
(17)
Accantonamento Fonto TFR 60
(18)
Fondo svalutazione crediti 90
(19)
Fondo imposte 300
3090
(20)
Reddito d’esercizio 361
T 3451 T 3451
OTALE A PAREGGIO OTALE
La riclassificazione del bilancio
1. Quali informazioni principali vengono fornite dal bilancio?
2. Come possiamo ottenere ulteriori informazioni dal bilancio, rendendolo più leggibile? La
riclassificazione.
3. Come riclassificare lo stato patrimoniale? Quali ulteriori informazioni possiamo trarre dalla sua
lettura?
4. Come riclassificare il conto economico? Quali ulteriori informazioni possiamo trarre dalla sua lettura?
L
E INFORMAZIONI DEL BILANCIO
Il bilancio d'esercizio é formato da due documenti contabili che hanno la forma di due schemi a sezioni divise
e contrapposte.
La costruzione del bilancio d'esercizio consente di formulare un primo giudizio sulla capacità dell'azienda di
rispettare il principio di economicità, evidenziando:
• Il reddito prodotto durante l'esercizio (osservando il conto economico).
• Il capitale netto (osservando lo stato patrimoniale).
Per formulare un giudizio più puntuale é tuttavia necessario ricorrere ad un'analisi più approfondita del
bilancio, attraverso due tecniche:
• La riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico.
• La costruzione di indici di bilancio, la quale non può avvenire se prima non effettuiamo la
riclassificazione del bilancio.
L
A RICLASSIFICAZIONE
La riclassificazione é un'operazione mediante la quale vengono riposizionate le voci (e i corrispondenti
valori) iscritti in bilancio in modo da ottenere maggiori informazioni sull'andamento dell'attività aziendale.
Esistono diversi criteri di riclassificazione del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale, che vengono
scelti a seconda dell'obiettivo dell'analisi condotta (evidenziando aspetti specifici dell'andamento aziendale).
In questa sede vengono affrontato due criteri di riclassificazione:
• Lo Stato Patrimoniale lo riclassifichiamo secondo il "criterio finanziario".
• Il Conto Economico lo riclassifichiamo secondo il criterio "a ricavi e costo del venduto", in quanto
nella riclassificazione si parte dai ricavi e il primo valore che si va a togliere è il cosiddetto “costo del
venduto”, che è sinonimo per indicare i costi della gestione caratteristica, ovvero i costi sostenuti per
realizzare i prodotti da vendere.
S TATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO
La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario contente di apprezzare il grado di
solvibilità dell'impresa (ovvero se l'azienda é capace di pagare i propri debiti) nel breve e nel lungo termine.
Utilizzando il criterio finanziario, le voci di attivo e passivo so riposizionato secondo due logiche differenti:
• L'attività dell'impresa vengono riposizionate secondo la logica della liquidità decrescente, quindi a
partire da quelle più facilmente "smobilizzabili" (liquidità immediate) fino ad arrivare a quelle meno
liquidabili (immobilizzazioni). Si divide in due blocchi quindi:
Attivo corrente: al cui interno va inserita la cassa e tutto ciò che lo diventerà nel giro di un
o anno: Liquidità immediate: ovvero quelle che sono immediatamente liquide/cassa: cassa,
banca c/c attivo, titoli.
Liquidità differite: ovvero quei valori che dovrebbero diventare cassa nel giro di
qualche mese: crediti vs. clienti (- fondo svalutazione crediti), crediti verso altri,
cambiali, ratei e risconti attivi.
Disponibilità: ovvero sono le rimanenze finali (il magazzino).
Attivo fisso netto: dove va inserito tutto ciò che non è cassa e lo diventerà nel giro di più di
o un anno; viene detto netto perché tutti i valori vengono espressi al netto del fondo
ammortamenti. Comprende le immobilizzazioni che si dividono in:
Immobilizzazioni materiali nette: impianti, terreni, macchinari, mobili (-Fondo
ammortamento)
Immobilizzazioni immateriali nette: marchi, brevetti (- Fondo ammortamento)
Immobilizzazioni finanziarie: obbligazioni attive, partecipazioni
• La passività dell'impresa vengono riposizionate secondo la logica dell'esigibilità decrescente, quindi
partendo da quelle esigibili temporalmente prima delle altre (passivo corrente). Nel passivo quindi
troviamo:
Passivo corrente: i debiti da pagare entro l'anno, quindi troviamo: banche passive (sono più
o esigibili dei fornitori, in quanto sono già scadute), debiti vs. Fornitori, debiti diversi, ratei e
risconti passivi, Fondo imposte (in quanto scade entro 6 mesi).
Passivo consolidato: ovvero i debiti che verranno pagati oltre l'anno; in questo elenchiamo:
o Fondo TFR, Mutui passivi, obbligazioni passive (nei confronti di coloro che comprano un
debito nei nostri confronti).
É chiaro che dopo la riclassificazione si troveranno dei valori differenti, questo perché con la riclassificazione
i valori sono espressi al netto dei fondi, ma questi movimenti non alterano l'equazione di bilancio, e dunque il
totale delle due sezione deve sempre pareggiare.
Graficamente abbiamo: S P (31/12/2007)
TATO ATRIMONIALE
A P
TTIVO ASSIVO
1.Liquidità immediate 10.P ASSIVO CORRENTE
2.Liquidità differite 11.P ASSIVO CONSOLIDATO
3.Disponibilità 12.T P
OTALE ASSIVITÀ
(10+11)
4.A C C N
TTIVO ORRENTE APITALE ETTO
(1+2+3)
5.Immobilizzazioni materiali nette 13.C APITALE NETTO
6.Immobilizzazioni Capitale sociale
immateriali nette
7.Immobilizzazioni Riserve
finanziarie
8.Attivo fisso netto (5+6+7) Utile d’esercizio
9.T (4+8) 14.T
OTALE ATTIVO OTALE A PAREGGIO
(12+13)
Lo stato patrimoniale riclassificato permette di esprimere tre tipologie di giudizio sull'equilibrio patrimoniale
dell'azienda:
• Valutare la struttura degli impieghi per apprezzare i rischi che essa comporta (elasticità strutturale),
ovvero guardare se l’azienda ha più cose liquideo meno liquide. Tutto ciò si effetua confrontando
l'attivo corrente e l'attivo fisso netto e dunque la parte sinistra dello stato patrimoniale. Un’azienda è
più elastica se ha più voci liquide che fisse.
• Valutare la struttura delle fonti di finanziamento per apprezzare il rischio finanziario (determinato dal
peso dei debiti rispetto ai mezzi propri), ovvero confrontando il passivo corrente e il passivo
consolidato con il capitale netto (la parte destra). Il rischio aumenta quando i debiti sono maggiori al
capitale netto.
• Valutare l'equilibrio strutturare tra natura e variabilità delle fonti e natura e variabilità degli impieghi
(solvibilità), e quindi confrontando l'attivo corrente con il passivo corrente e l'attivo fisso netto con il
passivo consolidato (un confronto orizzontale).
C ONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO
Attraverso la riclassificazione del conto economico "a ricavi e costo del venduto" si comprende in che modo
le diverse attività di gestione hanno contribuito alla formazione del reddito d’esercizio.
Si presenta "a scalare": ai ricavi di vendita si sommano algebricamente, progressivamente, proventi e oneri
riferiti a diverse attività di gestione.
Consente quindi di evidenziare una serie di risultati intermedi, frutto del contributo cumulativo delle diverse
gestioni:
Di seguito i diversi risultati economici evidenziati dalla riclassificazione:
• Reddito operativo di gestione caratteristica: e si chiama così perché é il risultato delle operazione di
gestione caratteristica (che identificano la funzione economico-tecnica in senso stretto dell'azienda).
Il costo del venduto può poi essere distinto in due categorie:
Costi variabili: variano al variare delle unità prodotte e vendute. Questi sono di due tipi: la
o prima grande classe di costi variabili è detta consumi, cioè un gruppo di tre conti (trittico)
ovvero gli acquisti+rimanenze iniziali-rimanenze finali; la seconda grande classe è detta
provvigioni passive, che sono dei soldi da dare ai lavoratori dell'azienda in modo
proporzionale ai suoi risultati;
Costi fissi: non variano al variare delle unità prodotte e vendute, anche quando la
o produzione è nulla. Qualsiasi altro costo di gestione caratteristica che
non rientranelle categorie di costi variabili citati precedentemente, fa parte dei costi fissi (es.:
energia). In realtà però ogni costo fisso ha in sé una componente variabile, ma per comodità
verrà cosiderata solo la componente fissa.
Di conseguenza se dai ricavi tolgo i costi variabili arrivo al margine di contribuzione; togliendo da
quest'ultimo i costi fissi ottengo il reddito operativo di gestione caratteristica.
• Reddito operativo: somma al risultato di gestione caratteristica i proventi netti derivato dalla gestione
patrimoniale (finalizzata alla produzione di redditi addizionali per l'azienda). Nella gestione
patrimoniale possiamo sicuramente trovare:
Affitti attivi
o Interessi attivi
o Obbligazioni attive: sono titoli, anche quotati nei mercati, ma non sono come azioni
o (partecipazioni agli investimenti di altre aziende), ma sono dei debiti che altre aziende hanno
e io acquisto. (Cerca)
Proventi da partecipazioni
o
• Reddito lordo di competenza: tiene conto del risultato operativo e degli oneri finanziari (interessi
passivi) derivato dalla gestione finanziaria (volta a reperire risorse necessarie a far fronte al
fabbisogno finanziario dell'azienda)
• Reddito ante imposte: considera il reddito lordo di competenza e l'effetto dei componenti straordinari
positivi e negativo intercorso nell'esercizio. Le tipologie di gestione straordinaria:
Plusvalenze/minusvalenze: avvengono quando vendo un’immobilizzazione, e sono date
o dalla differenza tra il corrispettivo percepito e il valore netto contabile (costo-fondo
ammortamento). Si ha una plusvalenza quando vendo un’immobilizzazione ad un prezzo
superiore al suo valore iniziale; al contrario, si parla di minusvalenze quando vendo
un’immobilizzazione ad un prezzo minore al suo valore iniziale.
Rivalutazioni/svalutazioni: sono una categoria di eventi straordinari; le rivalut