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Abbiamo invece un’origine endogena quando il denaro per così dire “emerge” dall’efficace ed efficiente gestione
dell’attività aziendale in modo che l’ammontar dei ricavi che proviene dall’attività di vendita risulti superiore al totale dei
costi sostenuti per l’acquisizione e l’utilizzo dei fattori produttivi. Ovviamente l’azienda potrà reinvestire in tutto o in parte
l’utile generato dalla gestione. Per un’azienda è fondamentale la capacità di reperire tramite i diversi canali risorse
finanziarie adeguate al proprio fabbisogno.
Requisiti per accedere ai finanziamenti. Ruolo delle Istituzioni e delle banche.
Risorse materiali
• Sono fattori produttivi specifici che si identificano con beni tangibili caratteristici della specifica
attività svolta dall’azienda. Possono essere impianti e macchinari, immobili, arredi ovviamente anche i materiali utilizzati
per la produzione diversi da azienda ad azienda. Si pensi ad un panificio ad una tipografia ecc. Si badi come in due
aziende che operano nello stesso settore, per esempio due banche, possiamo trovare differenze significative nella
tipologia, qualità e quantità di risorse a disposizione Possiamo avere più tipi di risorse materiali
Fattori produttivi a fecondità semplice, quando partecipano ad un unico processo produttivo o erogazione
Fattori produttivi a fecondità ripetuta, quando partecipano a più processi produttivi o erogazioni (es. attrezzature)
Fattori produttivi pluriennali, quando oltre a partecipare a più processi produttivi o erogazioni, sono destinati a
rimanere vincolati all’attività aziendale per più anni (ad es. immobili ed impianti).
Le risorse materiali sono per lo più acquistate all’esterno ma almeno in parte è possibile che siano prodotte anche
all’interno. Ammortamento ed “utilità residua” di un bene. Inconvenienti tecnici (guasti) come pure l’obsolescenza
precoce di un bene possono comportare che una risorsa cessi di partecipare al processo produttivo anzitempo rispetto
alle previsioni iniziali
Risorse immateriali
• Comprendono una vasta gamma di elementi accomunate dalla caratteristica di avere natura
intangibile ma riassumibile nel capitale intellettuale che si identifica in tre principali componenti:
umano
Il capitale consiste nel potenziale insito delle persone che operano in azienda è collegato alle loro
- conoscenze, abilità e knowhow. Si tratta di una risorsa che non è di proprietà dell’azienda ma che ne
riesce a disporre grazie all’instaurazione di un rapporto contrattuale con il lavoratore.
organizzativo
Il capitale o strutturale si riferisce a conoscenze che permangono in azienda anche aldilà
- del susseguirsi del personale, si tratta infatti della conoscenza sedimentata all’interno dell’azienda che si
manifesta ne suo modus operandi, la conoscenza formalizzata ossia codificata es database procedure e
sistemi di controllo, inoltre la conoscenza che gode di protezione legale tra i quali marchi brevetti e licenze
d’uso. relazionale
Il capitale è il sistema di relazioni che l’azienda instaura con i propri interlocutori e l’immagine
- di cui essa gode in questo ambiente.
fattore produttivo
Una risorsa per essere riconosciuta come deve soddisfare 3 requisiti:
identificabile
Essere ossia essere separabile cioè atta a essere separata o divisa dal resto del contesto
aziendale o venduta trasferita data in licenza o individualmente o insieme ad altri contratti; derivare da un
contratto o altri diritti legali e essere esprimibile in quantità monetarie avere un costo.
utile
Essere da tale risorsa devono derivare benefici economici futuri.
controllabile
Essere dall’azienda sia in termini d’impiego nella combinazione aziendale sia di appropri abilità
dei benefici che ne derivano.
valore
Le risorse di devono essere rare per essere fonte di un vantaggio competitivo l’imperfetta limitabilità si riferisce al
meccanismo di isolamento che protegge una risorsa dalla produzione e ne preserva il valore potenziale; l’imperfetta
mobilità, imperfetta sostituibilità e il valore del contesto aziendale che deve saperle utilizzare.
Cap.5
Qualsiasi impresa al fine di raggiungere i propri obiettivi economici e cioè la creazione di valore per i soci e gli altri
interlocutori sociali, effettua una trasformazione degli input reperiti sui mercati di approvvigionamento in output da
collocare poi sui mercati sbocco.
L’obiettivo, per le aziende profit, è quello di generare output (prodotti o servizi) che ottengano una valorizzazione sui
mercati di sbocco (prezzo di vendita) superiore alla somma delle risorse consumate (costi totali) cioè Rt>Ct (ricavi totali
superiori ai costi totali)
A tal fine è necessario effettuare un sistema complesso di azioni e di combinarle in attività tramite le diverse persone in
azienda
Esempi di azioni: scrivere un contratto, formulare un preventivo, assemblare un componente
Esempi di attività (cioè più azioni aggregate in attività più complesse): testare un prodotto, ordinare materie prime,
pianificare i trasporti ecc.
Un comportamento razionale ed organizzato richiede quindi la necessità del soggetto economico di mappare tutte le
attività necessarie per soddisfare gli obiettivi aziendali e ottimizzare le risorse aziendali, scarse per definizione,
realizzando quelle attività che meglio contribuiscono a rendere differente e possibilmente unica la proposta di valore
dell’azienda (value proposition).
Il processo di trasformazione economica implementato in qualsiasi impresa, può essere quindi analizzato nella sua
capacità di creare valore scomponendolo, in prima battuta, nelle classi di attività che lo costituiscono e confrontare il
valore creato da ciascuna di queste ultime con le risorse necessarie (costi sostenuti) per realizzarla.
Le trasformazioni economiche Attività, funzioni e processi
Le attività possono essere considerate come le più piccole “unità” di una qualsiasi trasformazione economica.
Tali attività vanno assegnate in azienda a diversi soggetti dotati delle opportune competenze e risorse per poter svolgere
nei tempi e nei modi stabiliti dal soggetto economico (amministratore) tutte le azioni necessarie per completarle.
L’ottimizzazione di azioni e mansioni rientra in un’area di indagine tipica degli studi di tipo organizzativo
Il contributo al raggiungimento degli obiettivi economici (la creazione di valore) di determinate classi di attività è oggetto
di studio di trattazione degli studi di strategia, pianificazione fondata sulla quantificazione preventiva degli obiettivi,
l’implementazione dei piani d’azione e la misurazione dei risultati.
Le attività di vario genere svolte dall’impresa possono essere aggregate in unità specializzate funzionali come segue:
Le Funzioni operative tipiche
attengono alla realizzazione delle attività produttive fondamentali quali ricerca e sviluppo, acquisti, produzione,
marketing, vendite ecc.
Funzioni operative integrative a supporto di quelle tipiche
Di norma l’amministrazione, la finanza, la gestione del personale ecc
Funzioni di indirizzo e controllo
Coadiuvano, impostano, indirizzano e monitorano lo svolgimento sia delle attività di tipo operativo che imprenditoriale.
Ad esempio pianificazione e controllo, sistemi operativi ecc.
Funzione imprenditoriale
Definisce le caratteristiche fondamentali dell’impresa, la tipologia dei rapporti con l’ambiente in cui opera egli obiettivi
globali da perseguire. Di norma la Direzione Generale
Ricorrendo ad un diverso livello di aggregazione delle attività è possibile anche configurare i cosiddetti “processi
aziendali” e cioè “insieme ordinati di attività della medesima specie o con un medesimo oggetto” caratterizzati da:
temporali
Relazioni tra attività che devono seguire un preciso ordine temporale (es. produzione in catena)
complementarità
Relazione di tra attività che concorrono al medesimo fine (ad esempio contributo di diversi
soggetti al processo di controllo della qualità)
uniformità
Relazione di relativa tra attività che soddisfano un requisito comune, per esempio il convergere di
attività di pubblicità e promozione nel processo di comunicazione commerciale
Business engineering and reengineering, una approccio manageriale nato negli Usa all’inizio del 1990 che si focalizza
sul disegno, l’implementazione e l’ottimizzazione di flussi e processi in azienda
I processi possono essere “intrafunzionali” cioè completi nell’ambito di una singola funzione. Per esempio:
Acquisto materia prima legno in capo alla funzione acquisti
Lavorazione meccanica prodotto in capo alla funzione produzione
funzionali”
Oppure, più spesso, “cross nel senso che risultano incompleti se osservati in capo ad una sola funzione,
che può iniziarli ma non terminarli o viceversa (ad esempio il controllo dei costi, la definizione dei prezzi, il controllo della
qualità)
Quest’ultimo tipo di processi meritano particolare attenzione perché, se opportunamente governati possono generare
molto valore
Possiamo dire che la definizione di funzioni facilita la divisione del lavoro all’interno dell’organizzazione favorendo
l’individuazione di risorse fisiche ed umane specializzate
La definizione dei processi riconduce l’agire imprenditoriale al fine ultimo di generare un output, come risultato delle
diverse attività, che soddisfi il cliente finale e consente un differenziale tra prezzo di vendita e costo totale in modo da
remunerare il capitale investito.
Le principali attività che ogni impresa implementa per raggiungere i propri obiettivi possono essere rappresentate in uno
schema logico denominato “catena del valore” che mette in luce il ruolo che diverse macroclassi di attività hanno nella
creazione di valore assorbendo e/o generando risorse.
Lo schema logico si fonda su due costrutti teorici:
Efficacia: in estrema sintesi l’output incontra il favore del mercato con contemporanea creazione di plus –valore
Efficienza: utilizzo ottimale delle risorse
Il modello propone le attività distinte in due gruppi gerarchicamente ordinate:
Le attività primarie che riguardano la trasformazione degli input in prodotti e servizi utili per il cliente rientrano in
- questa categoria : la logistica in entrata ossia le attività elementari relative al ricevimento, immagazzinaggio
controllo scorte; le attività operative come trasformazione dei p