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L'equilibrio reddituale
L'ottenimento della diseguaglianza R > C non è così ovvia. Non a caso, non si può conoscere il
valore di quest'ultima fino alla fine del ciclo produttivo: l'impresa è un sistema dinamico.
L'equilibrio reddituale può essere messo a dura prova anche da altri fattori. Vediamone alcuni:
1. Eventi shock di tipo esogeno
2. Problemi alle materie prime per eventi climatici, politici, speculativi
3. Problemi sui mercati di sbocco per mutamento dei bisogni dei clienti o dei gusti
4. Problemi di concorrenza offensiva.
L'equilibrio finanziario-monetario
Nell'impresa derivano costi di regolamento (dalle vendite) e debiti di regolamento (per le forniture). In
sostanza, è necessario un equilibrio fra i due, un equilibrio finanziario che possa trasformarsi
anche in equilibrio monetario.
L'equilibrio patrimoniale
L'impresa ricerca fonti di capitale nella duplice forma di capitale sociale e di debiti. Una
sproporzione di debiti rispetto ai mezzi propri può infatti risultare rischiosa per almeno due
motivi:
1. Carico di interessi passivi che si aggiungerebbe alle altre componenti di reddito negative;
2. Difficoltà/impossibilità di rimborsare in larga misura i debiti stessi se tramite gli stessi si è
data origine ad investimenti immobilizzati.
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Capitolo settimo: L'economia delle imprese, aziende di produzione (segue). L'impresa
industriale, bancaria, assicuratrice.
Introduzione
In questo capitolo ci interessa definire l'impresa alla luce di una definizione scientifica e che,
dunque, possa individuarne tutti i caratteri essenziali dell'impresa, coordinarli in modo omogeneo e
sistematico, sintetizzarli in modo da porre basi per attività descrittive, interpretative, normative.
Vediamo una definizione scientifica per impresa attraverso alcuni punti:
A. L'impresa è un'istituzione. Ciò è particolarmente rilevante per la storiografia sociale,
politica, diritto, ecc.. Ciò consente di dare una dignità, nelle istituzioni, anche ai profili
economici di un'impresa;
B. L'impresa è un'insieme di contratti. Ciò riguarda il diritto, in particolare quello privato.
Considera gli aspetti giuridico-contrattuali in quanto influenzino la dimensione economica
dell'impresa oppure le modalità con cui essa svolge le proprie combinazioni produttive;
C. L'impresa è una struttura di diritti di proprietà. Ciò riguarda il diritto commerciale che
regola l'attività economica dell'impresa;
D. L'impresa è un aggregato di competenze e routines. È cioè un insieme di operatori, addetti,
funzionari, dirigenti, accumunati da un insieme di regole; questo riguarda nel particolare la
gestione aziendale, mirata sempre all'efficacia ed all'efficienza dell'impresa.
Viene ulteriormente ribadito che l'impresa è un sistema economico parziale (rispetto al sistema
economico intero) che attraversa tempo e spazio, ossia tutte le variabili, sociali, politiche, tecnologiche,
proprie degli spazi/tempi in cui essa agisce, attuando combinazioni produttive che danno vita a
coordinazioni lucrative continuamente perturbate dalla concorrenza ed ai mercati e che richiedono dunque
il continuo sviluppo di quelle (adattamento + miglioramento + perfezionamento = efficacia/efficienza). Il
tutto deve avvenire in simultaneità (tutti i processi devono avvenire contemporaneamente).
L'insieme deve dunque prestarsi di gestione, organizzazione, e nel contempo di ragionerie che
consentano, simultaneamente, la misura globale e parziale delle produzioni economiche e la
fissazione degli obiettivi quantitativi.
Parlando più in dettaglio dei processi che avvengono all'interno di un'impresa, Edith Penrose fu la
prima a distinguerne due differenti:
1. Processi di crescita: nel senso di crescita dimensionale, una crescita a cui tutte le aziende
tendono, ossia ad ingrandirsi. La dimensione/ingrandimento dipende però da molti fattori,
come p.e. dalla dimensione media del mercato dei beni prodotti e dalla volontà dei
responsabili d'impresa di mantenere la dimensione originaria, oppure di ingrandirsi;
2. Processi di sviluppo: vero e proprio adeguamento dell'impresa ai fornitori, clienti, mercati,
finanziatori.
Vale anche qui la già citata legge di circolazione, valevole per persone, famiglie, elitès, nazioni.
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L'economia dell'impresa industriale
Nota storiografica. L'impresa industriale prima e dopo le «rivoluzioni industriali»
Alle origini delle moderne produzioni industriali, stanno senza dubbio le produzioni artigianali.
Con l'avvento della macchina a vapore, la forza muscolare venne via via sostituita da quella
automatizzata; ciò non fu l'unico miglioramento, poiché ci furono grandi innovazioni, invenzioni,
prodotti sempre nuovi, modifiche radicali nel mondo agricolo e nella vita quotidiana.
Nel contempo le ex-produzioni artigianali divennero produzioni di stabilimento e di serie. Grazie
alla Rivoluzione Industriale inglese iniziò dunque la grande trasformazione dei sistemi economici dal
settore primario a quello secondario e successivamente anche a quello terziario. Si tratta di una
trasformazione tecnica, ma soprattutto economica, che avvia un processo di modificazioni radicali
che interessano i livelli di continuità dei redditi, possibilità di consumo-risparmio, migliorie incredibili del
tenore di vita (e speranza di vita) ed ascesa dalla condizione contadina a quella operaia. Si noti quanto
queste modificazioni siano di carattere sociale: basti pensare che pure la visione del mondo dal punto
di vista della società cambiò radicalmente. Alla base di questo discorso, comunque, rimane sempre
il concetto che già Schumpeter aveva annunciato: la creazione-distruzione è la natura storico-spaziale
del processo capitalistico: l'innovazione senza sosta fa sorgere nuove imprese e settori e fa
declinare o tramontare le imprese ed i settori precedenti.
Le funzioni economiche dell'impresa industriale nel ciclo acquisti-trasformazione-vendita
Caratteristica di fondo dell'impresa industriale è la trasformazione fisico-tecnica dei fattori produttivi,
delle materie prime, tramite processi di stabilimento ed, in aggiunta, il montaggio (assemblaggio) di parti
componenti acquistate da terzi in un nuovo bene economico organico.
Parlare dunque di impresa industriale comporta che si trattino alcuni problemi peculiare della
stessa:
A. Economia ed organizzazione delle produzioni di stabilimento;
B. Strutture di acquisto, Borsa-Merci o da altre imprese;
C. Specializzazione/Diversificazione, processi produttivi continui o a lotti, la politica delle
scorte;
D. Le politiche generali di prezzo, rialziste o ribassiste;
E. Eventuale integrazione verticale a monte od a valle;
F. Le politiche distributive.
A. Parlare di produzioni di stabilimento comporta una quantità di problemi, principali fra i quali
ricordiamo:
1. Localizzazione: da intendere come vero e proprio fattore strategico poiché, p.e., una
impresa situata nelle vicinanze di snodi di trasporto viario, ferroviario o di qualunque
tipologia è sicuramente più vantaggioso economicamente;
2. Dimensione dello stabilimento/i: a riguardo, si dice che vigono economie di scala, cioè che i
costi dell'industria aumentino meno che proporzionalmente. Un grande stabilimento,
tuttavia, richiede investimenti che occorre potersi permettere e, non a caso, possono
subentrare dei fattori di rischio:
1. Si riuscirà a smaltire tutta la produzione maggiorata realizzata?
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2. Si riuscirà ad affrontare una crisi?
3. Si manifesterà una generale sovra-capacità produttiva rispetto alla domanda del
mercato?
B. Ma da dove provengono le materie prime necessarie alla produzione? Nella maggior parte dei
casi, queste sono acquistate dalle Borse-Merci mondiali.
In altri casi, imprese acquistano materie prime da altre imprese.
In questo modo, i costi di acquisto incontrano dinamiche del tutto differenti e nuove:
1. Nelle borse-merci l'offerta dipende solo dalle tendenze di raccolta, dalla volontà delle
nazioni esportatrici e dalle tendenze politiche e speculative;
2. Acquistare invece da altre imprese, fa dipendere l'impresa stessa dal fatto che possa
esistere una molteplicità di fornitori anche in concorrenza fra loro.
C. Al momento della creazione, l'impresa deve subito chiarire se specializzarsi in una sola famiglia
di prodotti o produrre un raggio più vasto di beni.
Nel caso della specializzazione (che prende il nome di focalizzazione), se ben gestita, consente il
perfezionamento sempre ulteriore delle tecniche produttive. Certo, il lato negativo è che ciò tende
ad isolare l'impresa in un solo comparto produttivo.
Di gran moda nel ventennio fra il 1960-80, invece, fu la tendenza a produrre beni molteplici, ma
più o meno correlati fra loro. Sulla carta ciò consente all'impresa di ridurre i rischi di mercato, nella
speranza che se un solo comparto si trova in difficoltà, gli altri non lo siano. Malgrado questo
vantaggio, il lato negativo è che aumenterebbe notevolmente la complessità gestionale, che, di
conseguenza, tende a sfociare nella complessità produttiva.
Un ulteriore accenno deve farsi sulla cosiddetta politica delle scorte. Le scorte di materie prime e
materiali vari, esprimono ed incorporano un costo, che viene lentamente recuperato quanto più tali
scorte giacciono in magazzino (giacenze). Come nel caso delle persone, anche le imprese possono
attuare due differenti comportamenti:
I. Tenere ampie scorte in magazzino: per averle già disponibili in qualunque modalità, essere
pronti ad immeterle nei processi produttivi non appena necessario ed essere ben contenti
nel caso tali scorte, nel frattempo, abbiano subito un rialzo di valore;
II. Tenere scorte ridotte in magazzino: per evitare i costi di giacenza, quindi per avere un
risparmio.
D. Quando si parla di politiche rialziste o ribassiste, si intende una problematica ben più generale,
connessa alle caratteristiche generali dei mercati in cui le imprese operano e dalla loro domanda.
Ricordando il processo di trasformazione tipico delle imprese (acquisti/trasformazione/vendita), è
chiaro come esse accumulino costi nell'attesa di ottenere ricavi. In questo caso possono essere
attuate politiche rialziste con l'obiettivo di vendere sul mercato al prezzo-ricavo massimo possibile. I
prezzi competitivi, e dunque le politiche ribassiste, si attuano solitamente in casi particolari, come
l'intenzione di stimolare nuova domanda e tentativo di invogliare nuovi produttori ad entrare nel
mercato.
E. Qualora un'impresa operi in un certo stadio trasformativo di settore pu&ograv