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Estratto del documento

Le teorie riguardo alla dimensione:

1. Economie di scala;

2. Economie di saturazione/assorbimento di costi fissi;

3. Economie di apprendimento.

Dimensione

Cercano di rispondere alla domanda: mi conviene ingrandire l’impresa? Perché?

Che vantaggi ho?

Standardizzazione e modularizzazione. Noi riusciamo a ingrandire l’impresa

[aumentare i volumi della produzione] se riesco a standardizzare: grande

produzione dello stesso output sempre uguale. Quali sono i benefici economici

e non di standardizzare?

1. Riduco i costi mediante 3 elementi principali:

• Prodotti: la progettazione è unica e non devo perdere tempo a pensare

come creare l’output ogni volta;

• Processi: i processi per produrre l’output sono i medesimi ovunque.

Sono molto dettagliati e precisi per permettere l’uguaglianza

massima. L’apprendimento è veloce perché ci sono regole precise e

ripetendole le posso imparare meglio;

• Componenti: progettazione modulare, stesse componenti tra di loro

compatibili e integrabili per vari output.

2. Le aspettative del consumatore sono soddisfatte sempre, c’è un valore

per il consumatore. Creano esternalità di rete [quello più diffuso perché

mi dà più utilità].

Dimensione  essenziale per rimanere nel settore. Perché la dimensione porta

benefici economici. Questi benefici sono alla base della teoria delle economie

di scala e della teoria delle economie di saturazione. Da queste deriva una

terza teoria delle economie di apprendimento.

Capacità produttiva (CP): numero massimo di output producibili in un certo

intervallo di tempo. A volte le imprese producono meno di quello che

potrebbero fare [produzione diversa dalla produzione effettiva] perché:

• Non c’è una domanda abbastanza alta del suo prodotto;

• L’impresa ha fatto previsioni di vendita sbagliate.

Indice percentuale: grado d’utilizzo della capacità produttiva o grado di

saturazione = produzione effettiva/CP x 100.

Questo mi permette di calcolare:

1. l’efficienza della produzione;

2. quanto l’azienda può ancora crescere [sempre se può ancora] senza

investire in capacità produttiva (hai dei lavoratori che non stai

utilizzando].

Come calcolare la CP?

Per prima cosa devo identificare la misura di output e unità temporale:

1. Beni tangibili: sono il numero di pezzi in un’unità di tempo [tot/h];

2. Servizi: devo trovare un qualcosa che è il riflesso di quella attività

[giornate di formazione/anno]

Per secondo bisogna capire l’attività di riferimento. La CP non investe solo

l’attività di produzione [assemblaggio, …] ma dobbiamo tenere conto di tutte le

attività coinvolte [vendita, ricerca e sviluppo] e devo saperle bilanciare.

Esempio. Impastatrice [1000 kg/h] ** forno [800 kg/h]  pacco [1000 kg/h].

Anche se i insisto a fare mille kg di impasto all’ora è inutile perché quando

arrivano al forno si creano delle code. Questo prende il nome di collo di

bottiglia*. Questo determina la nostra capacità produttiva. CP totale = CP

minore. Devo calcolare dall’inizio alla fine i colli di bottiglia per rendere la CP

più efficiente. Sto perdendo costi fissi dell’impastatrice e allora cerco situazioni

di subcontrattazione [vendo la mia CP, uso il forno di altri].

Teorie delle economie di scala

Ci si trova davanti a una situazione di economia di scala quando c’è una

riduzione del costo medio unitario dovuto a un incremento nella dimensione o

nella capacità produttiva installata.

Esempio. Se io devo decidere se comprare un aereo grande oppure piccolo

devo vedere quanto mi costerebbe far volare il singolo passeggero [costo

medio unitario]. Questi costi medi possono essere maggiori o minori in base

alla dimensione dell’aereo. Se il costo medio unitario di un passeggero

nell’aereo piccolo è più grande del costo medio unitario di quello grande allora

c’è economia di scala. CMUp > CMUg. Se il costo medio unitario è maggiore mi

conviene crescere nelle dimensioni.

Ipotesi:

• CPy>CPx;

• Se x/y hanno lo stesso grado di saturazione.

Calcolo il costo medio unitario di produrre un output. Prendo i costi totali [costi

fissi e costi variabili] e li divido per la quantità  CMU=CT/Q.

Esempio.

Aula A: capienza 100, superficie 99,4;

Aula B: capienza 200, superficie 180,6

Prezzo Q Aula A Q Aula B

unitario

Cattedra+proiett 3.500 1 3.500 1 3.500

ore

Lavagna 5001 2 1.000 2 1.000

Pavimento 60euro/m 99, 5.964 180, 10.836

q 4 6

Punti luce 400 6 2.400 10 4.000

Porta 1.800 1 1.800 1 1.800

Banchi 100 10 10.000 200 20.000

0

Costi totali 24.664 41.136

Costo medio 24.664/100= 41.136/200=

unitario 246,64 205,68

Il costo medio unitario di A > B. mi trovo davanti a una situazione di economia

di scala perché mi conviene ingrandirmi, questo infatti diminuirebbe i costi

medi unitari. Ci sono alcune cose che non crescono in funzione della

dimensione  sono indivisibili.

Fonti delle economie di scala:

Ultimo punto: se l’impresa è in grado di comprare grandi volumi, chiede uno

sconto e abbassa i costi unitari.

L’impresa riesce a fare abbassare i costi aumentando la produzione. Avendo più

volumi riescono a produrre a prezzi minori, l’economia di scala viene anche per

ricerca e sviluppo, marketing e altri settori, non solo la produzione. I costi di

pubblicità per la singola lattina sono minori se la quantità di lattine è grande. In

alcuni settori devi vendere tanto altrimenti non si sopravvive e non riescono a

entrare nuove imprese. Quando entri come nuova impresa i costi unitari sono

più ampi perché non hai dimensione. Le economie di scala però hanno un limite

oltre al quale i costi cominciano di nuovo ad alzarsi e otteniamo una

diseconomia di scala.

In alcuni casi conviene però rimanere piccoli perché alcuni beni sono divisibili.

Stratega di nicchia quando non sono presenti in determinati settori: perché ci

sono prodotti più differenziati. Per sapere se è economia di scala bisogna

guardare la concorrenza [se ci sono pochi concorrenti allora c’è economia di

scala] e poi il prodotto [prodotti poco differenziati, tutti lo producono nello

stesso modo (zucchero)]. In quest’ultimo caso si fanno concorrenza sul prezzo,

per un prezzo più basso devi avere costi più bassi e quindi un grande volume.

Noi abbiamo ipotizzato che il grado di saturazione è normale [tutto quello che

ho fatto viene venduto].

Teorie delle economie di saturazione

Economie di scala Economie di saturazione

CP aumenta CP costante

Grado di saturazione costante Grado di saturazione aumenta

La CP è la medesima ma io la sfrutto di più  aumento il grado di saturazione

[non lo tengo fisso come nelle economie di scala]. In entrambe cresco in

dimensione. In questo caso io non investo di più in CP ma miglioro quella che

ho distribuendo i costi fissi. Magari in un impianto grande riesco ad avere costi

medi minori anche se non vendo tutti gli output.

Costi variabili Costi fissi

Salari x

MP x

Affitto x

Spese generali [acqua, x x

luce,…]

Marketing x

Assicurazioni x

Terzisti x

Conto economico

Ricavi (1)  PrezzoVu x Q

Costi Variabili (V)  CVu x Q

________________________________________________________________________________

____________________________

Margine di contribuzione: come ogni unità prodotta addizionale mi aiuterà a

coprire i costi fissi delle imprese.

Costi fissi (3):

1. Costi di struttura;

2. Costi di politica;

3. Ammortamenti.

Reddito operativo (4)

I costi variabili aumentano in proporzione al volume ma a un certo punto

quando il volume è molto alto iniziano a diminuire.

I costi fissi sono costanti sempre, però a un certo punto se aumento molto il

volume devo aumentare i costi fissi che poi rimangono costanti fino a che

ancora non devo aumentarli [affitto di un capannone più grande – grafico a

gradini].

CT=CF+CVuQ. Perché variabili dipendono dalla quantità.

CMU = CT/Q = CF/Q+CVuQ/Q = CF/Q+CVu = CMU più bassi xk Q è aumentato,

sono i medesimi CF distribuiti meglio.

In un’economia di saturazione non investo in un impianto più grande ma sfrutto

meglio quello che ho spalmando meglio i costi fissi quando aumentano. Ho

sempre un costo unitario più basso dovuto al fatto che i costi fissi sono

distribuiti in una Q maggiore [volume aumenta].

Esempio. Azienda A

CF=1.000 V1=1.000u

CV=5 V2=500u

a) V1=1.000u; CMU=5+1.000/1.000=6

b) V2=500u; CMU=5+1.000/500=7

Con costi fissi così grossi devo cambiare continuamente i volumi.

N.B. I settori con costi fissi alti sono molto vincolati ai grandi volumi.

Economie di apprendimento

CMU diminuisce per effetto esperienza in quanto è aumentato il volume [di

quello che deve fare]. La curva di esperienza [volume x, CMU y –

Cobb-Douglas].

a) Ci impiega meno tempo;

b) Incremento di qualità.

1941-45: azienda Liberty Ship: i costi erano diminuiti e la qualità aumentata.

Era un prodotto complesso e modulare. C’erano economie di apprendimento.

Nei settori tecnologici riusciamo a migliorare il settore ricerca e sviluppo.

Fonti:

[terza fonte: adatti la tua produzione al loro modo di vendere];

Fasi sviluppo di un settore: crescita, maturità [costante], poi decresce. Se

riesco ad avere economie di apprendimento durante la crescita allora riesco a

diminuire i costi. Sarà difficile avere economie di apprendimento nella parte di

maturità.

Settori prodotti poco differenziati: fanno competizione sui prezzi, vince chi è il

leader in costi [fissa i costi e le altre si devono adattare].

Caso Scaltrini

1) guardo bene i costi fissi;

2) controllo la scala di variazione delle dimensioni.

Cos Impianto A Impianto Impianto B Impianto B

ti 80% A 100% 100% 69%

[CP=435/h] [CP=700/h]

Produzione / 612.480 765.600 1.282.000 850.000c/an

effettiva c/anno c/anno c/anno no

Ricavi [28,5 / 17.455.680 21.819.60 35.112.000 24.225.000

euro] 0

Costo MP V (0,80) 612.480 (0,75) 1.020.000

489.984 1.478.400

Costo energia V (0,50) 385.800 (0,45) 1.020.000

306.240 1.478.400

Costo annuo V (20.660) 4.049.360 6.032.720 4.173.320

MOD 3.245.620

Totale costi V 4.039.844 5.044.64 7.511.120 5.193.320

variabili 0

Costo annuo F (33.570) 604.260 671.400 671.400

MI 604.260

Acquisti di F 2.580.000 2.580.000 2.890.000 2.890.000

servizi

Spese F 3.100.000 3.100.000 3.615.000

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
16 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ellyna94ever di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Roca Batllori Esther.