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Economia aziendale
Crisi d’impresa e suo risanamento
Introduzione
Le considerazioni contenute nella presentazione sono relative al lavoro presentato da Pellegrino Capaldo, La crisi d’impresa e suo risanamento, sulla rivista Banche e Banchieri, nel 1977.
Sono passati più di trent’anni da quell’articolo tuttavia l’analisi risulta quanto mai attuale.
Solo alcune parti, quelle più strettamente legate alla normativa in vigore all’epoca, possono risultare leggermente datate per quanto, anche in tali casi, il concetto che viene espresso mantiene una propria validità se aggiornato con i più complessi strumenti di gestione delle crisi adottati oggi.
Crisi economica
La crisi economica prescinde dalle caratteristiche della crisi finanziaria di semplice carenza qualitativa e quantitativa dei mezzi finanziari.
In linea di massima deriva da:
- domanda dei beni e servizi oggetto della produzione dell’impresa;
- costi della produzione.
Per ciò che riguarda il primo punto si pensi al ristagno o flessione della domanda; per ciò che riguarda il secondo punto, invece, si pensi ai costi della produzione, più alti rispetto a quelli della concorrenza.
Si noti che talvolta la riduzione dei costi rispetto a quelli della concorrenza non è possibile a causa del costo del lavoro nei diversi Paesi o di altri costi che non possono essere eliminati.
Crisi d’impresa e suo risanamento
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La logica privatistica
Il risanamento è possibile solo quando si ritiene che i capitali impiegati possano essere adeguatamente remunerati.
Se la crisi ha natura finanziaria l’operazione appare conveniente poiché il capitale impiegato sarà remunerato dagli investimenti produttivi che esistono all’interno dell’organizzazione.
Il superamento della crisi comporta di regola una modifica nella proprietà. Ovviamente chi ha interesse al risanamento ha interesse alla gestione successiva.
In tali casi la precedente proprietà si troverà a cedere una parte del controllo ritrovandosi nella posizione di socio di minoranza, o addirittura cederà completamente l’azienda ritirandosi.
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La logica pubblicistica
Perché i pubblici poteri non possono essere indifferenti alle sorti dell’impresa?
- Per le conseguenze macro economiche, politiche e sociali che potrebbero interessare la nazione, un settore, altre imprese (indotto) nel caso di eliminazione di quell’impresa.
- Per ragioni di ordine giuridico poiché sussiste il dubbio che sia l’apparato regolatorio e normativo vigente a non rendere possibile l’intervento efficace su quella particolare impresa e crisi.
Per ciò che riguarda il primo punto si pensi ai settori c.d. strategici del Paese per i quali non è possibile ragionare in termini di dipendenza da economie estere.
Nel secondo caso è facile intuire un riferimento alle norme di welfare che prevedono un certo grado di rigidità nella normativa che prevede il licenziamento, la mobilità o la modifica di clausole contrattuali, oppure alla struttura e ratio della normativa previdenziale e tributaria alle quali le imprese devono adeguarsi.
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Intervento caso per caso e dimensione dell’impresa
Un criterio di questo tipo rende immediatamente evidente il rischio di incorrere in uno degli inconvenienti gravi che precedentemente si erano citati nel caso in cui non sia previsto un sistema di garanzia e tutela anche per le imprese che non raggiungono le dimensioni minime per poter accedere ai benefici di legge.
Si deve, pur nell’intento di garantire il lavoro, evitare ogni forma di occupazione apparente che produce un disagio in termini economici, mantenendo virtualmente alto il costo del lavoro senza giustificazione e impedendo che il mercato, attraverso altre imprese, riesca ad accedere al patrimonio di esperienza del lavoratore impiegato nell’impresa in crisi.
In definitiva si avrebbe personale specializzato vincolato contrattualmente e dal costo maggiore. Altre imprese sane non sarebbero in grado di utilizzarlo.
Crisi d’impresa e suo risanamento
Intervento pubblico caso per caso nella crisi economica
L’intervento del settore pubblico su imprese colpite da crisi economica deve, innanzitutto, evidenziare se esistano i presupposti per procedere al risanamento.
Dall’analisi delle casistiche che nel corso del tempo si sono presentate, si può giungere alla definizione delle seguenti caratteristiche della crisi di rilevanza pubblica:
- la crisi può essere superata se l’impresa viene alleggerita di oneri che il quadro istituzionale del momento le impone (rigidità per esuberi, tributi, ecc.). Nel caso in cui l’impresa debba operare dei mutamenti profondi nei processi e nei prodotti, sono richiesti dei tempi lunghi in cui non è in grado di sostenere oneri fissi;
- l’impresa non appare in grado di ristabilire l’equilibrio economico se continua a dedicarsi alla produzione in atto, pur operando efficientemente. Tuttavia non è possibile una riconversione della produzione a causa dei programmi macro-economici (settoriali o generali) che richiedono di continuare la produzione;
- le produzioni in atto devono essere abbandonate perché non più perseguibili e diviene, quindi, necessario procedere a ricercare una produzione alternativa. Il caso è simile al precedente nella causa ma l’effetto è opposto. Si deve trovare una nuova produzione.
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