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Struttura aziendale e modelli di sistema
Tra i sei elementi della struttura aziendale si danno complesse e dinamiche relazioni di interdipendenza: l'assetto istituzionale è sovraordinato agli altri elementi della struttura aziendale (questi sono configurati singolarmente); le combinazioni economiche sono l'elemento centrale della struttura aziendale. Paragrafo 5.3: "Modelli generali delle aziende secondo la teoria dei sistemi" Pur essendo un modello fondamentale della struttura dell'azienda, quello del paragrafo precedente non esplicita né le relazioni dinamiche di "causalità" che determinano la configurazione della struttura, né i risultati delle combinazioni economiche. Questa lacuna è colmata da due tipi di modelli, frutto dello sviluppo della teoria generale dei sistemi: 1. I modelli "input-output" propongono una rappresentazione dell'azienda come sistema aperto, regolato da meccanismi di retroazione (feed-back e feed-forward).Questi modelli presentano l'azienda come organizzatrice e trasformatrice di inputs tratti dall'ambiente e quindi, come produttore di outputs, risultati. I risultati sono posti al vaglio di coloro che forniscono gli inputs, originando il meccanismo di retroazione, finalizzato alla realizzazione di un equilibrio dinamico tra gli inputs utilizzati e gli outputs prodotti dall'azienda. Il passaggio critico per superare un modello input-output troppo generico consiste nell'individuare le varie categorie di fornitori di inputs ed i vari fini degli stessi. Generalmente si usa dividere l'ambiente in due grandi classi di fornitori di inputs: i portatori di interessi istituzionali (solitamente coincidente con i componenti il soggetto economico) ed i portatori di interessi economici non istituzionali (soggetti NON membri dell'azienda);
i modelli "a relazioni dinamiche circolari" prevedono una distinzione delle variabili del modello in "flussi" ed in
o convenientemente raggiungibile; sono le persone le cui economie (i cui redditi ed i cui patrimoni) sono più direttamente dipendenti dal perdurare economico dell'istituto. Un ulteriore distinzione può portare a distinguere (all'interno di ciascuna delle due classi appena viste) i portatori di interessi economici (attese di redditi, di remunerazioni, di disponibilità di condizioni di consumo e di produzione) ed interessi non economici (attese di ogni altra specie: sociali, etiche e politiche). Si configurano così quattro classi di interessi convergenti negli istituti: interessi istituzionali economici; interessi istituzionali non economici; interessi non istituzionali economici; interessi non istituzionali non economici.
I portatori di interessi istituzionali (siano essi economici o non economici) formano il "soggetto di istituto"; l'insieme delle persone che portano interessi istituzionali economici formano
invece il "soggetto economico". Solitamente, negli istituti del tipo famiglia, impresa ed istituto pubblico territoriale, i due gruppi coincidono, pur rimanendo concettualmente distinti. Il soggetto di istituto, in sostanza, è la società umana che lo identifica: l'insieme delle persone che si associano per la realizzazione di un bene comune. Gli interessi convergenti nelle tre classi di istituti che prendiamo in esame sono così riassumibili: famiglie: gli interessi economici istituzionali consistono essenzialmente nell'attesa di una disponibilità di beni di consumo, giudicata adeguata per volumi e per qualità, derivante prioritariamente dal conseguimento di convenienti livelli di redditi da lavoro e da gestione patrimoniale. Gli interessi istituzionali non economici sono di ordine etico, spirituale e sociale, connessi alla generazione, all'educazione ed alla realizzazione delle persone umane. Vi sono poi rilevanti interessi nonistituzionali (delle imprese, degli istituti pubblici e delle altre famiglie); istituti pubblici territoriali: membri dell'istituto, quindi portatori di interessi istituzionali, sono tutti gli appartenenti alla corrispondente comunità politico-amministrativa dell'istituto. Essi portano interessi sia economici che non economici (sono interessi economici, in particolare, quelli dei prestatori di lavoro dell'azienda composta pubblica). Interessi non istituzionali convergenti, sono quelli delle famiglie appartenenti alla comunità politico-amministrativa, delle imprese in qualità di conferenti di capitale di prestito o di fornitrici, degli istituti pubblici territoriali omologhi e dell'intera comunità internazionale; imprese: membri del soggetto di istituto e del soggetto economico sono i prestatori di lavoro ed i conferenti di capitale proprio (gli interessi istituzionali sono prevalentemente interessi economici). I prestatori di lavoroportano interessi economici istituzionali (attesi di adeguata remunerazione del lavoro e di condizioni di crescita professionale, quindi di remunerazione crescente nel tempo) e non economici (intense e positive relazioni sociali, condizioni di lavoro favorevoli, ecc...). I conferenti di capitale proprio sono portatori di interessi economici riguardanti la remunerazione (in varie forme) del capitale conferito; gli interessi non economici sono invece le attese di soddisfacimento dei bisogni di stima e socialità nel contesto dell'impresa e dell'intera comunità. Riguardo all'impresa, sono numerosissimi i portatori di interessi non istituzionali. Il fine immediato dell'azienda è il soddisfacimento degli interessi economici istituzionali, mentre gli interessi non istituzionali sono condizioni di svolgimento dell'azienda, cioè vincoli e fini non immediati dell'attività economica dell'istituto. Al soggetto economico, nella sua unitarietà,fanno capo alle prerogative massime di iniziativa, di costituzione e di formazione dell'azienda, di governo economico dell'azienda funzionante, di variazione della struttura aziendale, di estinzione dell'azienda; l'insieme di tali prerogative, per semplicità, verrà ora chiamato "prerogative di governo economico". In realtà, non sempre le prerogative di governo economico sono esercitate unitariamente da tutti e soltanto i membri del soggetto economico: si manifesta così un "soggetto economico improprio", un insieme di persone che esercita per propri fini le prerogative spettanti ai membri del soggetto economico (condizione non favorevole alla vita duratura economica dell'azienda). Nell'analisi di casi concreti è spesso difficile individuare l'insieme di persone che esercita di fatto le prerogative di governo economico. Nelle imprese e negli istituti pubblici territoriali i membri del soggetto economico,portatori di attese differenziate, sono in grande numero e per tale ragione non possono partecipare tutti direttamente all'esercizio del governo economico. Si pone così il problema di individuare modalità atte a rappresentare negli organi decisionali gli interessi di tutti i membri del soggetto economico, ossia le modalità atte a garantire il contemperamento degli interessi di tutti i membri. I processi e le strutture che sorgono a tal scopo possono avere moltissime sfumature diverse, ma devono tuttavia ispirarsi ai principi dell'economicità (l'azienda deve svolgersi secondo condizioni tali da favorire la vita duratura dell'istituto, prima di tutto con l'autonomia economica) e del contemperamento degli interessi (ovvero seguendo le logiche del confronto e della partecipazione, da apprezzare anche come fonte di efficienze ed economicità).
Come già detto sopra, il fine immediato dell'azienda è il soddisfacimento degli
interessi economici istituzionali; gli operatori d'azienda devono avere una chiara definizione degli obiettivi e delle politiche di comportamento atti alla realizzazione di tali finalità. La definizione di "obiettivi e politiche aziendali" può dunque essere vista come un processo di "trasformazione" degli interessi dei del soggetto economico in guide al comportamento nello svolgimento dell'attività economica (in tale processo si manifestano concretamente il confronto ed il contemperamento degli interessi istituzionali). Vige quindi una visione degli obiettivi aziendali come "gerarchia razionale di fini e mezzi".
Quanto delineato finora è relativo all'assetto istituzionale "interno" delle aziende; in moltissimi casi, però, esso è qualificato anche da rilevanti relazioni "esterne", derivanti dal fatto che ciascuna persona è, di regola, contemporaneamente componente del
istituto economico si occupa dello studio dell'organizzazione e del funzionamento delle aziende di produzione. Questo paragrafo analizza l'assetto istituzionale di tali aziende. Nel contesto dell'istituto economico, le aziende di produzione sono organizzazioni che trasformano input (materie prime, lavoro, capitale) in output (beni o servizi). Esistono diverse tipologie di aziende di produzione, come ad esempio le imprese manifatturiere, le aziende agricole, le società di servizi, ecc. L'assetto istituzionale di un'azienda di produzione si riferisce alla sua struttura organizzativa, alle regole e alle norme che la governano, nonché alle relazioni che essa intrattiene con gli attori esterni, come i fornitori, i clienti, i dipendenti, gli investitori, ecc. L'assetto istituzionale di un'azienda può variare in base a diversi fattori, come la dimensione dell'azienda, il settore di appartenenza, la cultura organizzativa, le strategie di business, ecc. Ad esempio, un'azienda di produzione di grandi dimensioni potrebbe avere una struttura organizzativa complessa, con diversi livelli gerarchici e una divisione del lavoro ben definita. Al contrario, un'azienda di piccole dimensioni potrebbe avere una struttura organizzativa più semplice e flessibile. Le regole e le norme che governano un'azienda di produzione possono riguardare diversi aspetti, come ad esempio le politiche di gestione del personale, le procedure di produzione, le politiche di marketing, ecc. Le relazioni che un'azienda di produzione intrattiene con gli attori esterni sono fondamentali per il suo successo. Ad esempio, una buona relazione con i fornitori può garantire una fornitura regolare di materie prime di qualità, mentre una buona relazione con i clienti può favorire la fidelizzazione e la crescita del business. In conclusione, l'assetto istituzionale delle aziende di produzione è un elemento chiave per comprendere il loro funzionamento e la loro capacità di adattarsi alle sfide del mercato.