vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BISOGNI ECONOMICI
due caratteristiche utilità economica e scarsità, i beni liberi sono invece disponibili in quantità illimitate.
Rispetto ai bisogni che sono volti a soddisfare possono essere : Primari o Voluttuari (superfluo). Rispetto ad
un dato bisogno i beni possono presentarsi come : Complementari (connessi) o Fungibili (alternativi) mentre
nel fornire la loro utilità si mostrano : Ad uso singolo o Durevoli.
I sono importanti in ambito organizzativo nella Gestione delle Risorse
BISOGNI NON ECONOMICI
Umane infatti si da luogo alla progettazione di modelli di lavoro utili a soddisfare i bisogni non economici
del lavoratore allo scopo di accrescere la motivazione e la fidelizzazione del personale.
L’ è svolta a scopo di rendere disponibili i beni necessari alla soddisfazione
ATTIVITA’ ECONOMICA
dei bisogni e per impiegarli nei processi di consumo. 1)L’attività economica di produzione dove la
produzione non è solo fisica (output immateriale di servizi), include la produzione di prodotti artigianali
(differenzazione) e industriali (a lotti), la produzione di servizi, la distribuzione di prodotti e servizi
(adattamento quali- quantitativo alle esigenze della clientela), l’intermediazione creditizia (raccolta e
impiego fondi) e la copertura assicurativa per rischi specifica. 2)L’attività economica di consumo non è
sinonimo solo di consumo fisico, include l’impiego di beni e servizi per soddisfare bisogni e non comprende
l’impiego di risorse all’interno di un processo di produzione economica. L’attività economica può essere
svolta da singolo individui o da organizzazioni / istituti. L’attività economica individuale è di difficilmente
attuabile in quanto condizioni d’esistenza sono la presenza di un individuo isolato che produce attività
economica autonomamente (es. Robinson Crusoe o la “vita nei boschi” di H.D Thoreau). Tolte queste
rarissime eccezioni l’attività economica non è mai individuale ma si concretizza attraverso istituti.
Gli sono società umane dotate di caratteristiche strutturali e regole di funzionamento
ISTITUTI
relativamente stabili e si suddividono in : Famiglia (consumo), Stato (produzione e consumo), Non Profit
(produzione e/o consumo) e Imprese (produzione), questi istituti soddisfano i bisogni dei destinatari,
suscitano in loro nuovi bisogni, indirizzano i loro bisogni e influenzano i bisogni dei lavoratori. Come ordine
cronologico: 1) la famiglia evoluta nel tempo molto diversa dal passato nella struttura (mono famiglia), 2)
Stato società umana con funzioni politica e amministrativa per soddisfare esigenze comuni (difesa, giustizia
e ordine pubblico) queste sono dal passato le funzioni principali. 3) Istituti no profit società del Medioevo
per soddisfare bisogni di determinate categorie svantaggiate che ancora oggi restano (Orfanotrofi ecc..). 4)
Imprese sono le istituzioni più recenti ma sono comunque identità separate dalla famiglia imprenditoriale. La
persona è dunque al centro del ragionamento economico – aziendale in quanto l’attività economica è guidata
da bisogni umani.
Le risorse o fattori della produzione includono : Terra, Capitale, Lavoro, Materie Prime, Immobili,
Impianti e Attrezzature e Servizi Pubblici questi vengono definiti pubblici non perché vengono prodotti
dallo Stato ma per la loro utilità pubblica anche se prodotto da un privato e quindi sull’impatto che hanno sul
benessere della collettività. Si dividono in servizi a domanda individuale e servizi indivisibili assenza di
rivalità nel consumo e non escludibilità nel consumo di un singolo (fruibili a tutti), non tutti i servizi
pubblici sono beni pubblici.
L’ è formata da processi decisionali che definiscono le risorse da utilizzare
ATTIVITA’ DI SCELTA
per i singoli scopi. Ci si attende sempre che le scelte formulate (attività decisionale e controllo risultati)
siano formulati sempre secondo razionalità. La scelta razionale prevede alcuni processi consequenziali una
volta identificato il problema (problem finding): Analisi del problema (problem framing) poi si inizia la fase
del decision making 1) definizione obiettivo, 2)identificare le alternative, 3) valutazione alternative e 4)
scleta dell’alternativa più efficace (mezzo più vantaggioso per il fine perseguito) ciò presuppone comunque
la coerenza tra fini e mezzi impiegati. Esistono due modelli di scelta razionale : scelta secondo razionalità
assoluta e scelta secondo razionalità limitata. La scelta secondo razionalità assoluta viene attuata dall’homo
oeconomicus che presenta caratteristiche di : egoismo (obiettivi individuali), conoscenza perfetta dei propri
obiettivi, perfetta informazione sulle alternative di scelta e le loro conseguenze, piena capacità di
elaborazione delle informazioni e soluzione del problema mediante l’ottimizzazione di una funzione utilità.
Visto che in natura non esiste uomo tale fu proposta una forte critica dal premio Nobel H.A Simon attraverso
the administrative man (l’uomo delle decisioni soddisfacenti), il decisore con razionalità limitata: ha una
funzione obiettivo, non conosce tutte le alternative, non è in grado di prevedere esattamente le conseguenze
future (incertezza), ha limitate capacità di elaborazione, non può assumere decisioni ottimizzanti ma solo
soddisfacenti in quanto sceglie la prima alternativa che soddisfa un dato livello di aspettative.
Questi due modelli sono comunque applicabili solo a decisioni individuali in quanto negli istituti le decisioni
vengono strutturate su più livelli in ordine gerarchico (le decisioni generali pongono vincoli sulle altre) e
ogni qual volta possibile si adottano criteri quantitativi per identificare la soluzione. La pluralità di attori
porta con se rilevanti conseguenze : formazione del consenso secondo il modello Carnagie che analizza le
decisioni complesse prese da organi collegiali in condizioni d’incertezza, il modello suggerisce che la
decisione si raggiunge solo quando il problem framing e gli obiettivi sono condivisi all’interno di una
coalizione con potere d’influenza sulla scelta, queste coalizioni possono però essere instabili e una volta che
la coalizione ha condiviso date preferenze viene imposta comunque una soluzione secondo razionalità
limitata. L’abbandono di modelli di scelta razionale proposta da (J.G March, M.Cohen e J.Olsen) definito
modello Garbage Can definisce che vi sono problemi in cerca di soluzioni e soluzioni in cerca di problemi.
Le scelte in certe organizzazioni non seguono un pensiero razionale (fine- mezzi) e vengono quindi definite
“anarchie organizzate” in quanto non c’è un criterio univoco di decisione. Le decisioni in queste anarchie
vengono prese casualmente e quindi possono essere trovati soluzioni a vecchi problemi con la
combinazione casuale di occasioni di scelta, partecipanti, problemi e soluzioni. Nell’economia aziendale si
cercano metodi per razionalizzare processi decisionali (valore attuale, analisi costi-ricavi) ma comunque
prese sempre in condizioni d’incertezza e quindi non si può definire che vengono utilizzati solo criteri
razionali.
I dell’azione economica presuppongono che la razionalità non comporta per forza fini etici. Il
FINI
modello di produzione economico seguito dall’azienda (attività industriale ecc..) esso esprime la sua
funzione caratteristica. Produrre beni o concedere credito non rientra invece nel fine aziendale. Il fine
aziendale invece può essere per alcune aziende il soddisfacimento diretto dei bisogni delle persone
(erogazione), per altre il soddisfacimento indiretto dei bisogni attraverso la produzione e la distribuzione di
remunerazioni. Il manuale rifiuta l’idea che l’azione economica debba essere mossa da motivazioni
egoistiche (al giorno d’oggi esistono avidità manager degli istituti finanziari nella crisi economica attuale) e
apre orizzonti alla responsabilità sociale ed ambientale delle aziende quindi comprendo tutti i portatori
d’interessi all’impresa la quale deve lavorare in un modo responsabile. Al giorno d’oggi comunque esistono
imprese che riescono a far coincidere performance con le aspettative dei propri interlocutori. (filo pensiero
libro di testo Carlo Masini 1914-1995 professore della Bocconi di Milano).
LE AZIENDE E L’ECONOMIA AZIENDALE
L’ può essere intesa come “ordine economico dell’istituto” ovvero la sua dimensione
AZIENDA
economica (esiste anche la dimensione non economica la famiglia media non ha un ordine economico),
questa definizione della realtà aziendale va affiancata ad altre definizioni. (FAMIGLIE – Aziende consumo
familiare, STATO – Aziende composte pubbliche, ISTITUTI NON PROFIT – Aziende non Profit e
IMPRESE – Azienda Produzione). Alla definizione data da Masini vanno aggiunte però altri pensieri :
F.Besta “somma di rapporti da amministrare”, G.Zappa (fondatore dell’Economia Aziendale 1927 che
definisce che esiste un’affinità tra operazioni economiche e il ruolo soggettivo di chi deve gestire l’azienda)
“coordinazione economica in atto”, tra le due precedenti definizioni vi sono affinità: complesso operazioni
economiche e ruolo soggettivo umano di amministrazione e alcune differenze : somma contro coordinazione
e soddisfacimento dei bisogni. G.Zappa nel 1956 torna sulla definizione d’azienda introducendo i concetti di
acquisizione, produzione e consumo della ricchezza) e soprattutto il fatto che l’azienda è “destinata a
perdurare nel tempo” (oggi crisi economica ridotti i tempi). A.Amaduzzi “sistema di forze economiche”
prendendo spunto dalla teoria dei sistemi in America. Con Amaduzzi si recepisce la teoria dei sistemi in
quanto un’azienda ben gestita è rappresentata da un sistema efficiente, l’azienda è parte dell’ambiente
esterno e deve rispettare alcune condizioni d’equilibrio da rispettare. Una definizione complessiva può
essere che le aziende sono “Organizzazioni dedite allo svolgimento dell’attività economica al fine di
soddisfare bisogni economici umani. Costituite da sistemi di risorse, operano in interazione con
l’ambiente ricercando condizioni d’equilibrio che le facciano perdurare nel tempo”.
L’ è una scienza sociale che studia alcuni aspetti dell’azienda (struttura,
ECONOMIA AZIENDALE
manifestazioni di vita e condizioni d’esistenza). Prima degli studi di Zappa mancava un teoria unitaria
dell’azienda e esistevano studi indipendenti di Rilevazione (Ragioneria) e di Gestione (Tecnica industriale e
Commerciale). La rivoluzione Zappiana ha permesso l&rsq