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VOLUME DI PRODUZIONE/VOLUME DI FATTORE PRODUTTIVO IMPIEGATO o OUTPUT/INPUT
Le politiche di aumento dei prezzi unitari di vendita e l’aumento di quantità vendute risentono
di possibili reazioni sfavorevoli del mercato e quindi di riduzione della domanda, dei prodotti dell’impresa
e quindi di riduzione dei ricavi. Limiti: 8
1. ciascuno dei fattori che entrano nel calcolo viene supposto indipendente dagli altri; nella realtà
invece tutti i fattori sono collegati;
2. è adottabile solo se l’impresa produce e vende un solo prodotto;
3. tutte le quantità devono essere supposte prodotte e anche vendute (il diagramma non tiene conto
di eventuali rimanenze);
4. non considera il variare del capitale investito; funziona solo all’interno di una capacità produttiva.
Le condizioni di ambiente e di mercato costituiscono variabili esterne che al tempo stesso da un lato
vincolano e stimolano il comportamento delle aziende.
Per ambiente si intende il contesto generale all’interno del quale un’impresa è chiamata a svolgere le
proprie funzioni. L’ambiente è definito da una serie di condizioni politiche, legislative, sociali, culturali,
religiose ed anche economiche che nel loro insieme determinano il sistema di vincoli-opportunità
all’interno del quale deve trovare sviluppo la gestione dell’azienda e che ne determinano la struttura e la
dinamica dell’impresa.
L’ambiente economico è una parte dell’ambiente. Esso riguarda il complesso di macro-variabili che
compongono l’ordinamento economico prevalente in un certo ambito territoriale. L’ambiente economico
può differenziarsi sotto molteplici profili. Di particolare rilievo è il meccanismo di regolazione della vita
economica, che è diverso se l’economia è caratterizzata dall’economia di mercato (libera iniziativa) o se
essa è caratterizzata dall’economia di piano (piani governativi, l’azienda è un organo di stato).
Il concetto di ambiente economico è molto più ampio di quello di mercato. Il mercato è dato dall’incontro
della domanda e dell’offerta. È l’insieme delle negoziazioni di scambio poste in essere da più contraenti:
insieme di negoziazioni. Il concetto di mercato si fonda sullo scambio che deve avvenire con regolarità e
continuità. Gli scambi devono avere carattere omogeneo e frequenza di comportamenti.
Il mercato si presta ad essere differenziato in relazione a una serie di criteri:
risorse trattate (agricolo, creditizio, edilizio, lavoro);
tipo di bene scambiato (automobilistico, siderurgico, tessile)
estensione territoriale, ampiezza geografica (locale, regionale, nazionale, internazionale,
globale). Il mercato globale sottolinea la presenza di relazioni e interdipendenze tra mercati di uno
stesso bene che in passato erano nettamente separati;
fase di processo produttivo (mercato di approvvigionamento, mercato di sbocco)
numerosità e condizioni di svolgimento delle negoziazioni (concorrenza perfetta,
monopolio, concorrenza monopolistica, oligopolio, duopolio).
insieme omogeneo di imprese,
Il settore è una parte del mercato. Il settore si definisce come un cioè che
producono beni analoghi o che concorrono a produrre lo stesso bene, legate tra loro da relazioni di
interdipendenza (o concorrenza o altro tipo). Il settore definisce il contesto competitivo di un’impresa. Una
stessa impresa può competere contemporaneamente su più settori. Non tutti i settori hanno la stessa
struttura. La struttura del settore determina i comportamenti delle aziende che devono competere in quel
settore.
Il modello struttura-comportamenti-risultati analizza la struttura del settore secondo tre variabili:
1. grado di concentrazione
2. struttura dei costi
3. livello delle barriere all’entrata
Per parlare di grado di concentrazione di un settore dobbiamo riferisci alla numerosità delle imprese
che operano in quel settore. Se le imprese sono molto numerose il grado di concentrazione è basso; se le
imprese sono poche fino ad arrivare ad una sola impresa, il grado di concentrazione è molto alto.
Concorrenza perfetta
altissimo numero di imprese concorrenti
imprese di piccolissime dimensioni
il prodotto è indifferenziato (il prodotto di tutte le imprese è identico) e indifferenziabile (come il
prodotto viene percepito dal cliente, ossia la capacità di un’impresa di far percepire al cliente il
proprio prodotto come diverso da tutti gli altri, anche se in realtà sul piano tecnico è
assolutamente identico)
il prezzo è imposto dal mercato: l’impresa non ha alcun potere discrezionale nel determinare il
prezzo 9
Monopolio
un’unica impresa di grandissime dimensioni
prodotto altamente differenziato
massima discrezionalità nella determinazione del prezzo di vendita: il monopolista decide il prezzo
- ciò determina un elevato problema di allocazione delle risorse
Se un’azienda ha un’elevata incidenza dei costi fissi rispetto ai costi variabili; in caso di espansione
(aumento vendite e aumento produzione) l’incidenza dei costi fissi diminuisce, e quindi maggiore
redditività. In fase di recessione questo fenomeno si ribalta.
Le barriere all’entrata sono ostacoli che un’impresa nuova entrante in quel settore dovrebbe superare
per potersi rendere competitiva con le altre imprese già operanti nel settore. Più le barriere all’entrata
sono elevate, più il settore è protetto.
Il sistema competitivo fa riferimento a come l’impresa deve competere all’interno di un settore. È una
parte fondamentale dell’ambiente economico. Si può definire come spazio economico nel quale l’impresa
si presenta con sistemi di prodotto e risultati che sono tipici della sua attività caratteristica (core business)
e nel quale deve riuscire a raggiungere un “vantaggio competitivo”. Il sistema competitivo è
rappresentabile secondo il modello della concorrenza allargata.
Esso si basa sul presupposto che in ogni settore la concorrenza non sia limitata alle imprese tra loro in
competizione, ma è estesa ad altre categorie di soggetti. In questo modello, quando si parla di
concorrenza, si fa riferimento a un insieme di pressioni esercitate sulle imprese di un determinato settore
da un insieme di soggetti che riescono a influire sulla redditività delle imprese che operano nel settore
potendo influire sui costi e sui prezzi di vendita. I soggetti che possono influire sulla redditività delle
imprese sono:
1. le imprese concorrenti
2. i clienti
3. i fornitori
4. i potenziali entranti
5. i produttori di beni sostitutivi (succedanei)
Le forze esercitate dai diversi soggetti:
le rivalità tra concorrenti
potere contrattuale dei fornitori, che è tanto più alto quanto più è elevata la dimensione dei
fornitori, quanto più i fornitori sono pochi e quanto più i fornitori operano in un settore che abbia
un elevato grado di concentrazione
potere contrattuale dei clienti, che sarà tanto più alto quanto più il settore dei clienti sia un
settore ad elevata concentrazione (poche imprese clienti, di grandi dimensioni)
minacce di ingresso, che dipendono da una serie di circostanze: saranno tanto più alte, quanto
più sono basse le barriere all’entrata e quanto più è alta la redditività del settore
minacce di sostituzione; sono minacce di beni succedanei (beni che pur avendo caratteristiche
diverse da quelle del bene di riferimento, sono in grado di soddisfare lo stesso bisogno); la
presenza di beni succedanei, crea rivalità (forze concorrenziali) anche in un settore ad alta
concentrazione
Le relazioni di forza osservate all’interno di un sistema competitivo non sono stabili a oltranza, per questo
si parla di dinamiche del sistema competitivo. Si modificano nel tempo: i mutamenti possono essere
reversibili (dinamiche congiunturali) o avere natura permanente (dinamiche di natura strutturale).
Circostanze che incidono sulle dinamiche strutturali:
ciclo di vita: la fase di vita di un prodotto si può suddividere in quattro:
o introduzione: ci sono delle vendite che salgono rapidamente, ma la redditività inizia ad
essere positiva nell’ultima parte della fase di introduzione
sviluppo: le imprese che operano nel settore riescono ad avere una redditività elevata
maturità: ci sono meno consumatori interessati a consumare il prodotto; la redditività sale
ma più lentamente
declino: il mercato è ormai saturo; le vendite scendono; alcuni consumatori escono dal
quel mercato; la redditività scende 10
grado di concentrazione o di frammentazione del settore
o livello di internalizzazione o di esternalizzazione; esternalizzare significa far produrre ad
o altre imprese, che diventano fornitori di quella di riferimento, beni o servizi che in precedenza
erano prodotte dall’impresa di riferimento. Questo processo viene chiamato outsourcing, si
riferisce a attività di “non-core” e viene utilizzato per una maggiore efficienza e una riduzione di
costi
spinta all’internazionalizzazione
o
Strategia e pianificazione strategica
La strategia è una serie di operazioni di gestione orientato al lungo periodo ed è finalizzata al
raggiungimento degli obbiettivi primari della gestione in quanto riesca a influenzare l’ambiente nel senso
più favorevole alle prospettive di sviluppo aziendale.
La pianificazione strategica richiede:
chiari obiettivi di lungo periodo
o conoscenza adeguata dell’ambiente competitivo
o valutazione obiettiva delle risorse necessarie e disponibili
o capacità di realizzazione efficace
o
Le linee strategiche di un’azienda si dispongono secondo un preciso ordine gerarchico:
strategie complessive a livello corporate
strategie competitive a livello business
strategie funzionali a livello funzionale
Strategie complessive
Vengono pianificate in quattro categorie:
strategie istituzionali: riguardano le istituzioni tra l’impresa e i soggetti interessati all’attività
dell’impresa; riguardano la definizione dell’assetto istituzionale
strategie di portafoglio: riguardano l’identificazione dei settori e dei mercati all’interno dei
quali l’impresa decide di presentare i propri prodotti; queste strategie comprendono diverse scelte
che riguardano la diversificazione di questi mercati; le imprese molto diversificate si chiamano
multibusiness e quelle non diversificate monobusiness (un solo mercato, non diversificata). A
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