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C X
C= costo medio unitario di produzione
C corrisponde alla produzione doppia
2X = 1
0
Con il termine di posizionamento su una curva di apprendimento si indica il risparmio di costi ottenibile ad ogni raddoppio
di produzione. Questo non garantisce la certezza di questo vantaggio in maniera automatica, ma occorre mantenere sforzi e
impegno in maniera costante: spesso in mancanza di consapevolezza i costi tendono a lievitare e la capacità di
apprendimento a ridursi. Nella prospettiva economica ha elevata importanza la regolarità con cui avviene il fenomeno,
perché questo ne consente la previsione e permette di stimarne l’effetto nello svolgimento delle combinazioni economiche.
La forma delle normali curve di esperienza indica che i grandi risparmi x effetto dell’esperienza si ottengono sui primi lotti
di produzione; poi + grande diventa la quantità necessaria x il raddoppio e + ridotta la base x il risparmio percentuale. Se
quindi l’azienda vuole ottenere nuove importanti riduzioni di costo deve realizzare innovazioni di prodotto e di processo,
che consentono di velocizzare la produzione, ridurne la complessità, gli scarti, ecc. spostando l’azienda su una nuova curva
di apprendimento.
L’accumulo di esperienza è un fenomeno che investe tutte le attività aziendali.
11.3.2 Le fonti delle economie di apprendimento
La fonte primaria di esperienza è l’apprendimento sviluppato dalle persone. Le economie sono dovute soprattutto a:
• Crescente abilità nello svolgimento delle attività: si impara ad adottare nuovi e migliori modi di lavorare che
consentono di svolgere meglio e + velocemente le attività a loro assegnate.
• Migliore selezione delle risorse produttive: l’esperienza consente di comprendere meglio quali siano le risorse
produttive + opportune e convenienti x lo svolgimento di una data attività.
• Coordinamento più efficiente: gli individui imparano a conoscersi, lavorare in gruppo, interagire con altri gruppi di
lavoro, coordinare diverse attività. Si può migliorare il lay-out (organizzazione fisica dello spazio interno
dell’impresa). Questi processi di apprendimento collettivo sono lenti e complessi ma sono la base dell’efficienza,
flessibilità e competitività di molte imprese.
• Più elevata programmabilità dell’attività: l’esperienza accresce la prevedibilità degli accadimenti e la capacità di
dare risposte rapide ed efficaci alle eccezioni. La maggiore capacità di programmare e coordinare le risorse determina
un migliore sfruttamento della CP installata ed anche una riduzione della differenza tra CP teorica e CP raggiungibile.
• Semplificazione dei prodotti e dei processi: con la maggiore esperienza si riesce a capire se esiste la possibilità di
semplificare i processi e i prodotti x ottenere costi + bassi e prodotti migliori.
Le economie di esperienza sono legate all’apprendimento maturato dalle persone che lavorano in azienda e questo può dare
luogo a:
• Riduzione degli sprechi nell’uso delle risorse e quindi minori costi;
• Miglioramenti qualitativi dei prodotti a parità di costi;
• Migliore sfruttamento delle risorse a disposizione ossia della CP.
La conoscenza dei risparmi di costi che si possono ottenere grazie all’esperienza consente di:
• Comprendere il possibile andamento dei costi nel lungo periodo;
• Decidere politiche di prezzo a lungo termine;
• Comprendere i vantaggi di costo ottenibili rispetto ai concorrenti;
• Assumere decisioni sulla divisione del lavoro all’interno dell’azienda.
I fenomeni delle economie di scala, di saturazione e di apprendimento sono interconnessi.
11.4 Le strategie di replicazione
Una combinazione tra economie di scala, di saturazione e di apprendimento si realizza attraverso le strategie di
replicazione o economie di replicazione.
Esse si ispirano all’obiettivo di sfruttare competenze e routine presenti nel patrimonio aziendale applicandole ad un grande
numero di combinazioni economiche parziali tra loro uniformi. Un esempio di formula di assetto proprietario e
organizzativo adottata per sfruttare le economie di replicazione è il franchising.
11.5 Le scelte di struttura dei costi
11.5.1 I volumi prodotti e l’economicità
Il modello utilizzato per indagare le relazioni fra volumi effettivi, costi e risultato economico è il modello costi-volumi-
risultati. Questo modello è anche utile per analizzare l’impatto sull’equilibrio reddituale delle diverse scelte aziendali che
possono modificare la struttura di costo o di ricavo (internalizzazione, esternalizzazione, automazione, ecc.). I fattori che
determinano il risultato economico di un’impresa in un periodo possono essere ricondotti a 3 classi: 1
0
• Gli elementi strutturali: fattori come la CP, l’esperienza, la specializzazione, la modularizzazione, estensione
verticale e orizzontale possono essere definiti come determinanti strutturali dei costi in quanto in loro configurarsi
determina la struttura e le modalità di funzionamento dell’azienda. Le variazioni nei costi legate a determinanti
strutturali si accompagnano a modifiche nel patrimonio, nell’assetto tecnico, nel personale, nell’assetto organizzativo e
nelle combinazioni economiche d’impresa. A parità di struttura e livelli di economie strutturali perseguibili, i ricavi, i
costi e i risultati reddituali saranno legati soprattutto al configurarsi dei prezzi ricavo e costo che l’azienda riesce a
spuntare sul mercato e ai volumi effettivamente prodotti e venduti nel periodo.
• Il livello dei prezzi-costo e dei prezzi-ricavo: il livello dei prezzi al quale l’impresa acquista e vende beni è
determinato in parte da elementi interni all’impresa e in parte da elementi esterni.
• I volumi: a parità di struttura e livello dei prezzi, la principale determinante dei costi di breve periodo è costituita dai
volumi. Data una certa CP e i costi fissi e variabili a questa associati, l’ammontare effettivo dei costi che l’impresa
dovrà sostenere sarà legato ai volumi effettivamente prodotti, ovvero al grado di saturazione della CP. I volumi
influenzano sia l’ammontare dei costi totali sia i costi unitari effettivi dei beni prodotti, in quanto al variare dei volumi
varierà la quota dei costi fissi da imputare alle singole unità prodotte. I volumi influenzano il livello effettivo dei costi,
ma determinano anche il livello effettivo dei ricavi e quindi il reddito operativo conseguito dall’impresa.
11.5.2 L’analisi costi-volumi-risultati
L’analisi costi-volumi-risultati consente di illustrare le relazioni tra i volumi di beni effettivamente prodotti e venduti da
un’impresa e i risultati operativi conseguiti.
(Mentre alcuni costi diminuiscono in misura proporzionale ai volumi altri rimangono invariati).
Svolgere un’analisi costi-volumi-risultati significa:
• Analizzare il valore del risultato economico al variare dei volumi di vendita e identificare il punto di pareggio
(ammontare di vendite che consente di coprire tutti i costi aziendali), dato un certo livello di prezzi di vendita, di costi
fissi e di costi variabili unitari;
• Confrontare diverse ipotesi di configurazione dei prezzi e dei costi al fine di identificare la soluzione migliore in
termini di risultato economico atteso;
• Confrontare diverse ipotesi di internalizzazione/esternalizzazione al fine di identificare la soluzione migliore in termini
di grado di integrazione verticale e estensione delle combinazioni economiche.
11.5.3 I costi fissi e i costi variabili
I costi di gestione caratteristica possono essere classificati in due grandi categorie:
• I costi variabili: sono i costi direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita. L’analisi costi-
volumi-risultati assume l’ipotesi semplificatrice che fra volumi e costi variabili esista una relazione lineare. In realtà
variazioni molto consistenti nei volumi in genere implicano variazioni nei costi variabili unitari e quindi una relazione
non lineare fra volumi e costi variabili totali.
• I costi fissi: costi che non risultano direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita. L’analisi c-
v-r assume l’ipotesi semplificatrice che i costi fissi rimangano invariati, qualsiasi sia il volume realizzato. Nella realtà
anche i costi fissi tendono ad aumentare di fronte ad aumenti consistenti dei volumi, ovvero in corrispondenza di
aumenti nei volumi che richiedono aumenti nella CP. Essi sono asimmetrici rispetto a variazioni nei volumi. Mentre i
costi variabili tendono a variare in modo simmetrico aumentando rapidamente quando i volumi aumentano o
diminuendo rapidamente quando i volumi diminuiscono, i costi fissi presentano spesso comportamenti diversi a
seconda che i volumi stiano aumentando o diminuendo. Sia per i costi fissi che per quelli variabili nello svolgere
un’analisi c-v-r occorre fare un’ipotesi in merito all’intorno di volumi considerato, intorno per il quale si suppone che i
costi fissi totali rimangano invariati.
I costi fissi della gestione caratteristica possono essere di due tipi:
• Costi fissi di struttura che sono strettamente connessi alla CP in essere dell’azienda in un dato momento. Se si
escludono riduzioni nei prezzi di acquisto delle condizioni di produzione relative, ridurre questi costi significa ridurre
la CP, ossia i volumi di produzione e vendita realizzabili nel breve periodo. In questa categoria troviamo i costi del
lavoro e quelli non proporzionali ai volumi connessi alle attività di trasformazione tecnica, vendita e amministrazione.
Categoria particolare è rappresentata dagli ammortamenti delle immobilizzazioni.
• Costi fissi di sviluppo: sono fissi perché non variano direttamente in relazione al variare dei volumi di produzione e
vendita; non dipendono direttamente dalla CP dell’azienda ma sono destinati a sostenere l’attività corrente e a porre le
condizioni per lo sviluppo futuro dell’azienda. In questa categoria troviamo costi di ricerca e sviluppo, formazione del
personale, marketing, ecc. e possono essere variati molto + facilmente rispetto a quanto avviene x i costi di struttura. I
costi fissi di sviluppo andrebbero considerati come immobilizzazioni materiali e imputati ai diversi esercizi ai quali
contribuiscono, attraverso quote di ammortamento. Spesso le imprese preferiscono imputarli interamente all’esercizio
nel quale sono stati sostenuti. Essendo legati al futuro, tagli eventuali di questi costi non presentano inconvenienti nel
breve termine, consentendo addirittura di migliorare il risultato reddituale con la riduzione dei costi fissi totali. Le
conseguenze negative di questi eventuali tagli si manifesteranno però nel lungo termine. 1
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11.5.4 I costi totali e i costi un