Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 1 Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia aziendale 2, appunti integrati Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

D) RATEI E RISCONTI→ gruppo D ATTIVO\ gruppo E PASSIVO.

Ratei→ quote di proventi o costi di competenza ma esigibili in futuro, relativi a più esercizi, variabili in ragione del

tempo= integrazione di ricavi o costi. Si riferiscono a operazioni a cavallo tra due esercizi successivi.

Ratei attivi= quota di ricavo

Ratei passivi= quota di costo

Risconti→ costi sostenuti o ricavi percepiti entro l’esercizio ma di competenza futura, relativi a più esercizi, variabili

in ragione del tempo= storni o rettifiche di costi o ricavi.

Risconti attivi= quote di costi da stornare→ costi sospesi

Risconti passivi= quote di ricavo→ ricavi sospesi

* la tecnica del risconto serve per evidenziare la parte non di competenza dell’esercizio.

Determinazione della quota

1. Tempo fisico→ andamento del costo o del ricavo ha una maturazione proporzionale al trascorrere del tempo.

L’OIC 18 evidenzia come si ricorra a questo metodo nei contratti di durata nei quali l’addebito dei relativi

corrispettivi avviene per ricorrenti e uguali periodi di tempo, uno dei quali è a cavallo di due o più esercizi

consecutivi.

2. Tempo economico→ commisura l’entità della quota di competenza sulla base sull’effettivo tempo di impiego, o in

relazione alle condizioni produttive da cui scaturisce costo\ricavo. Metodo da preferire se le prestazioni contrattuali

rese o ricevute non abbiano un contenuto economico costante nel tempo= quota costo\ricavo non proporzionale al

tempo.

Per il codice civile si sottolineano due elementi per le voci di retei e risconti: accolgono quote in comune a due o più

esercizi e sono esaminabili tramite una mera ripartizione su base temporale. In nota integrativa bisogna tener conto

dei criteri di valutazione, delle variazioni e della composizione delle voci attive e passive. Inoltre anche per ratei e

risconti è necessario compiere il test di recuperabilità del valore in termini prospettici (Documento 18).

POSTE IN VALUTA ESTERA→ operazioni espresse in valuta diversa da quella di conto e che possono generare

l’iscrizione di:

A. Poste monetarie→ danno diritto ad incassare o prevedono l’obbligo di pagare somme di denaro in valuta

determinate o determinabili. Crediti\debiti, ratei, titoli di debito, disponibilità liquide.

B. Poste non monetarie→ non generano alcun diritto, per esempio le immobilizzazioni, le partecipazioni e altri titoli.

L’art. 2423, 6° comma prevede che il bilancio sia redatto in unità euro, quindi bisogna tradurre le operazioni. Poiché

l’art. 2424 non prevede una voce specifica dello SP, vengono iscritte nelle stesso voci delle poste in moneta di conto,

mentre l’art 2425 le inserisce alla voce C.17-bis del CE. Le differenze di cambio non rettificano costi e ricavi, bensì

sono iscritti al momento della conclusione dell’operazione. Il criterio di valutazione tiene conto di due elementi: la

determinazione del cambio a cui iscrivere il credito o il debito e la valutazione dello stesso credito\debito. È valido lo

stesso principio dei debiti\crediti in moneta di conto→ costo ammortizzato.

La rilevazione iniziale è disciplinata dalla legge solo con riferimento al CE, alla data di incasso emergeranno utili o

perdite da iscrivere. Per le rilevazioni della chiusura dell’esercizio vale lo stesso criterio, mentre se le poste si

realizzano in esercizi successivi bisogna esplicitarne la natura monetaria= iscritte al tasso di cambio a pronti alla data

di chiusura dell’esercizio, utili e perdite nel CE e l’eventuale utile va accantonato in riserva; non monetaria= iscritte al

cambio vigente al momento del loro acquisto. L’eventuale riserva di utile netto sui cambi ha lo scopo di prevenire la

distribuzione ai soci di utili non ancora realizzati e potrà essere utilizzata solo quando gli utili si saranno realizzati,

eccetto in caso di copertura perdite precedenti.

Nota integrativa: criteri conversione, variazioni immobilizzazioni, ammontare crediti e debiti, ammontare della

riserva.

STATO PATRIMONIALE- PASSIVO

A) IL PATRIMONIO NETTO= Attivo – Passivo= misurazione quantitativa della ricchezza a disposizione per l’azienda. È

anche un limite di garanzia per i terzi per il soddisfacimento delle obbligazioni aziendali. Differenza positiva è una

pre-condizione di un corretto funzionamento la quale, se confermata da un’adeguata liquidità e redditività,

garantisce un equilibrio economico e finanziario nel tempo. Nel caso in cui la differenza sia negativa allora l’azienda è

in deficit patrimoniale, se le perdite arrivano ad intaccare il capitale sociale fino al punto di portarlo al di sotto del

limite legale il codice civile prevede il ricorso a procedure straordinarie fino all’estrema conseguenza della

liquidazione.

Il capitale sociale→ dotazione iniziale a tempo indeterminato di mezzi propri destinati dai soci all’esercizio

dell’impreso. Contabilizzato al suo valore nominale= valore di emissione che è stato dichiarato come capitale

sottoscritto dai soci azionisti in sede di costituzione della società (srl minimo 10.000\ spa minimo 120.000\ esiste un

nuovo tipo si Srl semplificata che consente di godere del beneficio della responsabilità limitata e dell’autonomia

patrimoniale anche un capitale di 1 euro).

Riservo sovrapprezzo azioni→ quando il valore delle azioni supera il valore del capitale sociale. Nel caso di aumento

di capitale riservato a nuovi soci il sovrapprezzo serve a compensare i vecchi soci i quali a fronte di una diminuzione

del proprio peso sul capitale ottengono un rafforzamento patrimoniale della società. Il sovrapprezzo è quindi il quid

pluris che viene fatto pagare all’azionista per mantenere il proprio peso percentuale sul capitale sociale dopo

l’aumento del capitale.

Riserve di rivalutazione→ sono riserve di capitale che non derivano da apporti di denaro o beni da parte dei soci e

non derivano da accumulazione di utili. Possono essere contabilizzate solo con apposite disposizioni legislative;

monetarie come deprezzamenti del potere d’acquisto o economiche (distacco valori di mercato con quelli di libro).

Riserva legale→ l’art. 2430 introduce l’obbligo di costruire una riserva legale, considerata l’ultimo baluardo di

copertura per fronteggiare il rischio generale di perdita di esercizio, prima di intaccare il capitale sociale→

accantonamento del 5% di ciascun esercizio. L’obbligo cessa al raggiungimento della soglia minima del 20% del

capitale sociale.

Riserva azioni proprie→ prevista dall’art 2357 ha lo scopo di sterilizzare l’acquisto di azioni proprie da parte della

stessa società emittente delle stesse. Viene contabilizzata per evitare che l’operazione di acquisto determini, nella

sostanza, una riduzione del capitale. La presenza di riserve di utili non distribuiti, pari almeno al prezzo pagato per

l’acquisto delle proprie azioni, consente di evitare la riduzione del capitale sociale. In effetti il socio che cede alla

società le proprie azioni viene liquidato dalla società stessa e pertanto il capitale sociale dovrebbe essere ridotto. In

contropartita viene registrata un’uscita di patrimonio netto negativa (≈ riduzione di k)

Riserve statuarie→ lo statuto può stabilire di accantonare parte degli utili conseguiti ad altre tipologie di riserve per i

più diversi motivi. Parliamo di rischi non specifici, ma generici. La riserva statutaria è una riserva obbligatoria,

oltre a quella legale i soci hanno predeterminato che una certa percentuale di utile vada a tale riserva, la

riserva volontaria è invece decisa in sede assembleare dai soci.

Riserva straordinaria, utilizzata dall’assemblea dei soci quando si decide di non distribuire gli utili conseguiti e di

accantonare a tempo indeterminato ad una riserva senza obbligo statuario. Riserva facoltativa, riserva da

conversione cambi, riserva per acquisto azioni della società controllante, riserva da rivalutazione delle partecipazioni

valutate secondo il metodo del patrimonio netto (equity method) che non è distribuibile fino a che il valore non sarà

realizzato ed il cambiamento di criterio non incide sul CE. Riserva stabilizzazione dividendi e riserva per versamenti

dei soci in conto capitale o futuro aumento di capitale che crea strumenti più flessibili per il corretto funzionamento

finanziario dell’azienda.

Utili\ Perdite portati a nuovo: il patrimonio netto include anche poste di segno negativo nel caso in cui l’esercizio

sociale abbia conseguito un risultato negativo e la perdita non sia stata coperta con versamenti da parte dei soci.

Quindi la società decide di rinviare la copertura delle perdite al futuro, confinando che il fenomeno sia passeggero.

La perdita non può essere superiore a 1\3 del capitale sociale.

Utili\ Perdite di esercizio: l’utile può anche essere destinato agli amministratori. Nel caso in cui ci fossero perdite

non coperte dalle riserve occorre che gli amministratori intervengano per deliberare la copertura delle perdite o

l’azzeramento del capitale sociale.

Classificazione delle riserve

Riserve di capitale o riserve di utili. La distinzione è importante perché indica il trattamento fiscale durante la vita

dell’azienda e durante il suo periodo di liquidazione. Il capitale sociale, così come la riserva sovrapprezzo azioni o

quote, nasce da conferimenti di denaro o altri beni e pertanto la loro natura è quella di derivazione diretta delle

risorse apportate dai soci. Le riserve di utili accantonati ma non distribuiti e ancora presenti nel patrimonio netto

sono derivate da utili conseguiti dalla società e già depurati dalle imposte ordinarie. Esistono poi alcune riserve

considerate indisponibili in quanto create per evitare che venissero utilizzate dai soci per essere distribuite (azioni

proprie, rivalutazioni, acquisto azioni società controllanti).

B) FONDI PER RISCHI E ONERI→ derivano da accantonamenti destinati a coprire perdite o debiti di natura

determinata, di esistenza certa o probabile, il cui ammontare o la cui data di sopravvenienza sia indeterminata (art.

2424-bis 3° comma). L’accantonamento che porta alla costituzione dei fondi si rifà al principio di una

rappresentazione corretta e veritiera e al principio della prudenza. Bisogna poi ricordare che i fondi del passivo non

possono essere utilizzati per rettificare i valori dell’attivo o per attuare politiche di bilancio. I fondi sono passività

presunte, connesse alla rilevazioni di componenti negativi del reddito, di competenza dell’esercizio ma che avranno

manifestazione finanziaria futura. Anche per i fondi in Nota integrativa vendono esplicitati i criteri applicati e le

eventuali info aggiuntive. Il principio contabile OIC 19 distingue:

1. Fondo spese→ accantonamenti per passività certe, indeterminate nel

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pisa.economia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Greco Giulio.