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RICAVO
In linea generale si usa il criterio del matching principle, si cerca di partire dai ricavi per poi collegarci i costi. Possiamo definire sia per i costi, che per i ricavi, due tipologie di competenze, economica e finanziaria. Le due possono coincidere, prima quella economica e poi quella finanziaria, o viceversa. Se le competenze vanno a cavallo di un esercizio ho bisogno di capire se il ciclo è aperto o chiuso. - la competenza economica, secondo cui un costo o un ricavo compete economicamente al periodo nel quale i servizi relativi al costo hanno trovato effettivo impiego o i servizi relativi al ricavo sono stati creati e ceduti a terzi. - la competenza finanziaria, un costo o un ricavo compete finanziariamente al periodo nel quale ha avuto la sua manifestazione finanziaria. Secondo la competenza i costi possono essere: - costi di esercizio, costi per cui ho avuto manifestazione finanziaria nell'esercizio in corso o in quelli precedenti e si sono consumati nel processo.produttivo (per i beni a fecondità semplice tutti quelli consumati, per quelli a fecondità ripetuta la parte consumata del bene).- costi anticipati, costi per i quali ho avuto la manifestazione finanziaria nell'esercizio ma non li ho consumati o ancora non del tutto (per i beni a fecondità semplice quelli non utilizzati, per i beni a fecondità ripetuta la parte non consumata).- costi futuri, quota di fattori produttivi consumati nell'esercizio ma per cui avrò manifestazione finanziaria negli esercizi futuri (pagamento utenze del mese passato).
Secondo la competenza i ricavi possono essere:
- ricavi di esercizio, quota di beni/servizi per cui si è avuto manifestazione finanziaria nell'esercizio in scambio.
- ricavi anticipati, quota di beni/servizi per cui ho avuto manifestazione finanziaria nell'esercizio ma non ancora completamente scambiati.
- ricavi futuri, quota di beni/servizi
parzialmente scambiati, ma per cui non si è avuto ancora manifestazione finanziaria.
RETTIFICHE AL REDDITO
Per ottenere il reddito è necessario effettuare delle rettifiche al modello originario. Questo correla infatti entrate/ricavi e uscite/costi, tuttavia abbiamo visto che i due aspetti possono non coincidere.
Le rettifiche possono essere di due tipologie:
- rettifiche sottrattive, quando depurano il reddito da costi/ricavi per cui è già avuta manifestazione finanziaria ma che sono da rimandare a periodi futuri.
- rettifiche integrative aggiungono al reddito costi/ricavi di competenza per cui si avrà manifestazione finanziaria futura.
RELAZIONI TRA CAPITALE E REDDITO
La determinazione del reddito si basa solo su alcuni dei valori fra quelli che il sistema di rappresentazione della gestione mette a disposizione. Non partecipano infatti al calcolo del reddito tutti quei valori che esprimono il capitale, ossia l'insieme degli investimenti e finanziamenti.
disponibili persvolgere le produzioni future. Capitale e reddito sono strettamente avvinti come due facce della stessamedaglia. Infatti, data una massa di valori generati dalla gestione, quelli che non partecipano alladeterminazione rappresentano elementi del capitale e viceversa. Questo perché il reddito esprime ciclieconomici chiusi, il capitale è invece riconducibile ai cicli aperti.Il reddito si può definire anche come la variazione, incremento in caso di utile, riduzione in caso diperdita, subita dal capitale di rischio a seguito dello svolgimento della gestione.
CARATTERISTICHE DEL REDDITO
- Incerto: si basa su stime e congetture;
- Differenziale: differenza fra costi e ricavi, ma anchetra due patrimoni netti;
- Astratto: non si identifica in alcun bene;
- Economico: rappresenta il ciclo economico e lacreazione/distruzione di ricchezza dell’azienda;
- Temporale: è una grandezza di flussi;
L’EQUILIBRIO ECONOMICO
Con il calcolo del reddito
si verificano all'interno dell'azienda e che riguardano la produzione, la distribuzione e il consumo dei beni e dei servizi. L'equilibrio finanziario, invece, riguarda la gestione dei flussi di denaro all'interno dell'azienda, compresi gli investimenti, i finanziamenti e le operazioni di tesoreria. Per garantire l'equilibrio economico e finanziario, è necessario che l'azienda sia in grado di generare un reddito positivo, che rappresenta la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti. Tuttavia, per valutare correttamente il reddito, è importante considerare anche la remunerazione del capitale di rischio investito nell'impresa. Solo se i capitali sono adeguatamente remunerati, si può parlare di una gestione economica. In conclusione, per garantire il corretto funzionamento dell'azienda, è necessario che sia presente un equilibrio economico e finanziario, che si ottiene attraverso una gestione efficiente dei flussi di denaro e una corretta valutazione del reddito, compresa la remunerazione del capitale di rischio.devono essere soddisfatti affinché l'azienda possa creare ricchezza in modo sostenibile. Le relazioni tra i valori di ricavo e costo danno origine a 4 diverse tipologie di equilibrio economico. Si parla di: - Disequilibrio economico assoluto, quando i costi sono maggiori dei ricavi. Ricavi < Costi - Disequilibrio economico relativo, quando si verifica una uguaglianza tra ricavi e costi, di conseguenza la ricchezza creata è uguale a quella consumata. Ricavi = Costi - Equilibrio economico oggettivo, quando i ricavi coprono costi e oneri figurativi. È definito oggettivo indifferenza, perché esprime, per gli investitori, una condizione in cui la gestione ha remunerato tutti i fattori produttivi ma niente di più. Ricavi ≥ Costi + Oneri figurativi - Equilibrio economico soggettivo, quando i ricavi coprono costi, oneri figurativi e un extra-profitto che si chiede all'investimento, un valore aggiunto che deve essere soddisfatto. Ricavi ≥ Costi + Oneri figurativi + Extra-profittodalla proprietà dell'imprenditore o dei soci.- gli interessi figurativi, rappresentano il costo del capitale proprio investito nell'impresa, che potrebbe essere stato impiegato in altre attività produttive.- le tasse figurative, sono le imposte che l'impresa avrebbe dovuto pagare se non avesse usufruito di agevolazioni fiscali o di regimi speciali.- le perdite figurative, sono le perdite che l'impresa avrebbe subito se non avesse beneficiato di contributi o finanziamenti pubblici.- i costi figurativi, sono i costi che l'impresa avrebbe dovuto sostenere se non avesse ottenuto sconti o riduzioni sui fornitori o se non avesse utilizzato materie prime o servizi a prezzi agevolati. Questi oneri figurativi rappresentano una parte importante del costo complessivo dell'impresa e devono essere considerati per valutare correttamente l'equilibrio economico.determinato settore può comportare rischi diversi. Un altro rischio da considerare è il rischio finanziario, legato alla struttura finanziaria dell'azienda e alla sua capacità di far fronte ai debiti. Infine, c'è il rischio di mercato, che dipende dalle condizioni economiche generali e dalle fluttuazioni dei prezzi dei beni e dei servizi. Per compensare questi rischi, i soci si aspettano un rendimento adeguato sul loro investimento. Questo rendimento viene chiamato costo atteso del capitale proprio. È importante notare che il costo atteso del capitale proprio non è un costo effettivo, ma una stima del rendimento che i soci si aspettano di ottenere. Il costo atteso del capitale proprio dipende da diversi fattori, tra cui il tasso di interesse di mercato, il rischio specifico dell'azienda e il rendimento richiesto dai soci. Questo costo viene utilizzato per valutare la redditività di un progetto o di un'azienda nel suo complesso. In conclusione, il costo atteso del capitale proprio è un elemento chiave nella valutazione finanziaria di un'azienda. Rappresenta il rendimento che i soci si aspettano di ottenere dal loro investimento e tiene conto dei rischi associati all'attività dell'azienda.mercato caratterizzato da una forte concorrenza e da una domanda assai volatile presenta livelli di rischio maggiori. Oltre a fattori esterni, come l'ambiente, sono importanti anche le modalità con cui l'impresa organizza la propria produzione. Una struttura produttiva rigida, caratterizzata da una struttura di costi che non si possono adeguare alle variazioni dei volumi di vendita e produzione tende ad amplificare le condizioni di rischio presenti sul mercato. L'altra tipologia di rischio è il rischio finanziario legato alla modalità di finanziamento dell'azienda, quindi il rapporto tra capitale proprio e capitale di terzi. I capitali di terzi devono essere remunerati alla scadenza indipendentemente dall'andamento dell'attività, i mezzi propri invece sono remunerati in base all'utile e quindi all'andamento dell'attività. In conclusione, rischio operativo e rischio finanziario, vanno a configurare il
rischio complessivo al quale è sottoposta l'attività d'impresa. RENDIMENTO ATTESO DEL CAPITALE Per stimare la remunerazione del capitale proprio ci sono tanti modelli, ma quello che va per la maggiore è il CAPM: K = r + re f p K = costo del capitale proprio r = price of time, risk free, rendimento del puro capitale. Facile da calcolare grazie alla BCE re = price of risk, risk premium, rendimento per il rischio. Complesso da calcolare perché formato da due facce, il rischio operativo e il rischio finanziario, quindi dipende da settore a settore, ci sono settori con più competitività e con più volatilità della domanda. K = r + r è uguale a K = r + β (r - r) efp efm β = coefficiente di rischio specifico dell'azienda, solitamente approssimato al rischio del settore, il quale mette in correlazione il rendimento dell'azienda con il rendimento del mercato. β < 1 (azienda meno rischiosa del mercato)β=1 (azienda rischiosa come il mercato)
β>1 (azienda più rischiosa del mercato)
β<0 (azienda in controtendenza rispetto al mercato)
r rischio di mercato =(r – r ) = premio di mercato o market premiumm f
RENDIMENTO EFFETTIVO DEL CAPITALE
Per calcolare l’effettivo rendimento del capitale si ricorre al ROE, che non è altro che il rapporto tra reddito netto, già incluso dei fitti figurativi e dello stipendio direzionale, e capitale netto, cioè tutta la ricchezza investita all’inizio dell’esercizio.
ROE = Reddito netto/Capitale netto
Tuttavia, il ROE non basta per capire se l’impresa si trova in una situazione di equilibrio, ma occorre un termine di paragone. Il ROE deve dunque essere messo a confronto con il rendimento atteso del capitale di rischio, che abbiamo visto essere K e.
ROE < 0 disequilibrio economico
ROE = 0 disequilibrio relativo
0 < ROE < K + extra-profittoe