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(SME).

30/11/16

Il funzionamento del Sistema Monetario Europeo (SME)

Questo sistema è stato in vigore nel 1979 e rimane in vigore per i paesi dell’UE (9 paesi6+GB, Danimarca,

Irlanda) e finché non è valida l’unione monetaria europea ed è ancora in vigore per quei paesi che desiderano

entrare nell’UE.

L’accordo politico tra Francia e Germania ritorna ad essere forte verso la fine degli anni ’70 e questa rinnovata

fiducia fa sì che si decida di ripristinare un sistema monetario nuovo e valido solo a livello europeo. In quegli

anni le problematiche di inflazione stavano rientrando, anche la situazione economica migliorava e visto che

i cambi flessibili erano incerti sia a livello internazionale che per quanto riguarda la PAC.

Anche questo sistema monetario può essere classificato come un sistema monetario a cambi fissi aggiustabili,

infatti c’è un meccanismo di cambio simile a quello di Bretton Woods ma più flessibile. Due fasce di

oscillazione:

-Fascia ordinaria: la fascia di oscillazione consentita è più ampia, a partire dalla parità centrale la fascia

ordinaria è aumentata al +-2.25% (il doppio di quello consentito dal sistema di Bretton Woods) e una Fascia

Straordinaria: è prevista anche una fascia straordinaria più ampia, applicata in situazioni di crisi;

-La Parità Centrale: può variare nel tempo, su richiesta e decisione comune delle Banche Centrali. Se un paese

si rende conto di avere un cambio strutturale debole rispetto agli altri può richiedere di mediare la parità

centrale;

-Viene rafforzata la cooperazione tra Banche Centrali attraverso il potenziamento del Fondo Europeo per la

Cooperazione Monetaria. Si rafforza la cooperazione tra BC nella difesa comune di una valuta potenziando lo

strumento del FECOM. Le BC sono tenute a finanziare questo fondo, versando il 20% delle loro riserve in

valuta, il FECOM può essere usato per fare dei prestiti alle banche centrali in difficolta. Le BC possono

muoversi insieme a difesa di una valuta debole. NON C’E’ PIU NESSUNA MONETA CONVERTIBILE IN ORO, il

sistema è tra valute che legalmente sono uguali.

Anche in questo sistema, sul piano fattuale, il marco tedesco avrà un ruolo preminente, sia per le forti

esportazioni dell’industria tedesca che per l’ottima reputazione della Banca centrale tedesca.

-La creazione di una prima valuta comune, a livello virtuale: L’ ECU (european currency unit), non sono mai

state emesse banconote o monete metalliche in questo valore, ma era il valore usato dalle banche centrali

negli interscambi tra di loro (come unità di misura) ed anche gli stati europei hanno emesso titoli del debito

pubblico in ECU. Il valore dell’ECU era determinato come una media ponderata dei valori delle diverse

monete partecipanti, ed in questa media era più alto il peso delle valute più forti, rispetto al peso ponderato

dato alle monete deboli il suo valore rimane stabile poiché ancorato al peso delle monete forti.

L’ECU è la prima idea di valuta comune.

Sia GB, IT che IR avevano paura di aderirvi, quindi inizialmente sembrò che solo sei paesi volevano

parteciparvi, successivamente si aggiunsero anche IT e IR, usufruendo della fascia straordinaria di

oscillazione (+-6%), mentre la GB preferì non partecipare. Essa decise solo molto tempo dopo di

parteciparvi, osservando il buon funzionamento del sistema cioè nel 1990. Qualche anno dopo lo SME ha

avuto una crisi che ha fatto sì che sia GB che IT vi uscissero.

Gli anni di funzionamento dello SME

1979-1992: primo periodo di funzionamento dello SME, è il periodo di maggior successo, che coincide con

una ripresa economica ed il miglioramento delle questioni geopolitiche ad esempio la tranquillità con paesi

arabi e svolta liberale per USA e UK. Questo influenza anche l’UE.

1992 settembre: grave crisi, escono dal sistema GB e IT. A seguito della crisi il sistema cambia pelle

diventando ancora più flessibile, si alza la fascia. Meno cambi fissi e margine di flessibilità più ampio (si arriva

al+-15%).

1992-1998: il sistema rimane con una banda di oscillazione molto ampia e diventa lo strumento per entrare

nell’unione monetaria europea (in vigore dall’98).

Uno dei requisiti per entrare nell’Ue è quello di dare prova di stabilità monetaria partecipando allo SME per

almeno 2 anni di seguito, senza sbalzi o uscite quindi è ancora adesso in funzione.

L’Italia rientra nello SME nel ‘96, per poter adempiere a questo requisito ed entrare nell’Unione Monetaria

Europea del ‘98.

I riallineamenti in questo periodo sono diversi, infatti viene utilizzata la nuova norma di cambiare la parità

centrale. Spesso sono i paesi con moneta debole chiedono il riallineamento (cambio) della parità centrale per

poter valutare la loro moneta rispetto alla moneta forte esempio:

-Italia chiede di svalutare la propria moneta nei confronti del marco per recuperare la competitività rispetto

alla Germania, ottenendo 7 cambi dalla propria parità centrale 7, svalutando la lira per un tot del 27% circa

nei confronti del marco,

-L’Irlanda ottiene 2 riallineamenti per una svalutazione comprensiva nei confronti del marco dell’11%,

-La Francia ottiene 4 riallineamenti, vendendo la propria moneta svalutata complessivamente del 9%,

-La Danimarca ottiene 3 riallineamenti, per una svalutazione complessiva del 5%.

Ci sono diverse politiche delle BC ed in questo modo è possibile tenere nella stessa unione monetaria paesi

con diverse monete e diversa capacità di competere sul mercato.

01/12/16

Negli anni ’80 ci sono variazioni politiche sia in Francia che Germania. In FR nel ‘81 diventa presidente

Mitterrand, socialista che si avvale dell’opera di J. Delors socialista e liberalela FR passa da un gollista ad

un socialista.

La Germania passa da un ex presidente socialdemocratico ad uno cattolico, il cancelliere Helmut Kohl. In Italia

nel 1983 diventa presidente del consiglio Craxi (fino al ‘87). Sia il cancelliere che il presidente socialista hanno

tendenze europeiste, anche se all’inizio Mitterrand era tentennante a riguardo, poi, grazie alla spinta di

Delors si avvia un periodo di europeizzazione che va dal 1983-84. Questo segnò un forte rinnovo in senso

europeo, infatti nel 1985 la presidenza della commissione europea viene affidata a Jaques Delors, che

basandosi sull’alleanza tra Francia e Germania, spingerà verso l’accelerazione dell’integrazione europea. La

comunità europea si allarga ancora, verso sud questa volta, annettendo Grecia (1981), Portogallo (1986) e

Spagna (1986). Questi 3 paesi sono accumunati da un lungo periodo dittatoriale, anche se vi erano stati

tentativi di integrazione già precedentemente.

L’ingresso di questi paesi fa sì che cambi la PAC, ormai dispendiosa ed inefficiente, infanti la CEE decide di

aprirsi anche a politiche concernenti i prodotti mediterranei.

La PAC diventa molto dispendiosa e poco efficiente, viene ridimensionata e sottoposta a diversi cambiamenti,

anche se l’ingresso di alcuni nuovi paesi (del nord Europa) erano particolarmente interessati ad esso. In parte

anche il Parlamento Europeo, eletto nel 1979 si esprime contro la PAC, bocciando il bilancio comunitario

poiché troppo dispendioso in merito PAC. NB: il parlamento ancora non era autorità di bilancio.

Questo provoca un ritardo, poiché il bilancio veniva discusso tra Parlamento ed il Consiglio Europeo dei

ministri e costituisce uno stimolo a cambiare.

Anche la GB era contraria alla PAC, perché non era favorevole a dover contribuire al bilancio comunitario

visto che le spese della PAC interessavano l’Europa del nord e la GB aveva un settore agricolo molto ridotto.

Nel 1979 viene eletta Margaret Thatcher a primo ministro inglese, nelle prime apparizioni al consiglio

europeo dice “I Wont my money back”, dove chiedeva la restituzione di una buona parte del deficit che GB

subiva nell’essere parte della CEE.

Calcolo del deficit: versamenti dovuti da UK per essere parte della CEE- spesa della CEE in UK se questo è

positivo equivale al deficit della GB, del quale poi bisogna fare una percentuale per vedere quanto la CEE

deve restituire alla GB.

La richiesta inglese è quella di avere indietro più della metà del deficit inglese. Inizialmente si stabilisce che il

65% di questa differenza viene restituito alla UK, successivamente, nel 1994 la GB ottiene che i 2/3 della

differenza vengano restituiti ed è una regola ad hoc perché non vale per gli altri paesi.

Il bilancio della comunità deve essere per legge positivo, bilancio in pareggio: entrare eguagliano le uscite,

risorse=spese.

Entrate: Dalla metà degli anni ‘80 il contribuito obbligatorio (dell’IVA) di ogni paese è leggermente

aumentato, passando dall’1% all’1.4%

Uscite: si ridimensiona la politica agricola, aumenta in preponderanza la politica regionale, che da 0 va verso

il 30% del bilancio comunitario.

In termini di percentuale, le politiche di ricerca e sviluppo rimangono molto basse.

Nel 1985 Delors diventa presidente della Commissione Europea, e lo sarà per 2 mandati consecutivi. Questo

con un mix di altre situazioni politiche, permise alla Commissione Europea di fare da trainante all’integrazione

europea.

Il primo obbiettivo della commissione è il completamento del Mercato Comune Europeo: esso era stato

avviato già negli anni ’70, ma a seguito della crisi lo sviluppo si era bloccato. L’area doganale e di libero

scambio riguardava solo le merci, non servizi, finanza e persone. Inoltre molti paesi dell’Ue, negli anni ’70

avevano dato vita ad un protezionismo strisciante alcuni paesi avevano applicato le barriere non tariffarie,

che facevano un ostacola al libero scambio.

Si tratta di regolamenti che riguardavano, ad esempio, la fabbricazione ed il confezionamento dei prodotti,

spesso tali regole erano diverse tra stati ed alcuni prodotti potevano essere venduti in alcuni punti e non in

altri, il che ostacola il libero scambio. Esempio standard di prodotto per la birra in Germania che impediva

la vendita di altre birre (esempio Italia o Francia), automobili (guida a destra in GB), spine di elettricità ecc.

Alcuni standard e regolamenti avevano anche un carattere medico-sanitario.

La commissione Delors prepara uno studio per riuscire a superare questa impasse, che impediva il

completamento e lo sviluppo del mercato comune si presenta nel 1985 il Libro Bianco, a Milano, in un

convegno del consiglio europeo.

Si tratta di uno studio sul problema e propone come superare le barriere non tariffarie per completare il

mercato comune, mettendo in evidenza 3 misure:

• Vengono proposte delle liberalizzazioni nel mercato dei servizi

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
50 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/06 Economia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mirgifra1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia applicata all'integrazione europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Colangelo Giuseppe.