Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 41
Economia agroalimentare Pag. 1 Economia agroalimentare Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia agroalimentare Pag. 41
1 su 41
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA 2014-2020

La nuova PAC si inserisce nel quadro della strategia Europa 2020, strategia di carattere generale della quale l'agricoltura tiene conto nella predisposizione nei propri documenti di programmazione. Per questo motivo la nuova PAC deve basarsi sui seguenti obiettivi:

  • Aiuti al reddito (giustificabilità) ancorati ancor di più al ruolo non solo produttivo dell'agricoltura;
  • Definizione di misure di mercato volte all'accrescimento della competitività delle imprese agricole;
  • Valorizzazione dei modelli agricoli territoriali Europei (tener conto delle singole realtà territoriali);
  • Contribuzione determinante alle sfide ambientali.

Il perseguimento degli obiettivi nel quadro della strategia avviene secondo le seguenti modalità:

  1. Conferma dell'articolazione in due pilastri;
  2. Chiara finalizzazione ambientale dei pagamenti diretti;
  3. Pagamenti diretti completamente
disaccoppiati non più unici ma articolati in sette tipologie (obbligatori ediscrezionali dello Stato membro); D. conferma dell'OCM unica con maggiore orientamento al mercato (abolizione delle quote e regimi d'aiutospecifici in alcuni settori) e rafforzamento della rete di sicurezza (misure d'intervento) a favore degliagricoltori; E. integrazione della politica di sviluppo rurale con le altre politiche Comunitarie (Quadro strategico Comunedei Fondi e Accordo di Partenariato); F. più programmi operativi per ciascun Fondo; G. strategie di sviluppo locale da elaborare su scala territoriale ridotta; H. flessibilità tra i pilastri. L'ultima riforma ha certificato il declino irreversibile della vecchia politica protezionistica, inoltre lo svilupporurale è stato semplificato (aree tematiche e non misure). La multifunzionalità non è considerata come caratteristicadell'agricoltura Europea ma come soluzione alternativa allo

sviluppo delle tradizionali attività di produzione. Si è inoltre rafforzata la complementarità tra primo e secondo pilastro.

POLITICHE PER LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI

Tali politiche si occupano della sicurezza degli alimenti dal punto di vista delle loro caratteristiche. Le caratteristiche ci portano a dire se quel cibo è un cibo di alta qualità perché ha caratteristiche positive per quanto riguarda i suoi contenuti. Per cui le politiche della sicurezza alimentare oltre a parlare della sicurezza alimentare in senso stretto e delle norme che regolano la sicurezza, è necessario che parlino anche della qualità delle produzioni agroalimentari. La qualità è il complesso di tutte le caratteristiche percepibili e desiderabili da parte del consumatore (la qualità non è un fatto oggettivo ma un fatto soggettivo), è l'insieme delle proprietà che consentono al prodotto di soddisfare esigenze esplicite.

ed esigenze implicite. Le modalità di soddisfazione sono in funzione delle preferenze del consumatore. Devono essere soddisfatte due tipi di esigenze: per esigenze implicite si intendono quelle minimali che il consumatore considera un attributo indispensabile di quel tipo di prodotto; per esigenze esplicite si intendono le caratteristiche aggiuntive rispetto alle implicite che caratterizzano il prodotto. Per esigenze esplicite intendiamo:

  • le caratteristiche organolettiche (sapori) o sensoriali (odore) o edonistiche,
  • le caratteristiche commerciali (dimensione, prezzatura),
  • le caratteristiche prestazionali,
  • le caratteristiche di presentazione (colore),
  • le caratteristiche di deperibilità,
  • le caratteristiche di processo produttivo (biologico).

Le esigenze implicite si riferiscono alla qualità strutturale del prodotto, si riferiscono ai requisiti nutrizionali e ai requisiti di sicurezza igienico sanitaria. Le esigenze implicite come la qualità igienico sanitaria sono

Definite danorme poste a tutela della salute pubblica, mentre i requisiti nutrizionali sono definite da norme di etichettatura.

La qualità è un concetto di natura multidimensionale perché la qualità di un prodotto nasce dalla combinazione delle diverse variabili che lo compongono che sono in funzione di quelle che sono le nostre preferenze (varia da consumatore a consumatore). Il requisito igienico sanitario in quanto condizione preliminare non può essere considerato una vera e propria connotazione di qualità (viene considerato un prerequisito), sarà necessario effettuare controlli per valutare i requisiti igienico sanitario. La qualità addizionale invece consente di distinguere un prodotto da un altro della stessa categoria in base a caratteristiche non obbligatorie (es. particolari caratteri organolettici).

Esempi di qualità dei prodotti alimentari sono: i requisiti di sicurezza ossia assenza di microrganismi

patogeni (qualità igienica); il benessere ossia sapori, odori e aspetto gratificanti (qualità organolettica); il valido apporto di sostanze nutritive (qualità nutrizionale); la convenienza ossia costo (rapporto qualità/prezzo), conservabilità, etc. (qualità economica). Quando si parla della qualità dei prodotti alimentari spesso si parla di tipicità. È uno degli aspetti che concorre a definire la qualità del prodotto ma non a determinarla; da sola non basta a esprimere la qualità di un prodotto. Sono considerati tipici e per questo di qualità quei prodotti che hanno un legame con la tradizione enogastronomica di un territorio. Attributi di tipicità sono: genuino, senza conservanti, fatto con materie prime del territorio, fatto con metodi artigianali, basato su ricette tradizionali, acquistabile sul luogo di produzione.

I BIDONI DI AKERLOF

Il prodotto di qualità è particolarmente esposto al

fallimento del mercato. Questo perché i produttori disonesti cercano di sfruttare lo stesso segmento di mercato di quello dei produttori di alta qualità e quindi cercano di vendere il proprio prodotto cercando di spuntare prezzi analoghi a quello dei prodotti di qualità. Il consumatore acquisterà il prodotto di bassa qualità a prezzi più elevati e dopo averlo acquistato vede disattese le aspettative e non comprerà più il prodotto e quello che era davvero il prodotto di qualità esce dal mercato perché il consumatore non andrà più a comprare quel prodotto a quel prezzo. Si crea un meccanismo di selezione avversa, il prodotto di qualità è destinato a scomparire dal mercato stesso e ad essere sostituito dal prodotto di bassa qualità. La causa è l'asimmetria informativa fra i produttori ed i consumatori. Il risultato è la vendita di bidoni (di Akerlof). I problemi.

Informativi affliggono i mercati dei prodotti agroalimentari soprattutto di quelli differenziabili.

LA QUALITÀ DEI PRODOTTI: LA TUTELA

Per cercare di evitare il paradosso dei "bidoni" di Akerlof si pone la necessità di regolamentare la qualità a tutela del consumatore e dei produttori onesti. L’elemento a salvaguardia della riconoscibilità della qualità dei prodotti è rappresentato dal marchio. Il marchio (bene immateriale dell’impresa) è lo strumento di differenziazione del prodotto alimentare, strumento attraverso cui le imprese si differenziano sul mercato. Con il marchio il produttore si propone di creare un legame di fiducia con il consumatore (fidelizzazione). Per il consumatore diventa un veicolo di riconoscimento immediato e sintetico, perché il consumatore non ha bisogno di acquisire ulteriori informazioni poiché l’asimmetria informativa viene sanata dal marchio (che rappresenta lo strumento di).

livello nazionale e internazionale attraverso l'adozione di norme e regolamenti. Queste norme stabiliscono i requisiti minimi che i prodotti devono soddisfare per essere considerati conformi alle aspettative di qualità. Inoltre, esistono organizzazioni e enti di certificazione che si occupano di valutare e attestare la conformità dei prodotti alle norme di qualità. Queste certificazioni possono essere volontarie o obbligatorie a seconda del settore e del tipo di prodotto. L'etichettatura dei prodotti è un altro strumento importante per comunicare le caratteristiche qualitative dei prodotti ai consumatori. Attraverso l'etichetta, è possibile fornire informazioni sulle caratteristiche del prodotto, come ad esempio gli ingredienti utilizzati, le modalità di produzione, le certificazioni ottenute e le eventuali avvertenze o precauzioni d'uso. I marchi di qualità sono un ulteriore strumento per identificare i prodotti di qualità. I marchi possono essere rilasciati da organizzazioni o enti che hanno stabilito criteri specifici per la concessione del marchio. L'utilizzo corretto del marchio garantisce al consumatore che il prodotto rispetti determinati standard di qualità. Per garantire l'efficacia di queste politiche di comunicazione e tutela della qualità, è necessario che sia presente un organismo terzo, indipendente dal produttore, che si occupi di verificare la conformità del prodotto alle aspettative di qualità. Questo organismo dovrebbe essere dotato di competenza e obiettività e potrebbe adottare sanzioni nei confronti di chi non utilizza correttamente il marchio o non rispetta i requisiti di qualità. È importante sottolineare che la definizione degli standard di qualità rappresenta una forma di limitazione della concorrenza e potrebbe creare barriere all'entrata per i produttori che non riescono a soddisfare tali standard. Tuttavia, l'obiettivo principale di queste politiche è garantire la qualità dei prodotti e la tutela dei consumatori.

livello Comunitario attraverso Regolamenti con istituzione di marchi (segni distintivi di natura collettiva: DOP, IGP, STG, BIO). Gli elementi considerati per definire un prodotto di qualità sono: l'origine (geografica) e i processi produttivi.

I marchi Comunitari sono stati riconosciuti nell'ambito dell'Uruguay Round come diritti di proprietà intellettuale, ovvero sono esclusi dal rispetto degli accordi internazionali per il commercio. Di conseguenza tali prodotti hanno una minore penalizzazione.

Gli obiettivi delle politiche della qualità dei prodotti sono quindi:

  • favorire la diversificazione della produzione (rapporto domanda e offerta);
  • mettere a disposizione del mondo agricolo la possibilità di promuovere prodotti di qualità;
  • assecondare le esigenze dei consumatori verso la qualità e l'indicazione geografica;
  • superare l'eterogeneità delle prassi Nazionali di attribuzione delle denominazioni.
riferite all'origine geografica e creare uguali condizioni di concorrenza fra i produttori; tutelare i consumatori attraverso gli opportuni controlli (rispetto dei disciplinari). Analizziamo adesso i marchi descritti. DOP (denominazione d'origine protetta): rappresenta la massima garanzia della qualità, basato sull'autocotonia dell'intera filiera produttiva (dalla materia prima al prodotto finito deve essere prodotto nella stessa area geografica). La qualità del prodotto è dovuta "essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico" ed è caratterizzata da contratti di fornitura con i produttori agricoli locali da parte di industrie e distribuzione per assicurarsi la materia prima. Inoltre vi è la localizzazione in zona dell'attività di trasformazione e di conseguenza gli effetti reddituali sono indotti localmente. IGP (indicazione geografica protetta): livello inferiore di garanzia di qualità rispetto al DOP, ma comunque garantisce l'origine geografica del prodotto. Anche in questo caso, la materia prima deve provenire dalla stessa area geografica, ma non è necessario che l'intera filiera produttiva sia localizzata nella stessa zona. La qualità del prodotto è legata all'ambiente geografico, ma può essere influenzata anche da altri fattori. Questi marchi sono importanti strumenti per garantire la qualità e l'origine dei prodotti alimentari, proteggendo sia i produttori che i consumatori.ualità perché non c'è autoctonia di tutta la filiera produttiva, infatti svincola il produttore dal reperimento della materia prima locale (es. carni conservate) e dalla necessità di localizzare all'interno dell'area delimitata tutto il ciclo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
41 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/01 Economia ed estimo rurale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.df92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia agroalimentare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Zecca Francesco.