Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Analisi dell'autocorrelazione dei residui
Il coefficiente di correlazione viene calcolato utilizzando la formula:
∑ ( ) ( )−1= ⋅ − τ ⋅ρ τ2 2ˆQ n n (4.3.3)τ=1 −
Questo indice segue una distribuzione asintotica di chi quadrato con gradi di libertà klibertà, dove k è il numero dei parametri del modello, sotto l'ipotesi nulla che i residui costituiscano un rumore bianco. Nel caso in esame, i parametri del modello sono quattro, quindi il numero dei gradi di libertà è . La soglia critica del test del chi quadrato vale circa per e poiché è inferiore, possiamo accettare l'ipotesi di non correlazione (rumore bianco) dei residui. Tuttavia, l'autocorrelazione negativa al ritardo semiciclico che nella Figura 4.2 valeτ = −non è scomparsa nel correlogramma dei residui: essa è pari a , sussiste18 0.26τ =al ritardo ed è responsabile dell'alto valore di.
.Q14 perché la terza della (4.2.6) èIl modello (4.3.2), tuttavia, non è stazionario5 ϕ =violata; un modello stazionario è ottenuto eliminando che non risulta0.182significativo − + = + ε41 0.95 L ln LOI 0.9489 1 0.53 L (4.3.4)t t ( ) ( ) ( )0.04 0.2063 0.09( ) ( )== =2R 0.944Q 55.06 33 SS 0.3023 770Questo modello possiede una funzione di autocovarianza dei residui peggiore diquella del (4.3.2), ma spiega meglio i dati in termini di devianza residuale. Il testdella non permette di considerare la serie dei residui come un rumore bianco: ilQvalore è infatti superiore al quantile con gradi di libertà che vale per55.06 33 47.52α = .0.05Poiché il modello (4.3.4) suggerisce di utilizzare l’operatore alle differenze prime− ), si può stimare il seguente modello ARIMA( )( 1 L 0,1,4La non stazionarietà del modello è stata
prodotta dal tentativo, non riuscito, della5 ϕ prossimo ad 1 in uno schema AR(2). In casi delprocedura di stimare un valore per 1 ϕ ϕgenere accade spesso che sussita una forte correlazione tra le stime e che risultano1 2ϕ ϕalterate e non stazionarie. Eliminando nel successivo modello (4.3.4) si verifica che è2 1molto vicino all'unità. Pagina 4-12Modulo VII – Serie storiche: il dominio temporale
( )− = + ε41 L ln LOI 1 0.45 L(4.3.5)t t
( )0.09( ) ( )= ==2Q 56.80 35 SS 0.3232 83R 0.9460 { }( )− è espostonon dissimile dal (4.3.4). Il correlogramma della serie 1 L ln LOI tnella parte bassa della Figura 4.2 e mostra un andamento ciclico di periodoapprossimativamente pari a 32 mesi/ciclo. Questo andamento rimane per la granparte nel correlogramma dei residui del modello (4.3.5) ed è responsabile dell'altovalore per la ivi ritrovato.Q fa uso della differenza terzaUn ultimo modello stimato per il
logaritmo di LOI t( ) − − = + ε3 41 0.77 L 1 L ln LOI 1 0.39 L (4.3.6)t t ( ) ( )0.07 0.10( ) ( )== =2R 0.905Q 59.42 33 SS 0.5094 770e produce risultati peggiori dei precedenti; il motivo della costruzione dello schema(4.3.6), che riprenderemo nel seguito, risiede nel fatto che la differenza terzainfluisce sull’oscillazione ciclica meno della differenza prima, di modo che i residuipossono essere utilizzati con profitto nella costruzione di relazioni valide negli studidell’economia di breve periodo .6Esempio 4.2 – La serie storica del logaritmo naturale dell’indice generale deiè illustrata nella parte alta della Figura 2.2 eprezzi al consumo in Italia {P }tmostra una marcata tendenza crescente; questa ha il suo riscontro nelcorrelogramma della serie, disegnato nella parte alta della Figura 4.3.I modelli (4.3.4) e (4.3.6) sono stati utilizzati da F. Carlucci (1988) in un contesto analitico6di
breve periodo. Pagina 4-13
Modulo VII – Serie storiche: il dominio temporale
( )–ln P 1 L ln P
Figura 4.3 – Autocorrelogrammi delle serie (in alto) e (in basso).
t t
È necessario, pertanto, eliminare questo trend, supposto approssimativamente=lineare, con una differenza prima del tipo (4.2.7) per . La serie storicad 1differenziata (filtrata) è esposta ancora nella Figura 2.2 ed il suo correlogrammanella parte bassa della 4.3; la funzione di autocorrelazione è del tipo e) della Figura4.1 e suggerisce la specificazione di uno schema ARIMA( ) che, stimato, fornisce2,1,0il modello seguente i cui coefficienti di autoregressione soddisfano le condizioni distazionarietà (4.2.6)
( )– – = ε21 0.73 L 0.20 L 1 L ln P
t t
( ) ( )0.11 0.11( ) ( )= =2R 1.000Q 61.20 34 SS 0.0029 820 Pagina 4-14
Modulo VII – Serie storiche: il dominio temporale
L’indice mostra che i residui non sono stati
perfettamente “sbiancati”, cioè cheQesiste ancora della autocorrelazione non spiegata. L’eliminazione del coefficiente diautoregressione e la contemporanea aggiunta della costante produce il modello0.20ARIMA( )1,1,0 ( )− − = + ε1 0.47 L 1 L ln P 0.0066 (4.3.8)t t ( ) ( )0.10 0.0013( ) ( )= ==2Q 43.20 34 SS 0.0023 82R 1.0000migliore per devianza e con residui che passano il test del chi quadrato. Se sielimina lo schema autoregressivo e lo si sostituisce con uno a somma mobile, si)ottiene il modello ARIMA(0,1,2 ( )− = + + + ε21 L ln P 0.1265 1 0.43 L 0.35 L (4.3.9)t t ( ) ( ) ( )0.0010 0.10 0.11( ) ( )== =2R 0.999Q 40.91 33 SS 0.0017 570 ancor più basso di quello delil cui correlogramma è associato ad un valore della Q −⋅ 5(4.3.8). Si osservi che la varianza campionaria dei residui vale per il3.53 10− −⋅ ⋅5 5modello (4.3.7), per il (4.3.8) e
per il (4.3.9).2.80 10 2.98 10 Pagina 4-15
Modulo VII – Serie storiche: il dominio temporale
4.4 I modelli ARIMA con stagionalità
Se nella serie storica sono presenti delle stagionalità, accade che, una volta costruito il modello ARIMA(p,d,q)(ϕ,θ), la serie dei residui è autocorrelata, anche fortemente, ai ritardi stagionali τ, se la serie è mensile, e τ=12, 24, 36, ..., se è trimestrale. Quando l'autocorrelazione è rilevante occorre filtrare preliminarmente la serie con una differenza τ-esima, dove τ è il periodo della stagionalità (nel caso mensile è s=12, in quello trimestrale è s=4, 8, 12, ...), ottenendosi, in linea generale, il modello:
s(ϕ,θ) = εL^wL
dove d=0
- − − µsw 1 L 1 L x (4.4.3)t t − s
- Sia che la serie sia stata differenziata con il filtro , sia nel caso contrario, i(1 L )εresidui del modello (4.4.2) possono presentare autocorrelazioni ai ritardi{ }t εstagionali; in questo caso Box e Jenkins consigliano di costruire su un nuovo{ }tτ =schema ARMA sulla base delle autocorrelazioni di ritardo , in, 2 , 3 , ...s s spratica considerando separatamente le dodici serie dei dati di gennaio, febbraio,ecc. per dati mensili, oppure le quattro serie dei valori del I trimestre, del II, ecc.per quelli trimestrali. Sotto l’ipotesi che il modello stagionale sia identico perciascuna delle dodici (quattro) serie, si ottiene( ) ( ) ( )− ϕ + − ϕ ε = − θ + − θ θs s s Ps s s s Qs1 L ... L 1 L ... L L v (4.4.4)1 1P t Q tche in forma compatta diventa( ) ( )ϕ ε = θs s s sL L v (4.4.5)t t( ) ( )ϕ θs s s s se i polinomi nell’operatore
Eliminando la tendenza con la differenza prima e la stagionalità con quella dodicesima si perviene al modello Pagina 4-17
Modulo VII – Serie storiche: il dominio temporale
( )12
( )+ – – = –12 121 0.22 L 1 L 1 L ln PI 1 0.55 L v
( )t t
( )0.11 0.08
( )= ==2Q 34.60 34 SS 0.1110 70R 0.9500× e con residui che passano bene il test di bianchezza.
di ordine (1,1, 0) (0,1,1)12
Se la tendenza viene filtrata con una differenza terza invece che con una p