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Estratto del documento

Economia Politica II

4 mercati:

  • lavoro
  • beni e servizi
  • obbligazioni (attività finanziare)
  • moneta

Breve periodo Lungo periodo

Y = F (K, N, T, t)

In microeconomia il problema che viene risolto è quello dell’allocazione di risorse scarse tra impieghi alternativi.

Nelle economie pianificate c’è il pianificatore centrale che stabilisce come le risorse vengono ripartite tra i vari settori, dicendo anche quanto si dovrebbe produrre in ogni settore. In base a questa quantità si determinano i fattori di produzione.

Nelle economie di mercato è il sistema dei prezzi che determina l'allocazione. Nessuno dice quanto deve andare ad ogni settore; è la variazione dei prezzi che stimola le imprese che producono quei beni a produrre di più.

Macroeconomia: non c’è una separazione netta tra microeconomia e macroeconomia. Si occupa con modelli semplificati che determinano il livello della produzione, il livello del PIL, del reddito nazionale, del livello di occupazione (e disoccupazione), livello generale dei prezzi e della loro dinamica → → inflazione

Per rispondere a questo ci si occupa di vari mercati (non sono tanti, in microeconomia sono 4 mercati).

I mercati nelle note sono 4:

  1. Lavoro. Si assume che i lavoratori siano omogenei (“indistinguibili uno dall'altro”) [salvo introdurre l’ipotesi di eterogeneità], si assume che ci sia un solo tipo di lavoro. Si trasforma un mondo di lavoratori eterogenei in uno in cui c’è un solo tipo di lavoro.

    Il modello con 4 mercati non è una valida descrizione del mondo; si suppone che il modello con un solo tipo di lavoro sia significativo per quello che accade nella realtà; nella realtà accadono più cose, ma alcune accadono tanto nella realtà quanto nel modello semplificato con lavoratori omogenei.

  2. Beni e servizi. Si suppone che ci sia un solo bene/servizio rappresentativo di tutti [per essere più raffinati si può dire che ci sono tanti beni e che con un processo di aggregazione si arriva ad un bene composto].

    Un solo bene può essere rappresentativo di tutti; anche se questa ipotesi è irrealistica, quello che avviene in un mercato con un solo bene accade anche in mercati con più beni.

  3. Mercati attività finanziarie → una sola obbligazione di lungo periodo.

    La ragione principale è la semplificazione: si pensa che l’obbligazione di lungo periodo possa rappresentare in generale i mercati. Questa assunzione ha impedito a molti economisti di prevedere la crisi del 2007/2008.

  4. Moneta. Ha varie funzioni; nonostante ci siano diversi tipi di

Nel tempo, lo stock del capitale aumenta; T non cambia, t0 cambia cioè

il processo tecnico con il passare del tempo. Anche L cambia nel tempo,

perché cambia la popolazione e così il numero di lavoratori disponibili.

Problemi del lungo periodo:

  • come cambia il capitale
  • come cambiano le forze lavoro (in base a come
  • come cambia la tecnologia (progresso tecnico)

cambia la popolaz.)

Breve periodo, funzione aggregata di produzione: relazione tra livello

di produzione e livello di occupazione. Per ogni comm. di ore lavorate, se ha un certo livello di produzione massimo

  • viene prodotto
  • se è efficiente

La pendenza in ogni punto della funzione aggregata di produzione è il prodotto marginale

del lavoro.

Questa funzione ha una derivata, Δy / ΔN = PRODOTTO MARGINALE DEL LAVORO

[se varia K, ho il prodotto marginale del capitale; se cambia T, ho il prodotto

marginale della terra.]

Si assume che il prodotto marginale sia > 0 → se aumenta l'impiego di un

fattore, a parità degli altri, la produzione

aumenta, ma in modo decrescente.

y = pro-capite

C = consumo

pop (“popolazione”)

S = saving (risparmio)

11/10/2015

Mercato del lavoro

Ipotesi di concorrenza perfetta sia dal lato della domanda fatta delle imprese, sia da quello dell’offerta fatta dai lavoratori. Per spiegare la domanda di lavoro delle singole imprese e l’offerta di lavoro dai lavoratori dobbiamo rifarci alla microeconomia. Imprese sono perfettamente concorrenziali che hanno una dimensione tale da influenzare il prezzo del mercato. Dal loro punto di vista il prezzo è un dato. I lavoratori sono in concorrenza tra di loro perché ne uno di loro offre in un scenario più caro ovvero meno probabilità di lavoro.

Determinare domanda di lavoro da parte di una singola impresa; per farlo si deve esplicitare la funzione del profitto dell’impresa, supponiamo che l’impresa produci il prodotto “a”

quantità prodotta dall’impresa i

Mi = pa yi

Il ricavo che l’impresa ottiene della produzione della quantità yi, sull’ipotesi che tutta la quantità prodotta viene venduta

Mi = Pa yi - W ni - CFi

costo VARIABILE costo FISSO; io sostengo anche se l’azienda non produce

Si può massimizzare il profitto dell’impresa rispetto all’occupazione o rispetto alla produzione.

Se massimizzo rispetto all’occupazione ottengo:

dHi = pa dyi - W = 0

dni dni

É la condizione di primo ordine per avere il massimo profitto

L’andamento del prodotto marginale del lavoro (che è la derivata prima della

della funzione di produzione), scinde a decrescere; il prodotto marginale è dato

della tangente alla curva.

Se la curva si facesse così, [grafico prima] la tangente decresci sempre, in realtà

l'andamento del prodotto medio e del prodotto marginale che abbiamo tracciato

ricordando che la funzione di produzione sia fatta così:

La funzione aggregata di produzione

non ha il primo tratto

Se ho un primo tratto lungo il quale il prodotto marginale aumenta, e un secondo

tratto in cui diminuisce; quindi la funzione di produzione della singola impresa che

sta dietro alle nostre curve del prodotto medio e del prodotto marginale è fatta

così:

La domanda di lavoro della singola impresa è frutto del processo di massimizzazione

del profitto che l’impresa fa rispetto al livello di occupazione ed è parallelo a quello

che l’impresa farebbe se massimizzasse rispetto al livello di produzione.

In un caso

decide quale il livello di produzione che massimizza il profitto; nell’altro il livello di

occupazione che massimizza il profitto. Siccome occupazione e produzione sono collegate,

quando l’impresa sceglie la produzione ottima, sceglie anche l’occupazione ottima e

viceversa. La funzione di produzione della singola impresa lega occupazione e produzione.

w/p = dyi/dni → nella posizione di massimo profitto si ha questa

conclusione

prezzo aggregato

di mercato

Quindi:

dy1 dly2 dly2 ...

dln3 dln2 dln3

Non possono essere diversi, se non non saremmo in concorrenza perfetta,

quindi posso scrivere:

dly1 (dy/ln) = dln1 + dln2 + ... + dlnm

dln1 dln dlnm

Se la somma ε = 1, dobbiamo questa conclusione: il prodotto marginale

del lavoro a livello aggregato, cioè l'incremento ai prodotto che si ha a livello

aggregato quando aumenta il livello di occupazione complessiva è uguale

al prodotto marginale del lavoro comune a tutte le imprese; poiché avevamo

detto che lungo le curve delle domande di lavoro si aveva la

condizione:

w (salario) = (dy / ) e ora si ha

p (roba) (eln) /e che (dy /

dln le dN

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
365 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ballerina_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Casarosa Carlo.